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15 feb 2016

Stampa Comunicato, FederPetroli Italia punta sul Gas Naturale Liquefatto (GNL), nuovo piano di sviluppo ed investimenti.

COMUNICATO STAMPA
ROMA, 15 Febbraio 2016
> FederPetroli Italia punta sul Gas Naturale Liquefatto (GNL), nuovo piano di sviluppo ed investimenti.
Parte il Tavolo del GNL
Marsiglia: via al Piano di investimenti su reti domestiche, autotrazione ed industriale.
Tempi ormai maturi per il settore del Metano, consumi in forte aumento. Con liquefazione metano crescita esponenziale dei volumi.
FederPetroli Italia dà inizio al Piano di investimenti, stoccaggio ed approvvigionamento di Gas Naturale Liquefatto (GNL), il Gas Metano con poche emissioni di Co2 e minori agenti inquinanti.
Il Presidente di FederPetroli Italia – Michele Marsiglia <<Non abbiamo fatto altro che ascoltare e raccogliere il malcontento delle aziende italiane che hanno investito nel Gnl. Un malcontento dovuto ad un nulla di fatto dei numerosi Tavoli Ministeriali, non abbiamo più tempo da perdere. Il momento era ormai maturo per lo sviluppo e la focalizzazione di FederPetroli Italia sul GNL, dopo un periodo di osservazione su quello che sarebbe stato lo sviluppo del Gas Naturale Liquefatto in Europa ed in particolare nel nostro paese. Abbiamo deciso di intervistare i maggiori fornitori sul mercato internazionale e focalizzare parte di investimenti mirando allo sviluppo del Gnl, dall'approvvigionamento strategico italiano ed estero allo stoccaggio e distribuzione su territorio nazionale, con un prodotto che occupa allo stato liquido un volume 600 volte minore rispetto allo stato gassoso.

In primis saranno sviluppate le Reti domestiche in quei Comuni e Zone Montane ancora prive di Metano e non servite da una Rete nazionale di gasdotti. Il Piano di sviluppo continuerà sull'installazione di impianti per uso autotrazione sulla Rete Carburanti ed industriale, con un grande risparmio per le flotte e veicoli aziendali>>.
FederPetroli Italia già da qualche anno, dialogando con le Amministrazioni locali, stava maturando l'interesse per questo Gas pulito e più economico.
La formazione del TAVOLO per il GNL raggrupperà fornitori ed importanti Player sul mercato nazionale ed internazionale: impianti ed infrastrutture, serbatoi criogenici, logistica e stoccaggio, approvvigionamento ed altri coinvolti nel processo di sviluppo, tutti attorno allo stesso tavolo per confrontarsi e raccogliere le manifestazioni di interesse ai prossimi investimenti in Italia.
Continua Marsiglia << Il Gas Naturale Liquefatto rappresenta, per FederPetroli Italia e l'indotto, un potenziale investimento per il presente e per il futuro. Il GNL anche in Italia diventerà uno dei pilastri del business petrolifero ed energetico. Certamente le infrastrutture in Italia come i Rigassificatori e Depositi Costieri saranno di particolare importanza per lo sviluppo del settore e per un piano di sviluppo di una Politica Energetica Europea nel rispetto dell'ambiente. Importante è stato anche aver seguito da anni lo sviluppo del trasporto marittimo ed aree portuali per la logistica di arrivo di Gas Naturale Liquefatto in Italia e relativi terminal di collegamento.
Riteniamo che il GNL sia un ottimo investimento per il futuro e sia il Futuro del settore petrolifero, puntando ad uno sviluppo sostenibile con l'ambiente ancorato alle Direttive del pacchetto dell'Energy Union, varato pochi mesi fa dall'Unione Europea.

1 dic 2023

Re: Si è riunito il Comitato di sorveglianza del Piano Sviluppo e Coesione del Fondo per lo sviluppo e la coesione


 


Bureau de presse
Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

Aosta, venerdì 1° dicembre 2023

 

Venerdì 1° dicembre 2023, si è riunito il Comitato di sorveglianza del Piano Sviluppo e Coesione (PSC) del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) della Regione autonoma Valle d'Aosta

 

L'Assessorato degli Affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna informa che oggi si è riunito il Comitato di sorveglianza del Piano Sviluppo e Coesione (PSC) del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) della Regione autonoma Valle d'Aosta.

Alla riunione, presieduta dall'Assessore Luciano Caveri, hanno preso parte, collegati a distanza, i rappresentanti del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle Amministrazioni centrali, della Regione autonoma Valle d'Aosta e del Partenariato istituzionale, economico, sociale e ambientale.

In apertura di lavori, l'Assessore Caveri ha evidenziato il ruolo strategico crescente del Fondo per lo sviluppo e la coesione. "Siamo in attesa di chiudere l'Accordo FSC 2021-2027 con il Governo – ha spiegato – tuttavia, rimane ancora in sospeso qualche aspetto su cui ho posto l'attenzione anche in sede di Comitato delle Regioni. Rimaniamo comunque speranzosi di poter firmare l'Accordo già nelle prossime settimane alla presenza della Presidente Meloni".

Il Comitato, appena dopo aver approvato alcune modifiche non sostanziali al proprio regolamento interno, ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del Piano Sviluppo e Coesione della Valle d'Aosta (PSC), approvato con delibera CIPESS n. 28 del 29 aprile 2021, pubblicata nella G. U. n. 199 del 20 agosto 2021. Ha evidenziato i notevoli progressi raggiunti in termini di obiettivi finanziari e di realizzazione i quali hanno permesso di evitare il potenziale definanziamento delle risorse ordinarie, pari a circa 58,3 milioni di euro. Il Comitato è stato poi aggiornato in merito allo stato di avanzamento di alcuni interventi attivi a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), come "Aosta in Bicicletta" e "I ghiacciai valdostani sentinelle del cambiamento climatico: iniziative di ricerca e di innovazione".

La seduta è terminata con l'informativa sullo stato dell'arte della programmazione FSC 2021-2027.

In conclusione, l'Assessore Caveri, con riferimento all'assegnazione delle risorse FSC 2021-2027, ha ribadito l'importanza di giungere alla stipula di un accordo rispettoso dell'autonomia valdostana e della specialità statutaria

 

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Fonte: Assessorato degli Affari europei, Innovazione, PNRR e Politiche nazionali per la Montagna – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste



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17 mag 2024

Ieri l’evento “Misure di aiuto e opportunità per le imprese”



Il ven 17 mag 2024, 11:37 Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta <comunicati_stampa@regione.vda.it> ha scritto:

 


Bureau de presse
Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

 

Aosta, venerdì 17 maggio 2024

 

Ieri l'evento "Misure di aiuto e opportunità per le imprese"

L'Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile informa che ieri, giovedì 16 maggio, si è tenuto alla centrale idroelettrica "Michel Gonrad" l'evento dal titolo "Misure di aiuto e opportunità per le imprese" organizzato dal Dipartimento Sviluppo economico ed Energia dell'Assessorato Sviluppo economico, Formazione e lavoro, Trasporti e mobilità sostenibile.

In apertura di lavori, l'Assessore ha evidenziato l'esigenza di fare dell'innovazione e della ricerca i punti fondamentali su cui investire. Ha altresì sottolineato che l'iniziativa si inserisce in un più ampio percorso di comunicazione e di avvicinamento dell'Amministrazione regionale agli operatori economici, anche al fine di attrarre nuovi investimenti e talenti. L'ottica dell'attrazione dev'essere focalizzata sul lungo periodo, sfruttando le potenzialità della Valle d'Aosta in termini di qualità della vita, possibilità lavorative ed economiche.

Durante l'evento sono state presentati gli strumenti di aiuto a favore delle imprese industriali e artigiane in capo al Dipartimento, tasselli di quello che la Regione sta concretizzando per favorire lo sviluppo territoriale.Tra queste è stato illustrato il nuovo bando della Zona Franca per la Ricerca e lo Sviluppo, in merito al quale il dirigente regionale Fabrizio Clermont ha illustrato gli elementi essenziali, sottolineando la natura sperimentale della misura, che dispone complessivamente di 3,9 milioni di euro sul triennio 2024-2026.

E' stata inoltre presentata la nuova versione del bando relativo alla promozione degli investimenti in Valle d'Aosta, che prevede la stipula di accordi per l'insediamento e lo sviluppo tra la Regione e le imprese.

Nel corso della mattinata è stata anche effettuata una panoramica sulle agevolazioni regionali ed eurounitarie, a regime e di prossima pubblicazione, per il mondo industriale.

