6 apr 2010

04/4 Shuttle Discovery torna a volare

Il lancio dello Shuttle Discovery dal Kennedy Space Center in Florida è stato perfetto: la missione dovrà durare 13 giorni e ci sono pure 3 donne, che devono raggiungere la Iss, la stazione spaziale internazionale, dove c'è già un'altra donna.
Così sarà la prima volta che 4 donne volano assieme nello spazio contemporaneamente.
Nel programma di Obama c'è pure un rilancio della ricerca spaziale: forse ritorneremo a vedere astronauti, che con i loro studi scientifici, daranno occasioni di sviluppo tecnologico per tutti, come nel passato.

04/4 Morti e feriti in Pakistan, al confine con l'Afghanistan (Teresa Togni)

La provincia pachistana di Frontiera, del nordovest, accanto il confine con l'Afghanistan è stata colpita da diversi attentati: c'è stato a Peshawar l'attacco al consolato Usa, i morti sono 6 di cui 4 assalitori.
Poco prima a Timergarah c'era stato un attentato contro l'assemblea del partito al governo nella provincia, l'Awami National Party: i morti dell'attentato suicida sono saliti a 38.
La pacificazione della regione è sempre più difficile: invece ci si chiede chi fornisce armi, munizioni ed addestramento ai terroristi.
Tutto questo costa.
Chi paga?
E' la solita domanda che non riceve risposta.

5 apr 2010

04/4 La Pasqua di Firenze, arrestato l'assassino del centro città (Mecca Elisa)


E' stato catturato il presunto assassino di Firenze: uccise nel centro della città due extracomunitari in via del Moro, il pomeriggio di Pasqua.
E' un cingalese di 35 anni ed ha ucciso due immigrati dello Sri Lanka: per ora non si conoscono i motivi, ma pare che tutto sia interno a questa comunità, per qualche regolamento di conti.

04/4 L'AVVOCATO (Arduino Rossi)

