6 apr 2010

04/4 Sudafrica e i bianchi che non si arrendono (Maria Valota)


L'assassinio del leader dell'estrema destra Terreblanche sta alzando la tensione i Sudafrica: una folla di bianchi si è presentata al tribunale di Vendersdorp, nel nord-ovest del Paese dove si svolge il processo dei due assassini.
Lo schieramento di sicurezza della polizia ha impedito guai peggiori, per ora, ma il movimento razzista non si limiterà a qualche manifestazione di protesta.
La reazione ci sarà, prima o poi.

04/4 Cadavere di una donna a pezzi a Teramo (Paolo rossi)


A Teramo vicino alla nuova sede dell'Inail si sono scoperti, in una scarpata, pezzi del cadavere di una donna, di circa 40-50 anni.
Un uomo passeggiava lungo la centralissima via Franchi e il suo cane ha scoperto una gamba: ora i Ris di Roma, carabinieri specializzati nella ricerca scientifica, hanno scoperto pure anche oggetti personali e indumenti.
Poi si è identificata la donna: è originaria di Teramo, scomparsa sabato scorso, le indagini proseguono nell'ambito di ambienti della tossicodipendenza.
La donna ha pure una sorella, un marito e un figlio: tutti sono stati ascoltati dai carabinieri.

04/4 La Lega si allarga troppo e Fini non vuole perdere il treno delle riforme Arduino Rossi)


Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi risponde a “FareFuturo" di Nicola Rossi: “L'agenda, il cammino delle riforme, così come la natura ed il ruolo del Pdl, sono sempre stati saldamente in mano al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nell'ambito di un'alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi improntata ad un rapporto di leale collaborazione e di reciproco rispetto".
Il direttore del periodico è vicino al sentire di Gianfranco Fini, teme l'iniziativa della Lega: “Battere un colpo per non lasciare la guida della coalizione alla Lega”.
Le due anime del Pdl si mostrano tuttora separate e Fini vuole ancora imporre la sua linea, ma che elettoralmente conta sempre meno: Lui è legato alle istituzioni.
Cosa contano le elezioni e gli elettori?
Ciò che importa sono le cariche politiche con tanto decoro e parecchia onorabilità attorno.

04/4 Minacce a Massimo Ciancimino, parla troppo (Teresa Togni)


Massimo Ciancimino, figlio del ex sindaco di Palermo, ha ricevuto una busta con tre proiettili di kalashnikov: forse parla troppo e qualcuno non vuole sentire certe verità come quelle contro Luciano Violante e Claudio Martelli
Ciancimino jr. è abituato alle minacce, ma forse questa volta ha esagerato: ha parlato troppo, tra cui trattative tra Stato e mafia.
Certe cose non si dicono, mai, ne va dell'onore della mafia.

04/4 Sodano, Benedetto XVI e la colpa della Chiesa (Antonio Rossi)


Il cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro collegio torna sulla brutta faccenda degli attacchi al papa: “Le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa ….Dietro gli attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo è ormai un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate”.
Ricorda tutti gli altri attacchi storici contro i pontefici del passato: “Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae”.
Che il messaggio cristiano sia difficile da accettare è evidente, poi, in piena era post consumista, dove ogni cosa ha un valore in base al guadagno e al vantaggio che dà, i discorsi di Benedetto XVI possono infastidire.
Allora si preferisce ripetere che pure loro sono degli “sporcaccioni” come gli altri o peggio ancora: i preti predicano bene, ma non sanno vivere il Vangelo.
Così l'umanità perde l'occasione di ritrovare valori semplici ed essenziali, che fanno tanto bene alla vita.

04/4 Elisa Claps deve avere giustizia (Angelo Ruben)


Il professor Francesco Introna vuole avere solo certezze e non parla: "Il cadavere di Elisa ci sta tristemente parlando. Presto consegneremo al pubblico ministero di Salerno la perizia sull'autopsia......E' meglio attendere il deposito della perizia".
Il medico legale ha accennato durante un'intervista per la trasmissione di Rai tre "Chi l'ha visto?": "….voci fuorvianti".
Quindi bisogna attendere, anche perché Elisa aspetta di avere giustizia da 17 anni.

04/4 Nancy Brilli è caduta a Roma (Mecca Elisa)

Nancy Brilli a Villa Borghese è caduta da una biga in affitto a Villa Borghese: ha avuto una contusione alla testa e il compagno Roy De Vital'ha condotta all'ospedale Regina Elena.
L'attrice ha fasciata a braccia e mani, oltre a un collare ortopedico: non si sa se potrà essere presente per le sue attività in programma, tra cui le commedie di Fausto Brizzi “Maschi contro femmine”, “Femmine contro maschi”.
.