La partecipazione all'evento è stata inoltre l'occasione per prendere parte alla prima riunione congiunta dei Gruppi di Lavoro Tematici previsti dalla Strategia di Specializzazione Intelligente della Regione 2021/2027. Tali gruppi costituiscono un momento partecipativo finalizzato ad avviare un percorso di raccolta delle esigenze delle imprese utile alla definizione delle tematiche oggetto delle prossime misure di aiuto. A tal fine, gli operatori presenti hanno avuto la possibilità di esporre direttamente alcune suggestioni, che l'Amministrazione regionale si è impegnata a prendere in considerazione. L'affluenza dei referenti delle imprese all'evento ha dimostrato l'interesse degli operatori economici alle opportunità offerte dalla Regione sul territorio valdostano.

 

 

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Fonte: Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile – Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta

 

 



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8 apr 2024

Dalla Giunta: approvato nuovo Bando per la promozione degli investimenti in Valle d’Aosta



Il lun 8 apr 2024, 11:58 Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta <comunicati_stampa@regione.vda.it> ha scritto:

 


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Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

 Aosta, lunedì 8 aprile 2024

 

 

Dalla Giunta: approvato nuovo Bando per la promozione degli investimenti in Valle d'Aosta

 

L'Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile informa che nella sua riunione di oggi, lunedì 8 aprile 2024, la Giunta regionale ha approvato il nuovo bando in attuazione dell'articolo 2 della l.r. 8/2016 per la promozione degli investimenti in Valle d'Aosta.

"Il Bando, nella sua nuova versione, è stato approvato con la finalità di rendere la misura accessibile a un maggior numero di beneficiari, precisa l'Assessore Luigi Bertschy, e incentivare così l'accrescimento della capacità competitiva delle filiere e del sistema produttivo regionale."

Il Bando seleziona programmi di investimento di rilevanza strategica, che comprendano prioritariamente lo svolgimento di attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale e di investimenti produttivi, con l'obiettivo della sottoscrizione di Accordi regionali di insediamento e sviluppo che realizzino ricadute positive in termini di produzione, innovazione e occupazione nel territorio regionale, con particolare riguardo alla specializzazione intelligente del sistema produttivo. Gli Accordi di cui trattasi, hanno per oggetto la realizzazione di un Programma di investimento che, oltre alle predette finalità, comporti un impatto positivo per la competitività del sistema economico regionale e un incremento occupazionale pari ad almeno 10 nuovi addetti altamente specializzati.

I destinatari degli aiuti sono le piccole medie e grandi imprese industriali, o aggregazioni di imprese, già presenti in Valle d'Aosta con almeno una unità locale produttiva o imprese non ancora attive in Valle d'Aosta ma che intendono investire sul territorio regionale.

I Progetti ricompresi nel Programma di investimento sono riconducibili, ai sensi e nei limiti del Regolamento UE 651/2014, alle seguenti categorie di aiuto: 1) aiuti a favore della ricerca e sviluppo; 2) aiuti agli investimenti produttivi compresi interventi di tutela ambientale e efficientamento energetico; 3) aiuti alla formazione; 4) aiuti all'assunzione e all'occupazione di lavoratori svantaggiati, molto svantaggiati o con disabilità.

Le risorse destinate al finanziamento del presente Bando ammontano complessivamente a euro 11.144.175,00 per il triennio 2024-2026.

"Questo nuovo bando, prosegue l'Assessore, adeguato alle esigenze del territorio e attualizzato all'attuale contesto socio-economico, nasce dall'esperienza maturata sul bando precedente e dal continuo confronto con le imprese. Nella strategia per l'attrazione delle competenze e degli investimenti nel settore dell'industria, questa misura detiene un ruolo di primo piano e va a implementare il quadro di azioni, come ad esempio i bandi per la ricerca, sulla ZFR&S e l'House &Work e le modifiche ai tetti di spesa della l.r 6/2003, a sostegno delle imprese e delle politiche per la crescita e lo sviluppo economico della nostra regione.

La data di apertura del Bando è prevista per il 1° maggio 2024. Le domande dovranno essere presentate in via telematica all'indirizzo di posta elettronica certificata industria_artigianato_energia@pec.regione.vda.it , sull'apposita la modulistica che sarà resa disponibile nella sezione dedicata del "Portale imprese" del sito internet istituzionale.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi agli uffici del Dipartimento Sviluppo economico e energia al numero 0165.274584.

 

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Fonte: Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile – Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta

 

 



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27 set 2010

AGRICOLTURA E FORESTE - QUALITA' E SICUREZZA ALIMENTARE:LA REGIONE STANZIA 21 MILIONI DI EURO


Al via i progetti selezionati dal bando della piattaforma agroalimentare

Sono sei i progetti vincitori del bando della piattaforma agroalimentare, un importo complessivo di investimento di circa 35 milioni di euro, a fronte di un contributo di circa 21 milioni di euro da parte della Regione Piemonte. 
Un totale di 81 beneficiari: 16 grandi imprese, 27 piccole e medie imprese, 19 organismi di ricerca e 19 beneficiari agricoli di tutto il territorio piemontese. Questi i numeri della piattaforma agroalimentare, che riunisce tutti i diversi attori presenti sul territorio regionale che, in sinergia tra loro, contribuiscono alle attività di sviluppo del settore agro-alimentare. 
Si va dai progetti di ricerca per realizzare materiali biodegradabili da utilizzare per gli imballaggi, a sviluppo di tecnologie per assicurare maggiore sicurezza alimentare ai prodotti ortofrutticoli, alla promozione di metodologie di produzione sostenibili sotto il profilo ambientale ed energetico, alla valorizzazione delle tipicità, alla realizzazione di nuovi prodotti da forno riducendo gli sprechi. 
Il bando relativo alla piattaforma agroalimentare - 21 milioni di euro, 19 dal POR FESR più circa due milioni di euro dai fondi europei per lo sviluppo agricolo - chiuso negli ultimi mesi del 2009, ha sei progetti vincitori, proposti da raggruppamenti di soggetti, i cui capofila sono note aziende piemontesi. Sostenibilità ambientale ed energetica della filiera, tracciabilità dei prodotti e tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti sono solo alcuni dei temi di ricerca proposti. 
I sei progetti sono: MICROSYN (capofila ME CAPROM VPS ITALIA SRL) che riguarda la messa a punto di un processo innovativo e la realizzazione di un impianto per il trattamento delle deiezioni da allevamenti bovini (letame) ed eventualmente il trattamento di scarti che derivano dall’attività di macellazione e l’utilizzo del loro contenuto energetico per la produzione di energia elettrica; FEED & FOOD PACKAGING (capofila Novamont), per lo sviluppo di materiali biodegradabili innovativi nel campo dell’imballaggio alimentare, sia animale (in produzione zootecnica), sia per il consumo umano di prodotti ortofrutticoli; ITACA (capofila Lavazza Spa) messa a punto di nuove tecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti, senza tralasciare la sostenibilità ambientale ed energetica dei processi e il benessere del consumatore, temi strettamente collegati a quello della sicurezza; NUTRATEC (capofila Gruppo BUONDÌ BISTEFANI Spa), sullo sviluppo di nuovi prodotti da forno, creati attraverso tecnologie innovative che consentano di recuperare e utilizzare i componenti bioattivi che sono naturalmente presenti nelle materie prime e negli scarti che contraddistinguono da sempre la filiera cerealicola; SAFE FOOD CONTROL (capofila AGROINNOVA) sullo sviluppo di tecnologie per la qualità e la sicurezza dei prodotti ortofrutticoli piemontesi, la sostenibilità ambientale ed energetica della filiera ortofrutticola piemontese e la sua gestione e tracciabilità dei prodotti; infine ECO FOOD (capofila Ferrero Spa), finalizzato a promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica di alcune filiere agroalimentari regionali, coniugando impatto ambientale con la salvaguardia dei valori di tipicità, sicurezza alimentare e qualità dei prodotti delle aziende piemontesi coinvolte. 

