13 ott 2010

Cinema, acquisito il fondo Taddei

Genova. Conferenza stampa, lunedì 18 ottobre 2010, alle 12, nella sede di Genova, in piazza De Ferrari, 1 (sala Direzione, 5° piano) per presentare l'acquisizione da parte della Regione Liguria del fondo di Padre Nazareno Taddei, una delle collezioni di documentazione cinematografica più prestigiose e ricche del Paese con pellicole, materiali multimediali, documentari, libri.

Alla conferenza stampa saranno presenti l'assessore alla Cultura della Regione Liguria Angelo Berlangieri, il sindaco della Spezia Massimo Federici, i presidenti della Mediateca Regionale Ligure e del Ciscs-Centro internazionale dello spettacolo e della comunicazione Marco Ferrari e Gabriella Grasselli e Cinzia Aloisini, presidente Istituzione per i Servizi Culturali

Genova - Teatro, le stagioni del Verdi di Sestri Ponente e del Teatro della Gioventù eatro, le stagioni del Verdi di Sestri Ponente e del Teatro della Gioventù

 

 

Giovedi 14 ottobre conferenza stampa sede De Ferrari ore 12 - sala Direzione, quinto piano

Genova. Conferenza stampa, giovedì 14 ottobre, alle 12, nella sede della Regione Liguria in piazza De Ferrari, 1 (sala Direzione, quinto piano) per la presentazione dei programmi e delle novità della stagione 2010-11 del Teatro della Gioventù di Genova e del teatro Verdi di Sestri Ponente.

Con gli organizzatori e il direttore artistico Riccardo Canepa parteciperà l'assessore alla Cultura e Spettacoli della Regione Liguria Angelo Berlangieri

Liguria - Cantieristica, sì a Cantieri scuola lavoro per i cassintegrati Rodriquez

 

 

Firmata oggi l'intesa dall'assessore Enrico Vesco

Genova. Firmata una intesa per l'utilizzo di lavoratori provenienti dai Cantieri Navali Rodriquez di Pietra Ligure in Cantieri scuola lavoro. Il documento è stato sottoscritto oggi da Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Pietra Ligure, Rodriquez Cantieri Navali Spa, Unione Industriali di Savona, Organizzazioni sindacali di categoria territoriali e Rappresentanze Sindacali Unitarie.

Lo rende noto all'assessore regionale al Lavoro Enrico Vesco.

"Questa misura, possibile grazie all'applicazione della Legge regionale 30/2008, si è resa necessaria perché i lavoratori dei Cantieri Rodriquez stanno traguardando il terzo anno di integrazione salariale in deroga, con tutte le conseguenze economiche che ciò comporta per loro e per le rispettive famiglie", spiega Vesco.

Lavoro in Lombardia - Sola: “Difendiamo la dignità dei lavoratori lombardi che ogni giorno si recano in Svizzera”

 



Sola: "Difendiamo la dignità dei lavoratori lombardi che ogni giorno si recano in Svizzera"



"L'attacco ai lavoratori italiani transfrontalieri è inaccettabile. Con il voto di oggi, il Consiglio regionale dà un segnale forte a difesa della dignità dei lavoratori lombardi che ogni giorno si recano in Svizzera". Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Gabriele Sola, commenta così la mozione presentata da IdV e approvata, all'unanimità, dal Consiglio Regionale della Lombardia nella seduta odierna. La mozione condanna senza mezzi termini la campagna apparsa nei giorni scorsi, oltre che sulla rete, anche sui muri del Canton Ticino.

"Un atto dovuto - dice Sola - quello di invitare il Consiglio Regionale a prendere una netta posizione di condanna relativamente a questa campagna, che non ha nulla di comico e che è offensiva nei confronti di tutti quei lavoratori, molti dei quali lombardi, che affrontano sacrifici quotidiani per recarsi sul posto di lavoro e che contribuiscono con il loro impegno a mandare avanti l'economia svizzera".

"Sottolineo con piacere che oggi il Consiglio Regionale della Lombardia - conclude il consigliere regionale di IdV - si è impegnato concretamente a tutelare non solo l'immagine ma anche la dignità dei suoi concittadini".

