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15 set 2012

Giovanni - Discorso nella sinagoga di Cafarnao

Discorso nella sinagoga di Cafarnao

 22  Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.  23  Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.  24  Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù.  25  Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». 26  Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.  27  Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».  28  Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».  29  Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
 30  Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?  31  I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo».  32  Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;  33  il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».  34  Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».  35  Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.  36  Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.  37  Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,  38  perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.  39  E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.  40  Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
 41  Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».  42  E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
 43  Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi.  44  Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.  45  Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.  46  Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.  47  In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
 48  Io sono il pane della vita.  49  I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;  50  questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.  51  Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
 52  Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  53  Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.  54  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.  55  Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  56  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.  57  Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58  Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
 59  Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.  60  Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?».  61  Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza?  62  E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?  63  E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.  64  Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.  65  E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
 66  Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.


27 giu 2010

Discorso nella sinagoga di Cafarnao

VANGELI E ATTI DEGLI APOSTOLI - SCARICA CLICCANDO SU QUESTO LINK

22 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23 Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
26 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27 Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28 Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». 29 Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
30 Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34 Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35 Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
41 Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
43 Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. 60 Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63 E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

14 ott 2016

1a Festa transfrontaliera Lo Pan Ner - I pani delle Alpi

Bureau de presse
Ufficio stampa
COMUNICATO STAMPA
Aosta, venerdì 14 ottobre 2016
1a Festa transfrontaliera  Lo Pan Ner – I pani delle Alpi
L'Assessorato dell'istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta comunica che, in concomitanza con l'11^ edizione della Giornata mondiale del pane, e nell'ambito della 1a Festa transfrontaliera Lo Pan Ner – I pani delle Alpi, manifestazione che avrà luogo nei giorni 15 e 16 ottobre 2016, con il coinvolgimento della Regione Lombardia e della Val Poschiavo nel Cantone dei Grigioni (Svizzera), è previsto un ricco programma di iniziative che animeranno le due giornate.
Se il momento clou sarà sabato 15, con l'accensione dei forni dei villaggi, la cottura del pane e una serie di attività collaterali proposte dai 52 comuni valdostani che hanno aderito all'iniziativa, domenica 16 sarà invece la città di Aosta protagonista della festa con un calendario denso di eventi. Durante la giornata verrà effettuata la vendita di pane nero e saranno proposte degustazioni di pane di segale e di prodotti locali sotto i portici del municipio.
A partire dalle 16 ci sarà la grande kermesse delle comunità protagoniste dell'evento, con esposizioni e curiosità e, a seguire, la premiazione della foto più rappresentativa della festa del migliore pane nero e del migliore pane dolce della tradizione prodotti nei diversi forni, nonché del miglior pane della nuova tradizione creato dai panettieri.

Alle 18, al Teatro Splendor, nell'ambito dell'11^ edizione della Giornata mondiale del pane, avrà luogo una conversazione sul tema La Civiltà del pane alla presenza delle autorità della Regione Valle d'Aosta, della Regione Lombardia e della Val Poschiavo. Parteciperanno all'incontro Roberto Capello, Presidente della Federazione italiana Panificatori, Iginio Massari, considerato il Maestro dei Maestri Pasticceri italiani, fondatore dell'Accademia dei Maestri Pasticceri italiani e personaggio di spicco della pasticceria italiana nel mondo, Armando Guerini, vincitore del concorso la Spiga d'oro Expo 2015, con degustazione del pane premiato, il pane di Alex & Sylvia, a cura di Cast Alimenti, la scuola dei mestieri del gusto. Moderatore sarà Gabriele Archetti, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono inoltre in programma degustazioni di pani dolci della tradizione valdostana in collaborazione con Slow Food – Condotta della Valle d'Aosta.

Fonte: Assessorato dell'Istruzione e Cultura – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta

