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31 gen 2011

WWF - CACCIA: CHIUSO UN ALTRO ANNO ORRIBILE - LE REGIONI NON RISPETTANO LE INDICAZIONI EUROPEE

CACCIA
WWF: CHIUSO UN ALTRO ANNO ORRIBILE
LE REGIONI  NON RISPETTANO LE INDICAZIONI EUROPEE PER LA TUTELA DELLA FAUNA
A chiusura della stagione venatoria il WWF Italia ricorda come le Regioni
non applichino le  norme europee a tutela della fauna selvatica,  in vigore
in Europa dal 1979 e finalmente norme di legge anche in Italia dallo scorso
luglio, con l'approvazione dell'art. 42 della  "legge comunitaria". Per
questo il WWF Italia (con Lav, Lipu, Legambiente, Enpa, Animalisti italiani,
Lac)  ha promosso numerosi ricorsi contro  i calendari venatori regionali
del 2010/11.
Al tema della caccia in Italia si è interessato recentemente anche Jonathan
Franzen, lo scrittore statunitense annoverato tra i venti più grandi
scrittori del XXI secolo dal New Yorker, che è anche un appassionato
birdwatcher. Lo scorso marzo è arrivato in Italia, seguendo il suo amore per
gli uccelli, e il suo viaggio è diventato un articolo di otto pagine
pubblicato a luglio sul New Yorker. "Emptying the Skies" è il titolo,
Svuotando i cieli, un j'accuse diretto ed inequivocabile contro la pratica e
la cultura  della caccia, che nell'articolo  liquida come "pratica culturale
molto antica" e oggi completamente anacronistica.
Jonathan Franzen ha rilasciato un'intervista esclusiva al WWF pubblicata sul
dorso di Ecomondo ora in edicola con il settimanale Vita e a febbraio la
potremo leggere su Panda, la rivista dei soci WWF.
Nell'articolo lo scrittore cita più volte il lavoro di Anna Giordano,
storica attivista WWF conosciuta per la sua difesa dei rapaci contro i
bracconieri dello stretto di Messina, e parla dell'impegno delle guardie
volontarie del WWF, in particolare del nucleo di Salerno ed il lavoro e la
passione di tutti quelli che si battono quotidianamente per la difesa della
natura e degli animali selvatici.
Proprio Anna Giordano organizza il campo di vigilanza sullo stretto di
Messina, per impedire gli spari contro i rapaci che in migrazione passano su
questo tratto di mare, ormai da trent'anni.
Parte infatti l'11 aprile il ventottesimo campo internazionale per la
protezione dei rapaci e le cicogne in migrazione sullo Stretto di Messina
organizzato da WWF Italia, Associazione Mediterranea per la Natura e NABU
(D) I dettagli sul campo su: www.migrazione.it .
Tra aprile e maggio inoltre nella zona di Salerno e Ischia una nuova
edizione del campo di vigilanza anti bracconaggio.
L'impressione sconfortante che il  grande scrittore  americano ha avuto del
modo in cui in Italia tuttora si pratica la caccia è condivisa dal  WWF.  Il
giudizio generale sulla stagione venatoria che si chiude il 31 gennaio
(tranne che nel Lazio dove le doppiette potranno  sparare fino al 10
febbraio!)  per il WWF è  del tutto negativo.
"Una condotta irresponsabile quella tenuta dai Governi regionali in materia
di caccia, spesso sostenuta da atti illegittimi a danno del patrimonio
naturale nazionale ed internazionale, tante sono le specie migratrici che
attraversano o sostano nel nostro Paese. Un'urgenza della quale la
Conferenza Stato Regioni deve immediatamente farsi carico per ricondurre
l'esercizio dell'attività venatoria nell'alveo della legalità."  ha
dichiarato Raniero Maggini vice Presidente WWF Italia.

Le Regioni non hanno applicato la nuova  legge  (art. 42  Legge 96/2010
"Legge comunitaria 2009)  che ha modificato la legge quadro sull'attività
venatoria (Legge 157/1992)   e recepito finalmente  i principi fondamentali
della direttiva "Uccelli" (che risale al 1979) rispondendo  anche   a
diverse  e pesanti procedure  di infrazione comunitaria aperte contro
l'Italia, prevedendo  per il nostro Paese nuovi e stringenti obblighi per la
tutela della fauna e per la  regolamentazione della caccia: l'obbligo, da
parte dello  Stato ed ancor più delle  regioni (che approvano i calendari
venatori), di vietare la caccia nei periodi di particolare delicatezza per
gli uccelli selvatici ( riproduzione e migrazione )  e l'obbligo di
mantenerne o riportarne le popolazioni ad uno "stato di conservazione
soddisfacente".
In sostanza le Regioni avrebbero dovuto ridurre la stagione di caccia e
proteggere molte specie di uccelli, prima  cacciabili. La stagione di caccia
che ora si chiude avrebbe potuto essere  la prima di un "new deal" in cui
l'Italia avrebbe dovuto iniziare a "riempire i cieli "  ed abbandonare molte
delle  modalità barbare ed anacronistiche  della caccia italiana.
Le Regioni, invece, non hanno rispettato  la nuova legge, non hanno tenuto
conto dell'importante documento dell' Ispra  "Guida per la stesura dei
calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata
dalla legge comunitaria 2009, art. 42",   inviato  a tutte le Regioni il 29
luglio scorso; non hanno ascoltato le richieste  del WWF e di decine di
altre associazioni ambientaliste ed animaliste  che a giugno hanno inviato
puntuali note a tutte le Regioni e Province autonome italiane ed ai Ministri
competenti, segnalando l'obbligo di ridurre la durata della stagione
venatoria e il numero delle specie cacciabili, in ottemperanza delle
modifiche apportate alla legge 157/1992 dalla legge Comunitaria 2009".
Secondo ISPRA,  salvo qualche eccezione, la caccia in Italia dovrebbe
aprirsi il 1° ottobre e chiudersi al massimo il 20 gennaio; molte specie
andrebbero sospese dai calendari venatori; per molte altre, la caccia
potrebbe essere autorizzata solo in presenza di piani di gestione adeguati.
"Ci appelliamo al senso di responsabilità dei governi regionali e dei
ministri, in particolare dell'Ambiente e dell'Agricoltura, affinché la nuova
legge apra una stagione di tutela della natura e rispetto delle regole
anziché di nuove infrazioni e pesanti contenziosi". Così concludeva la nota
inviata  dalle associazioni alle Regioni a giugno prima che   approvassero i
calendari venatori . Il senso di responsabilità e rispetto delle leggi è
invece  risultato davvero scarso, tanto che abbiamo dovuto ricorrere al
giudice amministrativo per molte regioni che in diversi casi ha messo in
discussione gli atti regionali.
 (------)segue testo completo in allegato

21 apr 2015

Petrolio, COMUNICATO STAMPA - FEDERPETROLI ITALIA: PRESENTATO IL 'MODULO QLF',

COMUNICATO STAMPA - L'INNOVAZIONE DEL NON-OIL SULLA RETE CARBURANTI

Roma, 21 Aprile 2015

FEDERPETROLI ITALIA: PRESENTATO IL 'MODULO QLF', L'INNOVAZIONE DEL NON-OIL SULLA RETE CARBURANTI

Il Mondo petrolifero italiano avrà una nuova veste, non più pompa di benzina ma 'Area Carburanti  Professionalizzante' cambia veste la Stazione di Servizio
Si è svolta nell'elegante e lussuosa cornice del Grand Hotel ad Abano Terme la presentazione ufficiale di FederPetroli Italia del nuovo concept di prefabbricato per la Rete Carburanti, il Modulo Bar QLF.

QLF si riferisce alla Quick Light Food, brand che avrà l'esercizio diretto ed indiretto dei contratti di franchising dei Gestori che saranno affiliati e preposti alla conduzione di un nuovo modello di prodotto e servizio alla clientela nel mondo petrolifero.
Il Modulo QLF è il risultato di circa due anni di studio della Divisione Rete della FederPetroli Italia che, dalla criticità del settore petrolifero di questi ultimi anni dovuto alla crisi internazionale, dal continuo oscillare dei prezzi del petrolio e dal calo di erogato sulle Stazioni di Servizio ed Aree adibite alla vendita di benzine e gasoli, ha dato vita ad una nuova idea concepita per ristrutturare la famosa 'pompa di benzina' e renderla 'Area Professionalizzante' con servizi di informazione all-news, qualità nella degustazione del food e nei servizi mirati ad un target che oltre al trasportatore ed alla clientela aziendale, possa rivolgersi alle famiglie italiane in una nuova veste ed eleganza del non-oil.