Fummo assunti tutti assieme, avendo vinto un concorso speciale e agevolato: possedevamo dei titoli preferenziali, o grosse raccomandazioni.
Il posto al "Centro Imposte Erariali Aggiunte" era stato sospirato per anni dalla maggioranza di noi, perché era un lavoro a mezza giornata, poco faticoso e con molte prospettive di carriera.
I primi stipendi, a dire il vero, non furono soddisfacenti, ma uno poteva arrotondarli col lavoro nero ben pagato, dalle ditte da noi tassate.
Si sfiorava il reato con queste attività fuori servizio, per interesse privato in atti d'ufficio, ma visto che lo facevano
tutti, anch'io, Carlo De Crescenzo, mi adeguai ben presto.
Insomma, non c'era da lamentarsi: eravamo dai venti ai trent'anni, già ben sistemati, con la sicurezza dell'impiego statale, con molto tempo libero e con molte fantasie per il futuro.
L'unico a non essere per nulla contento era Nicola Mattei, un laureato in legge: egli si sentiva un pesce fuori d'acqua e aspirava a esercitare la sua professione.
Secondo la sua opinione il nostro era un lavoro da morti di fame: egli avrebbe voluto una vita lussuosa, con belle donne e con tanti soldi da spendere.
Perciò era spesso imbronciato: invece di sbrigare le pratiche di ufficio stava alla sua scrivania a studiare per sé.
Era stato raccomandato da suo padre, Gilberto Mattei, un funzionario degli Uffici Regionali che aveva approfittato della
sua qualifica per avvicinare "le persone giuste".
Gilberto aveva trascorso gli anni della giovinezza in miseria e non voleva che lo stesso capitasse a Nicola: chiese al suo caro amico, Direttore Generale del Centro Imposte Erariali Aggiunte, di assumere provvisoriamente il figlio, che si stava preparando all'esame di Procuratore Legale.
Il Direttore, buono e comprensivo, accontentò la richiesta di Gilberto: aveva grande stima per l'amico e non poté rifiutargli il favore ....poi, conosceva bene il detto: -Una mano oggi a te, una mano domani a me!-
Tanto lavoro da stancare nell'ufficio non c'era mai: avevamo le nostre soste per il caffè e tra una pratica e l'altra si chiacchierava.
Le ragazze parlavano della moda e dei fidanzati, noi di sport e di belle ragazze.
Nicola commentava le nostre discussioni con frasi sarcastiche e finì con l'attirare l'antipatia di molti: -E' mai possibile che trovi sempre da ridire? Chi crede di essere?-
-Anche se è laureato fa il nostro lavoro..., ma lui pensa ai suoi studi e fa lo scansafatiche!-
Io lo difendevo: -Non ha tempo da perdere, come noi, perché si sta preparando all'esame di Stato. Non è per presunzione che si isola!-
La mia era un difesa da avvocato d'ufficio: non credevo a quello che dicevo e non convincevo nessuno.
Nicola non mi era simpatico, ma lo stimavo per la sua volontà d'arrivare a essere qualcuno.
Gli altri miei colleghi si limitavano a invidiare chi era più in alto di loro: l'atteggiamento di Nicola era sbagliato, ma egli possedeva una forte personalità e andava deciso allo scopo.
Le giornate in ufficio si susseguivano monotone: sempre gli stessi discorsi e le stesse scartoffie, interrotti solo da quattro pettegolezzi: l'unico passatempo che ravvivava la curiosità dei miei pigri e malignetti colleghi.
Nicola era una delle loro vittime: -Ieri passeggiava con una donna sposata!-
-Ma non lo sapevi? Da tempo esce con la moglie del Direttore del Catasto e si fa raccomandare dal marito, lei complice!-
Queste calunnie finivano quasi sempre in volgari risate.
Si sapeva che Nicola non era uno stinco di Santo, ma non ho mai creduto a tali affermazioni: era avido di successo e di denaro, ma lo reputavano abbastanza onesto.
Arrivarono i giorni dell'esame di Stato per Nicola: egli si era preso tutte le ferie dell'anno e le aveva aggiunte a un mese di malattia.
Prima d'andarsene aveva salutato tutti: -Prometto di pagarvi una cena al miglior ristorante, quando sarò nell'albo degli avvocati!-
Era sicuro della sua riuscita e si sentiva già un legale.
Invece tornò in ufficio piuttosto mogio: dichiarò semplicemente che bisognava attendere il risultato ufficiale.
La malignità degli impiegati divenne sempre più acida e l'imbarazzante silenzio di Nicola ci faceva dubitare.
Alle nostre insistenti domande, egli rispondeva con incerte giustificazioni: -Non si sa ancora nulla! Ci sono state alcune irregolarità e stanno rivedendo tutti gli scritti!-
Era divenuto schivo e triste.
La voce di un insuccesso si faceva sempre più incalzante e per soffocarla Nicola, finalmente, proclamò di aver felicemente superato la prova.
Nessuno dubitò della sua parola, perché egli fu tanto persuasivo da ingannare anche se stesso e aggiunse di aver iniziato il periodo di pratica dal migliore avvocato della città.
Arrivò al punto di licenziarsi per rendere accettabile la sua menzogna.
Più tardi dichiarò di aver aperto uno studio e di aver già alcune proficue cause per eredità.
Fu per me una delusione trovarlo, parecchi anni dopo, in una piccola biblioteca comunale a distribuire i volumi a quattro studentelli.
Nicola finse di non vedermi, ma lo chiamai ad alta voce e fu costretto a salutarmi.
Era un vinto: aveva perso la sua grinta, viveva alla giornata e trascurava persino il suo aspetto esteriore.
La sua esistenza era divenuta insignificante e mi fece una grande pena.
Mentre uscivo pensavo: -Un ragazzo con tante belle aspirazioni, come può essersi ridotto così male?-



RACCONTO TRATTO DAL LIBRO "Gli statali. Gioie e dolori per il posto fisso”
Scritto da Arduino Rossi
Morpheo editore – Narrativa
presente in IBS e altre librerie online
http://www.morpheoedizioni.it/Gli_Statali.htm

04/4 Esclusa dal concorso di vigile perché alta solo 163 cm (Teresa Togni)



Era alta un metro e 63 centimetri, era troppo bassa per fare la vigilessa: così fu scartata dal Comune di Verona, che pretendeva un'altezza minima di un metro e 65.
Il Tar del Veneto ha stabilito che il limite d'altezza è discriminante e il bando l'aveva esclusa illegittimamente.
Ora il suo posto di vigilessa è sicuro, mentre dal 1997 era solo su una sospensiva del Tar.
E' la fine di una discriminazione antica, quella dei vigili alti?
Si vedrà ai prossimi concorsi.

