La solitudine e la morte
davanti al dolore finale, inteso o tenue, ma sempre angosciante, sono contrastate dalla carità, ovvero l’amore,
come senso della vita, come atto generoso e liberatorio, che ci innalza, ci spalanca la via al
futuro eterno, così si crede e si spera.
Altro senso per questa
esistenza, vista come prova, per apprendere la difficile arte della carità, del
perdono e della semplicità con la sua bellezza, non se ne trova: non è in un libro
da imparare a memoria con odio atroce attorno a noi, non è neppure nei vuoti lamenti chiamati
respiri dei … saggi orientali, che rinascono e muoiono mille e mille volte, per
finire nell'oblio di un Nirvana nuvoloso senza più nulla di umano, lontano
dalle gioie e dai dolori dell’esistenza.
E’ la carità, l’amore, che
muove il sole e le altre stelle, disse giustamente Dante, oppure esiste il nulla del caos primordiale e nulla più: scegliete.