4 lug 2010

04/7 I lavoratori del futuro senza pensione

In molti finiranno tra i disperati o tra coloro che camperanno con i sussidi, sperando che arrivino prima o poi.
La scelta continua di innalzare l'età pensionabile senza modificare il sistema delle pensioni, trasformandolo in qualcosa di non adatto al futuro demografico dell'Italia è veramente sciagurata.

04/7 Sacconi e la legge con il rifuso

Invece questo “rifuso”, che prima o poi passerà, lascia dubbiosi e confusi.
Cosa se ne farà il mondo del lavoro dei sessantenni, anzi anche dei settantenni?
Probabilmente avremo moltissimi disperati che non avranno sostentamento economico in anni difficili, tra i cinquanta e i settanta anni: in un epoca dove serve rinnovarsi continuamente, possedere una vasta cultura e specializzazioni, sarà sempre più difficile, per una fetta larga di popolazione, riuscire a essere sempre competitivi.

04/7 Le pensioni sempre più per vecchi

Il ministro Sacconi ha successivamente smentito, parlando di rifuso nel testo: è una giustificazione un po' insolita, che lascia molti dubbi.
Qualcuno ha insinuato invece il contrario, che fosse un tentativo di riforma pensionistica fatto a luglio perché il caldo e le ferie vicine distraggono da sempre gli italiani.

04/7 Pensioni, pensione di vecchiaia e oltre

Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi non si era accorto, così afferma, che c'era pronto un emendamento del relatore Antonio Azzollini (Pdl) dentro la manovra economica: con questa norma dal 2016 l'età pensionabile avrebbe seguito la speranza di vita degli italiani, secondo i dati Istat.
Secondo questa ipotesi ogni tre anni ci sarebbe stato il rinnovo delle condizioni dell'età e i 40 anni non sarebbero stati più sufficienti per essere messi a riposo dal lavoro.

04/7 Cassazione, il caldo e le sentenze originali


L'ultima della Cassazione arriva con il caldo e forse i giudici hanno problemi con l'aria condizionata: se la moglie ha il carattere forte i maltrattamenti sono scusabili.
Il marito può così imporre la sua volontà di maschio dominante perché Lei 'non era per nulla intimorita'', ma solo ''scossa ed esasperata''.
Lui la picchiava e maltrattava da 3 anni e per il fatto che lei non mostrava dolore, ma solo risentimento poteva prenderle di santa ragione.
Volete commentare?
Cosa vi aspettate da gente che considerano i blue-jeans indumenti “adatti” a subire uno stupro, se indossati.
Costoro hanno appena scioperato perché gli taglieranno lo stipendio.
Dio ci salvi dai giudici!