04/4 Bergamo, un neonato è stato trovato morto, vicino a una discoteca (Arduino Rossi)


Un neonato morto è stato scoperto ad Arcene, nella provincia di Bergamo: era nell'area del parcheggio di una discoteca.
E' stato uno spazzino a fare il macabro ritrovamento: la creatura morta era dentro una busta di plastica, con il cordone ombelicale attaccato.
Si cerca la madre del bambino da parte dei carabinieri.
Il cadaverino è stato trovato alle prime ore del giorno o nella notte.
abbandonato nella notte o nelle prime ore del giorno.Eppure i bambini possono essere partoriti, in modo anonimo in ospedale e lasciati vivere, per adozioni sicure.

04/4 L'AMANTE DEL DIRETTORE (Racconto di Arduino Rossi)

Quando c'è una faccenda scabrosa i francesi dicono: -Cherchez la femme!-
La Signora Irene non fu istigatrice di nessun crimine, ma solamente la causa di un grande garbuglio.
Irene lavorava all'Ufficio di Controllo sui Patrimoni Pubblici e per la sua capacità e per la sua buona volontà sarebbe rimasta all'ultimo gradino della carriera sino alla pensione.
Non era colta e non era molto intelligente, ma possedeva quella furbizia istintiva che certe donne del Sud hanno nel sangue: esse conoscono l'arte della seduzione, che sveglia le passioni più calde in uomini non più giovani.
Ella era tondetta, dalle forme pronunciate e compatte, un poco "caserecce".
Faceva provare al sedotto la presunzione del maschio virile e aitante.
Queste tecniche le applicava con i superiori e con i colleghi che la potevano favorire: in poco tempo Irene migliorò la sua posizione nell'ufficio, passando da dattilografa impacciata a segretaria particolare del Direttore.
Si era attirata l'antipatia degli impiegati e ribatteva con disprezzo la crescente ostilità: -Mi sono creata una posizione e me la tengo!-
-E' il metodo che hai usato per fartela che non va!-
-Sono una Signora e non ammetto nessuna insinuazione sulla mia condotta!-
Si riteneva in una botte di ferro: si atteggiava a donna per bene e a madre affettuosa.
Probabilmente la sacralità della famiglia era fondamentale per lei, ma l'arrivismo innato la spronava a tradire le sue buone intenzioni.
La tresca con il Direttore non iniziò per un reciproco desiderio di concubinaggio.
Il Commendatore si considerava un uomo in perfetta forma, nonostante i suoi cinquantanove anni e non perdeva l'occasione di "allungare" le mani sulle impiegate: si avvicinava cauto e appoggiava la mano sulla spalla, poi approfittava della soggezione dovuta al suo grado e faceva scivolare la palma dove non doveva.
Irene non disprezzava questi gesti del Capoufficio, anzi sembrava che lo volesse provocare: si presentava nello studio del Capoufficio quando era certa di trovarlo solo, si avvicinava con movimenti lenti e sinuosi, prendendo pose che accentuavano la sua "figura curvilinea".
Fu uno scambio di favori: più lei concedeva e più lui la appoggiava.
Ella divenne primo funzionario di un reparto con quattro impiegati: quei poveretti dovevano subire sfuriate e umiliazioni dalla presuntuosa Caposettore, che non ammetteva la responsabilità dei suoi numerosi sbagli.
Il rapporto tra i due era ormai impudente: egli la ghermiva dietro le porte o negli angoli bui del corridoio, con poca attenzione alla decenza.
Da queste esuberanze "affettuose" in pubblico nacquero molti pettegolezzi: -Vogliono divorziare! Lei vuole abbandonare i figli! Si racconta che lei ha molti altri amanti e il Direttore è geloso!-
I soliti viscidi seminatori di zizzania si erano "preoccupati" di avvisare il marito e la moglie ingannati, con caustiche lettere anonime.
I due cornuti, dopo l'ennesima epistola, dubitarono della lealtà dei coniugi.
Il marito di Irene, Giorgio, si presentò a casa della Signora Carpone, moglie del Commendatore: -Gentile Signora! Sono dispiaciuto, ma devo darle una brutta notizia!-
Geltrude lo fece entrare, riattandosi il vestito e accomodandosi i capelli brizzolati, folti e vigorosi.
Era ancora una bella donna, dal sorriso buono e dallo sguardo infantile: solo le rughe marcate erano indizio della sua età, quasi senile.
Giorgio si stava morsicando le labbra e non riusciva a parlare: stava stropicciando tra le dita nervose un pacchetto di lettere.
Sorrise un po' impacciato e le disse, consegnandole le lettere: -Sono sinceramente rammaricato, ma pure lei deve conoscere la verità!-
Ella lesse qualche frase e sospirò, rivolgendosi a lui: -Crede in queste menzogne? Mio marito è sempre stato un uomo onesto e un padre esemplare!-
-Ci sono troppi riscontri con la realtà per essere solo delle illazioni!-
Discussero vivacemente: Geltrude pianse, Giorgio maledisse la consorte ed entrambi decisero di allearsi per salvare le famiglie.
Fu allora che telefonarono alla mia agenzia e io, giovane agente privato senza clienti, mi posi a loro disposizione.
Mi informai sugli orari dei presunti adulteri, confrontai ogni particolare delle abitudini dei due e mi fu tutto chiaro: essi si incontravano al sabato pomeriggio in un alberghetto periferico.
Irene aveva l'alibi delle spese nei negozi del centro città e Carpone giustificava le uscite con gli straordinari in ufficio.
Il mio metodo di indagine è scientifico: i pedinamenti e i travestimenti li utilizzo solo dopo aver valutato le possibili
ipotesi con il mio computer.
Divisi la città in zone e valutai i tempi di percorrenza di un auto nel traffico del sabato dalle case dei concubini: individuai l'area dove si sarebbe dovuta trovare l'alcova.
Detti delle mance ai portieri di cinque pensioni per consultare i registri degli ospiti: finalmente scoprii i nomi dei due "traditori".