“Quando parliamo di competitività – ha commentato l’assessore allo Sviluppo Economico Massimo Giordano – dobbiamo riferirci a tutti i settori della produzione che caratterizzano il nostro territorio, senza dimenticare quello, fondamentale, dell’agroalimentare. Le iniziative che si sono aggiudicate i finanziamenti relativi al bando in questione sono infatti la dimostrazione che, anche in un ambito che fa della tradizione e della tipicità la sua peculiarità, è possibile innovare, salvaguardando la qualità del prodotto e tutelando l’ambiente. Anche sulla base di queste considerazioni, il prossimo piano della competitività piemontese terrà in grande considerazioni le questioni relative al settore agroalimentare. Va annotato il fatto che sono molte le aziende piemontesi che hanno partecipato al bando aggiudicandosi finanziamenti per la realizzazione di iniziative che avranno l’obiettivo di dare nuovo impulso a un settore nel quale già il Piemonte eccelle e che vede la nostra regione riconosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti e delle sue aziende. Una partecipazione che è un segnale importante perché è la dimostrazione di quanto gli stessi imprenditori considerino fondamentali i temi dell’innovazione in funzione di una maggiore competitività. Non dimentichiamo infatti che, nonostante i nostri livelli di eccellenza, anche questo è un settore che vede una forte concorrenza da parte di altri paesi che purtroppo in molti casi tendono a imitare le nostre produzioni. Con queste iniziative le nostre imprese sapranno porsi sul mercato incrementando il proprio valore aggiunto nei confronti della concorrenza, in particolare dal punto di vista della sicurezza alimentare e del risparmio energetico a tutela dell’ambiente”. 


"Il binomio tecnologia e qualità alimentare – ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto - è parte fondante del futuro dell'agricoltura piemontese e di tutto il comparto primario. Le tematiche legate all'ambiente ed alla sicurezza alimentare non possono slegarsi da quelle che sono le scelte economiche strategiche delle nostre imprese. Con i progetti finanziati dalla Regione Piemonte viene raggiunta una sintesi ottimale tra questi aspetti”.





5 ott 2010

Denaro e paradiso . I cattolici e l’economia globale


 

 

Ettore Gotti Tedeschi
Rino Cammilleri

Volume edito da Lindau di 155 pag.

Nuova edizione ampliata con un commento all'enciclica "Caritas in veritate"

01 Settembre 2010

Fonte come da titolazione, rilevato da Ciani Vittorio x l'Ufficio Documentazione Diocesi Piacenza-Bobbio.

Indice

Pag. 9. Prefazione, card. Tarcisio Bertone

Pag. 15. Premessa

Pag. 17. Introduzione


DENARO E PARADISO

Pag. 23 1. L'economia

Pag. 49 2. Il capitalismo

Pag. 79 3. La globalizzazione

Pag. 105 4. Economia ed etica

Pag. 125 5. Conclusione

Pag. 139 6. La crisi dell'uomo, la crisi economica e l'Enciclica «Caritas in Veritate»

Premessa

Poiché il capitalismo ha origini cristiane e su queste si fonda ancora oggi nonostante le eresie che l'hanno deformato, l'economia di mercato e la globalizzazione che stiamo vivendo sono ancora il sistema che meglio permette all'uomo di valorizzarsi, meglio di altri e nonostante tutto. Dal mo­mento che non esiste un'«economia cattolica» (esistono semmai i cattolici che possono gestirla), è opportuno superare molti luoghi comuni e chiarire tanti pregiudizi. Questo libro propone una serie di riflessioni su vari argomenti: sull'economia di mercato, sul capitalismo, sulla globalizzazione, sulla morale in economia. Proprio per rivedere tanti pregiudizi.

È stato scritto per far capire che l'economia, il mercato, il capitalismo e la globalizzazione non sono di per sé un male e non sono pericolosi: essi sono strumenti neutri nelle mani dell'uomo. È stato scritto anche per spiegare ai non cattolici, nonché ai cattolici meno convinti, che la morale cattolica in economia rappresenta un potenziale vantaggio competitivo da esaltare piuttosto che reprimere. La morale cattolica non è mai stata contro il capitalismo o le leggi del mercato né un ostacolo allo sviluppo, anzi. E questo libro vorrebbe tentare di riconciliare, in piena globalizzazione e crisi economica mondiale, morale e mercato, mostrando i reciproci benefici che l'una può portare all'altro: la morale può rendere più efficace il mercato, l'economia e la ricchezza non impediscono una vita pienamente cristiana.


Chi domanda è l'intellettuale polemico e curioso, chi risponde è l'economista pratico e non accademico. Entrambi sono sensibili al problema dell'uomo, preoccupati di orientare gli sforzi dell'economia verso il di lui bene.

(…) (…)

Capitolo 6 (pagg. 139-154)

La crisi dell'uomo, la crisi economica e l'Enciclica «Caritas in Veritate»

Tra la prima edizione e questa nuova del 2010 molte cose sono accadute. Soprattutto, ai fini del nostro discorso, è intervenuta l'enciclica Caritas in veritate (29 giugno 2009) dell'attuale pontefice, Benedetto XVI, che l'ha promulgata nel quinto anno del suo pontificato.

Due frasi di essa mi sembra opportuno citare a mo' di esergo prima di procedere alle consuete domande-risposte, anche perché paiono, a tutt'oggi, riassumere la strategia di questo pontificato: «Senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia»; e: «La ragione senza la fede è destinata a perdersi nell'illusione della propria onnipotenza. La fede senza la ragione rischia l'estraniamento dalla vita concreta delle persone».

Veniamo dunque a noi. Leggo nell'enciclica:

Pubblicando nel 1967 l'enciclica Populorum progressio, il mio venerato predecessore Paolo VI (...) ha affermato che l'annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo (...). A oltre quarant'anni dalla pubblicazione dell'enciclica, intendo rendere omaggio e tributare onore alla memoria del grande pontefice Paolo VI, riprendendo i suoi insegnamenti sullo sviluppo umano integrale e collocandomi nel percorso da essi tracciato, per attualizzarli nell'ora presente. Questo processo di attualizzazione iniziò con l'enciclica Sollieitudo rei socialis, con cui il Servo di Dio Giovanni Paolo II volle commemorare la pubblicazione della Populorum progressio in occasione del suo ventennale. Fino ad allora, una simile commemorazione era stata riservata solo alla Rerum novarum. Passati altri vent'anni, esprimo la mia convinzione che la Populorum progressio merita di essere considerata come «la Rerum novarum dell'epoca contemporanea», che illumina il cammino dell'umanità in via di unificazione.

Dunque, la Caritas in veritate è uscita con due anni di ritardo rispetto alla commemorazione enunciata. Come mai?

Il Santo Padre, anche   ritengo   su suggerimento del Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, sembra aver percepito che la crisi economica incombente avrebbe modificato il contesto stesso cui si riferiva l'enciclica. Sia nelle considerazioni, sia nelle raccomandazioni. È vero, un'enciclica sulla Dottrina Sociale non può essere una lezione di economia, essa è un richiamo pastorale e dottrinale a vescovi, sacerdoti e fedeli riferito al comportamento dell'uomo a fronte di specifici problemi. Come tale un'enciclica è «senza tempo», anche se, dovendo riferirsi a problemi ben precisi e attuali, è «nel tempo». Questa enciclica è una specie di lezione sulla volontà di Dio, che nel caso specifico è stata costretta a occuparsi di economia. Meglio: è stata costretta a occuparsi dell'uso dello strumento economico secondo i fini per cui è stato adottato, il senso che gli è stato dato nel momento specifico considerato dall'enciclica. Nel 2007 le prospettive dell'economia e del ruolo delle grandi nazioni non erano chiare, si era alla vigilia di un grande cambiamento sospettato, sì, ma ancora non chiaramente definibile. Così, appare comprensibile la volontà di rinvio dell'uscita dell'enciclica per coglierlo meglio. Questa volontà di attendere fu provvidenziale perché permise di chiarire una serie di fatti che, spiegando meglio l'origine vera della crisi economica e le sue conseguenze, divennero illuminanti nella diagnosi e nelle raccomandazioni.

È stata giustamente definita «la Rerum Novarum dell'epoca contemporanea». Secondo me lo è anche per il suo profondo realismo e la relazione assoluta tra fede e ragione, tanto affermata dal questo Papa che sa prendere gli uomini «per la testa» e non solo per il cuore. La Rerum Novarum fu promulgata nel 1891 (anche se preparata l'anno precedente), in un periodo molto influenzato da fenomeni economici nuovi e complessi. In quell'enciclica Leone XIII indicò nella concentrazione del potere economico un pericolo per l'uomo. Qualcuno si affrettò subito a leggere in tale considera­zione una volontà anticapitalista di quel Papa. Invece, proprio nello stesso anno della preparazione dell'enciclica (1890), era stato approvato negli Stati Uniti lo Sherman Act, legge anti-monopoli o trust che regolava appunto la concentrazione di potere economico, riconosciuta dannosa al mercato e agli operatori economici. Ecco, dunque, la razionalità della fede (e, naturalmente, della morale). Vedremo oltre come anche per la Caritas in veritate risalta la razionalità dell'indicare le vere ragioni, morali e economiche, dell'attuale crisi, già anticipate dalle due encicliche richiamate da Benedetto XVI: Humanae vitae (1968) e Populorum progressio (1967) di Paolo VI, scritte più di quarant'anni prima.