3 lug 2010

Rifugio Tagliaferri - una storia nata per passione


Rifugio Tagliaferri
una storia nata per passione
Il Rifugio Tagliaferri è in un certo senso il simbolo della sottosezione ClubAlpino Italiano “Val di Scalve”. La sottosezione venne creata nel 1978.L’alpinista Nani Tagliaferri fu il suo entusiasta presidente. Insieme ad amici iniziò la ricerca di un posto adatto alla costruzione di un rifugio alpino. Purtroppo nel 1981 perse la vita, insieme a Livio Piantoni e Italo Maj, scalando il Pukajirka Central, nelle Ande peruviane: il crollo di un’intera parete ghiacciata appena sotto la vetta travolse gli scalatori. Il fratello di Nani, Francesco, e altri amici si impegnarono in modo ancor più deciso per realizzare il nuovo rifugio. Il posto che ritennero più adatto era la piccola conca a circa m. 2330 di altezza, appena sotto il passo Venano, collegata da comode e storiche mulattiere a Schilpario e al passo dell’Aprica. Nonostante la quota e la posizione vicinissima alla cresta, una sorgente garantiva la fornitura costante di acqua potabile, elemento indispensabile per la conduzione di qualsiasi rifugio alpino. Il rifugio fu costruito nel corso dell’estate 1985, in pochissimi mesi, grazie al lavoro volontario di diverse persone. Il 22 settembre 1985 fu inaugurato, con grande partecipazione di escursionisti e appassionati e la Santa Messa celebrata da Mons. Andrea Spada. Fu dedicato al primo presidente della sottosezione “Val di Scalve” del CAI di Bergamo, Nani Tagliaferri, tragicamente perito sulle Ande.
Purtroppo dopo solo un anno, nel mese di novembre 1986, un incendio distrusse il rifugio. Bruciarono tutte le opere in legno: travi, travetti, pareti interne, arredi; rimasero solo i muri in pietra. Gli amici decisero che non si poteva rischiare di lasciare la costruzione in quello stato per tutto l’inverno: si sarebbe corso il rischio di un decadimento irrimediabile di quanto restava dei muri. Quindi, si dette subito il via ai lavori di ricostruzione, al freddo e al gelo dell’incipiente inverno. Meno di un mese di lavoro competente e attivissimo di diversi volontari portò alla ricostruzione del rifugio con ampliamento della cucina, nuovo tetto, nuovi serramenti e muri riadattati. Nel 1998 il rifugio venne nuovamente ampliato dedicando più spazi ai dormitori e creando nuovi servizi igienici dotati di docce e acqua calda. Nel 2007 si è eseguito un ulteriore ampliamento erigendo sul retro del rifugio un piccolo corpo di fabbrica in muratura di pietra e tetto a struttura lignea: i posti letto sono passato da 35 a 50 e sono stati aggiunti altri bagni, con acqua calda ovunque. Nella scorsa primavera si è provveduto a installare un impianto eolico di produzione energia elettrica che sfrutta la costante presenza del vento e garantisce energia 24 ore su 24. Il nuovo impianto unitamente al potenziamento dei pannelli fotovoltaici permetterà maggior autosufficienza energetica a fonte rinnovabile, anche se rimarrà comunque a disposizione un generatore per le emergenze. Nel locale invernale del rifugio è attivo l’apparato S.O.S. dai Rifugi Orobici.

Concerto in alta quota


Concerto in alta quota
Venticinque anni del rifugio Tagliaferri
Le vette hanno modi discreti e suggestivi per celebrare la memoria, modi che nascono dallo spirito di chi vive la montagna con passione, amore e rispetto. Dallo stesso spirito nasce anche l’idea di “Armonie e bellezze a fil di cielo”, un concerto in alta quota per rendere omaggio ai 25 anni del rifugio Tagliaferri. Quattro grandi musicisti, ma soprattutto quattro amici uniti dall’amore per la montagna, eseguiranno celebri melodie e canzoni del repertorio italiano e internazionale elaborate da grandi artisti di cultura jazzistica e classica. Si tratta certamente di un evento eccezionale, il primo di un progetto altrettanto eccezionale che, nelle intenzioni del Cai, porterà i concerti d’alta quota a toccare tutti i rifugi della Bergamasca.
Un unico concerto all’anno e nel 2010 si parte proprio da qui, dal rifugio Tagliaferri, in omaggio ai suoi 25 anni.
Domenica 11 luglio 2010
Ore 10
S. Messa celebrata da mons. Gaetano Bonicelli,
vescovo emerito di Siena
Ore 11
Concerto “Armonie e bellezze a fil di cielo”
Esecuzione musicale a cura di Stefano Montanari, Stefania Trovesi,
Gianluigi Trovesi e Gianni Bergamelli
Comunicazione e ufficio stampa: Daniela Baiguini, 338.8319481 – 366.1821367, daniela.baiguini@fastwebnet.it