14 mag 2010

14/5 Pane e Companatico - cibo


Pane e Companatico
il: 23/05/2010

Dove:
Marradi (FI)
info su Marradi e mappa interattiva
Toscana - Italia

Per maggiori informazioni:
tel. 055.8045170
info@pro-marradi.it
pro-marradi.it

Fonte:Pro Loco Marradi Ufficio Informazioni Turistiche
Scheda Evento

"PANE E COMPANATICO"MARRADI 23 MAGGIO 2010
La manifestazione, organizzata dalla Pro Loco di Marradi, giunta alla sua settima edizione, è sorta con lo scopo di valorizzare uno dei nostri prodotti principe quale è "il pane di Marradi", una varietà di pane preparato secondo l'antica ricetta marradese e cotto rigorosamente nel forno a legna, il quale verrà servito ai visitatori condito con vari tipi di companatico, sia dolci che salati (marmellata, cioccolata, strutto, olio, pomodori, vino, zucchero, etc.) .
La manifestazione si terrà nel centro storico a partire dalle ore 11, in particolare:
in Piazza Scalelle il momento di intrattenimento con "il podere", i lavori quotidiani e tutti gli animali domestici della nostra campagna;
in Via Talenti e Via Fabroni saranno allestiti punti degustazione e di mescita vino, bibite e acqua. Con i forni aperti, i nostri commercianti allestiranno banchi con prodotti tipici; diversi hobbisti, appassionati artisti e creativi esporranno per la vendita i loro prodotti squisitamente locali;
in Via Fabroni e Via Talenti saranno create piccole zone di sosta con tavole e panche dove gli ospiti potranno sostare e consumare le offerte dei nostri prodotti;
in Via Tamburini sarà allestito il ristoro "Delizie di pane"in cui saranno serviti piatti succulenti della cucina povera quali: la polenta, la pappa al pomodoro, la zuppa di pane, la panzanella, etc.
Nel "podere in piazza", la vita normale di tutti i giorni: governare gli animali, mungere le mucche, tosare le pecore per filare la lana e sferruzzando fare la calza per preparare maglie e maglioni con la vera lana di pecora.
In orari prefissati la messa in funzione di una vecchia "macchina da battere".
In piazza, sulla scalinata del comune, i Maggiaioli intratterranno i visitatori facendoli cantare assieme a loro, mentre i fornai marradesi impasteranno la bianca farina di grano con la nostra "acqua degli allocchi" e prepareranno le pagnotte da infornare con la "panera" nel forno caldo. A cottura ultimata il pane caldo verrà sfornato per la curiosità di quanti non hanno mai visto il "ciclo del pane".
Naturalmente gli stand di assaggi e il ristoro funzioneranno a pieno ritmo per far assaggiare a tutti gli antichi sapori dei nostri poderi con il pane di Marradi.
A partire dalle ore 15 la "Laky Orkestra" si esibirà in concerto sul piazzale antistante il Teatro degli Animosi.
Vi invitiamo a Marradi domenica 23 maggio per trascorrere una giornata insieme, una giornata allegra, diversa, spensierata, alla scoperta delle golosità di un tempo, per rivivere un mondo che alcuni rimpiangono e che altri non conoscono affatto e per imparare la lezione della vita semplice di tutti i giorni nelle nostre campagne.
Per informazioni:Pro Loco Marradi tel. 055.8045170 - info@pro-marradi.it - www.pro-marradi.it

20 ott 2016

1a Festa transfrontaliera Lo Pan Ner - I pani delle Alpi

Bureau de presse
Ufficio stampa
COMUNICATO STAMPA
Aosta, giovedì 21 ottobre 2016
1a Festa transfrontaliera
Lo Pan Ner – I pani delle Alpi
L'Assessorato dell'istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta comunica che la 1a Festa transfrontaliera Lo Pan Ner – I pani delle Alpi, svoltasi nei giorni 15 e 16 ottobre 2016, in occasione dell'11^ edizione della Giornata mondiale del pane, ha riscosso un grande successo. Per una realtà piccola come la Valle d'Aosta, i numeri sono significativi: i Comuni che hanno effettivamente partecipato all'iniziativa sono stati 50, i forni accesi sono stati 65 e i volontari che si sono prodigati per la preparazione e la cottura del pane di segale e dei pani dolci sono stati oltre 900. È ad essi che va il plauso generale perché il loro ruolo è stato essenziale per la buona riuscita dell'intera manifestazione.
Domenica 16, alle 16.30, in Piazza Chanoux ad Aosta, si è svolta la premiazione del concorso per il migliore pane nero e il migliore pane dolce della tradizione, riservato ai forni dei villaggi. Questa la classifica:
Per il miglior pane nero della tradizione:
1° classificato: il forno di Pià de Veulla di La Salle
2° classificato: il forno di Chez-les-Coccoz di La Salle
3° classificato: il forno di Margnier di Chambave
Per il miglior pane dolce della tradizione:
1° classificato: il forno di Fleuran di Issogne
2° classificato: i forni della Tsapella e di Tchappé di Cogne
3° classificato: il forno di Le Coudrey di Doues

I premi sono stati consegnati ai vincitori dal Presidente della Regione Valle d'Aosta, dall'Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e dal rappresentante della Val Poschiavo.
La Commissione non ha invece ritenuto di dover procedere all'attribuzione del premio per il miglior pane della nuova tradizione, riservato ai panettieri professionisti, in quanto è pervenuta l'iscrizione di un unico concorrente, Caterina Ottino della ditta Micapan La Bottega di Fénis. A questa professionista va il riconoscimento da parte dell'Assessorato per l'impegno profuso nel ricercare soluzioni innovative nel segno della tradizione.

