3 lug 2010

Concerto in alta quota


Concerto in alta quota
Venticinque anni del rifugio Tagliaferri
Le vette hanno modi discreti e suggestivi per celebrare la memoria, modi che nascono dallo spirito di chi vive la montagna con passione, amore e rispetto. Dallo stesso spirito nasce anche l’idea di “Armonie e bellezze a fil di cielo”, un concerto in alta quota per rendere omaggio ai 25 anni del rifugio Tagliaferri. Quattro grandi musicisti, ma soprattutto quattro amici uniti dall’amore per la montagna, eseguiranno celebri melodie e canzoni del repertorio italiano e internazionale elaborate da grandi artisti di cultura jazzistica e classica. Si tratta certamente di un evento eccezionale, il primo di un progetto altrettanto eccezionale che, nelle intenzioni del Cai, porterà i concerti d’alta quota a toccare tutti i rifugi della Bergamasca.
Un unico concerto all’anno e nel 2010 si parte proprio da qui, dal rifugio Tagliaferri, in omaggio ai suoi 25 anni.
Domenica 11 luglio 2010
Ore 10
S. Messa celebrata da mons. Gaetano Bonicelli,
vescovo emerito di Siena
Ore 11
Concerto “Armonie e bellezze a fil di cielo”
Esecuzione musicale a cura di Stefano Montanari, Stefania Trovesi,
Gianluigi Trovesi e Gianni Bergamelli
Comunicazione e ufficio stampa: Daniela Baiguini, 338.8319481 – 366.1821367, daniela.baiguini@fastwebnet.it

Armonie e bellezze a fil di cielo


Comunicato stampa
Presentazione del concerto in alta quota “Armonie e bellezze a fil di cielo”
Uno straordinario evento, con artisti d’eccezione, in una location di “altissimo” livello. E’ stato presentato questa mattina al Palamonti, la sede del Cai di Bergamo, “Armonie e bellezze a fil di cielo”, un concerto in alta quota organizzato per domenica 11 luglio 2010 al Rifugio Tagliaferri, oltre quota 2300, in alta Val di Scalve.
L’occasione è quella di rendere omaggio ai 25 anni di fondazione del rifugio stesso. Gianluigi Trovesi, Stefano Montanari, Stefania Trovesi e Gianni Bergamelli, quattro grandi musicisti, ma soprattutto quattro profondi amanti della montagna, eseguiranno celebri melodie e canzoni del repertorio italiano e internazionale elaborate da grandi artisti di cultura jazzistica e classica.
Alla conferenza stampa erano presenti Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, il vicesindaco di Bergamo Gianfranco Ceci (il Comune patrocina l’iniziativa insieme a Provincia e Regione), il presidente della Comunità montana Val di Scalve Franco Belinghieri e il poliedrico artista e musicista Gianni Bergamelli (il quale al Tagliaferri, festeggia i suoi ottanta anni e riprende così un’antica passione: nel 1998 – aveva 68 anni -, infatti, egli si mise alle tastiere sulle pendici addirittura dell’Everest, a quota 5050 metri e con quella iniziativa il musicista e pittore entrò nel Guinnes dei Primati).
“Si tratta certamente di un evento eccezionale, – ha detto Paolo Valoti – il primo di un progetto altrettanto eccezionale che, nelle intenzioni del Cai, porterà i concerti d’alta quota a toccare tutti i rifugi della Bergamasca. Un unico concerto all’anno e nel 2010 si parte proprio da qui, dal rifugio Tagliaferri. Una manifestazione di grande respiro e richiamo, oltre che di alto valore artistico”, capace di riportare la comunità alle suggestioni della montagna, alla tradizione alpina, che è propria del nostro territorio”. Il presidente del Cai ha sottolineato in particolare il valore educativo di questo genere di iniziative, che si propongono di mantenere viva e diffondere anche tra i più giovani una cultura che con i suoi insegnamenti è da sempre è maestra di vita.
Un tema caro anche al presidente della Comunità montana Belinghieri: “Un tempo – ha affermato – la gente di montagna guardava con diffidenza chi dalla pianura saliva i sentieri. Noi eravamo consideranti di poca cultura, al contempo guardavamo con snobismo i cittadini. Oggi le cose sono ben diverse le due realtà si compenetrano nei valori e il concerto ne è un altissimo esempio”. Convinto sostenitore dell’iniziativa si è dimostrato anche il vicesindaco che ha elogiato il Cai di Bergamo per la ricca attività e le continue manifestazioni che mette in campo, “tante – ha detto Ceci – che è difficile starvi dietro. Tutte come questa, di grandissimo spessore e di crescita umana, culturale e sociale. Ecco perché il Comune è, ancora una volta vicino al Cai di Bergamo e si sente di casa qui al Palamonti”.
Il ringraziamento unanime è andato a Massimiliano Locatelli, titolare della iMax, l’impresa di Capriate che si è fatta carico dei costi dell’iniziativa: “Oggi, in tempi di bilanci risicati, si rivela fondamentale la collaborazione di privati nelle iniziative di valorizzazione del territorio”. Dal canto suo, l’imprenditore si è dimostrato entusiasta: “Con iMax lavoriamo su tutto il territorio nazionale, ma noi non vogliamo dimenticare quali sono le nostre origini”.

