30 ott 2010

Sono in tanti che vogliono la fine di Silvio, perché non difende più i loro privilegi: c'è un mondo pubblico con troppi vantaggi che resiste a tutti i controlli e a tutte le riforme.

 

Il caso Ruby, le polemiche su Famiglia Cristiana, la politica degli scandali continuano a colpire questo strano Paese: ora pare che Silvio Berlusconi sia caduto ancora in una grande polemica, che lo denigra per la sua passione per le donne, che per gli italiani è sempre una virtù.

Però se queste ...donne hanno meno di 18 anni si rischia di essere considerati dei maniaci, anzi per la legge è sempre un reato, quando il rapporto che si instaura è economicamente interessato per la fanciulla: si chiama istigazione alla prostituzione minorile ed è punito con il codice penale.

Inoltre, in qualsiasi Paese, verrebbe considerato un grave reato morale, ovvero un comportamento indegno per un leader, per un presidente: negli Usa solo il sospetto potrebbe far cadere un presidente in carica.

Da noi questo non avviene: siamo un popolo tollerante.

Al di là del fatto in se stesso e dell'aiuto caritatevole da parte di Silvio verso la fanciulla in difficoltà, che ha paragonato Berlusconi a un santo benefattore, c'è molto altro.

Il giornale dei vescovi attacca, ma in passato certi vizi privati dei nostri onorevoli democristiani furono celati senza pudore: l'attacco al Cavaliere è politico e in Italia è in corso uno scontro tra interessi.

Sono in tanti che vogliono la fine di Silvio, perché non difende più i loro privilegi: c'è un mondo pubblico con troppi vantaggi che resiste a tutti i controlli e a tutte le riforme.

I 300mila dipendenti pubblici in meno sono sempre piccoli funzionari e uscieri , mentre i grandi e vecchi dirigenti, che hanno un costo altissimo, in tutti i sensi, resistono a tutti i cambiamenti.