Fonte: Assessorato dell'Istruzione e Cultura – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta

12 set 2012

leggende di fantasmi .... LA LEGGENDA DEL LAGO MORO











LA LEGGENDA DEL LAGO MORO

Chi transita nei pressi del Lago Moro ne può apprezzare la bellezza, ma se è attento ne percepisce pure la tristezza languida, che il sole dei giorni più caldi riesce appena a mitigare.
Quello che oggi è una scura massa d'acqua, un tempo fu un verde
prato piano, attraversato da pigri ruscelli e colorato dai fiori dei limpidi stagni di montagna.
Ai bordi di quel piccolo pianoro, esistevano due case: nella prima abitava una vedeva ricca con un bambino grassoccio di pochi anni e nella seconda, al lato apposto, un'altra vedova campava poveramente con suo neonato.
La vita era stata crudele per le due donne: sembrava, per la miseria e per le ingiustizie sofferte, che il Cielo si fosse accanito contro di loro.
Però la ricca Gilda non aveva disdegnato l'uso dell'intrigo per ottenere i suoi scopi, al contrario la più povera, Elena, era rimasta sempre onesta e spesso pregava fiduciosa il Signore: -Mio Dio! L'esistenza qui sulla Terra è dura! Non lasciarci senza pane, mio figlio e io viviamo di quel poco che la tua provvidenza ci concede! Egli è innocente ed è troppo piccolo per soffrire!-
Elena filava la lana per un mercante della città, era pagata con quel tanto che bastava per sostenersi ed ella si accontentava.
Ammorbidiva i suoi giorni con tutte le piccole gioie che la sua fantasia le suggeriva: raccoglieva i delicati fiori che crescevano attorno alla sua baita, ornava la culla del suo piccolo e serena cantava le filastrocche imparate da bambina.
Quando il figlio si addormentava la madre lo guardava silenziosa e sognava per lui un futuro meno stentato del suo.
In mezzo a quei monti non aveva nessuno che l'aiutasse e non osava avvicinarsi all'altra casa, perché la ricca sua vicina un giorno le aveva istigato contro i cani.
Eppure Gilda aveva cuore e amava il proprio figlio, lo allevava con cura e gli parlava teneramente: -Dormi! Sogna sereno figlio mio bello! La tua mamma veglia su di te, nessuno ti farà del male! Cresci forte e sicuro, avrai tutto quello che vorrai e non saprai cosa significhi la miseria, come la conoscerà il meschino figlio di quella poveraccia!-
Il vento dell'inverno ghermiva gelido le due case, entrava nelle fessure delle pareti della baita di Elena e spegneva il piccolo fuoco; ella si affannava a ravvivarlo, poi prendeva dolcemente il bambino tra le braccia per scaldarlo.
Con il primo sole se ne andò il gelo e l'acqua ristagnava su tutto il pianoro, tra le ultime chiazze di neve e tra l'erba nuova i bucaneve spuntavano fitti.
Il freddo sparì e venne la breve estate montana: tutto si coprì di tenui colori armoniosi.
Il vento soffiava tranquillo e scivolava sui prati, agitando le corolle lanose dei "capelli delle streghe": l'unico fiore che attecchiva attorno alla casa di Gilda.
Ella era ogni giorno indaffarata nel valutare i suoi interessi: spettinata, perché non aveva tempo di badare a sé, sbrigava attiva le pratiche per incrementare il suo patrimonio.
Le rughe le avevano segnato il magro volto, rancore si era sommato a rancore negli anni difficili ed ella sfogava la sua bile sui più deboli.
I mendicanti non salivano dalle due donne, non valeva la fatica: una era troppo povera e l'altra troppo avara.
L'uomo, che si diresse alla baita di Elena, era uno strano accattone: il suo passo era lento, i suoi movimenti circospetti, quasi gentili.
Le vesti e l'aspetto erano di chi dormiva solitamente all'aperto e mangiava quello che il prossimo gli concedeva, ma i suoi occhi limpidi tradivano un dolore intimo, contenuto con dignità.
La pelle era troppo chiara per essere quella di un montanaro e il profilo fino del volto non era stato ancora guastato dagli stenti.
Egli bussò alla bicocca di Elena e la salutò con un sorriso: -E' da molto che non mangio! Se hai un po' di pane e di vino per me, Dio ti benedirà!-
-Buon uomo! Io ho appena il necessario per me e mio figlio!-