Armonie e bellezze a fil di cielo


Comunicato stampa
Presentazione del concerto in alta quota “Armonie e bellezze a fil di cielo”
Uno straordinario evento, con artisti d’eccezione, in una location di “altissimo” livello. E’ stato presentato questa mattina al Palamonti, la sede del Cai di Bergamo, “Armonie e bellezze a fil di cielo”, un concerto in alta quota organizzato per domenica 11 luglio 2010 al Rifugio Tagliaferri, oltre quota 2300, in alta Val di Scalve.
L’occasione è quella di rendere omaggio ai 25 anni di fondazione del rifugio stesso. Gianluigi Trovesi, Stefano Montanari, Stefania Trovesi e Gianni Bergamelli, quattro grandi musicisti, ma soprattutto quattro profondi amanti della montagna, eseguiranno celebri melodie e canzoni del repertorio italiano e internazionale elaborate da grandi artisti di cultura jazzistica e classica.
Alla conferenza stampa erano presenti Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, il vicesindaco di Bergamo Gianfranco Ceci (il Comune patrocina l’iniziativa insieme a Provincia e Regione), il presidente della Comunità montana Val di Scalve Franco Belinghieri e il poliedrico artista e musicista Gianni Bergamelli (il quale al Tagliaferri, festeggia i suoi ottanta anni e riprende così un’antica passione: nel 1998 – aveva 68 anni -, infatti, egli si mise alle tastiere sulle pendici addirittura dell’Everest, a quota 5050 metri e con quella iniziativa il musicista e pittore entrò nel Guinnes dei Primati).
“Si tratta certamente di un evento eccezionale, – ha detto Paolo Valoti – il primo di un progetto altrettanto eccezionale che, nelle intenzioni del Cai, porterà i concerti d’alta quota a toccare tutti i rifugi della Bergamasca. Un unico concerto all’anno e nel 2010 si parte proprio da qui, dal rifugio Tagliaferri. Una manifestazione di grande respiro e richiamo, oltre che di alto valore artistico”, capace di riportare la comunità alle suggestioni della montagna, alla tradizione alpina, che è propria del nostro territorio”. Il presidente del Cai ha sottolineato in particolare il valore educativo di questo genere di iniziative, che si propongono di mantenere viva e diffondere anche tra i più giovani una cultura che con i suoi insegnamenti è da sempre è maestra di vita.
Un tema caro anche al presidente della Comunità montana Belinghieri: “Un tempo – ha affermato – la gente di montagna guardava con diffidenza chi dalla pianura saliva i sentieri. Noi eravamo consideranti di poca cultura, al contempo guardavamo con snobismo i cittadini. Oggi le cose sono ben diverse le due realtà si compenetrano nei valori e il concerto ne è un altissimo esempio”. Convinto sostenitore dell’iniziativa si è dimostrato anche il vicesindaco che ha elogiato il Cai di Bergamo per la ricca attività e le continue manifestazioni che mette in campo, “tante – ha detto Ceci – che è difficile starvi dietro. Tutte come questa, di grandissimo spessore e di crescita umana, culturale e sociale. Ecco perché il Comune è, ancora una volta vicino al Cai di Bergamo e si sente di casa qui al Palamonti”.
Il ringraziamento unanime è andato a Massimiliano Locatelli, titolare della iMax, l’impresa di Capriate che si è fatta carico dei costi dell’iniziativa: “Oggi, in tempi di bilanci risicati, si rivela fondamentale la collaborazione di privati nelle iniziative di valorizzazione del territorio”. Dal canto suo, l’imprenditore si è dimostrato entusiasta: “Con iMax lavoriamo su tutto il territorio nazionale, ma noi non vogliamo dimenticare quali sono le nostre origini”.

Gianni Bergamelli, con il concerto che domenica 11 luglio terrà al “Tagliaferri”,


