Udite, udite, Gianfranco Fini è al 7%?
Pare proprio di sì, leggendo i sondaggi che girano sui quotidiani filo Fini: si ipotizza un fantastico 7%, qualcuno però parla di un 2%, sempre in caso di elezioni anticipate.
Dubitando di questi dati, anche perché numeri del lotto la nostra stampa spesso li dà per esaltare gruppi politici, come i radicali in passato, che, secondo questi … misteriosi e improbabili sondaggi, avrebbero dovuto trionfare, come una … novità elettorale, poi le elezioni mostrano scarsissimi risultati se non una sconfitta vergognosa.
Sarà ancora una volta così?
E’ vecchio il trucco di gonfiare le cifre, far credere che quel partito non rappresenta un inutile spreco di consensi elettorali: gli indecisi così butteranno il loro voto nell’urna, sperando di non averlo gettato via.
Gianfranco Fini è sicuramente appoggiato da forze economiche il cui volto e nome si scorge appena dietro di lui.
Faccio dei nomi?
Il Corriere della Sera sta certamente con Fini, così il salotto buono della finanza italiana, ma anche i gruppi economici internazionali, che tanto peso hanno sulla nostra economia nazionale.
Infine c’è pure qualche potentissima società e industria multinazionale italiana, stanca di quel occhio di riguardo eccessivo verso Mediaset, che ha il governo attuale.
Non bisogna scordarsi che il Cavaliere non ha nulla a che fare con la rete, anzi ostacolato l’avanzata di Internet in Italia: la nostra classe politica, i potentati economici si comportano come mullah integralisti, paventano questo strumento “misterioso”, spesso sconosciuto a molti uomini politici italiani.
Lo temono come il diavolo sfugge l’acqua santa,
Non lo capiscono e intuiscono un pericolo mortale per il loro potere: Silvio poi ha la faccenda della pubblicità da gestire, ovvero del pericolo che questa passi dalle sue televisioni ai blog, a Youtube, ai motori di ricerca, se non alle nascenti televisioni via Internet.