Psicologico- racconto di Arduino Rossi L'ARRIVISTA


L'ARRIVISTA
Ero al cantiere come tutte le mattine, al terzo piano di un edificio abusivo e il capomastro mi chiamò per una telefonata.
Io scesi preoccupato: mia moglie Chiara sapeva che era severamente vietato telefonare, salvo in casi gravi.
-Che c'è?-
-Rientra subito! E' arrivata finalmente la comunicazione dell'assunzione!-
-Ma sei sicura? Non sarà un errore?-
Avevo trentasette anni e la mia vita era stata una continua sconfitta.
A vent'anni ero andato in America e là mi ero trovato bene, poi mia nonna mi aveva supplicato di tornare per vedermi prima di morire e non mi ero allontanato più da Lecce.
Da allora la fortuna mi aveva tradito: fui assunto in un'azienda di radiotecnica e mi ero diplomato alla scuola serale.
Avevo una carriera assicurata, ma la ditta fu chiusa.
Avevo aperto un negozio e ben presto avevo fallito: fui assunto e licenziato altre volte e avevo accettato, per mantenere mia moglie e mia figlia, lavori saltuari e senza contratto.
Chiara mi baciò, entusiasta come solo lei sapeva essere: -Caro, ci sei riuscito! L'Ente di Controllo sulla Manutenzione dell'Edilizia Pubblica ti ha assunto!-
Si era umiliata e instancabile aveva bussato a molte porte per farmi assumere negli Uffici Statali.
Annunciai la buona notizia a tutti gli amici e parenti, anche a quelli che non vedevo da anni.
Fu il mio trionfo: un impiego pubblico è da tutti desiderato.
Congratulazioni e auguri, con un pizzico di invidia, coronarono la mia partenza.
Che gioia fu per me vedere una città del Nord, con le sue industrie periferiche e con quella vitalità, che io ho sempre invidiato al Settentrione.
Non era bella, le nostre città del Sud non hanno paragone, eppure quel capoluogo veneto era pieno di vita, anche nel grigiore dei vecchi palazzi del centro.
Non persi tempo e mi presentai, senza cambiarmi d'abito e senza mangiare, direttamente all'ufficio: i miei superiori avrebbero capito subito che sarei stato un impiegato diligente.
Il Direttore Gilberto Caserta non era in sede: tutti i miei futuri colleghi erano con lui al bar per festeggiare la sua onorificenza a Commendatore.
Percorsi i corridoi e le vaste stanze, ricavate in un palazzo del Seicento.
Bussai inutilmente e mi azzardai a sbirciare gli incartamenti sulle scrivanie polverose.
L'Ente di controllo sulla Manutenzione dell'Edilizia Pubblica non conservava neppure con decenza l'edificio della sua sede.
Io amavo il barocco e mi amareggiai nell'osservare la cattiva manutenzione di quegli stucchi ricchi di ori, di quegli angioletti pasciuti tra floreali decorazioni.
Delle risa rispondevano al motteggiare di una voce autoritaria, che più tardi seppi essere quella di Caserta: rientrava il personale.
-Signori! Il titolo di commendatore oggi è molto diffuso! Non è il certificato in se stesso che mi rende orgoglioso, quanto il riconoscimento di trent'anni di fedele servizio nell'Ente!-
Tutti gli altri approvarono con cenni del capo o con lodi sperticate.
Nessuno badò a me e raggruppandosi continuarono le loro chiacchiere.
Mi presentai al Direttore e gli consegnai la mia lettera di assunzione.
-Si accomodi nel mio studio!-
Attesi parecchio e quando rientrò, si scusò del ritardo.
-Antonelli Giuseppe! Grazie alle agevolazione per l'invalidità lei è stato assunto! Dunque è ora un funzionario in prova.
Riceverà il tesserino di riconoscimento e la borsa con il timbro personale!-
Io ero sanissimo, ma si sa che un'invalidità agevola nei concorsi.
Questo espediente mi denigrò agli occhi dei vecchi funzionari.
Fu l'unico argomento a mio sfavore ed essi lo scordarono, grazie ai miei modi ossequiosi: un'arte che perfezionai sino a esserne il più esperto.
-Buon giorno! Sono la Gina e il Direttore mi ha incaricato di mostrarle le sue mansioni!-
Gina era una persona per bene: quarantacinque anni e nessuna ombra sul suo passato.
Le malalingue avevano rinunciato da anni a interessarsi di lei: pure i peccati più innocenti non erano immaginabili in una donna così insignificante e così pedante.
Nessuno badava a lei e forse ella era da considerare parte dell'arredamento.
A ravvivare l'ambiente c'era il ragioniere contabile Andrea Parenti, chiassoso modenese della mia età.
