“Il Parlamento ha approvato la legge 122/2010 introducendo la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività)”, che “va a sostituire la DIA (Dichiarazione di inizio attività) ed ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta, comprese le domande per l’iscrizione in albi o ruoli utili per l’esercizio di nuove attività”.
Ne dà notizia il consigliere regionale Fabio Filippi (pdl) in un’interrogazione a risposta immediata, in cui ricorda che con l’introduzione della SCIA “diventa possibile l’inizio dei lavori nel giorno stesso della segnalazione all’amministrazione preposta, senza attendere i 30 giorni previsti dalla precedente disciplina, ferma restando la possibilità di effettuare verifiche in corso d’opera”.
“Nel caso in cui venga accertata una carenza dei requisiti, - aggiunge – l’amministrazione può adottare provvedimenti di divieto entro 30 giorni dal ricevimento della segnalazione. Decorso questo termine vale la regola del silenzio/assenso, a meno che non si incorra nel rischio di danni gravi ed irreparabili al patrimonio artistico e culturale, all’ambiente, alla salute ed alla sicurezza pubblica”.
La semplificazione decisa dal Governo - sottolinea Filippi – avrebbe tuttavia registrato l’opposizone della Regione Emilia-Romagna, che si sarebbe appellata alla Corte Costituzionale, anche se gli uffici regionali avrebbero già predisposto la modulistica per la presentazione delle domande di SCIA.
L’esponente del pdl chiede quindi se la Regione sia intenzionata o meno ad applicare la nuova normativa statale in tutte le sue parti.