20 mag 2010

20/5 Debito pubblico maggiore del Pil nazionale





Il vero spreco nazionale della spesa pubblica sta da sempre negli appalti, che costano tantissimo, in passato anche 4 o 5 volte il prezzo reale della costruzione, spesso poi i lavori sono fatti in modo economico, con risparmi pure sulle strutture, sul cemento, per speculare su tutto per guadagnare di più.
Così abbiamo edifici, che al primo terremoto, si squagliano come castelli di carte: le indagini iniziano, ma spesso si impantanano nelle pastoie giudiziarie: i risarcimenti delle vittime non ci sono mai, o quasi.

20/5 Stato italiano e debito pubblico - Maria Valota)



La crisi finanziaria del Paese ha diversi risvolti: il primo sta nello spreco di denaro in una politica sociale che ha distrutto risorse, utilissime per lo sviluppo economico: si sono perse tante occasioni per mantenere un insieme di fannulloni, legati ad amici e a persone dei politici.
Si scambiavano voti con pensioni di invalidità fasulle, così i veri invalidi restavano senza fondi e i politici farabutti ottenevano il loro posto.

20/5 Carcerati stranieri e no in Italia - Mecca Elisa)



Perché i tempi della giustizia in Italia sono così lunghi?
Il penale dura anche 10, 15 anni, mentre il civile, sono mediamente 7 anni per grado di giudizio: soluzioni ci sono e si possono trovare: rendere definitiva la sentenza di primo grado e considerare i ricorsi come qualcosa di successivo, togliere un grado, la corte d’appello, ma rafforzare la funzione della cassazione, rendere tutto informatico.
Le soluzioni possono pure diverse e di organizzazione, basterebbe che qualcuno faccia qualcosa, ma quando si riforma la giustizia tutto si ingarbuglia.

20/5 Carceri siamo lontani dall'Europa - Paolo Rossi)



Da tempo mi chiedo perché in questo Paese non si riesce a trovare un sistema per accelerare i procedimenti giudiziari, sia per il penale sia per il civile: in diversi Stati del terzo mondo, con mezzi economici ben inferiori a noi, i processi terminano con una sentenza in tempi brevi.
Un caso è l’India che possiede un sistema giudiziario efficiente: quindi non è una questione di mezzi economici, ma di volontà …. Politica, non si vuole dare una soluzione al problema.

20/5 Carceri in Italia -Antonio Rossi)



Si dice che in prigione finisce solo chi è un poveraccio e questo è vero, o meglio lo è in parte: certamente la prigione è lunga e dura solo per chi non ha soldi per gli avvocati bravi, quelli che costano molto e ti trovano tutti i cavilli per la libertà, la scarcerazione.
Alla fine i ricchi escono dall’inferno delle prigioni, poi sempre questi “bravi” avvocati o ottengono l’annullamento della sentenza, perché mancava quel timbro o quella firma all’atto giudiziario, o semplicemente riescono a far cadere tutto in prescrizione.

20/5 Carceri in Italia _Angelo Ruben)



Le prigioni sono sempre più colme di carcerati e la gente giustamente se ne infischia, temendo un invasione dei delinquenti nelle strade, già zeppe di sbandati: sicuramente il discorso di Napolitano sulle prigioni in condizioni insostenibili non è piaciuto a molti.
E’ vero che la pena deve essere sicura, ma da noi non si riesce mai ad ottenere un minimo di giustizia sia per le vittime sia per i prigionieri.

18/5 Sta per nascer la nuova normativa delle intercettazioni ambientali (Arduino Rossi)



Così le nostre leggi hanno uno strano spessore: paiono severe, ma raramente, o meglio a singhiozzo, vengono applicate.
Le prescrizioni, gli indulti, le amnistie riducono la possibilità di procedere contro gli eventuali colpevoli, ma non è sempre così: capita pure che qualcuno paghi le sue colpe, ma........ diciamo che non si sa perché proprio solo lui e non gli altri.
Può essere per sfortuna, ma pure perché quello è più “antipatico” di altri al potere.
Questo fatto sarebbe grave, così avremo cronisti che continueranno a cercare notizie riservate e altri che se ne infischieranno della legge pesante, avendo ottimi avvocati alle spalle.
Poi condannare al carcere un cronista per aver rivelato il testo di un discorso telefonico tra un politico e qualche faccendiere, per affari loschi, è quanto meno impopolare, non solo in Italia, ma a livello mondiale.
Quindi questa sarà una legge inutile o controproducente se applicata realmente: le intercettazioni si potranno vedere su Internet e a quel punto si potranno minacciare di spedire in prigione chi leggerà, o ascolterà questi “pettegolezzi”, ma saranno così tanti i curiosi che l'unico sistema per applicare la legge sarà quello di chiudere i confini e trasformare il Paese in un grande carcere.

