2 mar 2010

I cristiani uccisi non fanno notizia (Arduino Rossi)

Papa Benedetto XVI si è soffermato sull'uccisione di cristiani in Iraq: “...recenti uccisioni di alcuni cristiani nella città di Mosul e gli altri episodi di violenza perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa..........alle autorità civili, perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili".

Ormai una parte dell'opinione pubblica alza le spalle quando ascolta queste notizie: i nuovi martiri perché fedeli a Cristo non interessano.

E' tutto da capire perché il destino di persone così lontane lasci quanto meno indifferenti, se non addirittura provochi risolini feroci o affermazioni sarcastiche e soddisfatte.

Questi poveretti hanno la sola colpa di professare una fede che non rientra tra quelle che vengono considerate vincenti, per i presunti vincitori futuri, quelli che hanno teorie sociologiche senza dubbi e già ben confezionate: i profeti di sventura vedono un mondo dominato da altre religioni, diciamo non europee.

Per qualcuno tutto questo è il segno del trionfo della visione laica della vita.

Tale sciocchezze, zeppa di contraddizioni, derivano da un odio storico anticristiano, considerata una religione conservatrice e nemica dello Stato Laico, così tutte le volte che i fedeli di Gesù patiscono pare, per menti non troppo accorte, che significhi la sconfitta della conservazione e la vittoria del mondo “libero” da “antiche superstizioni”.

Invece la persecuzioni anticristiane sono soprattutto anti-occidentali, antidemocratiche, contrarie alla libertà individuale, “scoperta” europea, con il principio della libertà di coscienza, di professare qualsiasi credo o di non professarle.

Quando si colpiscono i cristiani si vogliono annichilire i valori che si considerano da noi come un'eredità per tutti, anzi come conquiste del progresso, delle rivoluzioni popolari del passato: c'è l'uguaglianza di tutti gli uomini, l'uguaglianza delle donne con gli uomini, la libertà individuale di decidere, di esprimere le proprie idee, le critiche contro tutti i poteri, compreso quello religioso.

Cristianesimo e pensiero libero, pensiero critico vanno di pari passo: qualsiasi verità da noi è valutata, soppesata, criticata, sezionata.

La sconfitta, l'uccisione, l'espulsione o peggio ancora la conversione forzata di queste minuscole comunità, in un mare di teocrazia assolutista, rappresentano la sconfitta della speranza di un futuro democratico in queste nazioni.

Inoltre la fine delle libertà di fede in Paesi lontani porterà ad aggressioni aperte ai nostri valori di libertà pure da noi: i nostri sacri e sudati principi di legalità e di libertà individuale sono già messi in discussione da un'onda lunga che tende a negare l'uguaglianza di tutti gli uomini.

E' vero che la cultura occidentale è inossidabile e si è ben corazzata contro queste sciocchezze orientali, ma le varie sottoculture, le numerose mode in voga dilagano tra gente poco abituata alla critica attenta: c'è un morente estremismo politico, sempre più confuso e tanto “affumicato”.

Abbiamo mode esoteriche orientaleggianti e tante altre organizzazioni che non sanno cosa sia l'oggettività, l'analisi: tutto si muove in pseudo illuminazioni e spesso c'è l'imbonimento, quasi un lavaggio del cervello con tecniche da tempo collaudate.

L'Occidente sta perdendo la sua anima cristiana e pure il suo spirito democratico: se non si lotta per la difesa della vita, del diritto a esistere, anzi a proporsi ai non cristiani in queste terre lontane, pure la nostra libertà verrà messa in discussione.

Le donne potrebbero perdere il loro diritto a essere considerate persone e tornerebbero a essere trattate come merce di scambio, come esseri da comprare, rubare, maltrattare, abusare.

La teocrazia tornerà a dominare le nostre esistenze: non c'è alcuna guerra tra religioni, ma solo un violento rigurgito antidemocratico in realtà dove chi non è omologato nella fede della maggioranza è un cittadino di serie B, da calpestare, sfruttare e pure uccidere come meglio si crede.

La battaglia per la sopravvivenza dei cristiani in Iraq e in india è la nostra battaglia, di tutti: riguarda anche i laici e gli atei.