Gruppo Italia dei Valori
Consiglio regionale della Lombardia

Lombardia - LA QUESTIONE EXPO APPRODA IN CONSIGLIO REGIONALE



Sola: "Trattiamo finalmente dei contenuti. E, quanto al 'contenitore', il triumvirato pidiellino abbia il coraggio di mettersi in discussione"

"Oggi l'Expo approda il Consiglio regionale. Meglio tardi che mai, ora - dichiara Gabriele Sola, consigliere regionale dell'Italia dei Valori -, si spera, cominceremo a trattare dei contenuti oltre che del contenitore. Delle idee, dei progetti".

"Formigoni, Podestà e la Moratti hanno avuto 2 anni e mezzo per predisporre la tela sulla quale dipingere un'idea di futuro, l'idea da offrire e da condividere con il pianeta. Questi anni - continua Sola - si sono trasformati nell'esposizione internazionale delle incapacità di un triumvirato che, sulla carta, aveva tutto per operare in piena armonia: medesima provenienza politica, teorica sintonia col governo nazionale e grande determinazione, almeno di facciata. E invece, è stata la fiera delle incertezze e delle inefficienze che si sono trascinate sino ad oggi. Un evento che dovrebbe già essere l'Expo della Terra è invece, ancora e soltanto, l'Expo dei terreni. L'Expo degli interessi particolari, molto concreti e molto poco ideali".

"In due anni e mezzo - rileva il consigliere regionale di IdV - mai una seria ricerca di soluzioni alternative, magari allo scopo di individuare aree pubbliche che non comportassero intrecci d'interesse imbarazzanti, né un triste futuro di cemento né un'emorragia di denaro pubblico in questa stagione di crisi. E quando, da quest'ala del Consiglio regionale fu avanzata un'altra proposta seria ed alternativa, ovvero l'eventualità dell'esproprio, il centrodestra ha chiuso subito le porte. Neanche a parlarne. Era un'eventualità di ripiego, certo, ma meno complessa ed invasiva di quelle tuttora in via di esplorazione".

"E allora - conclude Sola - non ci stiamo. A noi dell'Italia dei Valori non va di supportare gli interessi della Fiera, né quelli dei Cabassi, né ammettere che la Regione si trasformi in immobiliare. C'erano altre soluzioni, che forse sono ancora attuali. Dopo aver gettato al vento 925 giorni, il centrodestra dovrebbe cercare di sfruttare al meglio gli ultimi 5, quelli che ci separano dall'incontro con il BIE. Lo facciano provando a mettere in discussione le loro idee e gli interessi che gravitano intorno a questo evento fin quasi a soffocarlo. Un evento che varrà a ben poco, per tutti noi, se dovesse dirigersi verso quel lontano porto affacciato sul Mar Egeo".

Gruppo Italia dei Valori
Consiglio regionale della Lombardia

Entrate - vincente in giudizio, ritenuta al 20% su tutto il risarcimento e spese legali deducibili


L’importo liquidato in sentenza per inadempimento contrattuale a favore di un lavoratore autonomo sconta la ritenuta d’acconto sull’intera somma riconosciuta dal giudice, compresa la copertura delle spese processuali. Nello stesso tempo, il professionista può portare i costi della causa in diminuzione dal reddito.

Nel caso in cui queste spese non siano state scalate nel periodo d’imposta in cui sono state sostenute, il libero professionista può recuperare la maggiore imposta versata attraverso una dichiarazione integrativa o con istanza di rimborso.

È questa l’interpretazione contenuta nella risoluzione n. 106/E pubblicata oggi che risponde a un interpello presentato da una società citata in giudizio, per inadempimento contrattuale, da un notaio.

Il professionista ha vinto la causa promossa per farsi riconoscere il risarcimento dei mancati guadagni professionali, con relativi interessi legali e delle spese processuali, compresa la parcella del suo avvocato. Ma, al momento del rimborso, ha contestato la ritenuta d’acconto del 20% che gli è stata operata, sull’intera somma, dalla parte soccombente.

Stavolta, però, la ragione non è dalla sua. Infatti, la risoluzione ribadisce l’obbligo, in capo al sostituto d’imposta, di operare le ritenute di legge su somme aventi natura di reddito, anche se corrisposte a seguito di provvedimento giudiziale, secondo l’indirizzo ormai consolidato sia nella prassi dell’Amministrazione finanziaria, sia nella giurisprudenza. Pertanto, così come sono soggetti a tassazione i redditi di lavoro autonomo, lo sono anche i proventi sostitutivi della stessa tipologia di reddito, come nel caso della liquidazione giudiziale in questione.