Pesco ancora nel testo e cito:

Con la Lettera apostolica Octogesima adveniens del 1971, Paolo VI trattò poi il tema del senso della politica e del pericolo costituito da visioni utopistiche e ideologiche che ne pregiudicavano la qualità etica e umana. Sono argomenti strettamente collegati con lo sviluppo. Purtroppo le ideologie negative fioriscono in continuazione. Dall'ideologia tecnocratica, particolarmente radicata oggi, Paolo VI aveva già messo in guardia, consapevole del grande pericolo di affidare l'intero processo dello sviluppo alla sola tecnica, perché in tal modo rimarrebbe senza orientamento. La tecnica, presa in se stessa, è ambivalente. Se da un lato, oggi, vi è chi propende ad affidarle interamente detto processo di sviluppo, dall'altro si assiste all'insorgenza di ideologie che negano in toto l'utilità stessa dello sviluppo, ritenuto radicalmente anti-umano e portatore solo di degradazione. Così, si finisce per condannare non solo il modo distorto e ingiusto con cui gli uomini talvolta orientano il progresso, ma le stesse scoperte scientifiche, che, se ben usate, costituiscono invece un'opportunità di crescita per tutti. L'idea di un mondo senza sviluppo esprime sfiducia nell'uomo e in Dio. È, quindi, un grave errore disprezzare le capacità umane di controllare le distorsioni dello sviluppo o addirittura ignorare che l'uomo è costitutivamente proteso verso l'«essere di più». Assolutizzare ideologicamente il progresso tecnico oppure vagheggiare l'utopia di un'umanità tornata all'originario stato di natura sono due modi opposti per separare il progresso dalla sua valutazione morale e, quindi, dalla nostra responsabilità.

Ancora:

«I diritti individuali, svincolati da un quadro di doveri che conferisca loro un senso compiuto, impazziscono e alimentano una spirale di richieste praticamente illimitata (…). Se, invece, i diritti dell'uomo trovano il proprio fondamento solo nelle deliberazioni di un'assemblea di cittadini, essi possono essere cambiati in ogni momento».

Ora, la domanda è: quali problemi reali influenzano l'enciclica nelle sue considerazioni e raccomandazioni?

Vorrei distinguere tre categorie di problemi reali: quelli che hanno originato la crisi economica contemplata dall'enciclica, quelli che hanno concorso ad ampliarla e quelli che dovrebbero risolverla ma vengono ritenuti pericolosi. Nel primo gruppo ha particolare rilevanza il crollo della natalità verificatosi negli anni 1975-80 nel mondo occidentale: troviamo le necessarie considerazioni su questo problema nei capitoli primo e secondo dell'enciclica. Nel secondo gruppo, tra le cause che concorrono ad ampliare la crisi (tramite il cattivo uso di strumenti di carattere politico, economico e finanziario), va segnalato il pensiero nichilistico dominante; questo, separando idee e comportamenti da qualsiasi verità o valore assoluto, porta a considerare l'uomo un animale, pur intelligente, da soddisfare solo in via materiale e costi quel che costi. In verità tutta l'enciclica è riferita a questo problema; per intenderlo specificamente è necessario leggerne bene l'«Introduzione» e la «Conclusione». Soprattutto l'«Introduzione», che, in questa prospettiva, equivale al primo comandamento del Decalogo. Quest'ultimo è necessario capirlo e condividerlo per accettare compiutamente i successivi. Nel terzo gruppo, infine, abbiamo le possibili soluzioni della crisi, che si dovrebbe ottenere tramite l'uso dei soliti strumenti tecnici attualmente idolatrati. Troviamo le considerazioni riferite a questa categoria di problemi nel capitolo sesto dell'enciclica.

Citazione:

«È importante inoltre evidenziare come la via solidaristica allo sviluppo dei Paesi poveri possa costituire un progetto di soluzione della crisi globale in atto». Il Papa, poi, passa a insistere sul «rispetto per la vita, che non può in alcun modo essere disgiunto dalle questioni relative allo sviluppo dei popoli». Indi, stigmatizza il diffondersi di «una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale».

È questa la strategia di fondo dell'enciclica? Il messaggio che vuole comunicare agli uomini?

Forse questa non è la vera strategia dell'enciclica ma certamente ne è il messaggio di partenza. Se non c'è rispetto per la vita che cosa merita rispetto? Richiamando le aspirazioni dell'Humanae vitae di Paolo VI, implicitamente Benedetto XVI impone il richiamo principale dell'intera enciclica e, conseguentemente, prevede il crollo di ogni altro valore e/ o surrogato. Io credo che il messaggio di fondo dell'enciclica sia questo: uno strumento   come lo sono l'economia, la scienza e la tecnica   non può e non deve rivendicare autonomia morale; ciò produrrebbe danni irreparabili per l'uomo, come è infatti successo. E questo accade quando l'uomo perde il significato del vero e sottomette la verità alla propria libertà (che, nella visuale cattolica, è disordinata). L'autonomia morale di uno strumento è sintomo di confusione e di perdita della verità. Ne consegue che la stessa vita umana perde di significato, la dignità umana perde il suo valore e l'uomo diventa mezzo di produzione, di consumo, di risparmio.

Ma merita soffermarsi un attimo su questo punto del rispetto della vita, perché, se non è il messaggio di fondo, è senz'altro il fondamento del messaggio dell'enciclica. Infatti, negando la vita o subordinandola ad altri (presunti) valori, si producono realmente danni irreparabili. Perciò affermo chiaramente che l'origine della crisi attuale è soprattutto morale ed è dovuta proprio alla negazione della vita. Ricordiamoci che alla fine degli anni '60 i «profeti» neomalthusiani (prima quelli dell'università di Stanford, poi quelli del MIT-Massachussetts Institute of Technology) annunciarono che, se il tasso di crescita della popolazione avesse proseguito come negli anni precedenti (intorno al 4/4,5%), prima del 2000 centinaia di milioni (cifra poi ridimensionata in decine di milioni) di persone sarebbero morte per fame soprattutto in Asia e India. Questo la dice lunga sulle capacità predittive di sociologi ed economisti; infatti, ciò che poi è avvenuto contraddice in pieno i loro assunti. Nel mondo occidentale, che interruppe la natalità portandola, anzi, al di sotto dello zero, si sono create condizioni per la crisi, mentre nel mondo ex emergente, che ha continuato a far figli, si sono invece avuti sviluppo e creazione di ricchezza; e oggi quasi sostengono addirittura il mondo (ex) ricco (ed egoista). Noi occidentali abbiamo creduto di diventare più ricchi negando la vita e invece siamo diventati più poveri.

Ed ecco quel che è successo. Se la popolazione di un Paese ricco (e costoso) cessa di crescere, diminuisce   conseguentemente e progressivamente   l'accesso alla fase di produttività di giovani; per contro, aumenta il numero delle persone che escono dalle attività produttive e diventano un costo per la collettività. Questa, dunque, decresce sia in numero che in risorse. In pratica, nel sistema socio-economico aumentano i costi fissi; e, non potendosi ridurre le tasse, diminuiscono i risparmi e, dunque, le attività finanziarie. La reazione più naturale è a quel punto aumentare la produttività (il che equivale in pratica a fare gli straordinari) ma ciò ha un limite fisico. Certo, si può tentare con sistemi che cerchino di aumentare il potere di acquisto riducendo i costi (per esempio, la delocalizzazione in Asia di molte produzioni). Ma quando ciò non basta non rimane che un mezzo: il debito. O meglio, il consumismo a debito, che arriva agli eccessi che conosciamo. Il fatto è che l'abnorme espansione creditizia, il cattivo uso degli strumenti finanziari e quant'altro, sono stati effetti, non cause. Altrove va cercata l'origine degli attuali squilibri economici: nel non rispetto della vita umana.

Sempre partendo da citazioni:

«L'enciclica Humanae vitae sottolinea il significato insieme unitivo e procreativo della sessualità, ponendo così a fondamento della società la coppia degli sposi, uomo e donna (...I. Nella Populorum progressio, Paolo VI ha voluto dirci, prima di tutto, che il progresso è, nella sua scaturigine e nella sua essenza, una vocazione».