Grasso, ma energico, non amava il suo lavoro e lo sbrigava velocemente; indossava abiti eleganti che certamente costavano una nostra intera mensilità e compariva di tanto in tanto con una nuova automobile.
Seppi che egli lavorava da un commercialista e si interessava dell'Ente solo per la pensione agevolata degli statali.
Si vantava delle sue avventure amorose e delle sue furbizie poco oneste negli affari.
Capii invece che egli era solo un povero insoddisfatto, poco o nulla considerato dai colleghi: da buon uomo semplice esprimeva sempre sinceramente il suo parere.
Io mi impegnai parecchio sul lavoro e mi misi in buona luce: nei primi tempi parlavo poco e ascoltavo molto.
Divenni il confidente di tutti, ma non era sufficiente per farsi notare.
I pettegolezzi passavano di bocca in bocca e diventavano verità.
Imparai a utilizzare parte di queste voci a mio vantaggio, poi ne inventai delle nuove, che suggerivo con riservatezza e falsa ingenuità a qualche chiacchierone: così coprivo di ridicolo i miei rivali.
Da noi l'incombenza più ambita era quella di "portaborse" del Direttore e io la ottenni grazie alle mie delazioni.
-Caro Giuseppe! Io sarei perso senza di lei! Dirigere un Ente come questo sarebbe impossibile se non avessi informazioni sulla vita degli impiegati anche fuori ufficio.
Un cattivo comportamento, di uno qualunque tra noi, offenderebbe il buon nome dell'Ente!-
Una mattina ricevetti una telefonata da Lecce.
-Ciao Giuseppe! Sono Francesco Corsetti, ti ricordi di me?-
-Oh, Francesco, che sorpresa! Perché questa improvvisata?-
-Non è cosa da spiegare per telefono, ti chiarirò i particolari per lettera. ma dimmi subito se ti andrebbe di fare un grosso affare con me! Ho bisogno di un socio esperto nel trattare clienti stranieri, per la mia società di Import-Export!-
-Mi prendi all'improvviso! Così non so rispondere! Ti farò sapere quando avrò riflettuto un po'!-
Non dormii quella notte: l'aria del settentrione aveva risvegliato in me lo spirito d'iniziativa e avrei preferito un impiego più indipendente.
Intraprendere a quarant'anni un'attività commerciale, partendo senza soldi, è da incoscienti e io lo ero allora.
La mattina dopo ero deciso e annunciai in ufficio, tra lo stupore generale, la mia intenzione a lasciare il posto.
Gina mi guardò con disappunto -Non troverai nulla di più sicuro!-
Mi feci trascinare dalla discussione ed esagerai: -Finalmente potrò dire le miei ragioni liberamente! Voi la chiamate vita questa? La vostra ambizione è solo negli abiti e nei titoli acquisiti, servendo qualche potente!-
Nacque un bisticcio: non frenai le parole e smascherai le loro piccole ipocrisie, dimenticando le mie.
Il ragioniere contabile mi ricordò quanto fosse inopportuno accusare gli altri: -E' da quando ti conosco che sei impostore!
Oggi, che non rischi nulla, ci accusi di ciò di cui tu stesso sei colpevole. Hai calunniato, tradito la fiducia e scavalcato chi aveva più meriti!-
Con quella sfuriata mi ero tagliato i ponti alle spalle e avevo rovinato la mia reputazione.
Orgoglioso del mio coraggio scrissi a Chiara, annunciandole la mia decisione.
Non mi interessavo più all'ufficio, considerandomi un ricco commerciante.
Attesi alcuni giorni la risposta di mia moglie che, preoccupata, mi scongiurò di non fare colpi di testa.
Per abbonirla le promisi di valutare tutto con calma prima di scegliere, ma non tornai sulla mia decisione e preparai la lettera di dimissione.
Per fortuna non la consegnai subito al Direttore, perché Francesco inaspettatamente mi telefonò: -Giuseppe! Sono spiacente, ma non possiamo iniziare la nostra attività! Mia moglie si è indebitata a mia insaputa e sono rovinato! Sarà per un'altra occasione!-
Balbettai qualcosa e lo salutai.
Sicuramente fu l'ultima alternativa favorevole della mia vita.
Qualcuno aveva ascoltato la mia telefonata e la stava riferendo allegramente ai colleghi, che commentavano divertiti.
Era la loro rivincita e infierivano contro di me.
La mia esistenza era divenuta impossibile e inutili furono i miei tentativi di riconquistare la loro fiducia: fui costretto a dare le dimissioni.
L'ultimo giorno nessuno mi salutò e io non ne soffrii: distaccato e senza rimpianti me ne andai.

