Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, del gruppo “Movimento 5 stelle”, hanno presentato una Risoluzione che impegna la Giunta a promuovere e diffondere la conoscenza di una nuova modalità sostenibile nel campo della mobilità delle persone. Si tratta di un progetto promosso dall’associazione Jungo – sede a Rimini – che può contribuire alla riduzione del traffico, favorendo il tasso di occupazione dei mezzi privati in circolazione.
La Risoluzione parte da quanto affermato nel documento preliminare del PRIT 2010-2020: “La scelta preferenziale per il “governo della domanda” significa quindi puntare ad una moderna idea di “mobilità sostenibile” – o “buona mobilità”, come sarebbe forse meglio asserire - facendo leva sulle enormi opportunità offerte dal paradigma dell’innovazione e per certi versi superando anche la sterile contrapposizione tra servizi e infrastrutture che negli ultimi anni ha un po’ caratterizzato i diversi approcci alle politiche dei trasporti”.
In un contesto come quello dell’Emilia-Romagna, che si colloca al primo posto in Italia nel rapporto tra autovetture per numero di abitanti (83,3 autoveicoli circolanti per 100 abitanti, già nel 2007), secondo Favia e Defranceschi diventa fondamentale agire per un uso intelligente delle autovetture, favorendo “la crescita del coefficiente di riempimento delle stesse”, vale a dire la valorizzazione delle forme di trasporto amichevole o di cortesia (meglio note come fenomeni spontanei di car pooling o autostop). “Si tratta, nello specifico, di gestire l’incontro tra domanda e offerta di trasporto, garantendo alcuni parametri minimi di garanzia sulla affidabilità del sistema attraverso la cura di un database certificato dei soggetti interessati all’iniziativa”.
Fra le esperienze in corso, la Risoluzione sostiene il valore di quella ideata dalla associazione senza scopo di lucro Jungo (che ne detiene il marchio). Il sistema Jungo, detto anche “strategia della pulce” o “imbarco a vista”, è stato sperimentato a Trento e in Trentino, dove l’associazione ha realizzato l’esperimento pilota. Dopo questa fase di sperimentazione, la Provincia Autonoma di Trento ha deciso di procedere allo sviluppo di una collaborazione con l’associazione, fornendo servizi di supporto: un “call-center” di ricezione delle segnalazioni di infrazione; un servizio di visura dei casellari giudiziali dei richiedenti tessera (certificato penale e carichi pendenti). Gestione e distribuzione card, esclusioni e istruttorie delle segnalazioni rimangono in gestione all’associazione.
Convinti dell’utilità di questo progetto, Favia e Defranceschi chiedono alla Giunta di invitare Comuni e Province a sperimentare misure analoghe; a promuovere l’individuazione dei “percorsi raccomandati”, direttrici particolarmente adatte alla sperimentazione e successivo avvio del sistema, che presentino cioè caratteristiche adeguate rispetto ai volumi di traffico, pendolarità elevata, facile reperibilità di punti naturali di “imbarco/sbarco”; a individuare “punti d’imbarco raccomandati”, individuando piazzole, slarghi, eccetera, che consentano gli imbarchi nella massima condizione di visibilità e sicurezza. Per promuovere questa forma di mobilità sostenibile, conclude il documento, può essere utile promuovere eventi-manifestazioni di impatto sociale e psicologico (viene citata l’esperienza di Trento del 12 giugno 2010).