La giornata è stata moderata dal Giornalista di Mediaset – Giuseppe Novero con la presenza di retisti e rappresentanti dell'indotto petrolifero italiano, nonché importanti multinazionali ed altri partner di FederPetroli Italia intervenuti quali: Nestlè-Motta, Fastweb, San Marco Petroli, GuidoBaldi Allestimenti, Gruppo Cimbali, PetrolConsulting, rit Service Technology, Quick Light Food, Petrolifera Adriatica, Alemagna, New Catering, Andolfo Accademy Food, Antica Gelateria del Corso, Poste Italiane, Radio Italia, Brambilla Carburanti, Market Road e tanti altri intervenuti alla presentazione.
FederPetroli Italia ha voluto evidenziare che il Modulo QLF sarà installato sugli Impianti di carburante sprovvisti di bar e di altri servizi non-oil ed in altre location adeguate alla struttura.

Le previsioni di mercato sono state studiate dalle divisioni del Marketing Strategico al fine di un aumento dell'erogato su benzine, gasoli e Gpl con una crescita del fatturato della Stazione di servizio - Area carburante.

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30 ago 2014

notizie e comunicati ... FEDERPETROLI ITALIA (Marsiglia): CHIUSURA RAFFINERIE, DIMOSTRA ASSENZA POLITICA INDUSTRIALE E SOCIALE

COMUNICATO STAMPA
FEDERPETROLI ITALIA (Marsiglia): CHIUSURA RAFFINERIE, DIMOSTRA ASSENZA POLITICA INDUSTRIALE E SOCIALE
"Appprendiamo con piacere che anche l'Unione Petrolifera ha invitato allo sfruttamento delle risorse di idrocarburi italiane e penso che adesso ci possa essere una nuova fase di dialogo con il Governo, su problemi reali che stanno danneggiando gravemente l'economia industriale italiana" le dichiarazioni del Presidente della FederPetroli Italia Michele Marsiglia a margine della decisione dell'azienda energetica di Stato ENI sulla ristrutturazione/chiusura delle raffinerie in Italia.
Continua Marsiglia " In Europa le raffinerie ristrutturano, in Italia chiudono: queste sono barzellette. Il nuovo managment dell'ENI ci dia delle spiegazioni sulle politiche industriali del Gruppo, altrimenti rischiamo il fallimento del 60% delle aziende che lavorano nell'indotto di raffinazione e, non solo. Non stiamo più parlando di margini, di Brent, di prezzo del petrolio, adesso si parla di persone, di famiglie e di organici che in poco meno di sei mesi resteranno senza lavoro, conseguenza delle chiusure aziendali. Con la chiusura e conversione di alcune raffinerie in Italia (IES Mantova, ENI Marghera, Roma) per non parlare della ridotta capacità di raffinazione di altre, abbiamo già assistito al fallimento di aziende che lavoravano per l'indotto. In Italia abbiamo realtà che da più di 50 anni realizzano il 90 % del proprio fatturato grazie a quella singola raffineria. Se si guarda all'Italia come Hub Mediterraneo non possiamo andare avanti su questa strada con assenza di politica industriale energetica.
ENI dovrebbe essere la 'nostra Grande Sorella' e sviluppare lavoro per tutta l'industria italiana, invece abbiamo le nostre aziende con +48 % di fatturato in Kazakistan. Solitamente le Major di bandiera sono le madrine dell'industria interna di uno Stato, noi invece andremo a raffinare il nostro prodotto all'estero.
Il Presidente Marsiglia "Qualche mese fà sono stato ospite di alcuni raffinatori nel centro Italia che mi hanno chiesto la possibilità di autocisterne di greggio provenienti dai nostri pozzi, pur di poter continuare a far funzionare i propri impianti, altrimenti per il 2015 ci sarà lo stop del Topping (processo di raffinazione).
La chiusura delle infrastrutture petrolifere in Italia crea un disagio economico/strutturale/sociale per un'economia di gestione interna e verso paesi terzi. La cosa che mi rattrista di più è che qualche anno fa, contrariamente a quello che FederPetroli Italia stava ribadendo, i grandi colossi petroliferi italiani continuavano a ripetere che la Libia era un luogo sicuro, ad oggi penso che si possa tirare un linea di sommatoria e tutti possono trarre le conclusioni!
La soluzione non è da ricercare all'estero o nella disoccupazione di massa, bisogna iniziare a produrre con i nostri giacimenti, aprire a nuove forme di tecniche estrattive non invasive e creare riserve interne di stoccaggio strategico. Il tutto si traduce in un indotto occupazionale ex novo di oltre 10.000 persone tra siti a terra ed in mare, appalti per aziende di settore ed immediate entrate per le casse dello Stato, oltre ad una bolletta energetica per le famiglie ridotta del 70%. Non vi è alcun bisogno che il Governo debba stanziare fondi per l'adeguamento degli impianti, con le riserve petrolifere italiane si riesce a far fronte a tutti i piani di investimento per la riqualificazione ambientale ed adeguamento delle strutture.
FederPetroli Italia sull'argomento dell'indotto di raffinazione era stata già portavoce dal 2011 per alcunne situazione che avevano creato difficoltà di approvvigionamento e lavorazione dei prodotti petroliferi per largo consumo. La nota stampa rientra nella ridefinizione di una Politica Energetica Nazionale.

31 lug 2014

News oggi .. FEDERPETROLI ITALIA (Marsiglia): CHIUSURA RAFFINERIE, DIMOSTRA ASSENZA POLITICA INDUSTRIALE E SOCIALE


COMUNICATO STAMPA
Roma, 30 Luglio 2014
FEDERPETROLI ITALIA (Marsiglia): CHIUSURA RAFFINERIE, DIMOSTRA ASSENZA POLITICA INDUSTRIALE E SOCIALE

"Appprendiamo con piacere che anche l'Unione Petrolifera ha invitato allo sfruttamento delle risorse di idrocarburi italiane e penso che adesso ci possa essere una nuova fase di dialogo con il Governo, su problemi reali che stanno danneggiando gravemente l'economia industriale italiana" le dichiarazioni del Presidente della FederPetroli Italia Michele Marsiglia a margine della decisione dell'azienda energetica di Stato ENI sulla ristrutturazione/chiusura delle raffinerie in Italia.
Continua Marsiglia " In Europa le raffinerie ristrutturano, in Italia chiudono: queste sono barzellette. Il nuovo managment dell'ENI ci dia delle spiegazioni sulle politiche industriali del Gruppo, altrimenti rischiamo il fallimento del 60% delle aziende che lavorano nell'indotto di raffinazione e, non solo. Non stiamo più parlando di margini, di Brent, di prezzo del petrolio, adesso si parla di persone, di famiglie e di organici che in poco meno di sei mesi resteranno senza lavoro, conseguenza delle chiusure aziendali. Con la chiusura e conversione di alcune raffinerie in Italia (IES Mantova, ENI Marghera, Roma) per non parlare della ridotta capacità di raffinazione di altre, abbiamo già assistito al fallimento di aziende che lavoravano per l'indotto. In Italia abbiamo realtà che da più di 50 anni realizzano il 90 % del proprio fatturato grazie a quella singola raffineria. Se si guarda all'Italia come Hub Mediterraneo non possiamo andare avanti su questa strada con assenza di politica industriale energetica.
ENI dovrebbe essere la 'nostra Grande Sorella' e sviluppare lavoro per tutta l'industria italiana, invece abbiamo le nostre aziende con +48 % di fatturato in Kazakistan. Solitamente le Major di bandiera sono le madrine dell'industria interna di uno Stato, noi invece andremo a raffinare il nostro prodotto all'estero.
Il Presidente Marsiglia "Qualche mese fà sono stato ospite di alcuni raffinatori nel centro Italia che mi hanno chiesto la possibilità di autocisterne di greggio provenienti dai nostri pozzi, pur di poter continuare a far funzionare i propri impianti, altrimenti per il 2015 ci sarà lo stop del Topping (processo di raffinazione).
La chiusura delle infrastrutture petrolifere in Italia crea un disagio economico/strutturale/sociale per un'economia di gestione interna e verso paesi terzi. La cosa che mi rattrista di più è che qualche anno fa, contrariamente a quello che FederPetroli Italia stava ribadendo, i grandi colossi petroliferi italiani continuavano a ripetere che la Libia era un luogo sicuro, ad oggi penso che si possa tirare un linea di sommatoria e tutti possono trarre le conclusioni!

La soluzione non è da ricercare all'estero o nella disoccupazione di massa, bisogna iniziare a produrre con i nostri giacimenti, aprire a nuove forme di tecniche estrattive non invasive e creare riserve interne di stoccaggio strategico. Il tutto si traduce in un indotto occupazionale ex novo di oltre 10.000 persone tra siti a terra ed in mare, appalti per aziende di settore ed immediate entrate per le casse dello Stato, oltre ad una bolletta energetica per le famiglie ridotta del 70%. Non vi è alcun bisogno che il Governo debba stanziare fondi per l'adeguamento degli impianti, con le riserve petrolifere italiane si riesce a far fronte a tutti i piani di investimento per la riqualificazione ambientale ed adeguamento delle strutture.
FederPetroli Italia sull'argomento dell'indotto di raffinazione era stata già portavoce dal 2011 per alcunne situazione che avevano creato difficoltà di approvvigionamento e lavorazione dei prodotti petroliferi per largo consumo. La nota stampa rientra nella ridefinizione di una Politica Energetica Nazionale.