04/4 Giovedì 15 aprile partono gli incentivi per consumatori e imprese (Maria Valota)


La Gazzetta Ufficiale pubblicherà il 6 aprile 2010 il Decreto attuativo sugli incentivi per ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, case ecologiche, motori marini e prodotti industriali.
Sarà il 15 aprile il primo giorno che imprese e consumatori potranno godere dei vantaggi per cambiar cucina, Internet, ciclomotori, prodotti che interessano le famiglie.
Si spera che questo porti pure a un vero risparmio energetico per le famiglie, per il Paese e pure per il Pianeta: abbiamo bisogno di un po' di ossigeno e non per ultimi bisogna ricordare i lavoratori, che hanno bisogno di rientrare nelle aziende, dopo cassa integrazione e disoccupazione.

04/4 Terrorismo contro i pashtun moderati in Pakistan (Paolo Rossi)


All'adunata dell'Awami National Party, partito nazionalista pashtun, un kamikaze si fatto esplodere, provocando 25 morti, nel distretto di Lower Dir.
L'uomo aveva tentato di entrare nella sala dell'assemblea, ma fermato dalla polizia si è fatto esplodere
National Party è il un partito locale laico che contrasta agli integralisti proprio per il controllo politica e culturale sulle tribu' di etnia pashtun: i fondatori dei talebani.
La guerra contro il terrorismo è principalmente uno scontro di culture e di intelligenza contro il fanatismo.

04/4 Sudafrica, Terreblanche ucciso per pochi dollari di paga (Mecca Elisa)


Eugene Terreblanche. leader bianco razzista sudafricano, di 69 anni, capo del partito che rivuole l'Apartheid pare che sia stato ucciso per il pagamento di 3 salari da 30 euro mensile: ad ucciderlo sono stati due contadini di 21 e 15 anni per la loro paga di 300 rand (30 dollari).
Erano suo dipendenti nella sua fattoria nel nord-ovest del paese: i due invocano la legittima difesa, perché, secondo loro, l'uomo li aveva aggrediti e si rifiutava di pagarli.
Questa versione non è creduta dai seguaci del movimento razzista sudafricano ed è probabile che ci siano delle ripercussioni politiche, forse anche violente.

04/4 La Coca Cola rende sterili? Antono Rossi)


In Danimarca dei ricercatori hanno cercato gli effetti della nota bevanda su 2.500 giovani uomini: abusare di questa bevanda porta a una perdita di spermatozoi.
Chi abusa di cola scende a 35 milioni di spermatozoi per millilitro, mentre la media è di 50 milioni: questo risulta dai ricercatori danesi e gli esiti dei loro studi sono stati pubblicati sull''American Journal of Epidemiology'.
Ora si attendono le risposte della multinazionale che sicuramente proporrà altre ricerche che negheranno quella danese, poi non si possono escludere cause legali.
La Coca Cola è un impero e si difenderà, ma intanto pare che la sostanza incriminata sia la banale caffeina, presente nella Coca Cola: quindi un eccesso di caffè dovrebbe provocare effetti simili.
Dubitando di tutto questo non rimane che attendere altre ricerche e studi di istituti neutrali, seri e validi.