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30 mar 2011

Politica estera e Berlusconi a Lampedusa






Berlusconi va a Lampedusa, mentre la polemica politica interna si scalda: Maroni fa il ministro dell'Interno ed è moderato, ma Bossi vuole i tunisini a casa loro, usando un'espressione poco adatta alla politica estera.
Il Pd si scandalizza e non propone nulla di serio, Francia e GB si alleano ad Obama per fare ciò che vogliono della Libia, parlano di armi ai ribelli, che, con ogni probabilità, hanno già inviato in segreto.
L'intervento è ormai fuori dalla logica dell'Onu, della no-fly zone: l'impegno militare dell'alleanza è quello di far cadere Gheddafi, ma il fatto che si utilizzi una strategia pessima è deludente: è la logica di armare della gente che poi non si sa cosa se ne farà di queste armi.
Per decenni gli occidentali hanno utilizzato questa strategia: il nemico del mio nemico è il mio amico.
Hanno mandato armi in Afghanistan, in Iraq, in Africa per finanziare e foraggiare tante guerriglie.
Hanno sostituito dittatori, generali gorilla con altri generali gorilla, che si sono dimostrati tiranni feroci per la loro gente, o hanno disgregato quel poco di Stato che esisteva, provocando guerra e morte, guerriglie, terrorismo, pirateria.
L'esempio peggiore d tutto questo lo si trova in Somalia, ma la lezione somala non è bastata ai “geniali” strateghi occidentali: Cameron e Sarkozy rappresentano la peggior tradizione neo- colonialista dell'Occidente.
E' per colpa di questa politica che i profughi crescono sempre più in Africa e decine di milioni di persone cercano di giungere in Europa: non c'è stato dittatore nel mondo che non abbia avuto i suoi santi protettori in Occidente, Gheddafi non fu l'unico e l'ultimo.
Perché si sceglie questa strategia?
Perché i dittatori sono anche pessimi affaristi, o meglio lo sono per i loro popoli: comprano armi, magari il fondo dei depositi bellici in disuso, fanno ingrassare trafficanti e politici corrotti, che però non possono essere incriminati a casa loro, per fatti esteri.
Il gioco terribile è sporco e spietatamente semplice: si arma una componente locale e si foraggia un leader locale, che abbia dialettica, anzi oratoria per le folle e abilità da capo militare.
Lo si trasforma in un piccolo dittatore populista, che però deve subito schiacciare i suoi oppositori, i simpatizzanti del vecchio dittatore, i democratici onesti e tanti altri, senza pietà.
Dopo gli si chiede di pagare il favore con contratti economici ...a caro prezzo, con l'esclusiva sul petrolio e le altre materie prime, magari si pretende di trasformare il Paese in una pattumiera per residui tossici e altro ancora.
Da questa situazione parte della popolazione diventa ancora più misera, altra è perseguitata e tenta la fuga....in Europa, attraverso l'Italia e Lampedusa.
Questa gente si trova in competizione con i poveri italiani, europei che diventano ...xenofobi e razzisti.
A questo punto la politica si divide e una parte sta con i nuovi arrivati, difendendoli dai.......cattivoni italiani “razzisti” e dall'altra abbiamo i difensori dei locali, degli italiani: nessuno però si preoccupa di aggiustare la politica estera e alla fine tutti, italiani ed extracomunitari, perdono diritti e fette di reddito, specialmente se non sono specializzati in qualche lavoro.
Parte dei nuovi venuti si dedica ad azioni criminali come lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Questo lo fanno sia per necessità, sia perché hanno perso il senso ideale e morale della loro terra d'origine, compreso i valori primari delle loro religioni.
Il quadro ora è completo e pronto per usare questa guerra tra poveri per politiche di espulsione generalizzata: i poveracci, delinquenti ed onesti, si ritrovano nelle periferie delle loro megalopoli e a quel punto i dittatori possono diventare utili per il lavoro sporco.
Ci saranno incarcerazioni in carceri disumani per i piccoli e grandi criminali, dove la vita è breve, oppure avremo campi per profughi dove le malattie falciano le vite dei disperati.
Il cerchio si chiude e la politica estera occidentale ha fatto le sue vittime.


16 apr 2017

#Politica #Estera #Usa che non cambia nonostante le promesse - ARDUINO ROSSI

Trump aveva riassicurato tutti con scelte di politica estera pacifica, ovvero l'opposto di come si comporta ora.

È  vero che deve dimostrare di non essere servo dei russi, per motivi di politica interna al suo Paese, ma il vero problema sta nelle sue scelte attuali, molto simili a quelle della Clinton, quando era Lei Consigliere di Stato, ovvero ministro degli esteri.
La continuità  della politica statunitense, sia con un presidente democratico o repubblicano che sia, non deve sorprendere: vecchi schemi culturali, pregiudizi, giochi di potere e soprattutto  economici, favoriscono la linea attuale.
Abbiamo sempre l'appoggio alle teocrazie sunnite, nonostante il loro degenerare verso sistemi feroci e filo terroristici, oso dire di nazismo islamico, come il caso dell'Isis.
Il nemico è  sempre la Russia, con la Cina e i loro alleati: il mondo cambia, ma le idee degli esperti di politica estera statunitense no, restano cristallizzate nei.... secoli.