Avvisai i miei clienti e preparai tutti gli arnesi del mio mestiere per trovare le prove schiaccianti.
Non c'erano edifici vicino alla pensione: eravamo in aperta campagna, c'era solo qualche albero, ma senza foglie perché era
gennaio e non era possibile appostarsi vicino.
Affittai una camera accanto alla stanza dei due amanti e attesi.
Per mia sfortuna dimenticai la macchina fotografica sul balcone del portiere.
Il padrone della pensione si insospettì e mi portò personalmente in camera l'attrezzatura fotografica.
Io mi posi davanti all'entrata per nascondere i miei strumenti di lavoro, l'energumeno mi sospinse e volle vedere quello che stavo facendo.
Mi disse, indicando gli obiettivi fotografici: -Lei è un fotografo professionista?-
-Sì, certamente! Amo la campagna in inverno, che è stupenda se ben fotografata!-
-Anche con la nebbia, come oggi?-
Gli spiegai che il paesaggio nebbioso era tra i preferiti nei concorsi fotografici.
Egli non mi credette e se ne uscì borbottando, salutandomi a malapena: -Va bene! Buona sera!-
Conclusi di accomodare nel mio zainetto l'attrezzatura e mi arrampicai sulla grondaia: raggiunsi il tetto, rompendo qualche tegola e legai la corda a un comignolo, calandomi sino alla finestra dei due lussuriosi.
Il Direttore si dimenava come un ossesso sulla sua sottomessa: per dimostrarsi virile rischiava l'infarto.
Io rimasi in una posizione precaria, appeso e con i piedi appena appoggiati sul davanzale: fui sul punto di perdere la macchina fotografica e di infrangere la finestra.
Ero così assorto nel mio lavoro che non mi accorsi dello scricchiolare del comignolo, che cedette: precipitai, salvando istintivamente il materiale fotografico con una mano e con l'altra mi aggrappai a un filo dei panni, che rallentò la mia
caduta.
Non ebbi conseguenze serie: mi rialzai contento per lo scampato pericolo.
Mi accorsi dell'albergatore, che mi era accanto, aveva compreso le mie intenzioni e mi aveva tenuto sotto controllo: -Ma bravo! Volevi farmi credere d'essere un fotografo di paesaggi, però non mi hai specificato di quali!-
Le mie giustificazioni non furono nemmeno ascoltate egli mi sequestrò il rullino, ruppe i miei delicati strumenti sotto i piedi, mi dette un paio di sonori schiaffoni e mi disse: -Vattene, guardone! Non chiamo la polizia per compassione di te, ma che non ti incontri più!-
Avvisai i miei clienti della certezza dell'adulterio, ma non potei darne le prove.
Ero bruciato: non avrei potuto indagare in quella pensione.
I due traditi decisero di proseguire nella ricerca delle prove da soli: prenotarono una stanza per il sabato successivo e attesero l'arrivo dei due "colombelli".
Il Dottor Cattaneo e la sua amante non vennero: erano stati avvertiti da un loro amico poliziotto dell'intervento della squadra della Buoncostume nella pensione.
La polizia da tempo investigava sugli ospiti e sui traffichi di quell'alberghetto: sospettava che fosse un luogo di incontro della malavita e di ritrovo di prostitute.
Un magistrato moralista aveva coordinato l'inchiesta: voleva porre un freno al dilagare dell'adulterio, che rovinava molte famiglie per bene.
Quando gli agenti irruppero, Giorgio e Geltrude erano assieme: aspettavano i reciproci coniugi con l'intento di scoprirli sul fatto e svergognarli.
Invece furono loro a subire l'umiliazione di un fermo di polizia per accertamenti: furono ammanettati e fatti salire malamente sul cellulare.
Alla questura c'era un fotografo, di un giornale locale, in cerca di scandali: infatti, tra noti pregiudicati e prostitute, c'erano uomini d'affari, notabili e un sacerdote.
Giorgio e Geltrude furono prescelti come esempio della doppia vita della città: -Impiegato modello, madre e moglie apparentemente irreprensibile si incontravano in un locale di appuntamenti!-
La loro fotografia venne messa sul giornale: Geltrude era in lacrime e si copriva il volto, mentre Giorgio minacciava con un pugno il fotografo.
Dopo un breve interrogatorio furono rilasciati, ma a casa vennero trattati da adulteri.
L'ipocrita Direttore dell'ufficio dichiarò di voler divorziare: -Il mio nome e la mia carriera sono stati infangati! I nostri figli dovranno cambiare scuola...-
Irene fece una scenata da melodramma: ruppe parte della cristalleria, quella che non le piaceva più.
Maledisse il marito, senza risparmiare le ingiurie: -Sei la vergogna della nostra famiglia! Sporcaccione! Degenerato! Dio ti punirà!-
A questo punto io non potei rimanere con le mani in mano: rintracciai l'albergatore, appena uscito dal carcere e lo pagai per il rullino sequestrato.
Il manigoldo mi trattò con interessata cordialità: -Se mi avessi spiegato prima le tue intenzioni, non ci sarebbero stati malintesi: ti avrei lasciato fare tutte le fotografie che volevi!-
Telefonai ai miei clienti e chiesi loro di venire nel mio ufficio con i loro relativi coniugi.
Il finale fu molto agitato e la mia mobilia subì qualche danno: Giorgio inseguiva Irene con l'intento di "strangolarla".
Geltrude colpiva con un cuscino da sedia la testa calva del marito, mettendo tanta foga da impedire ogni tentativo di difesa.
Il mio intervento placò gli animi: i litiganti si riappacificarono per amore dei figli e per salvare ciò che rimaneva delle loro reputazioni.
La conclusione fu per tutti "positiva", meno che per me: non ricevetti un centesimo d'onorario.
-Io e Geltrude siamo stati arrestati per colpa tua, vorresti essere pagato? Spero che ti ritirino la licenza!-
RACCONTO TRATTO DAL LIBRO "Gli statali. Gioie e dolori per il posto fisso”
Scritto da Arduino Rossi
Morpheo editore – Narrativa
presente in IBS e altre librerie online
http://www.morpheoedizioni.it/Gli_Statali.htm