Con la Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II, sono le tre encicliche che la Caritas in veritate riprende. Perché proprio queste?

Come ho anticipato commentando l'Humanae vitae, quando non si hanno idee chiare sulla vita si equivoca sul ruolo dell'uomo, il quale da fine diventa mezzo e non è altro che un animale che basta soddisfare materialmente. Così, lo sviluppo   come avvertiva la Populorum progressio   non è più «integrale», cioè non tiene più conto dei veri bisogni dell'uomo. L'uomo non è il risultato dell'evoluzione di un bacillo frutto del caos. La Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II viene ricordata nella Caritas in veritate in vari punti, soprattutto nel capitolo sesto in cui si parla del rischio di idolatria delle tecniche. Nella Sollicitudo il Papa polacco fu profeta. Egli vide un uomo sempre più concentrato su filosofie positiviste, relativiste e nichiliste, un uomo che crede solo e sempre più nelle scienze e nelle tecniche, che crea strumenti sempre più sofisticati ma non matura in comprensione, sapienza, conoscenza e saggezza. Come potrà questo tipo d'uomo   si domandava Giovanni Paolo II   gestire siffatti strumenti? Rischierà che gli sfuggano di mano. Come infatti è successo e   si teme nel sesto capitolo della Caritas in veritate   succederà ancora se l'uomo non matura e ritrova, con la Verità, la vera saggezza.

Cominciamo, anche qui, con un paio di citazioni:

«La sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell'interpretazione dei fatti sociali e nella costruzione della società». E la convinzione poi della esigenza di autonomia dell'economia, che non deve accettare "influenze" di carattere morale, ha spinto l'uomo ad abusare dello strumento economico in modo persino distruttivo».

Teologia, economia. Sembra che i sei capitoli nei quali la Caritas in veritate è divisa, volendo abbracciare tutta la realtà odierna,finiscano con l'essere in qualche misura scollegati tra loro. Ma noi sappiamo che c'è una «storia» che intendono raccontare, un filo che li unisce e conduce a conclusione, vero?

C'è fin dall'«Introduzione», in cui si spiega quale deve essere il principio di riferimento nell'uso di uno strumento come quello economico: il progetto di Dio, la verità della fede, la carità in questa verità.

Il primo capitolo ricorda le prospettive della Populorum progressio e della Humanae vitae sul valore della vita e sullo sviluppo integrale dell'uomo, si domanda se tali prospettive siano state realizzate e si risponde di no. Il secondo capitolo spiega i motivi del fallimento: chiusura alla vita, fraintendimento dell'uso dello strumento economico, sviluppo falsato, tecniche male usate, distribuzione della ricchezza non realizzata. Nel capitolo terzo si scava ulteriormente: ciò è avve­nuto perché l'economia e la tecnica hanno preteso autonomia morale. Ma non devono averne perché sono solo strumenti cui imporre, al contrario, un senso, in quanto ogni decisione economica e tecnica ha impatto morale. Il capitolo quarto propone di riprendere la responsabilità personale nelle azioni e nell'uso degli strumenti, giacché l'etica può essere solo personale. Lo strumento economico va usato per il bene comune secondo una gerarchia di fini; la Chiesa ha il diritto di riaffermare ciò perché ha la responsabilità della tenuta morale della società. La conseguenza di questo agire è trattata nel successivo capitolo quinto, che è riferito al bene comune. La responsabilità personale fa sì che occuparsi di economia voglia dire pensare agli altri, pensare ai popoli come a una sola famiglia con cui condividere sviluppo e benessere. Altrimenti   spiega il sesto capitolo   si cade in una nuova forma di pericoloso regresso, cagionato questa volta dall'autosufficienza delle tecniche. Sviluppando queste ultime e non conoscenza l'uomo si perde. Per questo è necessaria la Verità. Solo così si avrà un vero sviluppo.

Continuiamo col sistema delle citazioni dall'enciclica:

«Il mercato, lasciato al solo principio dell'equivalenza di valore dei beni scambiati, non riesce a produrre quella coesione sociale di cui pure ha bisogno per ben funzionare [...]. E oggi è questa fiducia che è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave».

È un velato rimprovero al mondo dell'imprenditoria e della finanza?

Non lo credo affatto. Tutt'al più potrebbe essere un velato rimprovero a quegli uomini che si occupano di impresa e finanza dimenticando che si tratta di mezzi e che, dunque, necessitano di un fine per essere buoni e efficaci. È certamente vero che è venuto a mancare uno strumento essenziale in economia: la fiducia. La mancanza di fiducia provoca alti sovra costi e produce l'inceppamento di molti meccanismi nel sistema economico.

Parto, anche qui, da una citazione:

Opportunamente Paolo VI nella Populorum progressio sottolineava il fatto che lo stesso sistema economico avrebbe tratto vantaggio da pratiche generalizzate di giustizia, in quanto i primi a trarre beneficio dallo sviluppo dei Paesi poveri sarebbero stati quelli ricchi. Non si trattava solo di correggere delle disfunzioni mediante l'assistenza. I poveri non sono da considerarsi un «fardello», bensì una risorsa anche dal punto di vista strettamente economico. È tuttavia da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio.

Qualcuno ha detto che questa enciclica invita a rinnovare il capitalismo. Se non sbaglio su «Il Sole 24 ORE», hai ribattuto che è la mancanza di buoni preti ad aver prodotto l'attuale crisi. Cosa intendevi dire?

Il futuro del capitalismo nel mondo intero non sarà legato a nuove formule o nuove vie. Il capitalismo e il mercato sono strumenti in continuo adattamento all'evoluzione delle strutture economiche. Il futuro del capitalismo è funzione di ciò che sarà l'uomo nel mondo, e il mondo stesso sarà ciò che gli uomini ne faranno. Dunque, tutto dipenderà dal senso che gli uomini daranno alla vita e alle proprie azioni. È infatti inutile biasimare gli uomini che non sanno dare senso all'economia e al capitalismo. Se la vita stessa non ha senso come si potrà darne uno all'uso di uno strumento? E questo insegnamento non si apprende nelle università, dove si insegna economia o finanza o scienze. Il senso soprannaturale della vita e il dovere della ricerca della Verità li insegnano   o dovrebbero farlo   solo i buoni preti. Una buona confessione o un buon ritiro spirituale in cui venga insegnato solo a cercare Dio e perciò la Verità, dà molto più «valore aggiunto» a un manager di tanti training professionali. I quali sono, certo, utili, ma restano mero mezzo per un fine. Se manca questo manca tutto.


«L'attività economica non può risolvere tutti i problemi sociali mediante la semplice estensione della logica mercantile. Questa va finalizzata al perseguimento del bene comune, di cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica. Pertanto, va tenuto presente che è causa di gravi scompensi separare l'agire economico, a cui spetterebbe solo produrre ricchezza, da quello politico, a cui spetterebbe di perseguire la giustizia mediante la ridistribuzione.»

Ora, tutti ritengono che la responsabilità dell'attuale crisi economica globale sia da attribuirsi prevalentemente alla finanza. Qui, però, si tira in ballo anche la politica. Dunque?

La responsabilità dell'attuale crisi non può essere della finanza. Questa, semmai, ha un'altra responsabilità, quella di averla aggravata. La politica ne ha di maggiori. Lo ammise lo stesso presidente Bush nell'ultima riunione del G20 cui partecipò: disse esplicitamente che il suo governo aveva sostenuto una crescita economica esageratamente a debito. Si ricordi che detto governo aveva persino previsto e strutturato ben due agenzie (Freddy & Fanny) per ovviare agli errori eventuali commessi nella concessione di credito e mutui. Anche Obama nel suo primo G20 confessò che gli americani avevano vissuto ben al di sopra delle proprie possibilità e per troppo tempo.

