il leader libico Muammar Gheddafi ha lanciato la sua strana sfida: "L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa".
Poi ha pure incontrato centinaia di ragazze: ufficialmente l'incontro doveva essere spontaneo e gratuito, poi si è scoperto che era a pagamento.
Molte giovani donne, pare per 100 euro circa, hanno atteso Gheddafi sotto il sole e hanno ascoltato il discorso certamente originale del leader libico.
Il Colonnello ha parlato della "bella vita" che le donne fanno in Libia, dove sono tutte "libere e felici": ha invitato tutte a convertirsi alla fede di Maometto, poi è andato da Silvio Berlusconi per discutere di politica e di affari.
L'Italia quindi si è trovata ad ospitare un personaggio strano: da una parte lo si è criticato, dall'altro lo si è trattato solo dal punto di vista economico e si sono sopportate quelle che paiono stravaganze.
Il Colonnello libico, salito al potere negli anni settanta con un colpo di Stato e ancora al suo posto ha conosciuto diverse stagioni politiche: fu un indipendente dall'Occidente, un nemico giurato di Israele, un alleato della politica Sovietica nella regione, ma pure un sostenitore di gruppi che divennero terroristici.
Fu isolato dal resto del mondo con la caduta del muro di Berlino e la Libia fu definita uno Stato canaglia dagli Usa: subì anche qualche bombardamento da parte dell'aviazione statunitense.
Gheddafi sembrava destinato a finire tra i tiranni deposti dagli Usa e il suo fato avrebbe dovuto seguire la cattiva strada di Saddam Hussein, con la stessa ostinazione anti-occidentale e con la stessa fine.
Questo non avvenne perché il dittatore libico seppe mutar strategia e prendere le distanze dai gruppi radicali islamici, che iniziarono ad odiarlo: trovandosi tra due fuochi il Colonnello decise di proseguire nella sua politica economica, scaltra ed efficiente,
Seppe fare buoni affari con gli italiani in particolare, ma sdoganarlo, guarda caso, fu proprio Silvio Berlusconi: oggi la sponda Sud del Mare Mediterraneo è quasi amica dell'Italia e ancora gli italiani vanno per lavorare, per investire e per costruire.
Gli affari per l'Italia e in particolare per qualcuno, sono tanti e fruttuosi: avremo petrolio in cambio di commesse in terra libica, poi la finanza libica ha interesse a investire in Italia.
Ora il discorso sul Corano, sull'Islam e sulla conversione dell'Europa alla religione di Maometto era rivolto in particolare verso la sua gente e verso i radicali islamici, che vedono nel Colonnello un quasi traditore, perché è troppo vicino agli interessi occidentali.
Un fatto è certo: Gheddafi è un dittatore e come tale ha delle colpe, prima fra tutte quelle di non permettere la libertà nella sua terra.
Le stravaganze del dittatore libico sono tante e prima fra tutte c'è la scelta di vivere sempre sotto la tenda, pur mantenendo il lusso e le comodità.
E' orgoglioso di appartenere a un popolo nomade, con i suoi riti e i suoi cavalli, le sue spade, con tradizioni e abitudini da "Mille e una Notte", quasi fiabesche.
Certamente la visita di Gheddafi attirerà le proteste di molti governi esteri, oltre alle contestazioni delle nostre opposizioni.
Invece tutte queste ragazze, che per pochi soldi si sono "bevute" il sermone del Colonnello, mostrano un'Italia che ha bisogno di lavoro e di opportunità.
Pure la predica di Gheddafi e qualche ora sotto il sole poteva servire in questo momento difficile, dove le donne hanno sempre meno opportunità degli uomini in campo lavorativo.
Però è triste vedere tante fanciulle disposte ad ascoltare un personaggio che, credo, non possa appassionare il pubblico femminile come un attore o un cantante famoso: spero che molte fossero attratte dalla curiosità e non solo dal premio in euro.
Un tempo c'erano le folle di ragazze e di ragazzine per qualche complesso di noti cantanti stranieri, oggi invece si va in fila dal Colonnello: è un segno dei tempi, che non conoscono l'entusiasmo.
La fame di denaro è grande, per necessità impellenti, ma anche per un vestito nuovo.
Qualcuna si convertirebbe all'Islam per una vita da......"Mille e una Notte"?
A proposito, quanto vale la libertà?