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9 mar 2011

WWF: “L’ORA DELLA TERRA PRENDE IL LARGO!”

  EARTH HOUR - 26 MARZO 20.30-21.30
WWF: "L'ORA DELLA TERRA PRENDE IL LARGO!"
Nei mari di tutto il mondo si spengono le navi italiane. Si "tuffa" nell'evento Massimiliano Rosolino. La "prima volta" del Duomo di Milano. E sul web impazza la community
 
PROSSIMA TAPPA: IL 9 MARZO, A ROMA, GUNTER PAULI E LA BLUE ECONOMY
www.wwf.it/oradellaterra 
 
Una vera "ondata" di adesioni per l'Ora della Terra WWF, l'evento globale per fermare i cambiamenti climatici, che il 26 marzo farà il giro del mondo a luci spente e sta chiamando la comunità globale, dai singoli individui alle più alte istituzioni, a impegnarsi in azioni concrete per un futuro sostenibile.
 
A venti giorni dall'evento hanno già aderito centinaia di città in tutto il mondo, oltre a 70 città e comuni italiani, dai capoluoghi principali come Milano, Bologna, Roma, Firenze, Torino o Palermo, a decine di borghi e paesi che lungo tutto lo stivale spegneranno le luci di monumenti, piazze, chiese, castelli ma anche sedi istituzionali, negozi, uffici e abitazioni private. Tra le icone mondiali 2011, già confermate la Porta di Brandeburgo, il Cristo Redentore di Rio, il Castello di Edimburgo, la ruota panoramica di Londra (London Eye), il Ponte sul Bosforo, le avveniristiche Kuwait Towers, mentre in Italia si spegnerà per la prima volta anche il Duomo di Milano.
 
Ma oltre agli spegnimenti "di terra", quest'anno l'evento prenderà davvero il largo per uno spegnimento itinerante attraverso i mari di tutto il mondo: le quattordici navi di Costa Crociere, che rappresentano la flotta passeggeri più grande d'Europa, tutta battente bandiera italiana, e che il 26 marzo staranno navigando nelle acque del Mediterraneo, del Sud America, degli Emirati Arabi, dei Caraibi, dell'Oceano Indiano e dell'Estremo Oriente, spegneranno le luci del "gran pavese", del fumaiolo e dei ponti esterni, coinvolgendo i passeggeri in speciali cene a lume di candela dedicate all'iniziativa. A Genova si spegnerà anche il nuovo Palazzo Costa inaugurato nel 2010, uno dei primi palazzi italiani ad "emissioni 0 in sito" di anidride carbonica, simbolo dell'impegno che il gruppo dedica all'ambiente (navi predisposte per il "cold ironing" per ricevere corrente in porto senza accendere i motori, 100% raccolta differenziata dei rifiuti solidi, -9% carburante e -24% emissioni gas serra in un anno, oltre all'impegno nella tutela ambientale del Mediterraneo insieme al WWF).
 
E si è letteralmente "tuffato" nell'evento anche il campione di nuoto Massimiliano Rosolino che nel suo ironico video-messaggio, registrato durante un allenamento in piscina tra "papere", dialetto e fuori-onda, invita tutti a partecipare:  "Questo numero 60 significa tantissimo: ho vinto 60 medaglie, ma soprattutto sono 60 minuti da dedicare al nostro pianeta perché soltanto in questo modo possiamo dargli una mano e vincere tutti insieme. Il 26 marzo 'stut' a luce pure tu'!" Il messaggio di Rosolino si aggiunge alla gallery di testimonial italiani 2011 inaugurata dal cantante Marco Mengoni e della giornalista Paola Maugeri, che continuerà ad arricchirsi nei prossimi giorni.
 
Intanto sul web la community dell'Ora della Terra cresce e fa sentire la sua voce: sulla piattaforma globale "Beyond the Hour, Oltre l'Ora" (www.wwf.it) arrivano ogni giorno centinaia di messaggi in tutte le lingue  - decine anche dall'Italia  - di cittadini, ragazzi, insegnanti, sindaci, imprenditori o addirittura capi di stato per raccontare l'azione "green" che intendono intraprendere per fare la propria parte in questo grande movimento globale per il pianeta.
 
