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E' capitato che il buon Giovanardi, dall'alto del suo incarico governativo, cattolico e un po' sempre pronto ad urlare allo scandalo, abbia strillato contro l'Ikea, la nota multinazionale del mobile, diciamo non di …...lusso.
La catena dei mobili compri, monti da solo e ti arrangi, propose un modello di famiglia, definiamo diversa: da questo cartellone pubblicitario si scatenò il putiferio.
In risposta i signori dell'ikea hanno voluto dare a tutti un esempio di “sagace esperienza giuridica”, con una loro presentazione della modifica costituzionale del concetto di famiglia, scordandosi che i padri fondatori della Repubblica Italiana certamente intendessero una famiglia naturale e non altro.
Inoltre da secoli, anzi da millenni, si intende per famiglia quella naturale: anche in epoche dove l'omosessualità era accettata, come quella romana e greca, la famiglia era intesa formata da una donna, da un uomo e dei figli.
E' un peccato che un certo tipo di stampa, definiamo sponsorizzata da noi e dai soliti ….benefattori, abbia urlato contro un povero Giovanardi, accusandolo di essere un bigotto, con tante altre maledizioni.
Escludiamo da questa stampa Il Fatto Quotidiano, che hanno, così dicono, un pareggio perfetto, tra entrate ed uscite senza sponsor: in un'epoca di crisi della carta stampata è un miracolo più ….unico che raro.
Per il nostro Giovanardi non vale il principio del rispetto, che tanto si pretende per gli omosessuali?
Si vede che solo i gay non possono essere insultati, mentre per tutti gli altri questa regola non vale.
Un mio vecchio amico diceva sempre: “Qualcuno mi deve spiegare”.
Intanto, per la prossima riforma costituzionale, conviene assumere un po' del personale dell'Ikea, qualche fattorino e un paio di dirigenti.
Saranno loro che ci daranno le dritte per la nuova riforma della costituente?