18 mag 2015

Petrolio, Press Release - UNIONE DELL’ENERGIA: Italia fanalino di coda senza Politica Energetica Nazionale

COMUNICATO STAMPA
Roma, 18 Maggio 2015
UNIONE DELL'ENERGIA: Italia fanalino di coda senza Politica Energetica Nazionale
Denunceremo al Senato le difficoltà delle aziende energetiche italiane

"Se non cambia profondamente l'ossatura della politica energetica nazionale l'Italia non potrà contribuire all'ambizioso Progetto varato lo scorso Febbraio dalla Commissione Europa sull'Unione dell'Energia ". A denunciare lo stallo in cui versa attualmente il settore energetico nel nostro Paese è il Presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia.
"Senza una Politica Energetica Nazionale ben delineata l'Italia invece che essere il Paese guida dell'Hub energetico Mediterraneo, resterà il fanalino di coda. Attendiamo la nuova convocazione da parte della 10° Commissione Attività produttive e 13° Commissione Ambiente del Senato della Repubblica in merito all'Affare Assegnato sugli atti comunitari 'Unione dell'Energia' per denunciare la grave situazione in cui vertono le aziende energetiche italiane e la totale mancanza di struttura di interconnessione energetica interna e con il resto dell'Europa" continua Marsiglia.
"Abbiamo valutato più che positivamente il Pacchetto dell'Unione dell'Energia varato lo scorso febbraio, definendolo ambizioso ed importante per delineare l'Europa una potenza energetica, ma in questi ultimi anni è evidente il blocco delle attività: ricerca di risorse minerarie in stallo, indotto di raffinazione critico, reti di comunicazione infrastrutturali per il trasporto del petrolio e gas che non riescono a prendere corpo, progetti di rilevanza internazionale come il corridoio sud che vivono un'altalenante situazione di sviluppo, la logistica integrata con depositi ed attracchi portuali non idonei al ricevimento prodotto, nonchè le difficoltà degli impianti di produzioni di energia elettrica. Inoltre manca un struttura legislativa che permetta agli imprenditori di investire in Italia senza scappare via dopo pochi anni. In questo modo il Pacchetto dell'ENERGY UNION sarà solo un altro slogan cui l'Italia non potrà mai contribuire' ha detto il presidente di FederPetroli Italia.
'FederPetroli Italia su richiesta del Senato ha già prodotto nelle passate settimane due relazioni di osservazioni sulla delicata situazione di approvvigionamento energetico con la Libia e non ultimi i commenti ai 5 punti strutturali della Politica Energetica Europea. Le Commissioni saranno portate a conoscenza delle parole delle aziende, sarà nostro compito comunicare il disagio politico, economico e legislativo. Il Governo questa volta dovrà ascoltare, altrimenti rischiamo un altro grande bluff dell'Italia nello scacchiere energetico internazionale, una figura che non possiamo permetterci, l'Europa ci chiede un aiuto, basta nascondersi dietro a slogan politici, i problemi reali sono altri' ha concluso il presidente Marsiglia.

FederPetroli Italia

19 ago 2012

Politica italiana - la Nuova e vecchia Democrazia Cristiana



Sta per rinascere la Democrazia Cristiana?
Sono nato, cresciuto sotto il bianco possente, avvolgente, prorompente della vecchia balena bianca.
Dominò con moderazione e scaltrezza per decenni l'Italia, portandola nell'era dell'industrializzazione, dello sviluppo economico, del benessere e delle mille contraddizione.
Era il partito della conservazione, ma favorì il più grande cambiamento epocale d'Italia: il passaggio da un paese contadino a uno industriale e post industriale, con una cultura nuova.
Cosa ha lasciato il lungo governo bianco?
Ora abbiamo un Paese spossato, deluso, in declino economico e in forte calo di natalità.
Forse il nuovo che ci ha lasciato ha fatto tanti danni?
Sicuramente l'impossibilità di un'alternanza al potere ha fatto incancrenire situazioni sociali e politiche: è nata una classe imprenditoriale clientelare, talvolta mafiosa, soprattutto ostile ad ogni leale competizione.
La nuova Italia è fatta di uno strano ceto medio, in contrapposizione a un mondo di contadini e di operai: oggi abbiamo impiegatini, liberi professionisti non sempre di successo, artigiani con sempre più difficoltà, che cercano di uscire da una mediocrità senza prospettive.
E' un vero peccato che l'Italia precedente sia scomparsa: era popolare, schietta, forse ignorante, dialettofona, zeppa di tradizioni, di cibi nostrani, di Santi e Santuari, di miracoli e fiduciosa del futuro, con tanti mocciosi chiassosi nelle strade.
Non dico che sia colpa o merito della Democrazia Cristiana se tutto questo non c'è più, ma un po' di responsabilità l'hanno i vecchi politici della Prima Repubblica.

24 mag 2012

WWF - TUTELA COSTE IN ALTO MARE - DALLE OASI WWF APPELLO A CLINI


WWF - TUTELA COSTE IN ALTO MARE - DALLE OASI WWF APPELLO A CLINI


di Oasi per te’
WWF: “TUTELA COSTE IN ‘ALTO MARE’
DALLE OASI WWF L’APPELLO A CLINI PER SALVARE IL PROFILO FRAGILE DELL’ITALIA” 

A pochi giorni dalla Festa delle Oasi WWF dedicata alla tutela dei litorali italiani,

Il WWF consegna al ministro Clini il DECALOGO SALVA-COSTE con le richieste per proteggerle

RUSH FINALE DELLA CAMPAGNA WWF PER TUTELARE 3 AREE COSTIERE IN SARDEGNA, PUGLIA E VENETO: SI DONA AL 45503 O AGLI SPORTELLI UNICREDIT IN TUTTA ITALIA*

E IL 20 MAGGIO LA FESTA DELLE OASI WWF, CON 100 OASI E 37 RISERVE DEL CORPO FORESTALE APERTE GRATUITAMENTE IN TUTTA ITALIA – Programmi su www.wwf.it


PER LA STAMPA: VIDEO, FOTO, LO SPOT, CARTELLI PROMOZIONE SMS SU http://upload.wwf.it/GiornataOasi/file/

Un litorale lungo 8.000 chilometri costellato di infrastrutture, porti, stabilimenti balneari, compromesso dall’erosione costiera e dall’inquinamento, con un sistema di aree marine che sono “protette” solo sulla carta, parchi nazionali costieri mai nati e una cronica mancanza di fondi che rischia di relegare le aree protette a una funzione meramente burocratica. E mentre il mondo guarda a Rio+20 ribadendo obiettivi di conservazione che rafforzino la tutela nel nome di uno sviluppo davvero sostenibile, la tutela delle coste e degli ecosistemi marini italiani è davvero in “alto mare”.

È la fotografia scattata dal nuovo dossier “Coste: il profilo fragile dell’Italia” consegnato oggi dal WWF al ministro dell’Ambiente Corrado Clini insieme a un decalogo “salva-coste” con le richieste per proteggere le nostre ‘amate sponde’ da una pressione umana sempre più insostenibile e garantire agli italiani un inestimabile patrimonio naturalistico, economico e culturale.

L’incontro di oggi, alla presenza del Corpo Forestale dello Stato e dei tanti partner che stanno sostenendo il WWF per la tutela delle coste italiane, dà il via al rush finale della campagna “Un mare di oasi per te”, che in vista della Festa delle Oasi, il 20 maggio in tutta Italia, sta coinvolgendo gli italiani in una nuova sfida di tutela tutta dedicata alle coste e al mare:  dare vita alla nuova Oasi WWF Scivu ad Arbus, in Sardegna, un vero paradiso di dune alte sabbiose e fitta macchia mediterranea, minacciata dal taglio dei ginepri secolari o dal passaggio di fuoristrada. Bonificare la bellissima spiaggia che costeggia la Riserva naturale e Oasi WWF Le Cesine, nel Salento, in Puglia, dove i rifiuti portati dal mare e mai rimossi hanno creato strati di plastica con gravi danni alla vegetazione e agli animali. Riforestare e riqualificare le zone umide dell’Oasi WWF Golena di Panarella, in Veneto, un paradiso di biodiversità alle porte del Delta del Po, che d’inverno ospita fino a 130-140.000 uccelli. Tre aree che sono il simbolo delle tre tipologie di coste più importanti e allo stesso tempo più fragili: le dune, le zone umide e le foci dei fiumi. Si dona via SMS  o chiamata al 45503 fino al 20 maggio oppure, fino al 26 maggio, presso gli sportelli UniCredit di tutta Italia*.