Elena rimase un istante pensierosa, poi rientrò, gli donò un pane e una ciotola di latte.
-E' tutto quello che ti posso dare! Dell'altro lo ruberei alla mia creatura!-
Il mendicante spezzò il pane e ne offrì alla donna: -Tieni! Il Signore di premierà per la tua generosità!-
La benedisse, ma non era il solito gesto frettoloso degli affamati: tranquillo egli infondeva serenità; bevve il latte come compisse un rito e si allontanò, lasciando Elena affascinata.
Attraversò il pianoro e davanti alla lussuosa casa di Gilda si arrestò ad ammirare i solidi muri e le merci abbondanti, ammucchiate fuori dal magazzino, che non le conteneva tutte.
Gilda lo vide e chiamò i cani: -Cosa vuoi, pezzente?-
-Dammi un po' di pane e di vino, Dio ti sarà riconoscente!-
Gilda rise sguaiata: -Il tuo Dio mi premierà? Mi sto ricompensando generosamente da sola! Quando gli chiesi aiuto non fece nulla per me e tu vuoi farmi credere che si ricorderà di me dopo la morte?-
Ella ordinò ai suoi cani di scacciare quel molesto forestiero, notandone lo sguardo inquietante.
I cani non abbaiarono come al solito, ma si avvicinarono latrando e si accucciarono miti ai piedi dello sconosciuto.
Ella li rimproverò aspramente e li avrebbe bastonati se non avesse temuto la reazione dello strano mendicante.
-Donna! Dammi del pane! Io ho fame di pane come la tua anima del perdono del Signore!-
-Vattene, o chiamerò i miei uomini, che ti daranno una lezione per la tua impertinenza!-
Scuotendo piano il capo, il forestiero si allontanò avvilito e pulì i suoi sandali dalla polvere: nulla di quella casa voleva portare con sé.
Fece solo pochi passi e scomparve in una luce abbagliante, ma Gilda era tropo cieca per accorgersene: rientrò, alzò le spalle, dimenticandosi dell'episodio.
Nessuna delle due donne aveva riconosciuto Gesù.
Alcuni giorni dopo il sole si oscurò improvvisamente, la terra vibrò mentre il vento tormentava il prato e minacciava anche le fondamenta della casa di Gilda.
Elena portò fuori il suo bambino, timoroso di un crollo improvviso della insicura baita.
Faticava a tenersi in piedi, i suoi capelli e gli abiti erano sbattuti dalla bufera, rami e sterpi la investivano.
Una voce possente come un tuono dall'alto la ammonì: -Vattene! Fuggi da questo luogo maledetto! Salva te e tuo figlio!-
Confusa ella non si decideva ad obbedire e stringeva disperata al petto il suo unico bene, intanto la vecchia baita rovinò al suolo in un solo lungo frastuono; Elena si fece forza sulle gambe tremanti, non sapendo dove si dirigeva.
Quel rumore spaventò i lavoratori di Gilda, che abbandonarono il magazzino, con l'istinto dei topi prima di un naufragio.
Gilda non udì nulla, quando rialzò lo sguardo non vide più nessuno e corse all'aperto.
Era troppo tardi e la terra cedeva sotto i suoi piedi, i muri si spaccarono e il tetto si squarciò; si aprirono larghe voragini nel terreno, il buio calò su di lei.
Il bambino piangeva e la madre si avvicinò alla culla, non ebbe il tempo di lanciare un urlo, l'acqua invase il pianoro: l'intera casa si inabissò tra i flutti nerastri.
I presenti terrorizzati udirono il lamento del bambino svanire lontano, come il fischio del vento che si smorza tra le rocce.
Il sole tornò al suo posto e la bufera si placò, l'acqua del nuovo lago si chiuse definitivamente, così agitato e tetro da non vederne le profondità.
Per molto tempo restò mosso, con i continui spruzzi che sterilivano le rive.
Gli anni lo calmarono, fiori e arbusti crebbero a filo d'acqua.
Il suo colore si schiarì, ma nelle giornate nebbiose, o quando la tempesta gli si accanisce contro, un lamento leggero, quasi impercettibile e una voce femminile si odono ancora: sono il pianto di un bambino e la voce di una donna che gli canta una nenia.
Può capitare che un raggio di sole penetri le nubi e si apra un varco fra le correnti, rendendole trasparenti: allora si vedrà sul fondo una donna triste che culla il suo bambino.
L'immagine durerà qualche istante, poi svanirà e il lago ricoprirà gelosamente il suo segreto.