L’odierna risoluzione precisa, inoltre, che il professionista può portare in deduzione dal reddito gli importi, pure assoggettati a ritenuta d’acconto, rimborsati per le spese processuali, comprese quelle sostenute per portare avanti la causa, in quanto costi deducibili che hanno concorso alla formazione del reddito.

Il testo della risoluzione n. 106/E è disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it. Inoltre, su FiscoOggi.it sarà pubblicato un articolo sul tema.

VERBANO-CUSIO-OSSOLA E PIAGGIO VALMARA SCOPERTA VIOLAZIONE VALUTARIA E SEQUESTRATI CAPI DI ABBIGLIAMENTO


I funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Verbano-Cusio-Ossola in servizio presso la Stazione Internazionale di Domodossola, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno fermato un cittadino extracomunitario, proveniente da Parigi, in possesso di 100.000

Euro non dichiarati.

Il passeggero si è avvalso della possibilità di effettuare l’oblazione immediata che consente di estinguere la violazione mediante il pagamento di una somma pari al 5% dell’importo non dichiarato.

In un’altra operazione presso la S.O.T. (Sezione Operativa Territoriale) di Piaggio Valmara i funzionari doganali hanno sequestrato capi di abbigliamento che, in violazione dell’Accordo di Madrid, riportavano etichette false atte a indurre in inganno il consumatore finale al momento della distribuzione in commercio.

il silenzio e la “distrazione” non riporta il caso in prima pagina, in pochi si preoccupano di vite come vuoti a perdere

I 33 minatori cileni, sepolti vivi dal 5 agosto scorso, dentro la loro miniera parzialmente franata, per la prima volta hanno commosso il mondo: tragedie simili in passato non avevano mosso né eccessiva pietà, né compassione.

I soccorsi sono giunti e a San José si è scavata una galleria lunga 622 metri, ma larga solo 66 centimetri: a estrarli dal cuore della terra sarà una capsula, con una grandissima gru.

Lo spettacolo è importante e così il presidente cileno Sebastian Pinera sarà presente, con il presidente della Bolivia Evo Morales: ci sarà pure una folla di 4mila persone e non saranno tutti parenti, amici dei minatori.

Questo spettacolo segnala un cambiamento nella logica del potere in America Latina: un tempo il salto tra i pochi ricchi sprezzanti e i poveri era immenso.

In questa terra appartenere agli strati sociali più bassi, tra gli ultimi in assoluto c’erano i minatori, significava vivere come dei reietti, significava che la propria vita non contava nulla.

Disastri in maniera c’erano stati in passato, ma l’interesse era minimo, oppure il fatalismo di “oggi sono vivo e domani non lo so”, tipico di tutti i popoli poveri della terra, prendeva il sopravvento: pareva un destino fatale quello dei miseri zappaterra, dei minatori dalla vita media inferiore ai 40, 35, 30 anni.

E’ tutta gente dai volti su cui la sofferenza è cucita da sempre: hanno volti bruciati dal sole, che prendono il colore rosso delle zolle argillose, quando non piove da mesi.

Ora questa gente ha diritto alla cronaca, per di più vanno in prima pagina non solo sulle news di Google dei paesi dell’America latina, ma addirittura degli Stati Uniti: pure i gringos si interessano a gente vista con un complesso di superiorità …..spesso razziale e razzista.

Si sono spesi molti soldi per salvarli, i presidenti della Repubblica del Cile, ma pure della Bolivia si sono mossi per loro.

Si è usato della tecnologia da Terzo Millennio, evitando ulteriori crolli della fragile miniera: tutto è diventato uno spettacolo medianico e quindi ne …..valeva la pena (scusate il mio dubbio cinico nei confronti di autorità e gente che lavora dietro il computer in luminosi uffici, che rischia solo un po’ di mal di schiena perché si siede male).

L’immagine mediatica che esce in se stessa è positiva: ora il potere politico, democratico, deve interessarsi degli umili minatori e investire per le loro vite, perché la democrazia si deve preoccupare di tutti gli …… elettori.

La conquista della libertà per questi popoli significa un grande passo in avanti: non sono più topi da mandare a strappare minerali dalle montagne fredde e dure, ma esseri umani che meritano il rispetto, anche solo per l’immagine che ripropongono nel mondo.

Esistono perché le Tv, Internet, la stampa parla di loro?

