3 mar 2010

4/3 Lazio e Lombardia con elezioni dimezzate? (Arduino Rossi)

Ora i ricorsi saranno portati d'avanti al tar: quelli presentati alle Corti d'Appello di Milano e di Roma sono stati respinti.
Sia la Polverini che Formigoni proseguono nelle loro relative campagne elettorali, ma tutto è ancora incerto, pur restando del parere che queste beghe legali facciano parte della campagna elettorale.
La candidata del centrodestra alla presidenza del Lazio dorme sonni tranquilli: “Le cose si stanno mettendo a posto. Io sono fiduciosa e vado avanti con la mia campagna".
Invece Roberto Formigoni ha dichiarato: "Siamo convinti di vincere al Tar, ma siccome qualcuno presenterà ricorso contro la sentenza, siamo consapevoli di dover andare al Consiglio di Stato".
Intanto tra i vertici dei partiti la polemica si fa dura e si parla di complotto, si accusano i radicali, che sostengono di agire secondo i sacri principi della legalità, termine incomprensibile, dalle molte sfumature e dai troppi significati.
La partita è come al solito sulla pelle dei cittadini elettori che rischiano di trovarsi un'elezione con un solo schieramento politico, senza la possibilità di scegliere, come alle vetuste elezioni sovietiche.
I radicali in Lombardia hanno giocato sul cavillo e questo non li onora: la repubblica dei puntigliosi la conosciamo da decenni e ne paghiamo tutti i giorni il prezzo, quando vorremmo strozzare il povero impiegato dietro lo sportello perché ci chiede altre scartoffie dopo due ore di fila.
Il diritto al voto e alla scelta democratica certamente prevale su quello dell'applicazione nuda e cruda della legge: “la legge è stata fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge”.
I moderni farisei ci rovinano la vita, ma pure il nostro futuro e quello dei nostri figli se li lasciamo fare.
Invece il dibattito ora non è sulla crisi, i disoccupati, ma sui timbri tondi ben impressi o meno, sulla conta delle firme scritte con bella o brutta calligrafia.
Ci stanno prendendo per i fondelli?
Io sono convinto che nessuno può permettersi un'elezione dimezzata, non solo il Pdl, ma neppure le opposizioni: ne va del buon nome del nostro Paese, della democrazia, con la fama che si spande sempre più di nazione dominata dalla corruzione, che limita la libertà con una burocrazia assurda, con la mafia padrona, infiltrata in ogni dove.
Sono poi certo che un decreto, per riammettere le liste escluse in extremis potrebbe arrivare, ma dopo il no di tutti i tribunali, che si dimostrerebbero, secondo una certa propaganda, di essere ostile alla maggioranza, anzi di perseguitarla e volere la dittatura dei giudici.
Chi vincerà allora?
Si può dire che i radicali facciano il gioco del Pdl, donando argomenti, in conseguenza pure voti, all'altra parte della barricata: si vede che tra gli entrambi schieramenti ci sono personaggi che remano contro, magari perché hanno avuto una fetta di torta in meno nella spartizione del potere.
Un fatto è certo, ci stanno togliendo la possibilità di sentire i programmi dei candidati, di cosa vogliono fare realmente.
I nostri politici non hanno argomenti? Non sanno cosa dire perché non sanno cosa fare?
Si smetta con questo tira e molla, tutti assieme si arrivi a un accordo per far rientrare le liste escluse, poi tornino a discutere, anzi a litigare per scuola, sanità, servizi e trasporti: se hanno il problema di timbrare qualche documento, o se servono un po' di firme, arriviamo noi cittadini a risolvere la faccenda da impiegati postali, che bisticciano per le ricevute delle raccomandate.
A noi servono le idee, i progetti e cosa vogliono fare: ci sono i disoccupati, i ragazzi in scuole fatiscenti, gli anziani che hanno la necessità di assistenze valide.
Tutto il resto è solo noia, per favore liberateci dalla dittatura delle carte bollate.