Prossima tappa nel conto alla rovescia verso l'evento: il 9 marzo, l'appuntamento a Roma con Gunter Pauli, economista e imprenditore, ispiratore delle azioni a impatto zero e autore di Blue Economy (ed. italiana a cura del WWF), che per la "Peccei Lecture 2011" racconterà al pubblico come balene, libellule, zebre, pomodori e tante altre specie possono insegnare alla tecnologia e all'industria ad essere non solo più sostenibili, ma anche più produttive sotto il profilo economico.
 
Tutte le info, le iniziative speciali online e i programmi degli eventi nelle principali città italiane su www.wwf.it
 
I PATROCINI
L'Ora della Terra 2011 ha ricevuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), dell'Unione Province d'Italia (UPI), dell'Associazione Comuni Virtuosi, del Coordinamento Agende 21 Italiane. Ha già aderito anche l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).
 
LE ADESIONI DAL MONDO DELLE IMPRESE
Tra le imprese, partecipano all'evento Electrolux, Epson, Epson Meteo, Sofidel, UniCredit, Terna, Costa Crociere, Dodo, Auchan, Berendsohn Italiana, Coca-Cola HBC Italia, Sony Italia e Tetra Pak Italia con iniziative di spegnimento simbolico delle luci e attività di sensibilizzazione e attivazione dei propri dipendenti, anche attraverso la distribuzione delle candele dell'iniziativa. IKEA rilancerà negli store e nelle piazze italiane la "bulb box", speciale scatola promossa in collaborazione con il WWF Italia e il consorzio RAEE Ecolight, per raccogliere le lampadine a basso consumo usate e procedere al loro corretto smaltimento e recupero.
 
LE INIZIATIVE SPECIALI CON REPUBBLICA.IT
Iniziative speciali per l'Ora della Terra 2011 anche sul sito di Repubblica.it. Per "La mia scuola non divora il pianeta", gli studenti del canale Repubblica@scuola stanno elaborando idee per rendere la propria scuola più sostenibile; gli elaborati più efficaci riceveranno un contributo economico offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione. Mentre tutti sono invitati a inviare un video di max due minuti con la propria azione "green" per l'iniziativa "Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta"; i migliori verranno pubblicati online e premiati con la maglietta dell'Ora della Terra.
Roma, 7 marzo 2011
Contatti stampa WWF Italia: 06 84497213, 377, 349 0514472, 02 83133213, 233 f.mapelli@wwf.it
 

4 ago 2010

A Taranto sono giunte due navi della marina militare cinese



I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.

29 giu 2017

#Italia #invasa e #blocco delle #navi #straniere - ARDUINO ROSSI

Si vuole imporre il blocco delle navi straniere che ci regalano migranti per fini chiaramente …filantropici, o se preferite destabilizzanti.
In un Paese dove i disoccupati si suicidano solo i grassi prelati, i sindacalisti e negrieri vari vogliono altri arrivi.
Così il blocco delle navi… soccorritrici sta diventando una necessità, poi chi finanzia cerca il ventre debole dell’Unione Europea, che è l’Italia, tanto ospitale con questo governo di m…., per fini evidenti: destabilizzare l’unione e mettere in crisi l’Euro, per giocare a ribasso sulla moneta e le borse europee.

4 ago 2010

Le navi della marina cinese entrano in pace nel porto di Taranto



I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.

16 gen 2012

INCIDENTE ISOLA DEL GIGLIO - WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”


INCIDENTE ISOLA DEL GIGLIO

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”
Il WWF scrive al ministro dell’Ambiente e chiede un tavolo di confronto
con tutti gli operatori del mare

Ogni anno nel Santuario dei Cetacei 10.000 transiti commerciali
e 70 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi

Con una nota inviata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il WWF solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore.