Ma in che senso si parla di responsabilità della politica? Per poter valutarla bisogna tenere presenti tante circostanze complesse e non semplificabili. Per un governo, la diminuzione della crescita del Pil (Prodotto Interno Lordo) è un fatto grave. Implica scarsa capacità governativa, il rafforzamento dell'opposizione e crollo di consensi alle elezioni. Significa minor budget per spese sociali e investimenti, significa sostenere la crescita a debito. Nel caso degli USA vuol dire dover ridurre le spese militari, e magari in un momento cruciale di pericoli bellici o terrorismo (si pensi all'11 settembre 2001) Vuol dire dover prevedere modifiche negli assetti di potere geopolitico nel futuro prossimo e nel compararsi a nazioni a maggiore crescita (per esempio, se gli USA, con 450 milioni di abitanti, crescono del 3% all'anno e la Cina, con 1,5 bilioni di abitanti, del 15%, è evidente che in breve il potere si sposterà in Cina). In pratica, la politica dovrà inventarsi qualcosa per sostenere il suo potere. Negli USA, negli ultimi dodici anni, hanno escogitato per le famiglie la crescita a debito, facendo lievitare, affinché aumentassero i consumi, il peso del loro debito sul Pil dal 68% del 1998 al 96% del 2008. Più 28% in dieci anni, equivalente a un tasso di crescita medio del 2,8% annuo. Oggi dette famiglie hanno perso gran parte del valore dei propri risparmi, del valore della casa (comprata a debito), del valore del fondo pensione; hanno alcune annate di debiti da pagare e un maggior rischio di disoccupazione. In pratica, le famiglie sono diventate sussidiarie ai bisogni dello stato (in fondo, quel che J.F. Kennedy auspicava già negli arali '60).

Nell'enciclica si parla del «danno che il "supersviluppo" procura allo sviluppo autentico, quando è accompagnato dal "sottosviluppo morale"

«(...). Non va dimenticato che il mercato non esiste allo stato puro. Esso trae forma dalle configurazioni culturali che lo specificano e lo orientano».

Dunque, per il Papa la causa della crisi è «morale». Cosa significa? Mi si passi l'espressione: il peccato cagiona anche crisi economiche?

Certamente il peccato, comportando sovvertimento dell'ordine naturale, provoca crisi: dell'uomo stesso, che perde riferimenti e valori, e da ciò, delle sue azioni, anche in quelle economiche, con conseguenze coerenti. Abbiamo già dimostrato che l'attuale crisi è originata dal peccato di negazione della vita. A differenza di quello che, istintivamente, qualsiasi buon cristiano risponderebbe all'opportuna domanda, cioè che l'uomo fu creato «ut operaretur», perché lavorasse, vorrei lanciare una provocazione dicendo che non è vero. L'uomo è stato creato affinché, anzitutto, pensasse. Se non lo facesse, lavorerebbe senza pensare che senso dare al proprio lavoro. Altrimenti potrebbe arrivare persino a maledire il proprio lavoro. Il punto è che la dignità dell'uomo non sta nel lavoro ma nel pensiero. Perciò l'uomo deve prima di tutto pensare bene per poter agire meglio. Il peccato confonde e corrompe sia il pensiero che azione dell'uomo. Ecco perché auspico che accorrano a supporto dei destini dell'umanità eserciti di buoni confessori, tanti santi Curati d'Ars capaci di renderci consapevoli della gravità del peccato e di farcelo odiare. Riscuotendo, con ciò, la gratitudine del mondo intero, psicanalisti inclusi.

Cito alcuni passi in cui si adombrano alcune soluzioni:

«Senza la guida della carità nella verità, questa spinta planetaria può concorrere a creare rischi di danni sconosciuti finora e di nuove divisioni nella famiglia umana».

Parla della globalizzazione, com'è evidente.

«L'economia integrata dei giorni nostri non elimina il ruolo degli Stati, piuttosto ne impegna i governi a una più forte collaborazione reciproca. Ragioni di saggezza e di prudenza suggeriscono di non proclamare troppo affrettatamente la fine dello Stato. In relazione alla soluzione della crisi attuale, il suo ruolo sembra destinato a crescere, riacquistando molte delle sue competenze».

«Per non dar vita a un pericoloso potere universale di tipo monocratico, il governo della globalizzazione deve essere di tipo sussidiario».

«Lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione interna­zionale esigono che venga istituito un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione».

Sembra che il Pontefice sia preoccupato anche dalle «soluzioni» dell'attuale crisi.

E come potrebbe non esserlo? Nel sesto capitolo dell'enciclica spiega con chiarezza quale sia la sua preoccupazione. Sì, perché, come alcuni governi sono stati origine della crisi, quegli stessi governi possono benissimo porre in essere soluzioni sbagliate. Come tali governi hanno reso sussidiari alle loro ansie di potere famiglie e individui, trasformandoli in mezzi di consumo a debito e rendendoli perciò vulnerabili e dipendenti, così può succedere che le soluzioni escogitate per uscire dalla crisi aggravino ancor più la situazione, sempre ai danni di famiglie e individui (passibili di venire sottoposti a nuove sperimentazioni). Il Pontefice ci ricorda che, al contrario, devono essere loro, i governi (anche quello della globalizzazione), sussidiari alla persona.

Per finire: l'enciclica al paragrafo 44 dice in sostanza che considerare l'aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche dal punto di vista economico. Cosa intende dire esattamente?

L'aumento della popolazione nei Paesi che vent'anni fa erano considerati «in via di sviluppo» ha loro portato oggi, grazie anche alla delocalizzazione produttiva, benessere e ricchezza, in misura tale da potere persino tenere in piedi i nostri Paesi (ex ricchi e senza figli). Questi Paesi oggi stanno investendo in zone che noi occidentali abbiamo sempre considerato in povertà cronica e abbiamo «aiutato» mandando profilattici per interrompere la crescita della loro popolazione. Si stima che in Africa, in via di colonizzazione da parte dei cinesi, fra una decina d'anni potranno esserci un paio di miliardi di abitanti. Su questo i cinesi stanno investendo, creando lavoro e promovendo benessere. Il problema, semmai, sarà di quale cultura e quale visione della dignità dell'uomo questi nuovi colonizzatori saranno portatori fra quelle popolazioni. Certo, non quelle cattoliche.

26 gen 2024

Revisione della legge in materia di aiuti per l’agricoltura e lo sviluppo rurale



Il ven 26 gen 2024, 15:47 Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta <comunicati_stampa@regione.vda.it> ha scritto:

 


Bureau de presse
Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

Aosta, venerdì 26 gennaio 2024

 

Revisione della legge in materia di aiuti per l'agricoltura  e lo sviluppo rurale

Assessore Carrel: "Abbiamo posto le basi per sostenere il settore in modo più snello ed efficace"

 

All'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio regionale della revisione della legge regionale n. 17/2016 contenente la disciplina degli aiuti in materia di agricoltura e di sviluppo rurale, l'Assessore all'Agricoltura e Risorse naturali, Marco Carrel, esprime la sua soddisfazione per l'importante traguardo raggiunto.

"La modifica di questa norma di riferimento per tutto il settore agricolo valdostano è frutto di un lungo lavoro di riflessione e di confronto tecnico e politico che ha preso avvio lo scorso anno e che ha impegnato tutte le Strutture competenti dell'Assessorato – sottolinea l'Assessore. -. Il mio ringraziamento va a tutti coloro, a partire dai patronati e dalle associazioni di categoria, che hanno dato il loro contributo: abbiamo creato nuovi strumenti e migliorato quelli esistenti per poter sostenere in modo più efficace lo sviluppo della nostra agricoltura".

Numerosi e rilevanti gli effetti della revisione. In primo luogo, l'adeguamento al nuovo regolamento (UE) 2022/2472 degli articoli che disciplinano i regimi di aiuti in esenzione scaduti nel 2023. Sono state poi introdotte nuove tipologie di contributi, in considerazione delle possibilità previste dal suddetto regolamento e da altre norme europee in materia di aiuti di Stato, rispondendo così alle esigenze espresse dalle realtà imprenditoriali e associative del settore agricolo e agroalimentare valdostano. Per esempio, viene introdotta una maggiore valorizzazione del settore emergente dell'acquacoltura, sono inseriti aiuti per i danni causati dalle calamità naturali, per compensare i costi della prevenzione, del controllo e dell'eradicazione di organismi nocivi ai vegetali, per servizi di sostituzione nell'azienda agricola, così come, per i Consorzi di miglioramento fondiario, la finanziabilità di bacini di accumulo e di opere per un miglior approvvigionamento ed efficientamento nell'utilizzo della risorsa idrica. Si introduce inoltre la possibilità di sostenere i suddetti Consorzi nella partecipazione a bandi nazionali per il sovvenzionamento di iniziative di adeguamento della rete di gestione idrica e di realizzazione dei bacini.

