2 ott 2010

Da anni la caccia al super terrorista non ha dato frutti: pure i mafiosi vengono catturati, ma lui resta imprendibile.


La paura che genera sulla popolazione mondiale è grande: per lui, questo brigante chiuso in una grotta, la politica estera dell'Occidente ha mutato corso.

Si vede che non hanno avuto bisogno di creare il personaggio, esisteva già, anzi ne esistono diversi: oso dire che sono individui folcloristici per i turisti in cerca di esperienze forti e pittoresche.

C'è qualcosa che non quadra in tutta questa vicenda, poi si sa che i poteri laici e religiosi nel mondo islamico sono uniti, che l'economia da loro è sempre stata in buoni rapporti con l'Occidente, che ha sempre avuto grandi vantaggi da questi commerci.

Gli esempi storici sono noti: La Repubblica di Venezia, i francesi nel Seicento e gli inglesi del XIX secolo trafficarono con gli arabi e con i turchi.

Spesso gli affari e la diplomazia erano ambigui, con mille compromessi e giochi sporchi.

Oggi non è più così?

Io, quando penso a Ben Laden, mi rammento di "Alì Babà e i quaranta ladroni".

C'è qualcosa di progettato e gestito come in un vecchio e brutto film in tutto questo?