11 mar 2011

Ultimissime - Yara Gambirasio - le contraddizioni


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
Le ipotesi sono tutte aperte e pure la setta esoterica o anche sataniche prende piede, per il simbolo lasciato sulla schiena di Yara da parte dell'assassino, una specie di x.
Tutto è riaperto e messo in dubbio: gli inquirenti non parlano e si attendono risposte certe perché qualcuno deve aver visto o sentito qualcosa.
Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

Ultime ora - Yara Gambirasio - le incertezze


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
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Tutto è riaperto e messo in dubbio: gli inquirenti non parlano e si attendono risposte certe perché qualcuno deve aver visto o sentito qualcosa.
Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

News - Yara Gambirasio - le incertezze


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
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Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

Notizie news -Yara Gambirasio e le incertezze


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
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Tutto è riaperto e messo in dubbio: gli inquirenti non parlano e si attendono risposte certe perché qualcuno deve aver visto o sentito qualcosa.
Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

Gambirasio Yara - le incertezze


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
Le ipotesi sono tutte aperte e pure la setta esoterica o anche sataniche prende piede, per il simbolo lasciato sulla schiena di Yara da parte dell'assassino, una specie di x.
Tutto è riaperto e messo in dubbio: gli inquirenti non parlano e si attendono risposte certe perché qualcuno deve aver visto o sentito qualcosa.
Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

Yara Gambirasio - le contraddizioni


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Ora le indiscrezioni sul caso Yara Gambirasio portano verso qualche incertezza: il Dna è stato trovato sui guanti e forse non è decisivo per provare che è quello dell'omicida.
Le ipotesi sono tutte aperte e pure la setta esoterica o anche sataniche prende piede, per il simbolo lasciato sulla schiena di Yara da parte dell'assassino, una specie di x.
Tutto è riaperto e messo in dubbio: gli inquirenti non parlano e si attendono risposte certe perché qualcuno deve aver visto o sentito qualcosa.
Le urla di Yara sono certamente state sentite da qualcuno, qualcuno deve aver visto qualcosa che poi, ripensandoci, deve essere importante per le indagini.

USA - politica estera



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Gli Stati Uniti non sanno mutar politica e i bei proponimenti di Obama si stanno dimostrando delle vere bufale, delle patacche da mettersi sul petto, della retorica vana.
Divertenti o tragiche sono le posizioni politiche nazionali: davanti a un tiepido atteggiamento filo rivoltosi del governo le sinistre urlano viva la rivoluzione e i rivoluzionari.
Avrebbero fatto bene tutti a pretendere un serio embargo sulle armi e sulle munizioni per tutti i contendenti, una trattativa di pace e un lento passaggio al dopo Gheddafi.
Mi ricordo le manifestazioni, che esprimevano simpatia verso i rivoluzionari iraniani, nel 1979, da parte della nostra sinistra: tutti noi poi abbiamo visto cosa sia diventata la Repubblica Islamica degli Ayatollah in Iran.
La memoria dei nostri politici è corta: propongo delle cure adeguate, magari con fosforo e tanto pesce, come si faceva un tempo per gli smemorati.
Ormai il conflitto libico mostra i suoi numerosi fronti, non solo interni, ma esterni: la Russia frena l’Intervento diretto dell’Anato, gli interessi europei non sono sullo stesso piano di quelli statunitensi, anzi si notano delle discrepanze pure all’interno dell’Europa, tra una Francia filo ribelli e un’Italia indecisa.
Questa strana rivolta rischia di mettere in pericolo la sicurezza del Mediterraneo, sia se vincesse ancora Gheddafi sia se i ribelli prendessero il potere: il vero nemico della pace nella regione è il prezzo del petrolio e pure del pane.
Sia l’uno e che l’altro sono legati alla necessità di trovare fonti energetiche a basso prezzo: attualmente si utilizzano, pure in Europa, dell’olio vegetale, che derivano da sementi come la colza e altro.
Questa nuova ricerca di fonti rinnovabili però ha provocato il lievitare del prezzo di tutti i sementi, tra cui quello del frumento, poi l’olio vegetale, da utilizzare per produrre energia elettrica a basso costo, spesso è sottratto alle popolazioni che riescono sopravvivere a malapena nel mondo, in particolare in Africa.
Le cause di conflitti futuri e presenti sono legati al costo del pane, del petrolio e alla carenza d’acqua.
L’Occidente invece si copre sempre dietro a soccorsi umanitari, per imporre il controllo su territori importanti, strategici: Gheddafi è un tiranno sanguinario da anni, da 42 anni, ma in tanti hanno fatto affari con lui.
Se finissimo in questo conflitto vedremmo altri funerali di Stato per i nostri soldati.





