11 mar 2011

Anato e gli Stati arabi



Gli Stati arabi non vogliono interventi di stranieri, o meglio di infedeli, dell’ANATO, vorrebbero intervenire solo loro, ma pure le loro divisioni sono grandi: quella della Libia è la tipica guerra interna al mondo arabo e non è una rivoluzione proletaria. Con la democrazia intanto non ha molto a che vedere, notando la presenza di troppi integralisti, fondamentalisti e simili.
Ancora una volta ciò che interessa non è la popolazione civile, i lavoratori stranieri, che ricevono aiuti perché i giornalisti si sono interessati a loro: la guerra riguarda i pozzi petroliferi.
Ciò che conta della Libia è l'oro nero e questo interesse internazionale è diventato....”umanitario”: se fosse una guerra civile in uno Stato senza materie prime, miserabile, senza vie di transito, marittime o terrestri, il dittatore avrebbe avuto la mano libera per stroncare i rivoltosi, ma qui ci si mobilita.
Però il vespaio libico sta diventando pericoloso e potrebbe finire male, ancora una volta, per le forze occidentali: abbiamo già i morti per l'Afghanistan.

(Internet e la caccia agli assassini


La cronaca nera e Internet stanno segnando un nuova fase della lotta alla criminalità: anni fa, nell’era, oso definire Medioevale, della carta stampata e della televisione, della radio, certi fatti di cronaca non interessavano l’opinione pubblica, perché le notizie erano imposte da alcune logiche editoriali dominanti: invece oggi la notizia non pubblicata sulla stampa nazionale e su quella locale diventa dominante, imponendo pure alla televisione di ……. Stato, o meglio dei partiti.
Invece oggi l’interesse pietoso e anche morboso di certi fatti di cronaca spingono gli inquirenti verso casi irrisolti, come quello di Elisa Claps, oppure verso crimini che restano insoluti, come per Sarah Scazzi e Yara Gambirasio.
I corpi di costoro sono stati trovati e le indagini sono diventate importanti perché la gente vuole sapere: mostri e orchi in passato agivano tranquillamente perché nessuno s interessava della sparizione di una adolescente: poteva essere fuggita chissà dove e con qualsiasi strano personaggio.
Invece gli amici su Facebook , poi sulle news di Google non lasciano archiviare il caso e costringono un maggior impegno:Yara è stata trovata, Sarah è stata trovata e almeno un assassino, reo confesso, è in prigione.
Per Yara l’arresto del farabutto, il mostro, l’orco, è solo una questione di tempo e non sfuggirà alla giustizia.
Internet non perdona e non dimentica i crimini: le notizie così seguono logiche nuove, legate alla uoltura giovanile, quella dominante in rete.
E’ uno dei primi sintomi della nostra realtà grazie a Internet.




k - Yara Gambirasio - l'assassino ferito?


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Pare che l’assassino di Yara abbia subito una ferita ai genitali e si cerca tra coloro che sono stati curati, nel periodo successivo all’omicidio di Yara, agli organi genitali negli ospedali e nei pronto soccorsi distanti da Brembate alcune decine di chilometri.
Prende sempre più piede così la convinzione che Yara sia morta nel campo e nel luogo del ritrovamento e che si sia difesa con agilità e decisione.
Ormai è certo che le armi dell’omicidio siano due e le tracce del Dna sia di Uomo e di Donna.
Yara Gambirasio è stata uccisa con due armi diverse, tra cui una lama e forse un cacciavite o un punteruolo: il Dna trovato sugli abiti e sotto le unghie di Yara sono di due persone differenti, le tracce principali sono di un uomo, mentre le altre sono di una donna.
Il quadro si completa con la notizia che i Dna appartengono a qualcuno esterno alla famiglia, almeno dei parenti prossimi come padre e madre, ma anche amici vicini.
Se il Dna trovato appartiene agli assassini, o all'assassino e alla sua complice, il quadro si fa complesso e difficile.
Pure il movente potrebbe essere differente da quello sessuale: se erano due gli assassini altre persone hanno visto e sentito e non parlano.
Yara ha graffiato l'omicida e il suo sangue deve aver sporcato gi abiti dei suoi aguzzini.
Nessuno ha visto niente?

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