29 ago 2014

Politica estera di Obama ovvero una politica tutta rivolta al passato

Politica estera di Obama ovvero una politica tutta rivolta al passato, quando c’era ancora la guerra fredda, in cerca di nemici da combattere, del grande satana, da distruggere.
Siamo arrivati al punto che i vecchi nemici diventano nuovi amici per combattere questo nuovo nemico, sunnita, il califfo iracheno e affiliati.
Si prosegue in una politica estera anti Russia, quando basterebbe un semplice accordo per l’Ucraina.

8 giu 2012

novità - Politica estera - La Siria massacra il suo popolo



La Siria massacra il suo popolo e i morti si contano a centinaia, ma la politica estera si scontra ancora con le zone di influenza, l’Iran sta spudoratamente preparando la sua bomba atomica, ma le zone di influenza la proteggono.
La Russia e la Cina parlano di indipendenza di questi Stati e di faccende di politica interna, mentre l’Occidente cerca la scusa per interventi militari, magari come in Libia, che però rischia di esplodere ancora, tra mille conflitti interni, con guerre tra bande, tra i gruppi dei vincitori.
La politica estera mondiale ricorda troppo quella del Novecento, quando avvenivano fatti gravissimi, dentro regimi criminali, protetti da questa o dall’altra super potenza.
Le zone di influenza e i diritti umani non vanno d’accordo, ma neppure gli interventi diretti, umanitari con i bombardamenti aerei, non lasciano spazio alla pace autentica: i liberatori poi si trasformano in nuovi tiranni, pure loro uccidono, torturano, incarcerano.

11 giu 2012

bush Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

Monti Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

Libia Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

8 giu 2012

La Repubblica - Politica estera - La Siria massacra il suo popolo



La Siria massacra il suo popolo e i morti si contano a centinaia, ma la politica estera si scontra ancora con le zone di influenza, l’Iran sta spudoratamente preparando la sua bomba atomica, ma le zone di influenza la proteggono.
La Russia e la Cina parlano di indipendenza di questi Stati e di faccende di politica interna, mentre l’Occidente cerca la scusa per interventi militari, magari come in Libia, che però rischia di esplodere ancora, tra mille conflitti interni, con guerre tra bande, tra i gruppi dei vincitori.
La politica estera mondiale ricorda troppo quella del Novecento, quando avvenivano fatti gravissimi, dentro regimi criminali, protetti da questa o dall’altra super potenza.
Le zone di influenza e i diritti umani non vanno d’accordo, ma neppure gli interventi diretti, umanitari con i bombardamenti aerei, non lasciano spazio alla pace autentica: i liberatori poi si trasformano in nuovi tiranni, pure loro uccidono, torturano, incarcerano.

11 giu 2012

berlusconi Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

ue - Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

8 giu 2012

Monti - Politica estera - La Siria massacra il suo popolo



La Siria massacra il suo popolo e i morti si contano a centinaia, ma la politica estera si scontra ancora con le zone di influenza, l’Iran sta spudoratamente preparando la sua bomba atomica, ma le zone di influenza la proteggono.
La Russia e la Cina parlano di indipendenza di questi Stati e di faccende di politica interna, mentre l’Occidente cerca la scusa per interventi militari, magari come in Libia, che però rischia di esplodere ancora, tra mille conflitti interni, con guerre tra bande, tra i gruppi dei vincitori.
La politica estera mondiale ricorda troppo quella del Novecento, quando avvenivano fatti gravissimi, dentro regimi criminali, protetti da questa o dall’altra super potenza.
Le zone di influenza e i diritti umani non vanno d’accordo, ma neppure gli interventi diretti, umanitari con i bombardamenti aerei, non lasciano spazio alla pace autentica: i liberatori poi si trasformano in nuovi tiranni, pure loro uccidono, torturano, incarcerano.

