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Fermare Internet è impossibile, ma si può rallentare lo sviluppo.
La cronaca riporta spesso di aggressioni programmate contro chi esprime pareri differenti all’interno della rete: per ora sono gruppi di esaltati che si scagliano, certi di restare impuniti, contro questo o quello.
Spesso c’è un istigatore e poi tutti gli altri lo seguono: non sono numerosi, poi i poveretti non capiscono il sistema dei giochi di parole, logico e razionale, che sta alla base dei motori di ricerca, così fanno pure le vittime, sentendosi emarginati dalla rete.
Questi assalti, ho notato, avvengono o di notte, quando le persone normali dormono per andare al lavoro o a scuola, o di giorno, nelle ore dove chi va a scuola è a scuola e chi va al lavoro è al lavoro.
Escludendo i turnisti e qualche rarissimo pensionato, la categoria dei violenti e dei “sovversivi” dalla parolaccia facile appartiene al gruppo degli assenteisti o dei bamboccioni, di coloro che non studiano e non lavorano, dai 15 ai 30, che però la mammina e il paparino ben viziano e regalano il computer come passatempo.
Mentre costoro attendono l’assunzione in qualche ufficio pubblico, si dilettano a minacciare e a dire parolacce, sapendo però che, spero, il posto pubblico non lo avranno mai perché hanno qualche difficoltà con la lingua italiana.
La libertà di Internet invece potrebbe far trovare lavoro, se costoro lo volessero trovare: ci si può difendere da scelte sciagurate contro l’ambiente e la nostra salute, può rendere miglior e il mondo.
La critica intelligente è l’arma più potente che abbiamo: non saranno i pidocchi della rete a rubarcela.