“Compatibilmente con gli accordi e gli impegni internazionali presi, non possiamo dimenticare che la missione di pace in Afghanistan dura da 9 anni. Siamo andati lì per catturare Bin Laden e siamo lì perché vogliamo far partire un processo di democratizzazione. Direi però che 9 anni sono sufficienti. Spero e sono convinto che il Governo stia anche disegnando un’exit strategy: ragionare in questo senso è legittimo per noi italiani come lo è per gli americani quando il loro Presidente Obama ipotizza di uscire dall’Iraq”.
Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luica Zaia, intervenendo stamane su Radio Anch’io di Radio 1 Rai.
“La prima preoccupazione – ha aggiunto Zaia – deve essere quella degli accordi internazionali e della credibilità del nostro Paese, ma bisogna anche considerare che molti osservatori internazionali vedono la condizione in Afghanistan paragonandola al Vietnam, cioè un’eterna incompiuta”.
Facendo un parallelo con l’intevento statunitense in Italia nella seconda guerra mondiale, Zaia ha sottolineato che “Il processo che vide le forze alleate arrivare in Italia, porre fine alla guerra e avviare la democratizzazione non è assimilabile a quello che sta succedendo in Afghanistan”.
“Peraltro – ha fatto notare Zaia – leggendo molti giornali stranieri, che ci descrivono una comunità civile piuttosto indifferente a quello che accade tra talebani e forze di pace, emerge una realtà che di certo non aiuta e che deve far riflettere”.
“Noi – ha concluso Zaia – abbiamo il dovere di rispondere presente quando la comunità internazionale chiama, ed in questo senso l’Italia è sempre stata protagonista. Ma oggi la contabilità che abbiamo di fronte è di 9 anni di missione con 34 vittime italiane e con difficoltà insormontabili se l’obiettivo era portare la democratizzazione in quel Paese. Non è colpa di nessuno, ma è la realtà di oggi”.
Zaia si trova a Roma dove ha portato il cordoglio e la solidarietà di tutto il Veneto ai funerali dei 4 Alpini della Brigata Julia deceduti sabato in Afghanistan.