Una novità importante, poi, è la reintroduzione, accanto ai mutui a tasso agevolato, degli aiuti a fondo perduto per il finanziamento degli investimenti aziendali, sia nel settore della produzione primaria sia in quello della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Spiega l'Assessore Carrel: "Questa decisione è stata assunta in un'ottica di coesistenza e complementarietà con quanto previsto dal Complemento di sviluppo rurale 23/27. Saranno finanziati sulla legge regionale i piccoli investimenti, la cui spesa ammessa è inferiore alla soglia di accesso prevista dal CSR, pari a 80.000 euro, mentre gli investimenti più importanti e complessi saranno cofinanziati nell'ambito del CSR. Gli aiuti a fondo perduto vengono reintrodotti anche a favore di enti locali e loro forme associative, soggetti privati, CMF e consorterie, per un sostegno allo sviluppo del turismo rurale, la creazione di spazi da destinare ad attività collettive di interesse socio-culturale e il recupero del patrimonio storico e architettonico dei villaggi rurali".

Prosegue l'Assessore: "Tengo anche a precisare che le intensità dei contributi per le diverse tipologie di investimenti saranno determinate in maniera puntuale attraverso specifici criteri applicativi, nel rispetto dell'intensità massima prevista dai singoli articoli di legge, in attuazione della normativa eurounitaria di riferimento per gli aiuti di Stato. Preciso, inoltre, che le strutture lavoreranno sin da ora su queste delibere al fine di rendere l'applicazione della legge efficiente sin da subito". A sostegno dei nuovi aiuti a fondo perso, è stata prevista a bilancio una dotazione specifica di 3 milioni di euro.

"Infine, e ritengo questo sia un aspetto di grande valore, abbiamo provveduto a migliorare alcune disposizioni procedurali alla luce di un primo periodo di vigenza della legge 17, in un'ottica di semplificazione e di risposta alle esigenze del settore", sottolinea ancora Carrel. Tra le modifiche più significative, è stata prevista la possibilità per il beneficiario mutuatario di chiedere, prima dello scadere dei vincoli o eventualmente anche dopo, una rinegoziazione del mutuo per allungarne la durata anche oltre i venticinque anni massimi inizialmente previsti. Inoltre, è stata introdotta la possibilità, per quando riguarda la durata dei mutui e le modalità di restituzione dei medesimi, di stipulare mutui a tasso agevolato con rate aventi periodicità mensile o trimestrale, in alternativa all'attuale scadenza unicamente semestrale.

Conclude l'Assessore: "Riteniamo di aver posto le basi per uno sviluppo più incisivo del settore agricolo. La revisione rientra appieno nell'azione che come Assessorato stiamo portando avanti, per permettere di cambiare passo e di creare nuove e migliori opportunità per le nuove generazioni e per tutto il mondo rurale, per continuare a vivere e investire sul nostro territorio".

 

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us

 

Fonte: Assessorato Agricoltura e Risorse naturali – Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste



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23 lug 2011

Iprogetti di cooperazione in Senegal



Aosta, lunedì 18 luglio 2011

 

 

Eliminare la povertà estrema e la fame, raggiungerel'istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianzadi genere, diminuire la mortalità infantile, migliorare lasalute materna, combattere l’aids, la malaria e le altremalattie, assicurare la sostenibilità ambientale e sviluppareun partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

 

Sono questi gli obiettivi di sviluppo che la Regione ValleAosta persegue, promuovendo e favorendo interventi di cooperazioneallo sviluppo e di solidarietà internazionale, come sancitodalla Dichiarazione del Millennio dell’Assemblea Generale delleNazioni Unite.

 

Tra i progetti di cooperazione finanziati dalla Regione cisono anche alcune attività realizzate dall’Associazionevaldostana Diakonia in Senegal, che sono state presentate aicittadini in una serata informativa organizzata a Palazzo regionale,lunedì 18 luglio scorso.

 

Augusto Rollandin - Presidente della Regione

“Credo che con il Senegal abbiamo da tempo unrapporto molto intenso, ci sono investimenti, c’è unprogramma di aiuti per lo sviluppo, per aiutarli a crescere e adiventare sempre più autonomi, sempre più indipendenti,in particolare nel settore agricolo, che è il settoreall’interno del quale si può sperimentare e grazie alquale si può aiutare a vincere i problemi della fame, iproblemi della desertificazione: questi sono progetti importanti,concreti, che vedono la presenza della Valle d’Aosta in modosignificativo”.

 

Diakonia, fondata nel 1994, è l’Associazionedei volontari della Caritas diocesana. Impegnata inizialmentenell’avvio di attività a favore delle persone bisognosedella regione, come il magazzino di raccolta e distribuzione degliindumenti e arredi, la tavola amica e il dormitorio,l’Associazione ha in un secondo tempo intrapreso anche progettidi cooperazione nei Paesi in via di sviluppo, come il Senegal, e inparticolare nella regione di Kaolack, città gemellata conAosta.

 

Luigino Vallet, delegato associazione Diakonia

“Ormai sono circa 20 anni che operiamo a Kaolack,nella regione di Kaolack, che è molto grande, molto estesa, hacirca 2 milioni di abitanti, su diversi tipi di strumenti, inparticolare strumenti che riguardano il microcredito, per lo sviluppodelle comunità agricole e altri tipi d’iniziative come larealizzazione di points de santé, di scuole. Ultimamente cisiamo soffermati su progetti che avessero una sostenibilitànel tempo, in particolare mi sembra che il microcredito sia unostrumento importante soprattutto a favore della donna, che èun po’ l’attore e il nostro collaboratore principale perquanto riguarda lo sviluppo in quei territori. Poi, a Kaolack,abbiamo da qualche anno preso in carico - e la Regione e il Comune diAosta, ricordo che Aosta è gemellata con Kaolack, ci hannosostenuto, in termini di cofinanziamento - un’attivitàche riguarda la sanitarizzazione, cioè tutta quella parted’inquinamento derivata soprattutto dalla plastica e dairesidui che vengono buttati in giro nella città, e ilcontrasto all’inquinamento delle falde acquifere. Questa misembra sia la parte più delicata e importante del progetto checon la Regione stiamo realizzando dallo scorso anno, e per duequartieri pensiamo di portarlo a termine entro fineanno”.



 

 

Nel corso della serata, sono state presentate inparticolare le attività avviate per il miglioramento dellaqualità ambientale di Kaolack, le iniziative finalizzate alrilancio dei centri di formazione professionale agricola, cherappresentano le uniche strutture sul territorio in grado di fornirea giovani e adulti una formazione pratica nel settore, e le azioni disostegno e di assistenza tecnica nei confronti degliagricoltori.

 

Luigino Vallet, delegato associazione Diakonia

“C’è questo intervento di formazionenei confronti degli agricoltori, quelli che hanno scelto di farel’agricoltore, attraverso un modello adattato allarealtà senegalese, esportato dall’esperienza che hafatto Don Duverney qui in Valle d’Aosta con gli agricoltorivaldostani.”



Don Claude Duverney, noto in Valle d’Aosta per glianni trascorsi all’Institut Agricole Régional qualedirettore della ricerca e per la lunga attività di assistenzaagli agricoltori valdostani per il miglioramento delle coltivazioni,dopo la pensione ha scelto di andare in Senegal, d'intesa con lerelative Diocesi, a continuare a tempo pieno un lavoro di assistenzaa distanza da lui iniziato negli anni nel periodo estivo.

 

Don Claude Duverney

“Diakonia mi ha molto appoggiato, prima con icontatti con il Comune di Aosta e poi con la Regione e poi ancheattraverso la Caritas, per un progetto finanziato dalla conferenzaepiscopale italiana di lotta biologica contro il ragnetto rosso, unaspecie molto particolare, molto aggressiva sugli orti, in particolaresul pomodoro, la melanzana e la melanzana africana. Ho anche cercatodi orientare il lavoro sulla Caritas Kaolack, perché io sonosolo di passaggio, anche se sono lì da 8 anni e mezzo e sperorimarrò qualche altro anno, però l’importanteè avere la continuità e Caritas Kaolack è moltoefficace in questo senso”.

 

Il centro Caritas di Kaolack può contare sul lavorodi 42 persone, impegnate in diversi progetti promossi e finanziati nonsoltanto dalla comunità europea ma anche da enti cattoliciinternazionali di assistenza come il Secours Catholique in Francia eil Misereor in Germania.

 

Don Claude Duverney

“Sono responsabile spirituale della Caritas,rappresentante del Vescovo, sono l’unico bianco tral’altro all’interno dell’organizzazione, cosa chenon pone alcun problema. La Caritas agisce prima sull’acqua, hafatto molti pozzi, più di un centinaio di pozzi, si va acercare l’acqua a 350 metri. Però non basta fare unpozzo, non basta fare un progetto, bisogna avere un seguito, quindidelle persone che possano sorvegliarne la gestione”.