18/5 Le intercettazioni dei parlamentari non si fanno (Arduino Rossi)


Si vede che in parlamento sono sempre in troppi che non hanno capito questo strumento e infatti, non riuscendo a cavalcare la bestia, la limitano, provocando però danni all'economia del Paese: se l'immagine è tutto, essere relegati tra le mezze democrazie non ci aiuta.
Già l'Italia è sempre considerata la terra della mafia, già si sostiene che siamo una nazione di raccomandati, di furbastri, di scaltri marioli.
Ora si tende a punire i cronisti per le intercettazioni, mentre basterebbe colpire singolarmente, con cause civili i direttori e gli editori che hanno ordinato la diffusione della notizia segreta, in mano magari alla magistratura.
Certe leggi vengono emanate per sopperire alla mancata applicazione di norme già esistenti, ma che si impantanano nella lentezza dei procedimenti giudiziari.
Così tutte queste normative sono sempre più grida manzoniane: si alza la voce promettendo pene severe, quando non si riesce a dare neppure semplici punizioni ai “ladri di polli”.

L'arma delle intercettazioni, nell'epoca di Internet, non è facile da rendere innocua: infatti chi volesse svelare che quel tizio ha un'amante, che l'altro ha un vizietto, che gli affari di un terzo non sono del tutto puliti basta immettere su Internet la notizia, va bene pure dall'estero e il mondo è grande.

18/5 Berlusconi e le intercettazioni che non si devono fare (Arduino Rossi)





La Commissione Giustizia del Senato ha dato il via alla legge sulle intercettazioni con le relative condanne penali e pecuniari per cronisti, talpe ed editori: gli editori potrebbero avere un'ammenda sino a 464mila euro.
I giornalisti potrebbero avere una pene sino a due mesi di carcere e un'ammenda di 10.000 euro.
Le intercettazioni pubblicate potrebbero “costare” dai 4mila ai 20mila euro ai giornalisti, che dovrebbero essere sospesi dalla professione provvisoriamente.
Le talpe nelle istituzioni, che forniranno documenti coperti da segreto, dovrebbero ricevere la bella condanna da uno a 5 anni di prigione.
Le pene sono pesanti e in un epoca dove le rapine per strada, nelle case aumentano sempre più, si vede che qualcuno nel palazzo ha altre preoccupazioni, diverse dai cittadini comuni: a noi non interessa, quasi mai, che svelino cosa diciamo, cosa pensiamo o i nostri segreti, che sono sempre cosucce da niente.
Invece nel palazzo del potere i segreti ci sono ed è meglio non farli sapere, perché i signori e i signorotti potrebbero essere....smascherati.

19 mag 2010

18/5 La normativa dell'intercettazione telefonica (Arduino Rossi)



Così le nostre leggi hanno uno strano spessore: paiono severe, ma raramente, o meglio a singhiozzo, vengono applicate.
Le prescrizioni, gli indulti, le amnistie riducono la possibilità di procedere contro gli eventuali colpevoli, ma non è sempre così: capita pure che qualcuno paghi le sue colpe, ma........ diciamo che non si sa perché proprio solo lui e non gli altri.
Può essere per sfortuna, ma pure perché quello è più “antipatico” di altri al potere.
Questo fatto sarebbe grave, così avremo cronisti che continueranno a cercare notizie riservate e altri che se ne infischieranno della legge pesante, avendo ottimi avvocati alle spalle.
Poi condannare al carcere un cronista per aver rivelato il testo di un discorso telefonico tra un politico e qualche faccendiere, per affari loschi, è quanto meno impopolare, non solo in Italia, ma a livello mondiale.
Quindi questa sarà una legge inutile o controproducente se applicata realmente: le intercettazioni si potranno vedere su Internet e a quel punto si potranno minacciare di spedire in prigione chi leggerà, o ascolterà questi “pettegolezzi”, ma saranno così tanti i curiosi che l'unico sistema per applicare la legge sarà quello di chiudere i confini e trasformare il Paese in un grande carcere.