11 giu 2012

Urss - Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

30 mar 2011

news - Politica estera europea e occidentale vecchia e nuova


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Il gioco terribile è sporco e spietatamente semplice: si arma una componente locale e si foraggia un leader locale, che abbia dialettica, anzi oratoria per le folle e abilità da capo militare.
Lo si trasforma in un piccolo dittatore populista, che però deve subito schiacciare i suoi oppositori, i simpatizzanti del vecchio dittatore, i democratici onesti e tanti altri, senza pietà.
Dopo gli si chiede di pagare il favore con contratti economici ...a caro prezzo, con l'esclusiva sul petrolio e le altre materie prime, magari si pretende di trasformare il Paese in una pattumiera per residui tossici e altro ancora.
Da questa situazione parte della popolazione diventa ancora più misera, altra è perseguitata e tenta la fuga....in Europa, attraverso l'Italia e Lampedusa.
Questa gente si trova in competizione con i poveri italiani, europei che diventano ...xenofobi e razzisti.
A questo punto la politica si divide e una parte sta con i nuovi arrivati, difendendoli dai.......cattivoni italiani “razzisti” e dall'altra abbiamo i difensori dei locali, degli italiani: nessuno però si preoccupa di aggiustare la politica estera e alla fine tutti, italiani ed extracomunitari, perdono diritti e fette di reddito, specialmente se non sono specializzati in qualche lavoro.
Parte dei nuovi venuti si dedica ad azioni criminali come lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Questo lo fanno sia per necessità, sia perché hanno perso il senso ideale e morale della loro terra d'origine, compreso i valori primari delle loro religioni.
Il quadro ora è completo e pronto per usare questa guerra tra poveri per politiche di espulsione generalizzata: i poveracci, delinquenti ed onesti, si ritrovano nelle periferie delle loro megalopoli e a quel punto i dittatori possono diventare utili per il lavoro sporco.
Ci saranno incarcerazioni in carceri disumani per i piccoli e grandi criminali, dove la vita è breve, oppure avremo campi per profughi dove le malattie falciano le vite dei disperati.
Il cerchio si chiude e la politica estera occidentale ha fatto le sue vittime.

11 giu 2012

articoli Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

la repubblica Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

5 mag 2011

Politica estera - Obama ha vinto su Osama Bin Landen, ora cambi politica estera



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Barack Obama ora ha vinto contro il nemico numero uno degli Stati Uniti, ma ha ancora un altro nemico da combattere, la recessione economica, eppure la scelta di uccidere Osama Bin Laden ha cambiato molto, si spera, nella politica estera degli Usa: i falsi alleati devono essere scoperti e isolati.
Il Pakistan era un Paese amico, ma nascondeva Bin Laden.
I soldi venivano dai soliti amici arabi, che finanziavano i terroristi, mentre facevano affari negli Usa?
E' ora di smascherare tutto questo e di colpire la cattiva economia, che porta morte, criminalità, droga, terrorismo, inquinamento e guerra: era nel programma di Obama un cambio di politica, speriamo di veder qualcosa da oggi.

11 giu 2012

e di sicurezza comune Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

8 giu 2012

notizie news politica estera - La Siria massacra il suo popolo



La Siria massacra il suo popolo e i morti si contano a centinaia, ma la politica estera si scontra ancora con le zone di influenza, l’Iran sta spudoratamente preparando la sua bomba atomica, ma le zone di influenza la proteggono.
La Russia e la Cina parlano di indipendenza di questi Stati e di faccende di politica interna, mentre l’Occidente cerca la scusa per interventi militari, magari come in Libia, che però rischia di esplodere ancora, tra mille conflitti interni, con guerre tra bande, tra i gruppi dei vincitori.
La politica estera mondiale ricorda troppo quella del Novecento, quando avvenivano fatti gravissimi, dentro regimi criminali, protetti da questa o dall’altra super potenza.
Le zone di influenza e i diritti umani non vanno d’accordo, ma neppure gli interventi diretti, umanitari con i bombardamenti aerei, non lasciano spazio alla pace autentica: i liberatori poi si trasformano in nuovi tiranni, pure loro uccidono, torturano, incarcerano.

11 giu 2012

ultime notizie - Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.

movimento 5 stelle Politica estera - La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria,


La pace la si costruisce con una politica estera …. rivoluzionaria, senza intrighi e affari sporchi, ma con tutto o quasi alla luce del sole: non è il sottosviluppo di certi popoli che ci darà un futuro, non sarà la loro miseria che ci renderà ricchi.
Non è l’ignoranza dei miseri e di molte popolazioni che ci farà potenti, ma permetterà al fanatismo criminale di diffondersi e trasformarsi in terrorismo.
La fine del regime siriano, come quello libico, in futuro quello iraniano, non devono essere favoriti con un po’ di bombardamenti, aiuti umanitari, contratti favorevoli per noi con i vincitori e l’aiuto a qualche signorotto locale a diventare il nuovo padrone, tiranno feroce di un nuovo regime sanguinario.
Gli interventi devono essere soprattutto … culturali, ovvero permettere la semina di nuove idee, con la diffusione di libri, di Internet, senza censure assurde.
Le nuove idee daranno frutto anche economico e ci sarà sviluppo, pace e una contro partita positiva commerciale anche per noi, in modo onesto e pulito.
Oggi invece si prosegue con una politica neocoloniale, che nell’Ottocento era quella della cannoniere, oggi è quella dei bombardieri, degli accordi sotto banco, degli equilibri di potere e del dividere per imperare, favorendo questo contro quello, ovvero i conflitti locali, per poter imporre la propria volontà che porterà sempre alla vendita di armi in cambio di materie prime.