 

29 set 2010

LIGURIA Consultazione pubblica sulla copertura NGA del territorio da parte degli operatori di telecomunicazioni

VISTA la Comunicazione della Commissione 2009/C 235/04 "Orientamenti comunitari relativi all'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga";

VISTA la Comunicazione della Commissione n. 245/ 2010 "Un'agenda digitale europea";

PREMESSO CHE il Ministero dello Sviluppo Economico il 24 giugno 2010 ha istituito un tavolo di coordinamento - presieduto dal Viceministro allo Sviluppo Economico, On. Paolo Romani, e comprendente gli Amministratori delegati dei più rilevanti operatori TLC - volto a definire un Piano di sviluppo delle Reti di Nuova Generazione nel territorio italiano ai sensi degli obiettivi comunitari fissati dall'agenda digitale europea, ovvero che il 50% degli utenti domestici europei sia abbonato a servizi con velocità superiore a 100 Mbps entro il 2020

 

Il Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico avvia una procedura di consultazione pubblica per definire una mappatura particolareggiata e un'analisi dettagliata dei piani impegnativi di copertura del territorio nazionale con reti NGA (Next Generation Access) già realizzati o da realizzare nel prossimo triennio 2011 – 2013. Si tratta di un'indagine suddivisa territorialmente in oltre diecimila aree sub comunali, per le quali si richiede di specificare la tecnologia, il tipo di architettura, l'entità degli investimenti e la percentuale di copertura di unità abitative connesse e attraversate dalle reti NGA.  Il questionario fa riferimento ad infrastrutture dedicate all'offerta del servizio banda ultraveloce per utenza residenziale e imprese, pertanto sono fuori ambito le infrastrutture che non offrono servizi di connettività o che lo offrono esclusivamente alla Pubblica Amministrazione.

Procedura di consultazione

 Tutti i soggetti interessati sono invitati a far pervenire una comunicazione contenente i propri contributi al tema oggetto di consultazione, compilando l'allegato questionario  entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento o consegna a mano, al seguente indirizzo:Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento Comunicazioni

Direzione Generale per i servizi di comunicazione elettronica – Divisione I

Viale America 201 -00144 Roma e recare la dicitura "Consultazione pubblica in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica – Copertura NGA del territorio da parte degli operatori di telecomunicazioni". I contributi dovranno pervenire anche su supporto elettronico o via e-mail.

 Responsabile del procedimento è la Dott.ssa Donatella Proto - Viale America n. 201 – 00144 Roma – Tel. 06 54447007  – Fax 06 54444710

e-mail:com.segreteria@pec.sviluppoeconomico.gov.it

Si precisa che i dati e le informazioni raccolte saranno considerate come riservate e strettamente confidenziali.



26 nov 2010

PROGETTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
 
Nella seduta di oggi, venerdì 26 novembre, la Giunta regionale ha approvato la Relazione sulle attività dell'anno 2010 predisposte nell'ambito della legge regionale 6 del 2007 "Nuove disposizioni in materia di interventi regionali di cooperazione allo sviluppo e di solidarietà internazionale", che sarà presentata al Consiglio regionale in occasione dell'esame del bilancio di previsione della Regione per il triennio 2011/2013.
 
La Relazione presenta inoltre i progetti di cooperazione allo sviluppo che saranno avviati nel 2011 e che sono stati approvati dal Comitato per la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà internazionale nella riunione del 18 novembre scorso.
 
Gli interventi di cooperazione approvati sono 11, di cui 5 relativi al continente africano (2 in Senegal, 2 in Etiopia, 1 in Tanzania), 2 relativi all'America centrale e al Sud America (1 ad Haiti e 1 in Argentina), 3 nei Balcani e in Medio Oriente (Bosnia Erzegovina, Romania e Kurdistan Iracheno) e 1 relativo alla Cina.
 
Il costo totale per la realizzazione dei progetti è di circa 800 mila euro e il contributo da imputare sulla legge regionale 6/2007 ammonta complessivamente a 353 mila 400 euro.
 
«La Giunta regionale procederà all'approvazione definitiva dei progetti e dei relativi contributi – spiega il Presidente della Regione Augusto Rollandin – dopo l'approvazione da parte del Consiglio del bilancio regionale 2011/2013. In considerazione della rilevanza dei progetti che sono stati presentati, abbiamo infatti previsto nel prossimo bilancio pluriennale uno stanziamento ulteriore di 100 mila euro per poter apportare un contributo regionale ai sensi della legge 6/2007 a tutti i progetti valutati positivamente dal Comitato per la cooperazione allo sviluppo, che dimostrano ancora una volta quanto la comunità valdostana sia in grado di esprimere in termini di solidarietà e di sostegno concreto allo sviluppo di altre popolazioni».
 

12 nov 2016

PRESS RELEASE - MARSIGLIA: TRUMP UNA MARCIA IN PIU' ALLO SVILUPPO PETROLIFERO

COMUNICATO STAMPA
ROMA, 11 Novembre 2016
MARSIGLIA: TRUMP UNA MARCIA IN PIU' ALLO SVILUPPO PETROLIFERO
<<Sicuramente il Presidente Trump non sarà di ostacolo ai così detti 'petrolieri' ed a tutto il nostro settore ma darà un marcia in più allo sviluppo petrolifero>> queste le parole del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia alla vittoria elettorale del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.
Continua Marsiglia <<Trump è un imprenditore di successo, è fuori da ogni dubbio che un uomo di impresa non possa incrementare con la politica la sfera economica ed industriale di un paese. Certamente per il nostro settore bisognerà monitorare ed attendere la politica estera che il nuovo Presidente intende percorrere. E' di fondamentale importanza il rapporto e la geopolitica con il Medio Oriente, l'Asia e l'Europa in particolare.
Gli Stati Uniti vivono di una politica energetica piuttosto complessa e dipendente dal resto del Mondo, sicuramente alcuni punti ed opinioni espresse nella campagna elettorale sono alquanto dubbiose su quello che potrà essere un ruolo moderato con il resto degli attori e dei paesi di sviluppo energetico. Il capitolo Iran sarà prioritario anche in vista degli accordi che in questi giorni grandi Compagnie Petrolifere stanno siglando per lo sviluppo di importanti giacimenti>>.
In tema di politica energetica interna <<L'America con l'amministrazione Obama lascia un'eredità energetica frastornata, stiamo parlando del Paese dello Shale Oil, di grandi strutture logistiche ed oleodotti di grandi dimensioni ma allo stesso tempo di aziende che hanno chiuso i battenti a causa della crisi internazionale legata al prezzo del greggio e degli investimenti in nuove tecniche di sviluppo degli idrocarburi.
Oggi attendiamo di conoscere quello che sarà in questa nuova era l'America energetica e come proseguirà il rapporto con i Paesi OPEC e non-Opec. Se i prezzi dei greggi (WTI e BRENT) non risalgono ai livelli di qualche anno fà, ci saranno problematiche anche per gli U.S.A>> conclude

29 apr 2024

Presentazione del nuovo bando relativo alla “Zona franca per la Ricerca e lo Sviluppo”



Il lun 29 apr 2024, 14:39 Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta <comunicati_stampa@regione.vda.it> ha scritto:

 


Bureau de presse
Ufficio stampa


COMUNICATO STAMPA

 Aosta, lunedì 29 aprile 2024

 

Presentazione del nuovo bando relativo alla "Zona franca per la Ricerca e lo Sviluppo"

 

L'Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile informa che giovedì 16 maggio, dalle ore 9 alle 13, presso la sala conferenze della Centralina Idroelettrica di Saumont, ad Aosta, si terrà la presentazione delle opportunità a favore delle imprese industriali e artigiane.

In particolare, sarà illustrato il nuovo bando relativo alla "Zona Franca per la Ricerca e Sviluppo" (ZFR&S) e saranno avviati i Gruppi di Lavoro Tematici (GLT) della "Strategia di Specializzazione Intelligente" della Valle d'Aosta (S3 VdA).

L'incontro costituisce un'occasione importante di conoscenza e confronto tra i soggetti del territorio che sono già coinvolti o che intendono operare nell'ambito dello sviluppo del sistema produttivo valdostano.

La partecipazione è libera previa iscrizione le cui modalità saranno comunicate sul canale tematico "Portale Imprese" del sito istituzionale della Regione Valle d'Aosta.

 @vdaufficiale  

 regionevalledaosta.official

 Regione Valle d'Aosta

 Regione Autonoma Valle d'Aosta

 RegVdA

 

 

 

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us

 

Fonte: Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile – Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta

 

 



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