Sì, altrimenti sarebbero morti come topi in trappola come i loro colleghi di solo pochi anni fa.

Continuo ad essere un po’ …. cinico?

La vita di una persona in rete, diffusa per il suo caso particolarmente ….. pietoso dai mass-media vale moltissimo e per lui, o loro, si fanno mille tentativi per salvarlo, salvarli.

Quando invece il silenzio e la “distrazione” non riporta il caso in prima pagina, in pochi si preoccupano di vite come vuoti a perdere: sono altri minatori, magari bambini, sono i pezzenti senza futuro delle periferie delle megalopoli del Terzo Mondo, loro non interessano alla cronaca.

Così sapere che dei poveri minatori si sono salvati dopo due mesi di attesa è una bellissima notizia, ma altre belle notizie simili si dovrebbero sentire, anche per fatti meno incredibili e curiosi come quello della miniera cilena.

sono altri minatori, magari bambini, sono i pezzenti senza futuro delle periferie delle megalopoli del Terzo Mondo, loro non interessano alla cronaca

I 33 minatori cileni, sepolti vivi dal 5 agosto scorso, dentro la loro miniera parzialmente franata, per la prima volta hanno commosso il mondo: tragedie simili in passato non avevano mosso né eccessiva pietà, né compassione.

I soccorsi sono giunti e a San José si è scavata una galleria lunga 622 metri, ma larga solo 66 centimetri: a estrarli dal cuore della terra sarà una capsula, con una grandissima gru.

Lo spettacolo è importante e così il presidente cileno Sebastian Pinera sarà presente, con il presidente della Bolivia Evo Morales: ci sarà pure una folla di 4mila persone e non saranno tutti parenti, amici dei minatori.

Questo spettacolo segnala un cambiamento nella logica del potere in America Latina: un tempo il salto tra i pochi ricchi sprezzanti e i poveri era immenso.

In questa terra appartenere agli strati sociali più bassi, tra gli ultimi in assoluto c’erano i minatori, significava vivere come dei reietti, significava che la propria vita non contava nulla.

Disastri in maniera c’erano stati in passato, ma l’interesse era minimo, oppure il fatalismo di “oggi sono vivo e domani non lo so”, tipico di tutti i popoli poveri della terra, prendeva il sopravvento: pareva un destino fatale quello dei miseri zappaterra, dei minatori dalla vita media inferiore ai 40, 35, 30 anni.

E’ tutta gente dai volti su cui la sofferenza è cucita da sempre: hanno volti bruciati dal sole, che prendono il colore rosso delle zolle argillose, quando non piove da mesi.

Ora questa gente ha diritto alla cronaca, per di più vanno in prima pagina non solo sulle news di Google dei paesi dell’America latina, ma addirittura degli Stati Uniti: pure i gringos si interessano a gente vista con un complesso di superiorità …..spesso razziale e razzista.

Si sono spesi molti soldi per salvarli, i presidenti della Repubblica del Cile, ma pure della Bolivia si sono mossi per loro.

Si è usato della tecnologia da Terzo Millennio, evitando ulteriori crolli della fragile miniera: tutto è diventato uno spettacolo medianico e quindi ne …..valeva la pena (scusate il mio dubbio cinico nei confronti di autorità e gente che lavora dietro il computer in luminosi uffici, che rischia solo un po’ di mal di schiena perché si siede male).

L’immagine mediatica che esce in se stessa è positiva: ora il potere politico, democratico, deve interessarsi degli umili minatori e investire per le loro vite, perché la democrazia si deve preoccupare di tutti gli …… elettori.

La conquista della libertà per questi popoli significa un grande passo in avanti: non sono più topi da mandare a strappare minerali dalle montagne fredde e dure, ma esseri umani che meritano il rispetto, anche solo per l’immagine che ripropongono nel mondo.

Esistono perché le Tv, Internet, la stampa parla di loro?

Sì, altrimenti sarebbero morti come topi in trappola come i loro colleghi di solo pochi anni fa.

Continuo ad essere un po’ …. cinico?

La vita di una persona in rete, diffusa per il suo caso particolarmente ….. pietoso dai mass-media vale moltissimo e per lui, o loro, si fanno mille tentativi per salvarlo, salvarli.