Gianni Bergamelli, con il concerto che domenica 11 luglio terrà al “Tagliaferri”,


Gianni Bergamelli, con il concerto che domenica 11 luglio terrà al “Tagliaferri”, festeggia i suoi ottanta anni e riprende un’antica passione: nel 1998, infatti, egli si mise alla tastiera di una pianola sulle pendici addirittura dell’Everest, a quota 5050 metri sul livello del mare, davanti al suggestivo edificio-piramide lassù innalzato dal Cnr. Con quella iniziativa il musicista e pittore entrò nel Guinnes dei Primati (mai nessuno in precedenza, alla sua età – aveva 68 anni -, era arrivato a fare musica a tale altitudine); nella circostanza celebrò inoltre, a modo suo, con il sostegno di enti pubblici bergamaschi, il 150° anniversario della scomparsa di Gaetano Donizetti e creò le premesse per la serie dei concerti ad alta quota più tardi allestiti per la Mountain equipe spa in parecchi rifugi delle montagne lombarde. Bergamelli nella sua lunga esistenza ha fatto molto personalmente e altrettanto ha creato e promosso coinvolgendo altri. Come interprete e compositore di musica leggera e jazz ha inizialmente fatto parte di orchestre e complessi impegnati in tutta Europa. È stato uno dei più apprezzati cultori del piano-bar, con un formidabile repertorio. Quando (attorno alla metà degli anni ’60 del ’900) si è ricordato di aver avuto in dono dal buon Dio talenti per coltivare assai onorevolmente (per di più in forme originali) anche la pittura e la grafica artistica, non ha voluto comunque staccarsi dal mondo delle sette note. Accanto al giornalista Paolo Arzano negli anni ’70 del ’900 è stato tra i pionieristici realizzatori della Rassegna internazionale del jazz tuttora in auge come annuale Festival del jazz di Bergamo; per una decina di anni ha diretto la manifestazione “Scopriamoli insieme” per il lancio di nuovi alfieri nel campo della musica; ha guidato “stagioni” musicali di enti molteplici e si è fatto paladino e protagonista di serate a carattere benefico. Nella sua terra natia, nella seconda metà degli anni ’90 del ’900, partendo da una associazione nata per salvaguardare tesori artistici del luogo e far riscoprire figure insigni del paese, ha fondato l’orchestra da camera intitolata al maestro del manierismo Enea Salmeggia; un’orchestra, radicata in un Comune di 12.000 abitanti, ma capace di farsi apprezzare in Italia ed in Europa e di ottenere premi persino negli Stati Uniti con le proprie incisioni.

Gianluigi Trovesi


Gianluigi Trovesi non ha bisogno di particolari presentazioni, essendo da tempo universalmente conosciuto. Nei mesi scorsi ha fatto – per l’ennesima volta – notizia (a livello nazionale e non solo) con il suo nuovo cd, “Profumo di Violetta”, costruito insieme alla Filarmonica Mousikè rielaborando in modi originalissimi pagine tra le più note di alcuni dei melodrammi più popolari. Nelle recenti settimane, poi, il polistrumentista nembrese (inarrivabile nel suo spaziare dalla musica tradizional- popolare – “Baghèt” fu il suo primo disco – a quella colta e coltissima, con contaminazioni jazzistiche o agroamericane ovunque variamente affioranti, sino alla preminenza assoluta) ha fatto parlare parecchio di sé per via del film “Il cortile della musica” (realizzato con “Lab 80”) nel quale, tra flash-back e testimonianze dal vivo, in pratica, racconta la sua stessa carriera esaltando specialmente quel vivaio delle Bande di paese ove pure lui è sbocciato ed ha mosso i primi passi. Gianluigi Trovesi si è diplomato al Conservatorio con docenti dal nome prestigioso. Vittorio Fellegara gli ha dato le basi; Giorgio Gaslini è stato uno dei suoi primi idoli. Dal 1978, quale primo clarinetto e sax alto (dopo aver vinto un concorso nazionale), per circa vent’anni ha avuto spicco nella grande orchestra di musica leggera della Rai a Milano, capeggiata da Gorni Kramer. Via via, nel tempo, ha sempre più intensificato l’attività professionale in autonomia che, alla testa di formazioni di ogni tipo (dal duo all’ottetto, alla big band) lo ha portato, attraverso anche un gran numero di incisioni, ad avere applausi, elogi, premi, onorificenze in tutti i continenti, senza però mai lasciargli dimenticare le sue radici: tanto per continuare sulla sua strada, Gianluigi Trovesi domenica 18 luglio, nella mattinata, sarà al Quadriportico del Sentierone, in Bergamo, con la Banda di Tavernola (che compare in sequenze del film “Il cortile della musica”) e, nella serata, in duo con il fisarmonicista Gianni Coscia, si esibirà ad Iseo. L’estate lo porterà anche quest’anno, come sempre, ad essere protagonista o coprotagonista di una serie infinita di serate o di festival più o meno connotati dal jazz.