racconto di Arduino Rossi

10 gen 2011

Rivolta per il pane . Tunisia e Algeria

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In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

L'ultima rivolta storica per il pane, che si ricordi, è quella repressa dal Generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano, nel maggio del 1898, al tempo della tassa sui macinati, che aveva provocato l'aumentato del prezzo del pane, del riso e della polenta del 30. 40%.

Invece è in corso un aumento del costo dei prodotti alimentari primari in tutto il mondo per motivi puramente speculativi e questo fatto porta alla fame interi popoli: specialmente quella parte dell'umanità che vive con meno di 3 dollari al giorno, circa la metà degli abitanti della terra, mentre addirittura circa un miliardo di persone campa con meno di un dollaro al giorno.

Si può dire che costoro sono sempre a rischio di morte per fame, che è sempre la prima causa di morte su questo pianeta: si muore di fame e di denutrizione, con le relative patologie.

La crisi economica è costata di più per i miseri della terra che per i popoli ricchi, anzi, per i ricchi della terra: è un'osservazione ovvia, banale, ma necessaria.

Chi ha ancora bisogno di pane per campare e non ha un reddito tale da permettersi di acquistarlo pure caro, senza troppi sacrifici, un aumento del prezzo lo porta alla disperazione e la rivolta: è una logica conseguenza, quando ci sono ancora forze per farlo.

Algeria e Tunisia sono due Stati moderati, specialmente la Tunisia, con un buon sviluppo economico industriale, con delle democrazia timide, ma anche coraggiose, con il rispetto delle minoranze, a dire il vero piccole, non islamiche, con leggi laiche.

Le rivolte per il pane stanno provocando diversi morti: in Tunisia si parla di 20 morti, per il governo e più di 20 per le opposizioni.

La polizia spara e i feriti non mancano.

Questa è la prova che le situazioni democratiche del Sud del mondo sono sempre a rischio, basta poco per metterle in pericolo, per provocare morte e distruzione.

Poi l'Algeria è anche un Paese che estrae petrolio e gas naturale, che vende pure a noi: mentre il prezzo della benzina sale, da loro è calato il prezzo del grezzo, provocando minore entrate e ...fame.

Si capisce quanto pesi a livello mondiale la speculazione cieca sugli alimenti e sui prodotti petroliferi: destabilizzano intere regioni strategiche, provocando fame e disperazione, violenza e favorendo il sorgere dell'integralismo religioso, con le conseguenze terrificanti che conosciamo.

La fame porta ai disordini che fanno cadere le democrazie, oppure le rendono feroci, quasi delle dittature: il radicalismo diventa una soluzione, o così la gente crede e i conflitti si allargano all'estero.

Da questi Paesi destabilizzati escono minacce dirette di conflitti e di terrorismo.

Le soluzioni sono tante, ma la principale è lo sviluppo sociale, economico, culturale di questi popoli, che non avranno più 5, 6 figli per donna, ma solo due, però che verranno mandati a scuola e avranno un destini migliore, facendo crescere il proprio Paese.

La rivoluzione per il progresso sta sempre nella scuola, aperta a tutti, che prepara gente almeno un po' istruita, che non diventeranno dei disperati, ma solo dei buoni lavoratori preparati e cittadini democratici.


In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

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In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

L'ultima rivolta storica per il pane, che si ricordi, è quella repressa dal Generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano, nel maggio del 1898, al tempo della tassa sui macinati, che aveva provocato l'aumentato del prezzo del pane, del riso e della polenta del 30. 40%.

Invece è in corso un aumento del costo dei prodotti alimentari primari in tutto il mondo per motivi puramente speculativi e questo fatto porta alla fame interi popoli: specialmente quella parte dell'umanità che vive con meno di 3 dollari al giorno, circa la metà degli abitanti della terra, mentre addirittura circa un miliardo di persone campa con meno di un dollaro al giorno.

Si può dire che costoro sono sempre a rischio di morte per fame, che è sempre la prima causa di morte su questo pianeta: si muore di fame e di denutrizione, con le relative patologie.

La crisi economica è costata di più per i miseri della terra che per i popoli ricchi, anzi, per i ricchi della terra: è un'osservazione ovvia, banale, ma necessaria.

Chi ha ancora bisogno di pane per campare e non ha un reddito tale da permettersi di acquistarlo pure caro, senza troppi sacrifici, un aumento del prezzo lo porta alla disperazione e la rivolta: è una logica conseguenza, quando ci sono ancora forze per farlo.

Algeria e Tunisia sono due Stati moderati, specialmente la Tunisia, con un buon sviluppo economico industriale, con delle democrazia timide, ma anche coraggiose, con il rispetto delle minoranze, a dire il vero piccole, non islamiche, con leggi laiche.

Le rivolte per il pane stanno provocando diversi morti: in Tunisia si parla di 20 morti, per il governo e più di 20 per le opposizioni.

La polizia spara e i feriti non mancano.

Questa è la prova che le situazioni democratiche del Sud del mondo sono sempre a rischio, basta poco per metterle in pericolo, per provocare morte e distruzione.

Poi l'Algeria è anche un Paese che estrae petrolio e gas naturale, che vende pure a noi: mentre il prezzo della benzina sale, da loro è calato il prezzo del grezzo, provocando minore entrate e ...fame.