In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento. Ne sono gli esempi più recenti il drammatico incagliamento della Costa Concordia al Giglio e quanto accaduto all’alba del 17 dicembre 2011, quando l’Eurocargo Venezia  della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità variabile tra i 120 e 600 metri, per un totale di 198 fusti metallici non ancora recuperati.

Alla luce di questi eventi, il WWF ribadisce la necessità di mantenere un dialogo strutturato con gli operatori del mare e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto, che riprenda l’impostazione di quello del 2001 sul traffico marittimo pericoloso, per prevenire che incidenti di tale natura possano compromettere gli ecosistemi marini.

Allo stesso tempo il WWF si appella a Costa Crociere perché, nell’ambito delle azioni messe in atto in questa delicata fase delle operazioni di recupero, continui a garantire la massima attenzione per scongiurare ogni tipo di impatto ambientale potenzialmente annesso alla tragedia, a partire dal rischio di sversamento di carburante che fino ad ora è stato mantenuto sotto controllo.

Nella nota inviata al Ministro dell’Ambiente, il WWF ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello si Savona, quasi 5 da quello di Livorno.

Il WWF chiede di fare il punto anche sull’applicazione dell’accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso sottoscritto nel giugno del 2001, su iniziativa dei Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria (anche  per conto di Confitarma, Unione Petrolifera, Assocostieri e Federchimica), l'Assoporti, le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL) e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva un articolato programma di interventi concreti finalizzati a prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Secondo il WWF non solo è fondamentale avere a 10 anni di distanza un bilancio condiviso, ma anche rilanciare su altri settori quali ad esempio lo stato di applicazione della Bunker Oil Convention  in vigore dal novembre 2008. Inoltre il WWF chiede per questo settore una particolarissima attenzione anche al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che, come la vicenda della Costa Concordia dimostra, potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate.

Secondo il WWF il problema della delicatezza del Mediterraneo dev’essere assunto nel suo complesso al di là delle situazioni puntuali. Infatti sulle coste del Mediterraneo non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.

ambiente - WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”


INCIDENTE ISOLA DEL GIGLIO

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”
Il WWF scrive al ministro dell’Ambiente e chiede un tavolo di confronto
con tutti gli operatori del mare

Ogni anno nel Santuario dei Cetacei 10.000 transiti commerciali
e 70 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi

Con una nota inviata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il WWF solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore.

In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento. Ne sono gli esempi più recenti il drammatico incagliamento della Costa Concordia al Giglio e quanto accaduto all’alba del 17 dicembre 2011, quando l’Eurocargo Venezia  della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità variabile tra i 120 e 600 metri, per un totale di 198 fusti metallici non ancora recuperati.

Alla luce di questi eventi, il WWF ribadisce la necessità di mantenere un dialogo strutturato con gli operatori del mare e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto, che riprenda l’impostazione di quello del 2001 sul traffico marittimo pericoloso, per prevenire che incidenti di tale natura possano compromettere gli ecosistemi marini.

Allo stesso tempo il WWF si appella a Costa Crociere perché, nell’ambito delle azioni messe in atto in questa delicata fase delle operazioni di recupero, continui a garantire la massima attenzione per scongiurare ogni tipo di impatto ambientale potenzialmente annesso alla tragedia, a partire dal rischio di sversamento di carburante che fino ad ora è stato mantenuto sotto controllo.

Nella nota inviata al Ministro dell’Ambiente, il WWF ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello si Savona, quasi 5 da quello di Livorno.

Il WWF chiede di fare il punto anche sull’applicazione dell’accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso sottoscritto nel giugno del 2001, su iniziativa dei Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria (anche  per conto di Confitarma, Unione Petrolifera, Assocostieri e Federchimica), l'Assoporti, le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL) e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva un articolato programma di interventi concreti finalizzati a prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Secondo il WWF non solo è fondamentale avere a 10 anni di distanza un bilancio condiviso, ma anche rilanciare su altri settori quali ad esempio lo stato di applicazione della Bunker Oil Convention  in vigore dal novembre 2008. Inoltre il WWF chiede per questo settore una particolarissima attenzione anche al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che, come la vicenda della Costa Concordia dimostra, potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate.