I primi dati dello studio WWF a inizio campagna presentavano i nostri litorali come 8.000 chilometri affollati da 638 comuni costieri e 30 milioni di italiani, colpiti da erosione costiera per il 42%, costeggiati da un “lungomuro” di cemento che conta in media uno stabilimento balneare ogni 350 metri (12.000 in tutto), interessati da 28 dei 57 siti di bonifica industriale d’interesse nazionale. I nuovi dati presentati oggi puntano il dito sui porti e qualità delle acque. In Italia infatti si conta un porto ogni 14,2 chilometri di costaper un totale di 525 fra turistici e commerciali, approdi e darsene (con un incremento di di oltre il 7,6% tra il 2007 e il 2011), con picchi in Friuli Venezia Giulia e Veneto, che contano un porto ogni 2,6 km e 3 km di costa, tanto che lItalia è al terzo posto in Europa per il peso totale dei beni movimentati nei porti UE (13,6%) dopo Olanda e Regno Unito (classifica nella scheda). Sul fronte del petrolio, la metà del greggio che arriva nel Mediterraneo (9 milioni di barili di greggio ogni giorno) viene scaricato nei porti petroli italiani (14 scali petroliferi, 3 dei quali sono quelli principali: Genova, Trieste, Venezia). Sono 9 le raffinerie situate sulla costa (Marghera, Falconara, Taranto, Livorno, Augusta, Priolo, Milazzo, Sarroch e Gela) ed è l’Italia ad avere il primato del greggio versato nei principali incidenti che si sono succeduti in 25 anni, con 162.200 le tonnellate sversate nelle acque territoriali italiane, seguita dalla Turchia (con quasi 50.000 tonnellate) e dal Libano (29.000). Mentre sul fronte dei depuratori, ben18 milioni di cittadini, pari al 30% della popolazione italiana, non sono serviti dalla depurazione delle acque reflue, mentre un impianto su 4 sarebbe irregolare. Non a caso il nostro Paese è stato chiamato a rispondere in sede di Corte di Giustizia europea.

Eppure gli strumenti di tutela ci sarebbero: oltre alle Convenzioni internazionali, le Direttive Comunitarie, le Norme nazionali e regionali, si contano in Italia 7 Parchi Nazionali costieri, 27 Aree Marine Protette, 51 Zone Ramsar, senza contare 378 Siti di Interesse Comunitario, 114 Zone a Protezione Speciale, 150 SIC a mare, e il nostro Paese è lo stato mediterraneo con il maggior numero di Aree Marine Protette. Ma questo impianto di tutela è tale solo sulle carte, perché mancano strategie complessive, atti d’indirizzo efficaci, una coopianificazione Stato-Regioni, mancano fondi e quelli disponibili non sono ben gestiti, mentre la rete dei controlli è sempre più debole nonostante gli sforzi degli organi preposti.

Per questo il WWF ha presentato al ministro Clini dieci richieste ‘salva-coste’, che riguardano da un lato la diminuzione della pressione sulle coste già edificate, dall’altro una gestione naturalistica ed ambientale efficace per le aree che si sono salvate: RAFFORZARE LA PIANIFICAZIONE: 1) Estensione del vincolo paesaggistico sulle coste 2) Moratoria delle nuove edificazioni 3) Approvazione dei Master Plan regionali dei porti LO STATO RIVENDICHI IL PROPRIO RUOLO: 4) Ricognizione sulle concessioni degli stabilenti balneari 5) Bonifica delle aree industriali costiere inquinate 6) Pieno rispetto della Convenzione di Barcellona su fascia costiera e aree protette  GESTIAMO MEGLIO GLI STRUMENTI CHE ABBIAMO:  7) Approvazione dei Piani di gestione per le aree costiere e marine della Rete Natura 2000; 8) Gestione integrata delle acque per salvare la costa e il mare 3) Garantire le risorse per maggiori controlli in mare e sulla fascia costiera AVVIO DI UN PIANO NAZIONALE PER LE “GREEN INFRASTRUCTURES”: che garantisca la funzione ecologica di coste e fiumi che devono essere più idonei a rispondere alle esigenze di “adattamento” imposte dai cambiamenti climatici in atto.

Anche in una situazione di difficoltà economica come quella attuale, la tutela delle nostre coste è necessaria e possibile, trovando in un nuovo rapporto tra Stato e Regioni la capacità di realizzare un piano di intervento a lungo termine su cui investire fondi comunitari – ha detto Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia – Nel frattempo il ruolo delle associazioni e dei cittadini è fondamentale. Non possiamo permetterci di perdere le nostre coste e insieme, come dimostrano oltre 40 anni di azione WWF sul campo grazie all’aiuto di tutti i suoi sostenitori, possiamo concretamente salvare da ogni forma di speculazione tasselli preziosi dei nostri litorali, conservandone l’integrità e la bellezza per gli anni a venire.”

Intanto fervono i preparativi per la Festa delle Oasi WWF, che il 20 maggio saranno aperte gratuitamente in tutta Italia insieme a 27 Riserve del Corpo Forestale dello Stato che quest’anno partecipa alla festa. La festa delle Oasi è l’occasione migliore per passare una giornata nella natura, toccare con mano la sua meraviglia e comprendere l’importanza di tutelarla attraverso una concreta azione sul territorio. Moltissime le attività organizzate nelle Oasi WWF lungo le coste, ma non solo: si esplorano boschi e radure, si avvistano cervi, fenicotteri e anatre selvatiche, si va sulle tracce di orsi e lontre, si costruiscono nidi, si fotografano fiori e farfalle, si liberano rapaci e tartarughe marine curati nei centri del WWF, si fanno percorsi sensoriali di giorno e di notte, e poi spettacoli, concerti di musiche tradizionali, pic-nic sui prati in fiore, mercatini biologici… Tutti i programmi regione per regione suwww.wwf.it Le oltre 100 Oasi WWF, che rappresentano il più grande sistema di aree protette privato d’Europa, tutelano i più importanti habitat della penisola. E la festa è un’occasione unica per scoprire, insieme agli esperti del WWF, oltre 30.000 ettari di natura incontaminata, spiagge, boschi, fiumi, montagne e lagune, insieme a fenicotteri, istrici, lontre, rapaci e alle migliaia di specie animali e vegetali, di cui molte a rischio estinzione, che in essi hanno trovato rifugio. 

Anche quest’anno testimonial della campagna è Luca Argentero che ha voluto confermare il suo impegno accanto al WWF girando un suggestivo spot ambientato in riva al mare. E tra gli altri aiuteranno a diffondere l’iniziativa anche Fiorello, Neri Marcorè, Massimiliano Rosolino, Claudia Pandolfi, Francesco Facchinetti, Teresa Mannino, Tessa Gelisio, Milano American Football team Rhino che hanno prestato la loro immagine al progetto, mentre i team dell’America’s Cup nei giorni scorsi hanno aiutato il WWF in azioni di monitoraggio el fratino, rara specie di uccello delle spiagge, presso l’Oasi WWF Dune degli Alberoni.


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14 mar 2024

LIBIA, FEDERPETROLI: BENE INCONTRO PIANTEDOSI-HAFTAR. SEGNALE IMPORTANTE



Il gio 14 mar 2024, 08:07 Press Office FederPetroli Italia <ufficio.stampa@federpetroliitalia.org> ha scritto:

COMUNICATO STAMPA

Roma, 14 Marzo 2024

LIBIA, FEDERPETROLI: BENE INCONTRO PIANTEDOSI-HAFTAR. SEGNALE IMPORTANTE

"Riteniamo che l'incontro in Libia del Ministro dell'Interno del Governo italiano Matteo Piantedosi e del Vice Ministro per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli con il Gen. Khalifa Haftar a Bengasi sia un segnale importante e coraggioso da parte del Governo italiano. Si delinea un grande passo in avanti nei rapporti bilaterali tra Italia-Libia in fase di stallo da anni" le dichiarazioni del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia a seguito della missione libica dei due esponenti del Governo.

Continua Marsiglia "Nel 2020 con FederPetroli Italia esprimemmo la nostra posizione a favore di un dialogo nei confronti del generale Haftar, ritenendo lo stesso un valido interlocutore su diverse posizioni internazionali, in primis la ripresa dell'industria dell'Oil & Gas tra l'Italia e la Libia. La nostra posizione, sostenuta negli anni, al tempo compromise i rapporti con un importante diplomatico italiano in Libia (oggi in altra sede europea), ritenendo 'FederPetroli Italia dalla parte di un criminale'. In pochi anni un cambio di rotta, un segnale importante e coraggioso da parte del Governo italiano che rafforza le posizioni della Federazione in politica estera".

"Siamo convinti e certi che, questa nuova fase di apertura istituzionale italiana, oltre a gestire al meglio il traffico di essere umani, porterà anche ad una fase di difesa commerciale e tutela della situazione che oggi vede la Libia e le attività italiane vittime di scioperi e tensioni su importanti impianti petroliferi locali" le parole del Presidente di FederPetroli Italia.