Politica estera Stati Unit d'America



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Gli Stati Uniti non sanno mutar politica e i bei proponimenti di Obama si stanno dimostrando delle vere bufale, delle patacche da mettersi sul petto, della retorica vana.
Divertenti o tragiche sono le posizioni politiche nazionali: davanti a un tiepido atteggiamento filo rivoltosi del governo le sinistre urlano viva la rivoluzione e i rivoluzionari.
Avrebbero fatto bene tutti a pretendere un serio embargo sulle armi e sulle munizioni per tutti i contendenti, una trattativa di pace e un lento passaggio al dopo Gheddafi.
Mi ricordo le manifestazioni, che esprimevano simpatia verso i rivoluzionari iraniani, nel 1979, da parte della nostra sinistra: tutti noi poi abbiamo visto cosa sia diventata la Repubblica Islamica degli Ayatollah in Iran.
La memoria dei nostri politici è corta: propongo delle cure adeguate, magari con fosforo e tanto pesce, come si faceva un tempo per gli smemorati.
Ormai il conflitto libico mostra i suoi numerosi fronti, non solo interni, ma esterni: la Russia frena l’Intervento diretto dell’Anato, gli interessi europei non sono sullo stesso piano di quelli statunitensi, anzi si notano delle discrepanze pure all’interno dell’Europa, tra una Francia filo ribelli e un’Italia indecisa.
Questa strana rivolta rischia di mettere in pericolo la sicurezza del Mediterraneo, sia se vincesse ancora Gheddafi sia se i ribelli prendessero il potere: il vero nemico della pace nella regione è il prezzo del petrolio e pure del pane.
Sia l’uno e che l’altro sono legati alla necessità di trovare fonti energetiche a basso prezzo: attualmente si utilizzano, pure in Europa, dell’olio vegetale, che derivano da sementi come la colza e altro.
Questa nuova ricerca di fonti rinnovabili però ha provocato il lievitare del prezzo di tutti i sementi, tra cui quello del frumento, poi l’olio vegetale, da utilizzare per produrre energia elettrica a basso costo, spesso è sottratto alle popolazioni che riescono sopravvivere a malapena nel mondo, in particolare in Africa.
Le cause di conflitti futuri e presenti sono legati al costo del pane, del petrolio e alla carenza d’acqua.
L’Occidente invece si copre sempre dietro a soccorsi umanitari, per imporre il controllo su territori importanti, strategici: Gheddafi è un tiranno sanguinario da anni, da 42 anni, ma in tanti hanno fatto affari con lui.
Se finissimo in questo conflitto vedremmo altri funerali di Stato per i nostri soldati.





Stati Uniti d'America - politica estera



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Gli Stati Uniti non sanno mutar politica e i bei proponimenti di Obama si stanno dimostrando delle vere bufale, delle patacche da mettersi sul petto, della retorica vana.
Divertenti o tragiche sono le posizioni politiche nazionali: davanti a un tiepido atteggiamento filo rivoltosi del governo le sinistre urlano viva la rivoluzione e i rivoluzionari.
Avrebbero fatto bene tutti a pretendere un serio embargo sulle armi e sulle munizioni per tutti i contendenti, una trattativa di pace e un lento passaggio al dopo Gheddafi.
Mi ricordo le manifestazioni, che esprimevano simpatia verso i rivoluzionari iraniani, nel 1979, da parte della nostra sinistra: tutti noi poi abbiamo visto cosa sia diventata la Repubblica Islamica degli Ayatollah in Iran.
La memoria dei nostri politici è corta: propongo delle cure adeguate, magari con fosforo e tanto pesce, come si faceva un tempo per gli smemorati.
Ormai il conflitto libico mostra i suoi numerosi fronti, non solo interni, ma esterni: la Russia frena l’Intervento diretto dell’Anato, gli interessi europei non sono sullo stesso piano di quelli statunitensi, anzi si notano delle discrepanze pure all’interno dell’Europa, tra una Francia filo ribelli e un’Italia indecisa.
Questa strana rivolta rischia di mettere in pericolo la sicurezza del Mediterraneo, sia se vincesse ancora Gheddafi sia se i ribelli prendessero il potere: il vero nemico della pace nella regione è il prezzo del petrolio e pure del pane.
Sia l’uno e che l’altro sono legati alla necessità di trovare fonti energetiche a basso prezzo: attualmente si utilizzano, pure in Europa, dell’olio vegetale, che derivano da sementi come la colza e altro.
Questa nuova ricerca di fonti rinnovabili però ha provocato il lievitare del prezzo di tutti i sementi, tra cui quello del frumento, poi l’olio vegetale, da utilizzare per produrre energia elettrica a basso costo, spesso è sottratto alle popolazioni che riescono sopravvivere a malapena nel mondo, in particolare in Africa.
Le cause di conflitti futuri e presenti sono legati al costo del pane, del petrolio e alla carenza d’acqua.
L’Occidente invece si copre sempre dietro a soccorsi umanitari, per imporre il controllo su territori importanti, strategici: Gheddafi è un tiranno sanguinario da anni, da 42 anni, ma in tanti hanno fatto affari con lui.
Se finissimo in questo conflitto vedremmo altri funerali di Stato per i nostri soldati.





Libia e Europa - un intervento improponibile



Guerra in Libia




Gli eserciti europei sono poco adatti a resistere alla guerriglia: è un tipo di guerra che la vince chi non rispetta i diritti umani, chi usa la repressione in modo indiscriminato su tutti i potenziali nemici, i sospetti, colpendo impunemente i civili, deportando le popolazioni avversarie.
Il nostro intervento diretto sarebbe un guaio immane e i libici, dopo decenni di propaganda anti-italiana, si mostrerebbero ostili.
La guerra in Libia intanto sta prendendo caratteristiche quasi prevedibili: è un conflitto tra fazioni arabe.
Per noi tutto questo è incomprensibile, l'unico filo logico che possiamo trovare sta nella decadenza ovvia dell'autoritarismo.
Chi impone la propria volontà come unica e indiscutibile troverà altri che faranno la stessa cosa, accusandolo di essere pure lui un nemico nell'errore.
L'assolutismo spesso si frantuma negli assolutismi, che si combattono: se poi si aggiungono interessi economici e vecchi attriti storici si rischia di avere conflitti bellici dove tutti sono nemici di tutti.
Se intervenissero gli Stati arabi vedremmo un frantumarsi del fronte.