Secondo il WWF il problema della delicatezza del Mediterraneo dev’essere assunto nel suo complesso al di là delle situazioni puntuali. Infatti sulle coste del Mediterraneo non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”


INCIDENTE ISOLA DEL GIGLIO

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”
Il WWF scrive al ministro dell’Ambiente e chiede un tavolo di confronto
con tutti gli operatori del mare

Ogni anno nel Santuario dei Cetacei 10.000 transiti commerciali
e 70 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi

Con una nota inviata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il WWF solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore.

In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento. Ne sono gli esempi più recenti il drammatico incagliamento della Costa Concordia al Giglio e quanto accaduto all’alba del 17 dicembre 2011, quando l’Eurocargo Venezia  della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità variabile tra i 120 e 600 metri, per un totale di 198 fusti metallici non ancora recuperati.

Alla luce di questi eventi, il WWF ribadisce la necessità di mantenere un dialogo strutturato con gli operatori del mare e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto, che riprenda l’impostazione di quello del 2001 sul traffico marittimo pericoloso, per prevenire che incidenti di tale natura possano compromettere gli ecosistemi marini.

Allo stesso tempo il WWF si appella a Costa Crociere perché, nell’ambito delle azioni messe in atto in questa delicata fase delle operazioni di recupero, continui a garantire la massima attenzione per scongiurare ogni tipo di impatto ambientale potenzialmente annesso alla tragedia, a partire dal rischio di sversamento di carburante che fino ad ora è stato mantenuto sotto controllo.

Nella nota inviata al Ministro dell’Ambiente, il WWF ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello si Savona, quasi 5 da quello di Livorno.

Il WWF chiede di fare il punto anche sull’applicazione dell’accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso sottoscritto nel giugno del 2001, su iniziativa dei Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria (anche  per conto di Confitarma, Unione Petrolifera, Assocostieri e Federchimica), l'Assoporti, le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL) e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva un articolato programma di interventi concreti finalizzati a prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Secondo il WWF non solo è fondamentale avere a 10 anni di distanza un bilancio condiviso, ma anche rilanciare su altri settori quali ad esempio lo stato di applicazione della Bunker Oil Convention  in vigore dal novembre 2008. Inoltre il WWF chiede per questo settore una particolarissima attenzione anche al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che, come la vicenda della Costa Concordia dimostra, potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate.

Secondo il WWF il problema della delicatezza del Mediterraneo dev’essere assunto nel suo complesso al di là delle situazioni puntuali. Infatti sulle coste del Mediterraneo non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.

9 giu 2010

9/06 Iran, Gaza e la guerra futura (Arduino Rossi)


L'Iran invierà due navi di “aiuti umanitari” verso Gaza, per superare il blocco israeliano: la provocazione del regime iraniano segue le iniziative dei pacifisti, che su navi turche prima e su una nave irlandese poi, cercarono di vincere l'embargo contro Gaza.
E' probabile che l'Iran, con i suoi gravi problemi interni, cerchi uno scontro con il nemico giurato, Israele: questa iniziative potrebbe avere conseguenze disastrose, con una scintilla che porterebbe a un conflitto allargato nella regione.

12 feb 2015

Costa crociera navi, Schettino condannato a 16 anni

La pena pare pesante, ma per la sua incompetenza criminale e il suo scarso coraggio, passato alla storia, tra mille battute, come …. Capitan coraggio, in senso ironico ovviamente.
I morti ci sono stati, i danni, anche ambientali pure, i danni all’Italia pure, ma non è giusto che paghi solo lui.
Chi ha messo costui al comando di una nave da crociera?
Lo stile è il solito, amicizie e raccomandazioni, senza rispettare il merito, così le navi affondano, come la nave Italia.

