13 feb 2011

libero, la Stampa, Corriere, il Giornale, la Repubblica


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La libera stampa italiana, se preferite italiota, parafrasando sempre il premio Nobel Dario Fo, se ne è quasi infischiata delle foibe.
Oltre alle foibe, le vittime dei comunisti furono altre: ci furono i comunisti eretici, bollati come trotskisti, i veri o presunti seguaci di Trotzkij, il luogotenente di Lenin, nemico di Stalin ed assassinato dai sicari del dittatore sovietico a Città del Messico.
Costoro erano denunciati alla polizia fascista dai loro compagni: i morti italiani del comunismo furono tanti, tra cui i comunisti caduti in disgrazia, terminati in Siberia, dopo essere fuggiti dal fascismo italiano nell'Unione Sovietica, negli anni Trenta.
Ci furono pure le fucilazioni dopo la liberazione e non furono colpiti solo pericolosi criminali, ma anche fascisti a parole e non fascisti, sino agli antifascisti.
Inoltre ci sono i 60milioni di morti, vittime dei regimi comunisti: tanti ragazzi non conoscono neppure la parola gulag, non sanno cosa significa.
Ora non voglio essere anticomunisti, neppure anti-marxista, voglio solo essere difensori della verità storica: serve una giornata della memoria per le vittime del comunismo, identica a quella per le vittime del nazifascismo.
Bisogna ricordare per non ricordare in futuro nello stesso errore e negli stessi errori, ma la stampa nazionale se ne infischia perché ha altri problemi, quelli dei suoi editori, legati ai loro affari buoni o cattivi.