Si capisce quanto pesi a livello mondiale la speculazione cieca sugli alimenti e sui prodotti petroliferi: destabilizzano intere regioni strategiche, provocando fame e disperazione, violenza e favorendo il sorgere dell'integralismo religioso, con le conseguenze terrificanti che conosciamo.

La fame porta ai disordini che fanno cadere le democrazie, oppure le rendono feroci, quasi delle dittature: il radicalismo diventa una soluzione, o così la gente crede e i conflitti si allargano all'estero.

Da questi Paesi destabilizzati escono minacce dirette di conflitti e di terrorismo.

Le soluzioni sono tante, ma la principale è lo sviluppo sociale, economico, culturale di questi popoli, che non avranno più 5, 6 figli per donna, ma solo due, però che verranno mandati a scuola e avranno un destini migliore, facendo crescere il proprio Paese.

La rivoluzione per il progresso sta sempre nella scuola, aperta a tutti, che prepara gente almeno un po' istruita, che non diventeranno dei disperati, ma solo dei buoni lavoratori preparati e cittadini democratici.

30 apr 2010

30/4 Il lievito dei farisei e dei sadducei - Vangelo S. Matteo

VANGELI E ATTI DEGLI APOSTOLI - SCARICA CLICCANDO SU QUESTO LINK

5 Nel passare però all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere il pane. 6 Gesù disse loro: «Fate bene attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». 7 Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso il pane!». 8 Accortosene, Gesù chiese: «Perché, uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane? 9 Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete portato via? 10 E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete raccolto? 11 Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?». 12 Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.

10 gen 2011

News Algeria

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In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

L'ultima rivolta storica per il pane, che si ricordi, è quella repressa dal Generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano, nel maggio del 1898, al tempo della tassa sui macinati, che aveva provocato l'aumentato del prezzo del pane, del riso e della polenta del 30. 40%.

Invece è in corso un aumento del costo dei prodotti alimentari primari in tutto il mondo per motivi puramente speculativi e questo fatto porta alla fame interi popoli: specialmente quella parte dell'umanità che vive con meno di 3 dollari al giorno, circa la metà degli abitanti della terra, mentre addirittura circa un miliardo di persone campa con meno di un dollaro al giorno.

Si può dire che costoro sono sempre a rischio di morte per fame, che è sempre la prima causa di morte su questo pianeta: si muore di fame e di denutrizione, con le relative patologie.

La crisi economica è costata di più per i miseri della terra che per i popoli ricchi, anzi, per i ricchi della terra: è un'osservazione ovvia, banale, ma necessaria.

Chi ha ancora bisogno di pane per campare e non ha un reddito tale da permettersi di acquistarlo pure caro, senza troppi sacrifici, un aumento del prezzo lo porta alla disperazione e la rivolta: è una logica conseguenza, quando ci sono ancora forze per farlo.

Algeria e Tunisia sono due Stati moderati, specialmente la Tunisia, con un buon sviluppo economico industriale, con delle democrazia timide, ma anche coraggiose, con il rispetto delle minoranze, a dire il vero piccole, non islamiche, con leggi laiche.

Le rivolte per il pane stanno provocando diversi morti: in Tunisia si parla di 20 morti, per il governo e più di 20 per le opposizioni.

La polizia spara e i feriti non mancano.

Questa è la prova che le situazioni democratiche del Sud del mondo sono sempre a rischio, basta poco per metterle in pericolo, per provocare morte e distruzione.

Poi l'Algeria è anche un Paese che estrae petrolio e gas naturale, che vende pure a noi: mentre il prezzo della benzina sale, da loro è calato il prezzo del grezzo, provocando minore entrate e ...fame.

Si capisce quanto pesi a livello mondiale la speculazione cieca sugli alimenti e sui prodotti petroliferi: destabilizzano intere regioni strategiche, provocando fame e disperazione, violenza e favorendo il sorgere dell'integralismo religioso, con le conseguenze terrificanti che conosciamo.

La fame porta ai disordini che fanno cadere le democrazie, oppure le rendono feroci, quasi delle dittature: il radicalismo diventa una soluzione, o così la gente crede e i conflitti si allargano all'estero.

Da questi Paesi destabilizzati escono minacce dirette di conflitti e di terrorismo.

Le soluzioni sono tante, ma la principale è lo sviluppo sociale, economico, culturale di questi popoli, che non avranno più 5, 6 figli per donna, ma solo due, però che verranno mandati a scuola e avranno un destini migliore, facendo crescere il proprio Paese.

La rivoluzione per il progresso sta sempre nella scuola, aperta a tutti, che prepara gente almeno un po' istruita, che non diventeranno dei disperati, ma solo dei buoni lavoratori preparati e cittadini democratici.