4 ago 2010

La marina cinese e la pace mondiale, si spera


I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.

La Nato e la marina militare cinese pattugliano il Golfo di Aden


I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.

10 giu 2010

10/6 Iran, Israele e guerra (Arduino Rossi)

L'Iran invierà due navi di “aiuti umanitari” verso Gaza, per superare il blocco israeliano: la provocazione del regime iraniano segue le iniziative dei pacifisti, che su navi turche prima e su una nave irlandese poi, cercarono di vincere l'embargo contro Gaza.
E' probabile che l'Iran, con i suoi gravi problemi interni, cerchi uno scontro con il nemico giurato, Israele: questa iniziative potrebbe avere conseguenze disastrose, con una scintilla che porterebbe a un conflitto allargato nella regione.

1 nov 2015

Libia, governo di Tobruk minaccia l'Italia


Il governo.... filo occidentale di Tobruk minaccia le nostre navi, per un improbabile sconfinamento di tre navi da guerra italiane nelle loro acque.
La vicenda pare ricordare i tempi di Gheddafi, quando si rischiava, a parole di finire in un conflitto militare.
Il governo italiano mette la coda tra le gambe... e dice che non è  vero, ma il problema sta nella nostra debolezza... internazionale: siamo sempre pronti a inchinarci con chi fa la voce grossa.

4 ago 2010

I cinesi giungono a Taranto



I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.

L'inizio di una nuova era, quella cinese



I cinesi sono giunti a Taranto, sono 2 navi della Marina militare cinese: cacciatorpediniere “Guangzhou” e dalla fregata “Chaohu” sono stati accolti dalla fanfara del Dipartimento Militare dello Ionio.
E' il cambiamento della strategia politica e militare della Cina, che svolge un'attività congiunta con due navi della marina italiana, nel Golfo di Aden: ora i cinesi non sono più nemici e la diplomazia del sorriso è giunta pure da noi.
E' un fatto che ci deve tranquillizzare ed è prova che la globalizzazione sta portando pace e e collaborazione, pur non essendo tutto rose e fiori.


20 mar 2019

Il caso delle navi a servizio degli schiavisti - Arduino Rossi


Il mercato degli schiavi prosegue e loro, attraverso i soliti loro amichetti giornalisti, proseguono nel tentativo del commercio: dietro abbiamo i padroni, razza bastarda da sempre, disumana e schifosa.
Il sistema è chiaro come il sole: costoro hanno bisogno di gente da sfruttare, quasi sempre illegalmente, anche per la criminalità organizzata.
Quindi ci raccontano le storielle da libro cuore in televisione, a nostre spese, per pensionati e casalinghe, poi importano disperati dal Sud del mondo con le ONG, in modo illegale e lo chiamo soccorso in mare, infine abbiamo l’arruolamento dei ribelli e degli ex terroristi in operazioni di salvataggio.
E’ tutto regolare?
Sì, è tutto …. criminale.

8 giu 2010

8/06 Iran, la guerra cercata (Arduino Rossi)


L'Iran invierà due navi di “aiuti umanitari” verso Gaza, per superare il blocco israeliano: la provocazione del regime iraniano segue le iniziative dei pacifisti, che su navi turche prima e su una nave irlandese poi, cercarono di vincere l'embargo contro Gaza.
E' probabile che l'Iran, con i suoi gravi problemi interni, cerchi uno scontro con il nemico giurato, Israele: questa iniziative potrebbe avere conseguenze disastrose, con una scintilla che porterebbe a un conflitto allargato nella regione.