Le proteste hanno interessato i membri della milizia Petroleum Facilities Guard (PFG) con il blocco di flussi di gas in un complesso facente capo alla compagnia Mellitah Oil & Gas nella città di Al-Zawiya. Si tratta di un'azienda di cui ENI detiene l'80% della produzione. L'impianto è uno snodo per l'esportazione del gas libico verso la Sicilia.

Link e foto: http://www.federpetroliitalia.org/?p=2572

 

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14 ott 2015

COMUNICATO STAMPA -REGIONE VENETO-FEDERPETROLI ITALIA:

“Bene incontro con Assessore Roberto Marcato. Strada giusta......"
ROMA, 14 Ottobre 2015

REGIONE VENETO - FEDERPETROLI ITALIA

Marsiglia: Bene incontro con Assessore Marcato, strada giusta per nuovo disegno Politica Energetica in Italia


La FederPetroli Italia esprime apprezzamento per l'incontro che si è tenuto alla REGIONE VENETO nella sede di Palazzo Balbi a Venezia con l'Assessorato allo Sviluppo Economico ed Energia alla presenza dell'Assessore Roberto Marcato ed il Presidente di FederPetroli Italia - Michele Marsiglia.
L'incontro è stato incentrato sulla volontà di affrontare in maniera congiunta le problematiche in cui verte l'indotto petrolifero italiano e della Regione Veneto, in relazione all'aumento della Bolletta Energetica italiana.
Il Presidente Marsiglia ha evidenziato la necessità di programmare interventi mirati e finalizzati alla riqualificazione di alcuni comparti petroliferi del settore dell'Estrazione, della Raffinazione, della Logistica integrata e Depositi e della Rete Carburanti anche in virtù di una Politica Energetica Europea (Energy Union). 
Risalto è stato dato alle tematiche inerenti i nuovi investimenti nel Gas Naturale Liquefatto (GNL) e l'importanza di Terminal costieri nel bacino dell'alto Adriatico. L'importanza strategica dell'Offshore italiano e le estrazioni petrolifere a terra (Onshore), con conseguente indotto occupazionale per lo sviluppo di alcuni cantieri programmati già da tempo.
E' stato affrontato il tema dello Sblocca Italia, l'azione referendaria e la delicata situazione delle competenze alle Amministrazioni territoriali.

Il Presidente di FederPetroli Italia ha dichiarato a seguito dell'incontro " Siamo sulla strada giusta e continueremo il nostro impegno per una nuova Politica Energetica in Italia. E' ora di cambiare persone e progetti che si sono rivelati fallimentari in campo energetico. Ringraziamo della grande disponibilità l'Assessore Roberto Marcato e la Regione Veneto, nell'aver ascoltato le istanze ed i progetti delle nostre Aziende, segno di apertura politica e dialogo costruttivo. Continuiamo su questa strada intrapresa che ad oggi, visto i risultati, riteniamo sia quella giusta, ovvero il dialogo e l'incontro con le Amministrazioni locali: Regioni, Provincie e Comuni.

Chiediamo però un ulteriore sforzo, sul capire cosa sono il Petrolio e Gas in Italia, la definizione di una Politica Energetica Nazionale chiara e ben definita e la potenzialità energetica del nostro Paese, poiché tutti siamo cittadini e consumatori e, la Bolletta energetica verte sulle tasche di tutti, visto il delicato momento per le famiglie italiane".

6 dic 2011

wwf ANNIVERSARIOLEGGE SUI PARCHI SONDAGGIO WWF:“ITALIANI AMICI DEI PARCHI: PIU’ LICONOSCI PIU’ LI PROTEGGI”



Diffusi idati del sondaggio realizzato da ISPO Ricerche per il WWF:

Due terzidegli italiani conoscono le aree naturali protette, il 90% ne riconoscel’importanza per il benessere umano e l’economia del Paese, il 50% è disposto aversare un contributo specifico allo Stato per garantire  gestione e sviluppo

A 20 dalla legge quadro ilWWF lancia il dossier “L’Italia dei parchi”

Un popolo amico delle aree naturali protette, che leconosce (67%) riconosce la loro importanza per il benessere umano (98%) e perl’economia del Paese (84%), una percentuale significativa (50%) sarebbeaddirittura disposto a versare un contributo specifico allo Stato perfinanziare la loro gestione, una percentuale molto significativa seconsideriamo i tempi che corrono e l’annuncio della prossima manovra economicadel Governo.  Le percezioni positiveaumentano tra i giovani, gli istruiti e chi quei parchi li ha visitati perdavvero (il 44% degli 800 intervistati). Percelebrare il ventennale della legge 394 sui Parchi, varata il 6 dicembre 1991dopo un faticoso cammino durato più di 70 anni, il WWF ha realizzato grazie aISPO Ricerche il sondaggio demoscopico “L’Italia dei Parchi”, chiedendoagli italiani cosa pensano delle aree naturali protette, patrimonioinestimabile che, tra difficoltà e successi, tutela oggi oltre il 10,42% delterritorio italiano ed è riuscito a salvare dall’estinzione specie rarissimecome il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto, il pinoloricato. Ecco quindi come hanno risposto gli intervistati.

1) LI CONOSCI? I diversi tipi di areanaturale protetta (parchi nazionali,riserve regionali, aree marine, Oasi WWF e aree Natura 2000) sono conosciuti da oltre due terzi della popolazione, con un picco del73% per i parchi nazionali. Il 44% degli intervistati ha dichiarato diaverne visitata almeno una (con prevalenza di uomini, 25-34enni e personeistruite) 
2) A COSASERVONO? Lamaggioranza della popolazione conosce lo scopo principale delle aree naturaliprotette: il 60% cita infatti laconservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, specie i giovani, ilaureati e chi ha visitato queste aree. A questa quota si aggiunge un ulteriore 20% che indica l'educazione e lasensibilizzazione dei cittadini verso i temi ambientali.

3) SONOIMPORTANTI PER L’UOMO E L’ECONOMIA? Oltre il 90%riconosce alle aree protette una notevole importanza, sia per il benessere dellepersone e delle generazioni future (il 47% è molto d'accordo, il 48% lo è abbastanza),sia per la capacità di sensibilizzare icittadini sulle tematiche ambientali (43% molto d'accordo, 49% abbastanza),sia per la sicurezza dell’essere umano,intesa come protezione da eventi naturali estremi o dal dissesto idrogeologico(42% molto d'accordo, 47% abbastanza). L’84%le ritiene importanti anche per l'economia del Paese. 


4) BASTANO I FINANZIAMENTI? Secondo il93% degli intervistati lo Stato dovrebbe aumentare gli investimenti nelle areeprotette naturali (54%) o comunque evitare i tagli, mentre appena il 2%ritiene che debbano essere ridotti. Le cose cambiano quando si tratta di dareil proprio contributo diretto: il 50% sidice infatti disponibile a contribuire in qualche misura ai finanziamenti allearee protette (e qui si tratta soprattutto di 45-54enni, residenti nel NordItalia e visitatori), ma il 47% non èd'accordo, con un 17% che si dichiara assolutamente contrario, specie i piùanziani, i meno istruiti e i residenti nel Mezzogiorno. 

5) QUALIPRIORITA’ PER IL MINISTERO DELL’AMBIENTE? Interrogati sull'agenda del Ministerodell'Ambiente, gli italiani non sembrano condividere un tema prioritario. Comeprima risposta, il 22% cita il controllodella gestione e dello smaltimento dei rifiuti (47% totale citazioni), il19% (40% totale citazioni) la protezionedel suolo dai rischi di dissesto idrogeologico e il 18% l'educazione ambientale dei cittadini(39% totale citazioni). Sono invece meno citate la gestione e lo sviluppo dellearee naturali (prima risposta 10%; totale citazioni 23%) e la conservazionedella biodiversità (prima risposta 6%; totale citazioni 17%). 

 “Gli italiani hanno fame di natura e hanno dimostrato che le aree naturali protette sono una presenza viva nel tessuto delnostro Paese, di cui viene compreso l’inestimabile valore per sensibilizzare ededucare i cittadini alle tematiche ambientali ma anche per garantire la lorosicurezza, quale presidio qualificato per contrastare il dissesto delterritorio. Quello delle aree protette è un patrimonio naturale, tutelato evitale, che contribuisce al benessere di tutti/e e alla ricchezza delPaese  – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - E poiché le percezionipositive aumentano tra coloro che hanno avuto esperienze dirette di contattocon la natura, l’invito che facciamo a tutti gli italiani è di andare neiParchi, nelle Riserve e nelle Oasi del WWF perché è lì che si può cogliere laloro incredibile bellezza e importanza.”