Gianni Bergamelli, con il concerto che domenica 11 luglio terrà al “Tagliaferri”, festeggia i suoi ottanta anni e riprende un’antica passione: nel 1998, infatti, egli si mise alla tastiera di una pianola sulle pendici addirittura dell’Everest, a quota 5050 metri sul livello del mare, davanti al suggestivo edificio-piramide lassù innalzato dal Cnr. Con quella iniziativa il musicista e pittore entrò nel Guinnes dei Primati (mai nessuno in precedenza, alla sua età – aveva 68 anni -, era arrivato a fare musica a tale altitudine); nella circostanza celebrò inoltre, a modo suo, con il sostegno di enti pubblici bergamaschi, il 150° anniversario della scomparsa di Gaetano Donizetti e creò le premesse per la serie dei concerti ad alta quota più tardi allestiti per la Mountain equipe spa in parecchi rifugi delle montagne lombarde. Bergamelli nella sua lunga esistenza ha fatto molto personalmente e altrettanto ha creato e promosso coinvolgendo altri. Come interprete e compositore di musica leggera e jazz ha inizialmente fatto parte di orchestre e complessi impegnati in tutta Europa. È stato uno dei più apprezzati cultori del piano-bar, con un formidabile repertorio. Quando (attorno alla metà degli anni ’60 del ’900) si è ricordato di aver avuto in dono dal buon Dio talenti per coltivare assai onorevolmente (per di più in forme originali) anche la pittura e la grafica artistica, non ha voluto comunque staccarsi dal mondo delle sette note. Accanto al giornalista Paolo Arzano negli anni ’70 del ’900 è stato tra i pionieristici realizzatori della Rassegna internazionale del jazz tuttora in auge come annuale Festival del jazz di Bergamo; per una decina di anni ha diretto la manifestazione “Scopriamoli insieme” per il lancio di nuovi alfieri nel campo della musica; ha guidato “stagioni” musicali di enti molteplici e si è fatto paladino e protagonista di serate a carattere benefico. Nella sua terra natia, nella seconda metà degli anni ’90 del ’900, partendo da una associazione nata per salvaguardare tesori artistici del luogo e far riscoprire figure insigni del paese, ha fondato l’orchestra da camera intitolata al maestro del manierismo Enea Salmeggia; un’orchestra, radicata in un Comune di 12.000 abitanti, ma capace di farsi apprezzare in Italia ed in Europa e di ottenere premi persino negli Stati Uniti con le proprie incisioni.

Gianluigi Trovesi


Gianluigi Trovesi non ha bisogno di particolari presentazioni, essendo da tempo universalmente conosciuto. Nei mesi scorsi ha fatto – per l’ennesima volta – notizia (a livello nazionale e non solo) con il suo nuovo cd, “Profumo di Violetta”, costruito insieme alla Filarmonica Mousikè rielaborando in modi originalissimi pagine tra le più note di alcuni dei melodrammi più popolari. Nelle recenti settimane, poi, il polistrumentista nembrese (inarrivabile nel suo spaziare dalla musica tradizional- popolare – “Baghèt” fu il suo primo disco – a quella colta e coltissima, con contaminazioni jazzistiche o agroamericane ovunque variamente affioranti, sino alla preminenza assoluta) ha fatto parlare parecchio di sé per via del film “Il cortile della musica” (realizzato con “Lab 80”) nel quale, tra flash-back e testimonianze dal vivo, in pratica, racconta la sua stessa carriera esaltando specialmente quel vivaio delle Bande di paese ove pure lui è sbocciato ed ha mosso i primi passi. Gianluigi Trovesi si è diplomato al Conservatorio con docenti dal nome prestigioso. Vittorio Fellegara gli ha dato le basi; Giorgio Gaslini è stato uno dei suoi primi idoli. Dal 1978, quale primo clarinetto e sax alto (dopo aver vinto un concorso nazionale), per circa vent’anni ha avuto spicco nella grande orchestra di musica leggera della Rai a Milano, capeggiata da Gorni Kramer. Via via, nel tempo, ha sempre più intensificato l’attività professionale in autonomia che, alla testa di formazioni di ogni tipo (dal duo all’ottetto, alla big band) lo ha portato, attraverso anche un gran numero di incisioni, ad avere applausi, elogi, premi, onorificenze in tutti i continenti, senza però mai lasciargli dimenticare le sue radici: tanto per continuare sulla sua strada, Gianluigi Trovesi domenica 18 luglio, nella mattinata, sarà al Quadriportico del Sentierone, in Bergamo, con la Banda di Tavernola (che compare in sequenze del film “Il cortile della musica”) e, nella serata, in duo con il fisarmonicista Gianni Coscia, si esibirà ad Iseo. L’estate lo porterà anche quest’anno, come sempre, ad essere protagonista o coprotagonista di una serie infinita di serate o di festival più o meno connotati dal jazz.