A Sopot, località
montana della Bulgaria, si e chiusa positivamente la 13.a edizione
del campionato mondiale di parapendio.
Successo di
partecipazione, con 146 piloti in rappresentanza di 38 nazioni, e
successo degli azzurri che tornano a casa con la medaglia d'argento
nella classifica a squadre, dietro la Francia e davanti al Venezuela,
e due medaglie di bronzo, una nella classifica maschile, grazie al
torinese Davide Cassetta, e l'altra nella gara femminile, ancora una
volta con Nicole Fedele di Gemona nel Friuli (Udine), campionessa
europea in carica.
Spadroneggia la
Francia che, oltre al titolo a squadre, si aggiudica anche i primi
due posti nella classifica maschile con il neo campione del mondo
Jeremie Lagere seguito da Charles Cazaux, medaglia d'argento. Pure
nella classifica femminile, vinta dalla polacca Klaudia Bulgakow, una
pilota naturalizzata francese, Seiko Fukuoka, si aggiudica la
medaglia d'argento.
La comitiva
azzurra, oltre a Davide Casetta e Nicole Fedele, era composta dai
trentini Christian Biasi e Luca Donini, da Marco Littamè (Torino),
da Alberto Vitale (Bologna) e dal Team Leader Alberto Castagna di
Milano.
In particolare
sono emersi Marco Littamé, vincitore della prima manche, e Luca
Donini che ha vinto una prova e si è piazzato al secondo posto in
un'altra, ma lascia sul campo il titolo di vice campione del mondo
conquistato due anni prima in Spagna. In genere l'Italia come squadra
nazionale di parapendio sta crescendo sulla scia dei colleghi che
volano in deltaplano e che di titoli mondiali ne hanno collezionati
una lunga serie.
La competizione si
è giocata su cinque prove delle dieci previste, lunghe tra i 70 ed i
128 chilometri cadauna, 513 in tutto, passando da giornate con cielo
coperto a quelle fortemente soleggiate. Insieme al tempo mutavano le
condizioni di volo e l'organizzazione ha annullato le prove che si
sarebbero disputate in condizioni poco favorevoli alla pratica del
volo libero.
Per questi mezzi,
privi di motore e che si reggono in aria sfruttando le correnti
d'aria ascensionali scatenate dall'irraggiamento del suolo, volare in
condizioni non ottimali significa esporsi a grossi rischi. Pertanto
uno dei doveri dei direttori di gara, coadiuvati da esperti in
meteorologia, è quello di non far disputare la gara se si prevede
maltempo.
Gustavo Vitali