Perl’anniversario della legge quadro il WWF Italia ne racconta la storia neldossier “L’Italia dei Parchi” . Dopo una lunga e faticosa storia fatta di grandisuccessi e gravissime difficoltà, oggi si contanoin Italia 871 aree naturali protette,tra cui 23 parchi nazionali, 27 areemarine protette e 670 tra riserve, parchi e aree protette regionali - oltrealle 130 Oasi del WWF - per un totale di 3.163.591 di ettari di superficieprotetta, pari al 10,42% del territorioitaliano. 
“L’Italiaha vinto la sfida quantitativa, perché abbiamo superato il 10% di territorioprotetto da parchi e riserve. La nuova sfida è la qualità della gestione,perché le aree naturali siano realmente efficaci per la conservazione dellabiodiversità e per il mantenimento dei servizi che la natura fornisce per ilbenessere umano e la nostra economia.” dichiara Franco Ferroni, responsabile policy Aree Protette del WWF Italia
Nonostante i gravi problemi e tagli ai finanziamentiche mettono a rischio la buona gestione e la sopravvivenza stessa di alcunearee, il nostro Paese può quindi vantarsi di aver assicurato protezione a quasitutti gli ambienti naturali e paesaggipiù importanti d’Italia, dalle Dolomiti all’Etna, dall’Arcipelago Toscano alGargano, dal Delta Padano alla Sila, salvando nel contempo specie rarissimedestinate all’estinzione, come ilcamoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto e il pino loricato.Una ricchezza che gli italiani dimostrano di apprezzare, tanto che i parchi ele aree protette sono il segmento più rappresentativo del turismo natura inItalia, con oltre 99 milioni di presenzetotali negli esercizi ricettivi, per un fatturatocomplessivo di 10,75 miliardi di euro. 

L'indagine demoscopica, realizzata da ISPO Ricercheper il WWF Italia, ha coinvolto un ampio campione di 800 individui, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne,stratificato per quote di genere, età, titolo di studio, condizioneprofessionale, macroarea geografica e ampiezza del comune di residenza. Leinterviste telefoniche sono state condotte nei giorni 23-24 novembre 2011.

Dettagli e storie da “Italia dei Parchi”, pubblicato a breve su  www.wwf.it (inallegato l’indice)

FOTODISPONIBILI SU  https://www.transferbigfiles.com/a80d819b-56a7-489b-9fc6-9caefbc93468?rid=m23pyYKCEa7gc7f4rWQNjQ2 

ANNIVERSARIOLEGGE SUI PARCHI SONDAGGIO WWF:“ITALIANI AMICI DEI PARCHI: PIU’ LICONOSCI PIU’ LI PROTEGGI”



Diffusi idati del sondaggio realizzato da ISPO Ricerche per il WWF:

Due terzidegli italiani conoscono le aree naturali protette, il 90% ne riconoscel’importanza per il benessere umano e l’economia del Paese, il 50% è disposto aversare un contributo specifico allo Stato per garantire  gestione e sviluppo

A 20 dalla legge quadro ilWWF lancia il dossier “L’Italia dei parchi”

Un popolo amico delle aree naturali protette, che leconosce (67%) riconosce la loro importanza per il benessere umano (98%) e perl’economia del Paese (84%), una percentuale significativa (50%) sarebbeaddirittura disposto a versare un contributo specifico allo Stato perfinanziare la loro gestione, una percentuale molto significativa seconsideriamo i tempi che corrono e l’annuncio della prossima manovra economicadel Governo.  Le percezioni positiveaumentano tra i giovani, gli istruiti e chi quei parchi li ha visitati perdavvero (il 44% degli 800 intervistati). Percelebrare il ventennale della legge 394 sui Parchi, varata il 6 dicembre 1991dopo un faticoso cammino durato più di 70 anni, il WWF ha realizzato grazie aISPO Ricerche il sondaggio demoscopico “L’Italia dei Parchi”, chiedendoagli italiani cosa pensano delle aree naturali protette, patrimonioinestimabile che, tra difficoltà e successi, tutela oggi oltre il 10,42% delterritorio italiano ed è riuscito a salvare dall’estinzione specie rarissimecome il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto, il pinoloricato. Ecco quindi come hanno risposto gli intervistati.

1) LI CONOSCI? I diversi tipi di areanaturale protetta (parchi nazionali,riserve regionali, aree marine, Oasi WWF e aree Natura 2000) sono conosciuti da oltre due terzi della popolazione, con un picco del73% per i parchi nazionali. Il 44% degli intervistati ha dichiarato diaverne visitata almeno una (con prevalenza di uomini, 25-34enni e personeistruite) 
2) A COSASERVONO? Lamaggioranza della popolazione conosce lo scopo principale delle aree naturaliprotette: il 60% cita infatti laconservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, specie i giovani, ilaureati e chi ha visitato queste aree. A questa quota si aggiunge un ulteriore 20% che indica l'educazione e lasensibilizzazione dei cittadini verso i temi ambientali.

3) SONOIMPORTANTI PER L’UOMO E L’ECONOMIA? Oltre il 90%riconosce alle aree protette una notevole importanza, sia per il benessere dellepersone e delle generazioni future (il 47% è molto d'accordo, il 48% lo è abbastanza),sia per la capacità di sensibilizzare icittadini sulle tematiche ambientali (43% molto d'accordo, 49% abbastanza),sia per la sicurezza dell’essere umano,intesa come protezione da eventi naturali estremi o dal dissesto idrogeologico(42% molto d'accordo, 47% abbastanza). L’84%le ritiene importanti anche per l'economia del Paese. 


4) BASTANO I FINANZIAMENTI? Secondo il93% degli intervistati lo Stato dovrebbe aumentare gli investimenti nelle areeprotette naturali (54%) o comunque evitare i tagli, mentre appena il 2%ritiene che debbano essere ridotti. Le cose cambiano quando si tratta di dareil proprio contributo diretto: il 50% sidice infatti disponibile a contribuire in qualche misura ai finanziamenti allearee protette (e qui si tratta soprattutto di 45-54enni, residenti nel NordItalia e visitatori), ma il 47% non èd'accordo, con un 17% che si dichiara assolutamente contrario, specie i piùanziani, i meno istruiti e i residenti nel Mezzogiorno. 

5) QUALIPRIORITA’ PER IL MINISTERO DELL’AMBIENTE? Interrogati sull'agenda del Ministerodell'Ambiente, gli italiani non sembrano condividere un tema prioritario. Comeprima risposta, il 22% cita il controllodella gestione e dello smaltimento dei rifiuti (47% totale citazioni), il19% (40% totale citazioni) la protezionedel suolo dai rischi di dissesto idrogeologico e il 18% l'educazione ambientale dei cittadini(39% totale citazioni). Sono invece meno citate la gestione e lo sviluppo dellearee naturali (prima risposta 10%; totale citazioni 23%) e la conservazionedella biodiversità (prima risposta 6%; totale citazioni 17%). 

 “Gli italiani hanno fame di natura e hanno dimostrato che le aree naturali protette sono una presenza viva nel tessuto delnostro Paese, di cui viene compreso l’inestimabile valore per sensibilizzare ededucare i cittadini alle tematiche ambientali ma anche per garantire la lorosicurezza, quale presidio qualificato per contrastare il dissesto delterritorio. Quello delle aree protette è un patrimonio naturale, tutelato evitale, che contribuisce al benessere di tutti/e e alla ricchezza delPaese  – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - E poiché le percezionipositive aumentano tra coloro che hanno avuto esperienze dirette di contattocon la natura, l’invito che facciamo a tutti gli italiani è di andare neiParchi, nelle Riserve e nelle Oasi del WWF perché è lì che si può cogliere laloro incredibile bellezza e importanza.”



Perl’anniversario della legge quadro il WWF Italia ne racconta la storia neldossier “L’Italia dei Parchi” . Dopo una lunga e faticosa storia fatta di grandisuccessi e gravissime difficoltà, oggi si contanoin Italia 871 aree naturali protette,tra cui 23 parchi nazionali, 27 areemarine protette e 670 tra riserve, parchi e aree protette regionali - oltrealle 130 Oasi del WWF - per un totale di 3.163.591 di ettari di superficieprotetta, pari al 10,42% del territorioitaliano. 
“L’Italiaha vinto la sfida quantitativa, perché abbiamo superato il 10% di territorioprotetto da parchi e riserve. La nuova sfida è la qualità della gestione,perché le aree naturali siano realmente efficaci per la conservazione dellabiodiversità e per il mantenimento dei servizi che la natura fornisce per ilbenessere umano e la nostra economia.” dichiara Franco Ferroni, responsabile policy Aree Protette del WWF Italia
Nonostante i gravi problemi e tagli ai finanziamentiche mettono a rischio la buona gestione e la sopravvivenza stessa di alcunearee, il nostro Paese può quindi vantarsi di aver assicurato protezione a quasitutti gli ambienti naturali e paesaggipiù importanti d’Italia, dalle Dolomiti all’Etna, dall’Arcipelago Toscano alGargano, dal Delta Padano alla Sila, salvando nel contempo specie rarissimedestinate all’estinzione, come ilcamoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto e il pino loricato.Una ricchezza che gli italiani dimostrano di apprezzare, tanto che i parchi ele aree protette sono il segmento più rappresentativo del turismo natura inItalia, con oltre 99 milioni di presenzetotali negli esercizi ricettivi, per un fatturatocomplessivo di 10,75 miliardi di euro. 