04/4 Grillo, Berlusconi, Di Pietro e gli strilli dei politicanti (Arduino Rossi)

Berlusconi ha i suoi interessi da difendere, su questo fatto non ci sono dubbi.
Di Pietro lotta per la giustizia dei giudici, ma pretende che su una sentenza nessuno possa intervenire.
Grillo da comico passa a “rivoluzionario”, ma delle barzellette e si prende con sé anche qualche moralista che fa il giornalista.
Un fatto è certo: tutti i nostri politici hanno il vizio, per farsi notare, di strillare allo scandalo per questa o quella frase detta, magri innocente, in questo battono i giornalisti più scaltri.
Oltre ai polveroni mediatici pare che tutto sia fermo: le prigioni sono piene di gente in attesa di una sentenza, i truffatori possono dormire sonni tranquilli, magari occupando illecitamente proprietà non loro.
Però qualcuno pretende che il malcontento non esca allo scoperto e vuole che gli italiani credano nelle istituzioni.
Ora che Beppe Grillo è uscito da Internet pure lui dovrà mettersi in confronto con la realtà italiana: le battute sono simpatiche, facili, ma i fatti sono ben più complicati.
Io sono certo che, se un partito si presentasse con proposte di leggi chiare, non ideologizzate, con idee razionali, avrebbe un grande successo.
Per ora abbiamo un magistrato che si è dato alla politica, un comico che ha fondato un suo movimento, partendo dal suo blog, un professore, che con troppa calma, affronta il destino di un partito che non sa dove andare: oggi è tutto per la laicità, perché il vento spinge da quella parte.
Abbiamo pure un proprietario di canali televisive che litiga con Internet e i canali ad abbonamento, per non veder perso i suoi guadagni pubblicitari.
Infine abbiamo un uomo delle istituzioni che da destra è passato al centro, ora guarda pure a sinistra.
Su questa classe politica vogliamo fondare il nostro futuro?
Io faccio gli auguri a tutti gli italiani.