Il governo sudanese è giunto alla tregua, ha siglato con un gruppo di ribelli del Darfur, Movimento per la Liberazione e la Giustizia (Ljm), una tregua di tre mesi.
Il presidente del Sudan, Omar Bashir sostiene che si è ormai giunti alla pace, con i ribelli del Darfur: la pace è stata siglata, ma gli scontri proseguono ancora.
I morti sono stati 300mila, gli sfollati sono stati 2,7 milioni, tutto ebbe inizio nel 2002.
I momenti di furia peggiore ci furono quando gruppi di nomadi, detti Janjaweed, paramilitari chiamati "diavoli a cavallo" , iniziarono ad assalire i villaggi, portando avanti una pulizia etnica razziale e religiosa per favorire il gruppo arabo islamico contro altri islamici, ma dalla pelle nera e di fede non proprio ortodossa, rispetto all’islam praticato a Kartum.
L’Occidente, come al solito, ha visto questo scontro solo dal punto di vista umanitario, non capendo cosa stava accadendo: era in effetti la lotta dell’Africa nera contro il Nord arabo, non nero, oso dire bianco.
Era uno scontro razziale, pur non avendo alle spalle le ideologie razziali europee, senza parlare di razze superiori e inferiori.
In gioco c’era solo una versione dell’islam ortodosso?
La questione è delicatissima ed eviterò spiegazioni affrettate: esiste un islam moderato tollerante, spesso più morbido e aperto di molte scelte ideologiche occidentali.
Negli ultimi decenni invece ha preso piede un islam estremistico, duro e senza sfumature, intollerante, qualcuno non a ragione lo definisce di origine occidentale: è l’interpretazione ideologica, stretta, senza chiari o scuri della religione di Maometto.
Cosa hanno a che vedere con l’islam tutti questi morti, il terrorismo e le uccisioni di innocenti?
Nulla, ma bisogna sempre usare i “guanti” e non vedere tutto con i nostri occhi di europei, dove una cosa è bianca o è nera.
In molte realtà culturali un oggetto può essere sia bianco che nero, mentre gli “infedeli” hanno sempre torto, in ogni caso.
Esiste un solo Dio e una sola fede: nessuno deve giudicare gli altri fedeli, poi sul campo, anche di battaglia, chi si macchia con il sangue dei suoi fratelli è sempre un assassino.
Gli uccisi sono loro fratelli?
I bambini, le donne cadute per gli attentati sono innocenti?
Se le risposte sono positive allora non abbiamo terroristi e assassini islamici, se sono negative allora tutto è ammesso: non sono fratelli, non sono innocenti e possono morire.
Non tutto l’islam è uguale?
Certamente hanno ragione quando dicono che l’islam non è una religione di assassini, ma noi occidentali facciamo sempre molta fatica a capire, a differenziare.
Invece esistono forze e gruppi quasi laici, altri lontanissimi dal fanatismo, altri tolleranti, altri invece legati al potere assoluto e assolutista come i regimi dittatoriali dell'Europa, da cui si sono ispirati.
Quindi solo il dialogo da una parte, specialmente con le menti più aperte in particolare, si può avere qualche esito positivo: quando si parla, ci si conosce e si scopre che il nemico ha un volto umano.
Invece per il Sudan la politica estera occidentale è in ritardo sugli avvenimenti: l'Africa nera e i popoli del Nord Africa si potrebbero scontrare prima o poi.
Le differenze tra le due culture sono enormi e gli odi sono cresciuti nel secoli.
La logica che vede solo in Europa il razzismo, come se fosse una prerogativa dei bianchi essere buoni o cattivi, tradisce un complesso di superiorità nei confronti di tutti gli altri popoli.
Attorno a noi ci sono grandi rivalità etniche e sociali, che con il crescere della popolazione, la carenze di fonti energetiche, di acqua potabile, di alimenti vengono amplificate: il Sudan è un caso di scontri tra poverissimi per una terra desertica o semi-desertica.
Lo scontro per altri territori infelici ci sarà anche in futuro.
La nostra diplomazia non capirà il senso degli avvenimenti?
Dubito che le nostre ideologie non si ficcheranno in queste future dispute etniche.
Avremo la suddivisione dei fronti armati tra centro sinistra e il centro destra?
POLITICA, CULTURA, CRONACA, ARTE, RELIGIONE, SCIENZA, PENSIERO LIBERO. Quasi Giornale online. scritto a più mani da una redazione coraggiosa, da dei volontari. Responsabile Arduino Rossi-
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