L'indagine demoscopica, realizzata da ISPO Ricercheper il WWF Italia, ha coinvolto un ampio campione di 800 individui, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne,stratificato per quote di genere, età, titolo di studio, condizioneprofessionale, macroarea geografica e ampiezza del comune di residenza. Leinterviste telefoniche sono state condotte nei giorni 23-24 novembre 2011.

Dettagli e storie da “Italia dei Parchi”, pubblicato a breve su  www.wwf.it (inallegato l’indice)

FOTODISPONIBILI SU  https://www.transferbigfiles.com/a80d819b-56a7-489b-9fc6-9caefbc93468?rid=m23pyYKCEa7gc7f4rWQNjQ2 

25 mar 2011

150° UNITÀ D’ITALIA:


150° UNITÀ D’ITALIA:
INAUGURAZIONE A ROMA DELLA MOSTRA REGIONI E TESTIMONIANZE D’ITALIA

Il Presidente della Regione Augusto Rollandin, il Presidente del Consiglio regionale Alberto Cerise e l’Assessore all’istruzione e cultura Laurent Viérin parteciperanno giovedì 31 marzo e venerdì 1° aprile a Roma all’inaugurazione della Mostra Regioni e testimonianze d’Italia, organizzata nell’ambito delle iniziative per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e all’interno della quale i Ministeri, le Regioni e le Aziende presentano il loro patrimonio storico, culturale, tecnologico e industriale e la nuova identità che si è venuta costruendo in un secolo e mezzo di vita. La Mostra si compone di vari spazi espositivi, dislocati in diversi luoghi simbolici della città. La partecipazione della Valle d’Aosta si inserisce nell’ambito delle iniziative dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia e promosse dalla Regione, dal Consiglio regionale e dal Consorzio Enti locali.

Giovedì 31 marzo, alle ore 17.30, al Complesso del Vittoriano, sarà inaugurata la Mostra 1861-2011. l’Unità dell’Arte italiana nella diversità delle Regioni, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Mostra raccoglie le più vive testimonianze della produzione artistica dell’Italia dal 1861 ad oggi attraverso le opere d’arte di cinque artisti per ciascuna Regione. Per la Valle d’Aosta sono esposti: Ritratto di Jean-Pierre Maquignaz (1833-1915), olio su tela di Victor Carrel; Fienagione. Raccolto (1930-1939), olio su tela, di Italo Mus; Festa a Fénis, presente l’infanta d’Austria, per l’abolizione della “Foglietta” (1983), anilina su seta stendardo, di Francesco Nex; Carnevale di Verrès. La partita a scacchi (2004), bassorilievo scolpito e dipinto in legno di noce, di Giovanni Thoux e Nature (2004), ceramica e pigmenti, di Roberto Priod.

Alle 19.30, all’Auditorium del Parco della Musica, si terrà il Concerto di benvenuto dell’Orchestra Roma Sinfonietta diretto da Ennio Morricone, offerto e organizzato dalla Regione Lazio.

Venerdì 1° aprile saranno invece inaugurate le Isole espositive delle singole Regioni, dislocate al Palazzo di Giustizia, a Castel Sant’Angelo e a Valle Giulia, alla presenza del Presidente del Senato Renato Schifani e del Presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia Giuliano Amato. La prima area a essere visitata, a partire dalle ore 11, sarà quella del Palazzo di Giustizia, dove si trova la sezione dedicata alla Valle d’Aosta.

Ogni stand, di 160 mq, è suddiviso in 7 aree tematiche. Nella prima, attraverso un video, un testimonial per ogni regione presenta i tratti salienti della sua terra. Per la Valle d’Aosta è stata scelta la fondista Arianna Follis. Nella seconda, dedicata ai Giubilei del passato, documenti, fotografie, manufatti e memorabilia, tra cui i costumi di Gressoney e di Cogne, mostrano la presenza della Regione nelle precedenti celebrazioni del 1911 e del 1961. Nella terza, è stato realizzato un percorso storico mirato che ripercorre le tappe salienti della costituzione della Regione e la sua evoluzione sino allo stato attuale: a complemento delle tavole esplicative sono esposti due pannelli lignei intagliati provenienti dalla Chiesa parrocchiale di Introd. L’area 4, dedicata ad un personaggio storico illustre, propone la figura, il pensiero, l’azione e l’eredità di Emile Chanoux. Nell’area 5, in uno spazio informativo multimediale, la Valle d’Aosta si svela attraverso un video, immagini e installazioni dedicate all’artigianato, all’agricoltura, al turismo e alla cultura, tra le quali l’opera I 40 oggetti di Franco Balan e una mucca in vetroresina decorata da Chicco Margaroli. Lo spazio successivo è focalizzato sull’architettura e l’urbanistica con la presentazione di un progetto di rilievo degli ultimi 50 anni e di uno per il prossimo futuro: sono stati scelti il Forte di Bard e il progetto di realizzazione del Campus universitario Caserma Testafochi dell’Università della Valle d’Aosta. Il percorso espositivo si chiude con uno spazio dedicato ad un tema strategico di ricerca, nel quale è illustrata l’attività realizzata dalla Regione e dalla Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur per il monitoraggio dei ghiacciai quali indicatori degli effetti del cambiamento climatico in alta quota.

Infine, alle ore 14 di venerdì 1° aprile, sarà inaugurata l’Isola dedicata al Turismo e al Saper Fare Bene Italiano, allestita al Terminal 3-Arrivi internazionali dell’Aeroporto Leonardo da Vinci-Fiumicino. Nello spazio dedicato alla Valle d’Aosta, uno schermo proietterà un video promozionale della regione, una postazione informatica fornirà il collegamento al sito istituzionale www.regione.vda.it e in una teca saranno esposti alcuni oggetti simbolo: una piccozza e dei ramponi Grivel e due cristalli del Monte Bianco, un cristallo ialino del ghiacciaio Lex Blanche e un quarzo fumé delle Aiguilles Marbrées, entrambi della collezione del Gruppo mineralogico “Les amis di Berrio”.

WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO


SABATO 26 MARZO 20.30-21.30: L’ORA DELLA TERRA
WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO SOSTENIBILE E SICURO”

TUTTI I NUMERI DELL’EARTH HOUR: adesione record di 134 Paesi del mondo,
oltre 200 Comuni italiani spegneranno castelli, torri, fontane, piazze e sedi istituzionali

IL MESSAGGIO DI BAN KI-MOON: “60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce”
E IN TUTTO IL MONDO UN MINUTO DI SILENZIO PER IL GIAPPONE

A ROMA GREEN CARPET IN PIAZZA NAVONA CON DE SICA E ROSOLINO
Prima volta per Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze e decine di iniziative in tutta Italia

Programmi su www.wwf.it . Sezione foto&video per caricare le proprie loro foto della serata

È il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a lanciare il conto alla rovescia finale verso l’Ora della Terra del WWF, il più grande movimento globale per il pianeta mai organizzato, che domani 26 marzo coinvolgerà centinaia di milioni di persone, nel numero record di 134 Paesi – e oltre 200 Comuni italiani, quasi il doppio dell’anno scorso - in un simbolico giro del mondo a luci spente attraverso tutti i fusi orari, per dimostrare che il mondo è pronto ad affrontare la lotta al cambiamento climatico e costruire fin da oggi un futuro sostenibile.

"In tutto il mondo gli individui, le comunità, le imprese e i governi stanno realizzando nuove idee e tecnologie per creare un futuro comune sostenibile” ha detto il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon. "Domani, uniamoci insieme per celebrare questo sforzo comune per proteggere il pianeta e garantire il benessere umano. Usiamo 60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce".

“Il WWF ha deciso di mantenere vivo lo spirito dell’evento, nonostante la tragedia in Giappone, il rischio nucleare e i combattimenti in corso nel Mediterraneo, perché l’Ora della Terra dà un messaggio globale di speranza, in un futuro sostenibile per il Pianeta, in un benessere reale per le persone” ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia. “A tutti chiediamo un impegno che vada oltre il gesto simbolico e duri nel tempo, come suggerisce il nuovo logo 60 “più”, per costruire ogni giorno un futuro sostenibile, in cui l’umanità viva davvero in armonia, con la Natura e con se stessa.”

“Oggi abbiamo disponibili tecnologie pacifiche, pulite, rinnovabili e sicure, e tante altre ne potremo creare con il  nostro ingegno – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia - Ma insieme alle tecnologie, faranno la differenza le pratiche quotidiane di individui, comunità, imprese, Governi, per azzerare le emissioni di gas serra e usare in modo saggio ed equo le risorse naturali che il pianeta ci offre.”

