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Berlusconi va a Lampedusa, mentre la polemica politica interna si scalda: Maroni fa il ministro dell'Interno ed è moderato, ma Bossi vuole i tunisini a casa loro, usando un'espressione poco adatta alla politica estera.
Il Pd si scandalizza e non propone nulla di serio, Francia e GB si alleano ad Obama per fare ciò che vogliono della Libia, parlano di armi ai ribelli, che, con ogni probabilità, hanno già inviato in segreto.
L'intervento è ormai fuori dalla logica dell'Onu, della no-fly zone: l'impegno militare dell'alleanza è quello di far cadere Gheddafi, ma il fatto che si utilizzi una strategia pessima è deludente: è la logica di armare della gente che poi non si sa cosa se ne farà di queste armi.
Per decenni gli occidentali hanno utilizzato questa strategia: il nemico del mio nemico è il mio amico.
Hanno mandato armi in Afghanistan, in Iraq, in Africa per finanziare e foraggiare tante guerriglie.
Hanno sostituito dittatori, generali gorilla con altri generali gorilla, che si sono dimostrati tiranni feroci per la loro gente, o hanno disgregato quel poco di Stato che esisteva, provocando guerra e morte, guerriglie, terrorismo, pirateria.
L'esempio peggiore d tutto questo lo si trova in Somalia, ma la lezione somala non è bastata ai “geniali” strateghi occidentali: Cameron e Sarkozy rappresentano la peggior tradizione neo- colonialista dell'Occidente.
E' per colpa di questa politica che i profughi crescono sempre più in Africa e decine di milioni di persone cercano di giungere in Europa: non c'è stato dittatore nel mondo che non abbia avuto i suoi santi protettori in Occidente, Gheddafi non fu l'unico e l'ultimo.
Perché si sceglie questa strategia?
Perché i dittatori sono anche pessimi affaristi, o meglio lo sono per i loro popoli: comprano armi, magari il fondo dei depositi bellici in disuso, fanno ingrassare trafficanti e politici corrotti, che però non possono essere incriminati a casa loro, per fatti esteri.