31 ago 2013

oggi Venti di guerra per la Siria...Le navi da guerra Usa nel Mediterraneo

La Siria minaccia la pace mondiale, o meglio gli interventisti vorrebbero una nuova guerra, che io definisco interna all'Islam, gli sciiti contro i sunniti, ma per questo motivo che questo è un pasticcio, una palude militare preoccupante.
La guerra è ormai vicina, ma non si sa quando finirà, ce conseguenze porterà.
L'Iran vorrebbe intervenire, pure la Turchia, l'Arabia Saudita fornirebbe armi e soldi ai sunniti, lo scontro porterà terrorismo nella regione e ance nel resto del mondo.
Forse è preferibile un'altra soluzione, non militare. 

14 giu 2018

Immigrazione e giochi di immagine, ma la pulizia etnica si fa in altro modo - ARDUINO ROSSI

La tecnica della pulizia etnica, più diffusa sul pianeta, non è quella delle navi bloccate e respinte, ma  sta nell’emarginazione delle popolazioni che non si integrano nel sistema economico dominante.
Per esempio la mancanza di norme igieniche, la cattiva alimentazione, il concentramento in quartieri ghetto di sempre più gente, portano e porteranno in futuro, a vere mattanze, senza responsabili….politici diretti, o così appare sia sui libri di storia, ciechi ed assurdi e soprattutto sui mass-media.
Invece è appunto questa la principale tecnica di massacro verso i poveri: i campi di concentramento, inventati dagli anglosassoni, furono perfezionati dai nazisti con le camere a gas, che poi erano solo uno strumento per  accelerare la morte di persone, per condizioni fisiche e per gli stenti, già predestinate a una prossima morte.
Quindi, a sorpresa, i veri criminali attuali, che stanno preparando i grandi genocidi del futuro sono i buonisti: più arrivano e peggio stanno, loro e gli altri poveri già presenti, italiani o extracomunitari che siano, l’igiene e l’alimentazione peggiora, la massa di disperati aumenta di numero e di densità, facendo esplodere, prima o poi, epidemie di diversa natura, causando moltissimi morti.
E’ certamente una tecnica per l’olocausto d Terzo Millennio, celata da….ospitalità.

17 nov 2023

Talebani e tesserati uniti nella lotta.

