22 mag 2010

22/5 Controlli - poesie di Arianna Iezzi

Poesia di Arianna Iezzi, poetessa di Bergamo

CONTROLLI
Barriere, muri, sbarre, cancelli, ponti
e porte da varcare
accompagnati dai documenti
che attestano la nostra identità.
Metaldetector che servono
a tutelare la nostra sicurezza.
Eppure qualcuno o qualcosa
sfugge ai controlli e supera confini
spargendo veleni e odio
sventolando la propria libertà
di morte.
Che contraddizione
questo valore!
Libertà di oltrepassare i muri
che abbiamo innalzato
per difenderci
dalla stessa libertà di vivere!

Arianna Iezzi

22/5 Dirigenti pubblici (Arduino Rossi)



Questa ipotesi è ovviamente impossibile, mentre sarebbe interessante trasferire dei dirigenti privati nel pubblico, premiandoli con una percentuale sui risparmi, magari andando a mettere le mani in certi ambienti dove la mazzetta è una regola.

Qualcuno ha protestato per questi tagli, gli stipendi degli 8mila dirigenti e magistrati dello Stato sono, forse, costretti a ridurre le loro retribuzioni: qualcuno ha fatto il confronto con il privato, sostenendo che ci sarà una fuga, mai vista, dal pubblico al privato.

22/5 Federalismo e l'Italia con le sue assurdità (Michele Belotti)



Magari si svenderà il tale edificio mal messo, poi verrà ricostruito e venduto a prezzo di mercato, ovviamente di lusso o quasi.

Ora ci si augura che la corte dei conti vigili sulle decisioni dei singoli amministratori, quando avranno in mano edifici posti in centro alle città, appartamenti e altro, che potrebbero fare gola ai speculatori: ci si immaginano grandi guadagni per alcuni e non per gli enti locali.

22/5 Demanio e Stato, poi..... (Antonio Rossi)



E’ negativo però lasciare a certi comuni la scelta di sfruttare spiagge e boschi, laghi o altro: tutto questo finirà in mano ad amministratori bravi, meno bravi, incapaci e disonesti.
Forse un controllo dall’alto da parte dell’amministrazione centrale dello Stato non farebbe male.

La logica del profitto spesso è miope, anzi idiota: la scelta di lasciare ai comuni i beni demaniali lascia in parte perplessi: è positiva la scelta che permetterà di sistemare aree, come caserme dismesse, scali e magazzini abbandonati, oltre a altro che potrebbe essere reso utilizzabile e non lo è per le lungaggini della burocrazia.

22/5 Demanio dello Stato e regioni (Maria Valota)



Dubbi sul federalismo demaniale e non solo gioie: il primo dubbio ed è il principale sta nel fatto che nei beni ceduti dallo Stato ai privati ci sono terreni di importanza ambientale.
Cedere tutto questo comporterà un minore interesse sull’ambiente, per boschi e foreste: la protezione dell’ambiente è tutt’altro che secondaria in questa epoca, ma a molti non interessa più
I verdi anni fa erano partiti come partito ecologista, poi hanno fatto altre scelte, invece queste aree di valore paesaggistico e ambientale devono essere protette da norme nazionali.

22/5 Dirigenti e quadri nella pubblica amministrazione (Angelo Ruben)



Si colpiranno, poveretti, i grandi dirigenti, poi i magistrati e quelli degli enti locali, i cosiddetti super pagati e non controllati.

Udite! Udite! Vogliono tagliare gli stipendi ai dirigenti pubblici e qualcuno piange.
La percentuale da toccare è del 10%, altri parlavano del 5%: si sa che gli 8mila dirigenti che potrebbero trovarsi la busta pagata tagliuzzata sono tristi, ma il loro guadagno è tale che non moriranno di fame.

22/5 Dirigenti enti pubblici (Giuseppe Rossi)



Dovranno tutti dare il buon esempio e sacrificarsi per la salvezza del Paese: i primi saranno i ministri, poi i politici, i dirigenti statali e degli enti locali e per ultimi saranno i magistrati a dover rinunciare al 5% se non al 10% delle loro retribuzioni.

I dirigenti pubblici protestano, ma dovranno seguire il destino dei loro padroni politici: avranno il taglio, in percentuale, che subiranno i politici ed addirittura i ministri.

21/5 Immigrazione e lavoro (Teresa Togni)



Sono i disperati della terra che si muovono e appunto perché disperati possono essere pericolosi: la sinistra vuole cavalcare la loro rabbia per riconquistare il potere, con la loro cultura da burocrati, sistemandosi bene.

Il problema della massa incontrollata di gente straniera che si muove sul nostro territorio è risolvibili , ma nessuno dei nostri politici vuole far qualcosa: la destra e la Lega fanno proclami, ma dopo aver respinto lo straniero a Pantelleria, non si sono accorti di tutti quelli che sono sul nostro territorio da tempo o che entrano attraverso altre vie o altri mezzi.

20/5 Guerra barbara in Afghanistan (Arduino Rossi)



Allora si capisce che quella della Afghanistan diventa una falsa guerra per la civiltà e la democrazia o per la lotta contro gli infedeli, ma solo uno sporco conflitto territoriale per controllare una regione strategico dal punto di vista economico e commerciale.
Questo ricorda la logica dei conflitti coloniali che agitavano il mondo prima della Prima Guerra Mondiale: allora si cercavano nuovi territori per trovare materie prime e per favorire i commerci di questo Stato piuttosto che quello.
Ora che si è capito che, forse, dietro il terrorismo ci sono interessi diretti o indiretti economici, ecco spiegato perché certe scuole coraniche radicali vengono facilmente finanziate: è proprio sul flusso di denaro che vanno alle scuole coraniche, alle moschee radicali che si deve intervenire.

Ora si può rivedere questo conflitto nell’ambito giusto, l’Afghanistan è un corridoio importantissimo per permettere il transito del grezzo dell’Asia centrale sino all’Oceano Indiano: così questo grezzo perderebbe il suo costo eccessivo per il trasporto con gli oleodotti e sarebbe caricato sulle petroliere prima, senza dover attraversare tutta la Siberia, diventando competitivo.
A questo punto la battaglia è attorno al prezzo del petrolio e al costo dell’energia mondiale: ne va delle scelte strategiche delle economie del pianeta per il futuro energetico.
Ne risentirebbe pure la finanza mondiale: si dice che l’Arabia Saudita e altri Stati produttori di petrolio siano in crisi finanziaria e il loro crollo avrebbe effetti devastanti sulle finanze di tutto il mondo.

20/5 Guerra, la società Spa dei conflitti (Arduino Rossi)



Non credo nello scontro di civiltà tra islam e Occidente, o meglio non come si è presentata la questione sino ad oggi: dal Seicento che non ci sono più scontri di tale dimensione e da allora la politica ha inserito i Paesi islamici, allora erano gli imperi, nella strategia delle guerre coloniali.
Per spiegare questo conflitto bisogna vedere e capire cosa sta avvenendo oggi dal punto di vista economico in modo planetario: sta crescendo la Cina come potenza regionale, l’unica che ha i numeri per contrastare l’ultima super potenza, gli Stati Uniti d’America.
Inoltre non bisogna sottovalutare il peso della Russia, non più comunista, ma capitalista, che ha ritrovato il suo nazionalismo e la sua necessità storica di avere i suoi sbocchi sugli oceani e sui mari: la vastità del suo territorio blocca il commercio delle sue merci e del petrolio siberiano.