Algeria e Tunisia sono due Stati moderati, specialmente la Tunisia, con un buon sviluppo economico industriale, con delle democrazia timide, ma anche coraggiose, con il rispetto delle minoranze, a dire il vero piccole, non islamiche, con leggi laiche.

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In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

L'ultima rivolta storica per il pane, che si ricordi, è quella repressa dal Generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano, nel maggio del 1898, al tempo della tassa sui macinati, che aveva provocato l'aumentato del prezzo del pane, del riso e della polenta del 30. 40%.

Invece è in corso un aumento del costo dei prodotti alimentari primari in tutto il mondo per motivi puramente speculativi e questo fatto porta alla fame interi popoli: specialmente quella parte dell'umanità che vive con meno di 3 dollari al giorno, circa la metà degli abitanti della terra, mentre addirittura circa un miliardo di persone campa con meno di un dollaro al giorno.

Si può dire che costoro sono sempre a rischio di morte per fame, che è sempre la prima causa di morte su questo pianeta: si muore di fame e di denutrizione, con le relative patologie.

La crisi economica è costata di più per i miseri della terra che per i popoli ricchi, anzi, per i ricchi della terra: è un'osservazione ovvia, banale, ma necessaria.

Chi ha ancora bisogno di pane per campare e non ha un reddito tale da permettersi di acquistarlo pure caro, senza troppi sacrifici, un aumento del prezzo lo porta alla disperazione e la rivolta: è una logica conseguenza, quando ci sono ancora forze per farlo.

Algeria e Tunisia sono due Stati moderati, specialmente la Tunisia, con un buon sviluppo economico industriale, con delle democrazia timide, ma anche coraggiose, con il rispetto delle minoranze, a dire il vero piccole, non islamiche, con leggi laiche.

Le rivolte per il pane stanno provocando diversi morti: in Tunisia si parla di 20 morti, per il governo e più di 20 per le opposizioni.

La polizia spara e i feriti non mancano.

Questa è la prova che le situazioni democratiche del Sud del mondo sono sempre a rischio, basta poco per metterle in pericolo, per provocare morte e distruzione.

Poi l'Algeria è anche un Paese che estrae petrolio e gas naturale, che vende pure a noi: mentre il prezzo della benzina sale, da loro è calato il prezzo del grezzo, provocando minore entrate e ...fame.

Si capisce quanto pesi a livello mondiale la speculazione cieca sugli alimenti e sui prodotti petroliferi: destabilizzano intere regioni strategiche, provocando fame e disperazione, violenza e favorendo il sorgere dell'integralismo religioso, con le conseguenze terrificanti che conosciamo.

La fame porta ai disordini che fanno cadere le democrazie, oppure le rendono feroci, quasi delle dittature: il radicalismo diventa una soluzione, o così la gente crede e i conflitti si allargano all'estero.

Da questi Paesi destabilizzati escono minacce dirette di conflitti e di terrorismo.

Le soluzioni sono tante, ma la principale è lo sviluppo sociale, economico, culturale di questi popoli, che non avranno più 5, 6 figli per donna, ma solo due, però che verranno mandati a scuola e avranno un destini migliore, facendo crescere il proprio Paese.

La rivoluzione per il progresso sta sempre nella scuola, aperta a tutti, che prepara gente almeno un po' istruita, che non diventeranno dei disperati, ma solo dei buoni lavoratori preparati e cittadini democratici.































12 gen 2011

Algeria e Tunisia- L'insurrezione per il Pane

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In Tunisia e in Algeria sono scopiate diverse rivolte per il caro pane: sì, qualcosa che noi conosciamo bene, ma solo dalla storia.

L'ultima rivolta storica per il pane, che si ricordi, è quella repressa dal Generale Fiorenzo Bava Beccaris a Milano, nel maggio del 1898, al tempo della tassa sui macinati, che aveva provocato l'aumentato del prezzo del pane, del riso e della polenta del 30. 40%.

Invece è in corso un aumento del costo dei prodotti alimentari primari in tutto il mondo per motivi puramente speculativi e questo fatto porta alla fame interi popoli: specialmente quella parte dell'umanità che vive con meno di 3 dollari al giorno, circa la metà degli abitanti della terra, mentre addirittura circa un miliardo di persone campa con meno di un dollaro al giorno.

Si può dire che costoro sono sempre a rischio di morte per fame, che è sempre la prima causa di morte su questo pianeta: si muore di fame e di denutrizione, con le relative patologie.

19 set 2012

PASQUA DEL PANE DI VITA (NUOVO RIFIUTO DELLA RIVELAZIONE)

Cap. 6

3. LA PASQUA DEL PANE DI VITA (NUOVO RIFIUTO DELLA RIVELAZIONE)

La moltiplicazione dei pani


 1  Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,  2  e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.  3  Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.  4  Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.  5  Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».  6  Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.  7  Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».  8  Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:  9  «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 10  Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.  11  Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.  12  E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».  13  Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

 14  Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».  15  Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.