Trovo divertente osservare che spesso abbiamo luoghi comuni, tanto banali quanto assurdi e ridicoli, di gente che non legge, probabilmente non ha mai letto nulla o quasi, ma si nutre di affermazioni ripetute: Il Corano è come la Bibbia, le religioni sono tutte uguali, sono la causa delle violenze.
Poi scopri che costoro non sappiano cosa sia la Bibbia, non sanno che esiste il Nuovo e il Vecchio Testamento, non sanno cosa sia appunto la legge ebraica, la storia del popolo di Israele, se per non qualche affermazione trovata sul quotidiana progressista, scritto da un poveretto che ne sa meno di loro.
Allora la legge ebraica, la Torà, fu applicata sino a quando il popolo di Israele aveva una sua autonomia amministrativa, sino alla distruzione del tempio di Gerusalemme, sino alla diaspora del popolo ebraico.
Era una legge durissima, con la lapidazione delle adultere, dei blasfemi, per esempio, ma loro, gli ebrei, non la imponevano ai popoli vicini, non facevano guerre per trasformarla in legge universale.
Poi, nei secoli successivi, rimase una parte della loro cultura che li sprona a un loro rigore morale, non mi risultano lapidazioni ed altro avvenute dopo la riconquista romana di Gerusalemme, nel 70 dopo Cristo.
Altro importante particolare, utile ai semianalfabeti che ripetono che è tutto uguale, sta nel fatto che i cristiani seguono il Nuovo Testamento, con i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere, l'Apocalisse.
In questi libri non si parla di violenza, di guerre sante, anzi, si disarmano i contendenti, infatti chiesi al solito poverino dove si trovassero le frasi che invitano alla violenza nei Vangeli, tranne per espressioni che sono facilmente comprensibili come simboliche, anche per i più tonti, "Sono venuto a portare la spada e non la pace, mettendo fratello contro fratello,.........."
Anche i più stupidi comprendono, leggendosi tutto nel contesto, che la guerra in questione non è fisica, reale, ma simbolica, ovvero a portare distanze tra chi lo segue e chi no.
Il poverino si inventò qualche passo immaginario dei Vangeli e lo lasciai parlare.
Quindi esistono distanze tra religione e religione, per esempio il Buddismo è, nei suoi principi di base, una religione tollerante, che rifiuta tutte le violenze, non solo contro gli esseri umani, ma anche contro gli animali.
Eppure dai templi buddisti sono uscite le migliori arti marziali, i migliori guerrieri, i più feroci e i kamikaze li inventarono loro, i buddisti giapponesi, che si gettavano con i loro aerei contro le navi statunitensi.
In conseguenza gli esseri umani predicano bene, ma razzolano male da sempre, poi se la religione invita a fare la guerra il gioco è fatto.
Io ho letto un pezzo di Corano, poi ne ho letto un altro, di un'altra versione ed erano diversissimi, cercai spiegazioni in rete e trovai risposte molto stupide, quelle che davano colpa alle traduzioni, ma le differenze erano tali da non essere spiegate con una traduzione poco fedele.
Altre parlavano di pronuncia e la cosa mi fece pure ridere ovviamente, infine scovai la risposta, ovvero le scuole coraniche hanno diversi testi sacri, tradizioni differenti e guai a contestarle.
Ci sono i sunniti e gli sciiti, ma tantissime correnti anche tra i sunniti, in pratica si riconoscono per i loro 4 principi: la preghiera, l'elemosina legale, il digiuno nel mese di Ramadan. il pellegrinaggio a La Mecca.
Sì, se uno volesse, potrebbe essere quasi islamico, tranne per il viaggio a La Mecca, perché Allah significa il Signore, il Dio unico, un digiuno si può pur fare e le elemosini pure.
Chiaramente ad accompagnare tutto abbiamo le leggi islamiche, norme di giurisprudenza, che regolano i compartimenti dei vari gruppi di fedeli, ma le scuole coraniche, si dice, siano a migliaia. 
Ovviamente a queste osservazioni logiche, oggettive e razionali, hanno provocato le reazione del popolo dei tolleranti, sì, quelli le cui case sono appunto case di tolleranza.
Ho avuto quello che si vanta che mangia con loro, io gli chiedo se va pure al cesso con loro.
Allora spiego perché ritengo che alla fine si faranno la guerra tra loro, per prima cosa perché le hanno sempre fatte, in modo feroce, come i popoli cristiani, che si odiavano e si uccidevano, durante le guerre di religione, sentendosi tutti buoni cristiani.
Sì, come il Buddismo non è colpevole se tra i suoi seguaci sono sorte le migliori scuole per creare guerrieri feroci, così l'islam, i Corani, io li chiamo così, al plurale, perché ci sono tante versioni, come tutte le altre religioni, con i loro principi base, non sono responsabili delle tante guerre che si fanno in loro nome.
Però abbiamo un'eccezione, se muoio in battaglia per i cristiani non significa che andrò in Paradiso, per i buddisti non significa che entrerò nel Nirvana, ma se la guerra la faccio ai nemici della mia fede per i mussulmani sarò un martire e il paradiso sarà spalancato per me.
Sì, credo che sia l'unica religione al mondo che premi gli assassini, i tagliagole, tutte le altre li mandano all'inferno o a scontare qualche esistenza per purificarsi, alla peggio.
Le banalità e i luoghi comuni fanno ridere e basta, il tutto è uguale, questo o quello per loro è simile, l'importante è non fare fatica con il cervello.
I beoti mangiano, bevono e sono tolleranti, vanno pure nelle case di tolleranza, sono il popolo tesserato, fedele alla linea del partito unico, non badano alle contraddizioni, ma sono ridicoli e patetici. 
Non aggiungo altro, ma se avete dei dubbi non fidatevi dei fanfaroni, che parlano di ciò che non conoscono, usate il cervello e leggete con senso critico, altrimenti si fanno figuracce.