3 lug 2010

Rifugio Tagliaferri - una storia nata per passione


Rifugio Tagliaferri
una storia nata per passione
Il Rifugio Tagliaferri è in un certo senso il simbolo della sottosezione ClubAlpino Italiano “Val di Scalve”. La sottosezione venne creata nel 1978.L’alpinista Nani Tagliaferri fu il suo entusiasta presidente. Insieme ad amici iniziò la ricerca di un posto adatto alla costruzione di un rifugio alpino. Purtroppo nel 1981 perse la vita, insieme a Livio Piantoni e Italo Maj, scalando il Pukajirka Central, nelle Ande peruviane: il crollo di un’intera parete ghiacciata appena sotto la vetta travolse gli scalatori. Il fratello di Nani, Francesco, e altri amici si impegnarono in modo ancor più deciso per realizzare il nuovo rifugio. Il posto che ritennero più adatto era la piccola conca a circa m. 2330 di altezza, appena sotto il passo Venano, collegata da comode e storiche mulattiere a Schilpario e al passo dell’Aprica. Nonostante la quota e la posizione vicinissima alla cresta, una sorgente garantiva la fornitura costante di acqua potabile, elemento indispensabile per la conduzione di qualsiasi rifugio alpino. Il rifugio fu costruito nel corso dell’estate 1985, in pochissimi mesi, grazie al lavoro volontario di diverse persone. Il 22 settembre 1985 fu inaugurato, con grande partecipazione di escursionisti e appassionati e la Santa Messa celebrata da Mons. Andrea Spada. Fu dedicato al primo presidente della sottosezione “Val di Scalve” del CAI di Bergamo, Nani Tagliaferri, tragicamente perito sulle Ande.
Purtroppo dopo solo un anno, nel mese di novembre 1986, un incendio distrusse il rifugio. Bruciarono tutte le opere in legno: travi, travetti, pareti interne, arredi; rimasero solo i muri in pietra. Gli amici decisero che non si poteva rischiare di lasciare la costruzione in quello stato per tutto l’inverno: si sarebbe corso il rischio di un decadimento irrimediabile di quanto restava dei muri. Quindi, si dette subito il via ai lavori di ricostruzione, al freddo e al gelo dell’incipiente inverno. Meno di un mese di lavoro competente e attivissimo di diversi volontari portò alla ricostruzione del rifugio con ampliamento della cucina, nuovo tetto, nuovi serramenti e muri riadattati. Nel 1998 il rifugio venne nuovamente ampliato dedicando più spazi ai dormitori e creando nuovi servizi igienici dotati di docce e acqua calda. Nel 2007 si è eseguito un ulteriore ampliamento erigendo sul retro del rifugio un piccolo corpo di fabbrica in muratura di pietra e tetto a struttura lignea: i posti letto sono passato da 35 a 50 e sono stati aggiunti altri bagni, con acqua calda ovunque. Nella scorsa primavera si è provveduto a installare un impianto eolico di produzione energia elettrica che sfrutta la costante presenza del vento e garantisce energia 24 ore su 24. Il nuovo impianto unitamente al potenziamento dei pannelli fotovoltaici permetterà maggior autosufficienza energetica a fonte rinnovabile, anche se rimarrà comunque a disposizione un generatore per le emergenze. Nel locale invernale del rifugio è attivo l’apparato S.O.S. dai Rifugi Orobici.