27 giu 2010

3. LA PASQUA DEL PANE DI VITA (NUOVO RIFIUTO DELLA RIVELAZIONE)


Cap. 6
3. LA PASQUA DEL PANE DI VITA (NUOVO RIFIUTO DELLA RIVELAZIONE)
La moltiplicazione dei pani
1 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 3 Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8 Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12 E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

9 apr 2014

A Brescia arriva la Festa dell'orto: dalla terra alla tavola



A Brescia arriva la Festa dell’orto: dalla terra alla tavola


Per l’intera giornata di Domenica 30 Marzo a Brescia un programma di incontri gratuiti, assaggi e degustazioni per scoprire il mondo dell’orto in tutte le sue forme fino ai diversi usi in cucina.



 

Domenica 30 Marzo, dalle 9,00 alle 19,00, si terrà uno speciale evento gratuito presso Brescia Garden in Via Vallecamonica, che per un’intera giornata aprirà al pubblico per mostrare e spiegare le migliori tecniche di coltivazione dell’orto e i consigli di un grande chef (Beppe Maffioli) per utilizzare le piante da orto in cucina.
Erbe e ortaggi dal vaso al piatto ma non senza imparare a riconoscere le diverse varietà, le loro caratteristiche e come coltivarle in casa o sul balcone.

Tra le decine di varietà di aromatiche in mostra potrete ricoscere le più classiche (origano, maggiorana, salvia, rafano, anice, timo, etc..) e scoprire le più particolari come la “salvia ananas”, le cui foglie hanno il sapore e profumano di ananas, o le diverse varietà di menta come la “menta piperita” dalle grandi proprietà fitoterapiche, la “menta da cocktail” o la “menta glaciale” dal gusto fresco e intenso.
Il coriandolo invece è una delle aromatiche più antiche ed è una erbacea annuale utilizzata in erboristeria e dai molti usi in cucina (viene utilizzato nelle preparazioni di insaccati come salsicce e mortadelle, e per aromatizzare per esempio il gin) e in Oriente foglie e rametti di coriandolo vengono utilizzati al posto del più noto prezzemolo.

Tra le piante da orto conoscerete i “pomodori zebra”, rarità quasi dimenticata dai frutti rigati e dal colore molto chiaro, oppure “read pear”, varietà  di pomodoro con bacche a forma di pera dal sapore ottimo e ideali per guarnire le portate a tavola; il “lilliput” invece è una varietà di pomodori di tipo precoce che sviluppa frutti di piccole dimensioni, è molto resistente e può essere coltivata in vaso, piena terra e serra. Sono in commercio anche le “Meraviglie di Venezia”, varietà di fagiolo rampicante dalla colorazione gialla, o la zucchetta friulana, varietà precoce, di buona produzione e con frutti lunghi di colore giallo oro.

Esistono quindi ricche varietà di ortaggi e aromatiche poco conosciute o dimenticate che possono trovare specifici utilizzi in cucina. La “Festa dell’Orto” Domenica 30 Marzo, vedrà anche un incontro gratuito con Franchi Sementi e con lo chef Beppe Maffioli (Ristorante Carlo Magno). A conclusione del pomeriggio assaggi di pane e focaccia cucinati con erbe e ortaggi.

Il programma della giornata prevede alle ore 9,00 l’apertura di un’esposizione di una nuova linea di piante biologiche aromatiche e da orto; alle ore 10,30 si terrà un incontro gratuito a cura di Franchi Sementi sulle tecniche di coltivazione degli ortaggi per orti di casa, orti sul balcone e sul terrazzo; alle ore 16,00 si terrà un incontro con lo chef Beppe Maffioli del ristorante Carlo Magno dal titolo “Come valorizzare gli aromi e le verdure dell’orto in cucina”.
Alle ore 17,30 degustazione e assaggi di pane e focacce cucinate con erbe e ortaggi.

Incontri gratuiti aperti al pubblico
h 9.00 -  Apertura mostra "Piante aromatiche e da orto" (a cura di Franchi Sementi)
h 10.30 - "Coltiviamo gli ortaggi in casa: tecniche di coltivazione" (a cura di Franchi Sementi)
h 16.00 - "Come valorizzare aromi e verdure dell’orto in cucina" (a cura dello Chef Beppe Maffioli, del ristorante Carlo Magno)
h 17.30 – Degustazione e assaggi di pane e focaccia cucinate con erbe e ortaggi


Andrea Mazza
Servizi di comunicazione
www.andreamazza.com
Tel +39 3391351913

Brescia Garden
Via Vallecamonica 25/U - Brescia
Tel +39 030 317487
Mail info@bresciagarden.it