14 apr 2011

WWF: MEDITERRANEO A RISCHIO TRIVELLAZIONI

WWF: MEDITERRANEO A RISCHIO TRIVELLAZIONI
Le isole Tremiti? Solo l'inizio di una caccia al tesoro ai danni della biodiversità marina
 
 
 Le recenti autorizzazioni per le trivellazioni petrolifere al largo delle Isole Tremiti ricordano ancora una volta il rischio ambientale che corre il Mediterraneo.
 
E' dello scorso febbraio infatti l'allarme lanciato dal WWF circa le scoperte di giacimenti colossali di gas e altri idrocarburi sui fondali profondi del Mediterraneo, al largo di Israele e al largo del delta del Nilo, che hanno aperto una caccia al tesoro che rischia di danneggiare inevitabilmente ambienti unici per la biodiversità marina, protetti in base a convenzioni internazionali.
 
"Si è dimostrata per l'ennesima volta l'incapacità di raccogliere gli insegnamenti che derivano dai disastri, come quello recente della BP nel Golfo del Messico, per arrivare a fare scelte compatibili con l'ambiente. L'indisponibilità del Governo ad accogliere la lezione dai precedenti ecodisastri è ancora più grave nel caso delle Tremiti se si considera che le trivellazioni verranno condotte ai confini virtuali della riserva marina, quindi con un forte impatto ambientale", ha dichiarato Antonio de Feo, presidente di WWF Puglia.
 
Il WWF ricorda come diversi accordi obbligano i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo a passare attraverso il sistema VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) prima di esplorare e trivellare alla ricerca di gas e petrolio in acque "offshore": il più recente protocollo è quello per la protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo marino e del suo sottosuolo, entrato in vigore nel dicembre 2010. Questo stabilisce che qualsiasi potenziale attività di sfruttamento di acque profonde, tra cui anche le prospezioni, debbano essere soggette ad autorizzazione sulla base di un'approfondita VIA.
 
"I fondali marini nel Mediterraneo brulicano di vita, specie uniche, endemiche del nostro mare. Non possiamo permettere che prospezioni 'alla cieca' provochino danni irreversibili alla biodiversità delle acque profonde", dichiara Marco Costantini, responsabile del Programma Mare del WWF Italia. "Questi ecosistemi marini esistono solo nel nostro mare, sono fragili e vulnerabili ad ogni interferenza con le attività umane, si sono evoluti in una condizione stabile dove la scarsa disponibilità energetica ha condotto alla nascita di ecosistemi particolarmente rari".