Stefano Montanari



Stefano Montanari è certamente uno dei nomi giovani più in vista del panorama concertistico internazionale. Diplomatosi nella sua Romagna (in violino e pianoforte), specializzatosi a Firenze ed a Lugano, si è fatto le ossa nell’Accademia Bizantina della sua città, Ravenna, come concertatore oltre che componente di primo piano dell’orchestra omonima, nella quale ha conosciuto Stefania Trovesi (violinista) che lo ha … fatto diventare genero di Gianluigi Trovesi, padre dei due figli e bergamasco d’elezione. Ormai continuamente in giro per il mondo, dall’Estremo Oriente agli Stati Uniti, dal Nord Europa all’Africa (e l’anno prossimo si tratterrà per un bel po’ in Australia), da qualche anno Stefano Montanari sta imponendosi sempre più, oltre che come solista, come direttore d’orchestra. Più volte sul podio del Teatro Donizetti – nel gennaio scorso, con opere in esso allestite è andato in Giappone -, è già stato ripetutamente applaudito alla Scala di Milano (in particolare con opere di Wolfgang Amadeus Mozart) e il 24 giugno scorso ha impugnato la bacchetta pure sul podio della “Fenice” di Venezia. Per una trasmissione della Rai, diffusa in diretta qualche mese fa, ha proposto “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi alla guida dell’Ensemble dell’Accademia di Santa Cecilia. È docente di violino barocco in Conservatori e istituti musicali di portata internazionale. Ma quando il … suocero, spalleggiato da Gianni Bergamelli, gli chiede la disponibilità per una serata, per un pomeriggio in compagnia tra strumenti, microfoni, amplificatori, musiche di tutte le qualità (comunque alte), non riesce a dire di no. E così ha detto sì pure alla “mattinata” al “Tagliaferri” dove si esibirà insieme alla moglie Stefania (nonché a Gianluigi Trovesi ed a Gianni Bergamelli) prima di rimettersi sulle vie del mondo con il violino e la bacchetta che lo stanno rendendo ogni giorno più famoso.

03/7 Ingiurie contro il papa

Benedetto XVI è stato insultato: ingiurie sulla scala Santa a Roma.
Ora tutto questo era prevedibile, anzi era ovvio e ...naturale: dopo una campagna poco logica, anzi illogica e irrazionale contro la Chiesa Cattolica, contro il Pontefice Benedetto XVI, ecco che arrivano gli esaltati che, dopo una bella bevuta o una sniffata di cocaina, passano all'azione.

03/7 Benedetto XVI, insulti scritti sulla scala santa

La Scala Santa a Roma è stata imbrattata con scritte offensive contro il papa: il luogo simbolo della Roma papale è di fronte la basilica di San Giovanni.
A scoprire il gesto criminale e demenziale è stata la gendarmeria vaticana: le scritte erano in parte in una lingua straniera e delle lettere erano capovolte.
Le ingiurie sono state tracciate nella notte verso l'una e trenta: alcuni testimoni hanno visto fuggire l'autore del gesto insensato.

03/7 I maschi non sopportano l'abbandono


I maschi abbandonati soffrono il complesso della virilità tradita: non possono essere rifiutati dalle oro donne perché significa che non valgono …. più, in molti sensi.
Il loro orgoglio, il loro prestigio ne risente e allora devono ritrovare il loro..... onore tradito, la loro dignità con un gesto estremo: invece basterebbe poco, un po' di critica introspettiva oppure una semplice revisione interiore, neppure troppo approfondita.

03/7 Gli assassini dell'estate


Per questo occorre un po' di intelligenza e un po' di buon senso, unito alla buona volontà: si sa poi che il caldo “uccide”, o meglio porta all'esasperazione certe menti già al limite del razionale.
Così un abbandono non può essere accettato: non ci si rivede il comportamento, costa troppa fatica psicologica.

03/7 L'amore è finito, ma lui non ci sta


Sono i maschi che non sanno accettare la fine di una relazione rovinosa e rovinata da un loro atteggiamento che esaspera, forse infantile: si può dire che non sanno accettare il no, detto da quella che dovrebbe sempre dire sì, la loro donna.
Molti di questi uomini prepotenti vedono nella donna, moglie o amante, il continuo, il sostituto della mamma.