Quando invece il silenzio e la “distrazione” non riporta il caso in prima pagina, in pochi si preoccupano di vite come vuoti a perdere: sono altri minatori, magari bambini, sono i pezzenti senza futuro delle periferie delle megalopoli del Terzo Mondo, loro non interessano alla cronaca.

Così sapere che dei poveri minatori si sono salvati dopo due mesi di attesa è una bellissima notizia, ma altre belle notizie simili si dovrebbero sentire, anche per fatti meno incredibili e curiosi come quello della miniera cilena.

Così sapere che dei poveri minatori si sono salvati dopo due mesi di attesa è una bellissima notizia, ma altre belle notizie simili si dovrebbero sentire, anche per fatti meno incredibili e curiosi come quello della miniera cilena

I 33 minatori cileni, sepolti vivi dal 5 agosto scorso, dentro la loro miniera parzialmente franata, per la prima volta hanno commosso il mondo: tragedie simili in passato non avevano mosso né eccessiva pietà, né compassione.

I soccorsi sono giunti e a San José si è scavata una galleria lunga 622 metri, ma larga solo 66 centimetri: a estrarli dal cuore della terra sarà una capsula, con una grandissima gru.

Lo spettacolo è importante e così il presidente cileno Sebastian Pinera sarà presente, con il presidente della Bolivia Evo Morales: ci sarà pure una folla di 4mila persone e non saranno tutti parenti, amici dei minatori.

Questo spettacolo segnala un cambiamento nella logica del potere in America Latina: un tempo il salto tra i pochi ricchi sprezzanti e i poveri era immenso.

In questa terra appartenere agli strati sociali più bassi, tra gli ultimi in assoluto c’erano i minatori, significava vivere come dei reietti, significava che la propria vita non contava nulla.

Disastri in maniera c’erano stati in passato, ma l’interesse era minimo, oppure il fatalismo di “oggi sono vivo e domani non lo so”, tipico di tutti i popoli poveri della terra, prendeva il sopravvento: pareva un destino fatale quello dei miseri zappaterra, dei minatori dalla vita media inferiore ai 40, 35, 30 anni.

E’ tutta gente dai volti su cui la sofferenza è cucita da sempre: hanno volti bruciati dal sole, che prendono il colore rosso delle zolle argillose, quando non piove da mesi.

Ora questa gente ha diritto alla cronaca, per di più vanno in prima pagina non solo sulle news di Google dei paesi dell’America latina, ma addirittura degli Stati Uniti: pure i gringos si interessano a gente vista con un complesso di superiorità …..spesso razziale e razzista.

Si sono spesi molti soldi per salvarli, i presidenti della Repubblica del Cile, ma pure della Bolivia si sono mossi per loro.

Si è usato della tecnologia da Terzo Millennio, evitando ulteriori crolli della fragile miniera: tutto è diventato uno spettacolo medianico e quindi ne …..valeva la pena (scusate il mio dubbio cinico nei confronti di autorità e gente che lavora dietro il computer in luminosi uffici, che rischia solo un po’ di mal di schiena perché si siede male).

L’immagine mediatica che esce in se stessa è positiva: ora il potere politico, democratico, deve interessarsi degli umili minatori e investire per le loro vite, perché la democrazia si deve preoccupare di tutti gli …… elettori.

La conquista della libertà per questi popoli significa un grande passo in avanti: non sono più topi da mandare a strappare minerali dalle montagne fredde e dure, ma esseri umani che meritano il rispetto, anche solo per l’immagine che ripropongono nel mondo.

Esistono perché le Tv, Internet, la stampa parla di loro?

Sì, altrimenti sarebbero morti come topi in trappola come i loro colleghi di solo pochi anni fa.

Continuo ad essere un po’ …. cinico?

La vita di una persona in rete, diffusa per il suo caso particolarmente ….. pietoso dai mass-media vale moltissimo e per lui, o loro, si fanno mille tentativi per salvarlo, salvarli.

Quando invece il silenzio e la “distrazione” non riporta il caso in prima pagina, in pochi si preoccupano di vite come vuoti a perdere: sono altri minatori, magari bambini, sono i pezzenti senza futuro delle periferie delle megalopoli del Terzo Mondo, loro non interessano alla cronaca.

Così sapere che dei poveri minatori si sono salvati dopo due mesi di attesa è una bellissima notizia, ma altre belle notizie simili si dovrebbero sentire, anche per fatti meno incredibili e curiosi come quello della miniera cilena.