UN MONDO DI SPEGNIMENTI
Il via all’emozionante “domino” di spegnimenti globali, che in tutto il mondo sarà aperto da un minuto di silenzio per le vittime in Giappone, scatterà domani nelle isole Fiji e in Nuova Zelanda alle 20.30 locali (7.45 ora italiana), per proseguire attraverso tutti i fusi orari, in 134 Paesi su tutti e 7 i continenti, in tutti i Paesi del G20 e in migliaia di città, di cui oltre 200 in Italia. Resteranno al buio icone mondiali come la Tour Eiffel, l’Empire State Building, il Cristo Redentore di Rio, Times Square a New York, il Big Ben, l’Acropoli di Atene, la porta di Brandeburgo, l’Opera House di Sidney, meraviglie naturali come le Cascate del Niagara e le Cascate Victoria, il castello dei reali di Svezia, la più grande moschea degli Emirati Arabi Uniti, quattro dei cinque grattacieli più alti del mondo, compreso il più alto Burj Khalifa a Dubai, 828 metri, che da solo spegnerà circa mezzo milione di luci.
E quest’anno l’evento ha varcato i confini di nuovi Paesi in via di sviluppo o dagli incerti equilibri politici e sociali, come l’Iran, la Palestina, il Libano, la Giamaica, l’Uganda, Swaziland, Tajikistan, Azerbaijan e Uzbekistan, Trinidad&Tobago, Lesotho e Ciad, che si spegneranno per la prima volta.


TUTTI I NUMERI DALL’ITALIA
In Italia, dove sono scesi in campo testimonial come Marco Mengoni, Paola Maugeri, Massimiliano Rosolino, Vittorio Brumotti, Francesco Totti, Camila Raznovich e il personaggio d’animazione Pocoyo, hanno aderito più di 200 tra amministrazioni e Comuni, di cui oltre 40 capoluoghi, che dedicheranno la serata al pianeta mettendo in luce, o meglio al buio, le perle storico-artistiche del nostro territorio, dalla classicità romana agli sfarzi barocchi, dai borghi medievali fino agli edifici più moderni.
Eventi centrali in piazza Navona a Roma, con green carpet di celebrities a partire da Christian De Sica e Massimiliano Rosolino,  e sotto il Duomo di Milano, che si spegne quest’anno per la prima volta. Ma si spegneranno anche icone come il Colosseo a Roma, il Ponte Vecchio a Firenze, la Torre di Pisa, l’Acquario di Genova, il Maschio angioino, la Basilica di Superga, piazza del Campo a Siena, la Valle dei Templi di Agrigento, piazza Pretoria a Palermo e piazza Duomo a Siracusa.
Lungo tutto lo stivale resteranno al buio almeno 25 tra rocche, fortezze e castelli, tra cui il Castello Sforzesco di Milano, la rocca albornoziana di Spoleto e il Castello di Federico II a Lucera, una quindicina di torri, tra cui quelle degli Asinelli a Bologna, interi borghi saranno illuminati da fiaccole, e si spegneranno una decina di porte e mura difensive, compresa la suggestiva cinta muraria di Monteriggioni. E poi una trentina tra chiese, abbazie, basiliche e campanili, sette ponti di cui quattro a Parma e dieci fontane, come la fontana dei Quattro fiumi di Piazza Navona o la fontana maggiore di Perugia. Tra gli edifici più moderni, il grattacielo Pirelli di Milano e la speciale copertura esterna del nuovo Palazzo Costa a Genova. Più di 40 i palazzi comunali o le sedi istituzionali­ che per l’occasione spegneranno le luci, decine le piazze. E poi, interi tratti di lungomare su Adriatico, Ionio, Tirreno, oltre alle vie centrali di Riccione. Una serie indefinita di monumenti, statue, corsi, scuole, ville e palazzi storici, chicche come la Cartiera papale di Ascoli Piceno, e per i più romantici, anche una “passeggiata dell’amore” a Cassinetta di Lugagnano (MI). Tra tutte le regioni, ad aggiudicarsi a oggi il primato degli spegnimenti è la Campania con 31 Comuni, seguita da Toscana e Abruzzo che ne hanno coinvolti rispettivamente 26 e 21.

Dal mondo delle imprese, che oltre a impegnarsi nella riduzione delle proprie emissioni di CO2 e della propria impronta sull’ambiente, hanno aderito all’Ora della Terra, si spegneranno o si abbasseranno le luci, nel rispetto delle norme di sicurezza, sulle 14 navi di Costa Crociere in navigazione in Mediterraneo, Sud America, Emirati Arabi, Caraibi, Oceano Indiano, Estremo Oriente, nei 51 ipermercati Auchan di tutta Italia, nei negozi IKEA (che in 15 piazze distribuirà le bulb box per il corretto smaltimento delle lampadine efficienti), in 47 edifici europei del Gruppo UniCredit, di cui 9 in Italia, in 44 sedi direzionali, oltre all’insegna della direzione generale di Roma Eur, del Gruppo Poste Italiane, le sedi Terna di Roma, Torino, Milano, Padova, Firenze, Napoli, Cagliari e Palermo, le insegne dei tre stabilimenti di Birra Peroni a Roma, Bari e Padova, e di tutti gli stabilimenti italiani di Sofidel (marchio Regina). Luci spente anche nelle vetrine di Dodo (anche a Parigi e Dusseldorf) e Camomilla Italia, nelle sedi di Epson e Epson Meteo, DHL–supply chain, Berendsohn Italiana Spa e Tetra Pak. Per la catena Starwood Hotels and Resort, luci soffuse a Roma nel Westin Excelsior e St. Regis, mentre il Westing Palace di Milano e l’Hotel Danieli di Venezia organizzano cene a lume di candela. Coca-Cola HBC Italia sospenderà invece ogni tipo di consumo energetico per un’ora in tutti i suoi uffici e impianti produttivi sul territorio.

Decine le iniziative organizzate lungo tutto lo stivale da oltre 65 gruppi locali del WWF e per l’occasione, apertura straordinaria e iniziative speciali in circa venti Oasi WWF, per suggestive escursioni notturne, osservazione di stelle, rapaci o insetti notturni, cene a lume di candela, convegni, concerti o iniziative davvero uniche come la costruzione di bici che producono elettricità con cui illuminare lo spettacolo serale “Pronto Mondo?!?!” all’Oasi Gole del Sagittario (Anversa degli Abruzzi).

LE INIZIATIVE ONLINE
Altissima la partecipazione alle iniziative online, attraverso speciali applicazioni per twitter, myspace, youtube, i-phone, e italiani nella top ten globale per numero di messaggi arrivati sulla piattaforma globale “Beyond the hour” (www.wwf.it ), in cui migliaia di persone, ma anche imprese e istituzioni, hanno dichiarato in tutte le lingue il loro impegno per il pianeta, dalle 83 città cinesi, tra cui Shangai che creerà 1000 ettari di nuovi spazi verdi urbani o Chengdu che distribuirà 60.000 biciclette in aree centrali della città, fino alle testimonianze dei più giovani, come il rap della scuola media di Terni che in questi giorni sta facendo il giro del web. E sono tantissime le idee arrivate dai ragazzi di Repubblica@Scuola per rendere la propria scuola più sostenibile. Le migliori riceveranno un contributo di 5000 euro offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione.

TUTTI INVITATI A CARICARE LA PROPRIA FOTO DELLA SERATA NELLA SEZIONE FOTO&VIDEO SUL SITO WWW.WWF.IT/ORADELLATERRA

I PATROCINI
L’Ora della Terra 2011 ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), dell’Unione Province d’Italia (UPI), dell’Associazione Comuni Virtuosi, del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane. Ha già aderito anche l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).

I MEDIA PARTNER
LE INIZIATIVE SPECIALI CON REPUBBLICA.IT: Per “La mia scuola non divora il pianeta”, gli studenti del canale Repubblica@scuola stanno elaborando idee per rendere la propria scuola più sostenibile; gli elaborati più efficaci riceveranno un contributo economico offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione. Inoltre, tutti invitati a inviare un video di max due minuti con la propria azione “green” per l’iniziativa “Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta”; i migliori saranno pubblicati online e premiati con la maglietta di Earth Hour.
IL FREE PRESS METRO: ha aderito all’Ora della Terra e sta invitando i propri lettori ad aggiungere la propria azione “green” alla piattaforma globale su www.wwf.it  firmando “lettore di metro”. I migliori verranno pubblicati sul giornale.
RTL 102,5 e HALLMARK coinvolgeranno ascoltatori e spettatori attraverso gli spot dell’iniziativa e rubriche dedicate.

Roma, 25 marzo 2011
Contatti stampa WWF Italia: 06 84497213, 349 0514472 f.mapelli@wwf.it