19 ago 2012

Politica italiana - la Nuova e vecchia Democrazia Cristiana



Sta per rinascere la Democrazia Cristiana?
Sono nato, cresciuto sotto il bianco possente, avvolgente, prorompente della vecchia balena bianca.
Dominò con moderazione e scaltrezza per decenni l'Italia, portandola nell'era dell'industrializzazione, dello sviluppo economico, del benessere e delle mille contraddizione.
Era il partito della conservazione, ma favorì il più grande cambiamento epocale d'Italia: il passaggio da un paese contadino a uno industriale e post industriale, con una cultura nuova.
Cosa ha lasciato il lungo governo bianco?
Ora abbiamo un Paese spossato, deluso, in declino economico e in forte calo di natalità.
Forse il nuovo che ci ha lasciato ha fatto tanti danni?
Sicuramente l'impossibilità di un'alternanza al potere ha fatto incancrenire situazioni sociali e politiche: è nata una classe imprenditoriale clientelare, talvolta mafiosa, soprattutto ostile ad ogni leale competizione.
La nuova Italia è fatta di uno strano ceto medio, in contrapposizione a un mondo di contadini e di operai: oggi abbiamo impiegatini, liberi professionisti non sempre di successo, artigiani con sempre più difficoltà, che cercano di uscire da una mediocrità senza prospettive.
E' un vero peccato che l'Italia precedente sia scomparsa: era popolare, schietta, forse ignorante, dialettofona, zeppa di tradizioni, di cibi nostrani, di Santi e Santuari, di miracoli e fiduciosa del futuro, con tanti mocciosi chiassosi nelle strade.
Non dico che sia colpa o merito della Democrazia Cristiana se tutto questo non c'è più, ma un po' di responsabilità l'hanno i vecchi politici della Prima Repubblica.