15 ott 2010

Aosta - L’ESPOSIZIONE DI ETTO MARGUERET L’ENERGIA DEL COLORE ALLA BIBBLIOTECA REGIONALE DI AOSTA





L’Assessore all’Istruzione e Cultura, Laurent Viérin, inaugurerà, venerdì 22 ottobre 2010, alle ore 18, all’Espace Porta Decumana della Biblioteca Regionale di Aosta, l’esposizione dell’artista valdostano Etto Margueret. L’energia del colore.

Ernesto Margueret, in arte Etto, nasce a Saint-Rhémy-en-Bosses ma trascorre gran parte della giovinezza a Parigi, dove si appassiona alla pittura. Rientrato in Valle d’Aosta si dedica per molti anni all’attività di ristoratore per tornare poi a riprendere in mano i pennelli. Il suo stile inconfondibile è caratterizzato dai colori vivaci e sgargianti, utilizzati con grande libertà espressiva.

La mostra antologica, che rimarrà aperta al pubblico fino al 6 marzo 2011, presenta l’intero percorso creativo dell’artista, suddiviso in tre sezioni tematiche: “la tribù dei visilunghi”, gli animali e i paesaggi. Si potranno così ammirare una selezione dei suoi famosi personaggi “allungati”, tra cui la serie dei compositori, da Mozart a Chopin, a Verdi, e proseguire con le mucche variopinte, raffigurate al pascolo o intente nella Bataille de reines. Non mancano, inoltre, le tele dedicate ad altri animali quali i cavalli, i maialini e i cani San Bernardo. I forti accostamenti di colore che caratterizzano tali opere ritornano con uguale intensità nella sezione dei paesaggi, in cui l’artista rende omaggio alle montagne della Valle d’Aosta. Infine, ampio spazio viene dato alla produzione recente dell’artista che vede l’introduzione della spatola come nuova tecnica espressiva.

“Sono orgoglioso - sottolinea l’Assessore Viérin - di presentare la mostra dedicata a questo nostro artista, che siamo fieri di celebrare con la sua pittura, ma anche per la sua passione e il suo amore per la nostra Valle. ‘Enfant du Pays’, Etto Margueret ha fatto dei colori brillanti il tratto distintivo della sua pittura e dei suoi ritratti allungati uno dei soggetti più noti e apprezzati dal pubblico per l’efficacia espressiva e l’originalità. L’esposizione rientra tra le iniziative autunnali del nostro calendario culturale e vuole essere un elemento di cerniera tra locale e universale, che Etto ben rappresenta con il suo percorso pittorico e di vita.”

Nel corso dell’inaugurazione ci sarà un intervento musicale di Carlo Benvenuto.

L’esposizione, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-francese edito dalla Tipografia Valdostana, che contiene un testo critico di Francesca Agnesod ed è in vendita al prezzo di 10,00 euro.
Gli orario sono: lunedì dalle 14 alle 19, martedì-sabato dalle 9 alle 19, domenica chiuso. Ingresso gratuito

DON MARIO CUGUSI, EX PARROCO DI SANT'EULALIA

Dietro le quinte del clamoroso trasferimento


di Fabio Manca


“Ho obbedito solo alla mia comunità, non ad altri”. Anche nella sua ultima omelia, domenica scorsa,


nel giorno dell’addio ai fedeli di Sant’Eulalia, don Mario Cugusi ha sottolineato il dissenso con


l’arcivescovo Giuseppe Mani. Che il 17 luglio scorso aveva comunicato la sua sostituzione con don


Marco Lai, giustificandola con la necessità di cambiare guida alla parrocchia dopo trent’anni, a


centinaia di fedeli scossi e arrabbiati che gremivano la chiesa della Marina. Fedeli increduli, che


rumoreggiavano così tanto che Mani disse “Questa non è chiesa, è baracca”. Ne era seguita una dura


contestazione che passerà alla storia. Perché mai nessuno, in questa città, aveva gridato “buffone” a


un arcivescovo, mai nessuno gli aveva intimato, a muso duro, di andarsene. Mai nessuno lo aveva


inseguito mentre andava via sull’auto blu rivolgendogli improperi di ogni genere.


Ora che l’addio si è consumato, a tre mesi da quell’episodio, si può fare un’analisi serena del perché


tutto ciò è accaduto. Don Cugusi è un uomo colto, un filosofo che impregna le sue prediche di


citazioni, capace di andare oltre il vangelo. Un prete aperto e curioso, ecumenico nel senso più


moderno. Nel 1980 arriva in un quartiere povero e rassegnato come un rianimatore che deve


riportare alla vita un paziente grave. Riporta l’oratorio al centro del quartiere, lo apre agli


extracomunitari testimoniando la carità, organizza corsi per badanti ucraine, apre loro la chiesa del


santo Sepolcro, ristruttura la parrocchia, apre il teatro all’esterno. Appassionato di archeologia,


intuisce che il rilancio del quartiere passa anche attraverso la valorizzazione delle sue potenzialità.


Per questo apre una campagna di scavi sotto la chiesa e riporta alla luce pezzi di città. Diventerà il


museo di Sant’Eulalia. Si batte perché il rudere della facciata della chiesa di Santa Lucia di via


Sardegna, transennato da anni e ricettacolo di barboni e sporcizia, venga ristrutturato e valorizzato.


Succede, almeno in parte. E Marina, il primo luogo che i turisti in arrivo dalle navi da crociera (ma


non solo) visitano quando arrivano in città, diventa un quartiere vivibile: aprono negozi, si


moltiplicano i ristoranti. Il Comune fa il suo: ripavimenta le strade, pedonalizza il rione.


Ma Don Cugusi ha due difetti: dice sempre quello che pensa, anche quando contrasta con la linea


dell’arcivescovo e con le indicazioni del sinodo diocesano, è molto attaccato al suo quartiere e alla sua


gente. Dice così tante cose che quando l’arcivescovo toglie alla parrocchia il controllo della


Congregazione del Santissimo Crocifisso della Marina, nata per finanziare i poveri e altre attività del


quartiere, lo contesta dall’altare. E va oltre: scrive un libro raccontando la storia e l’epilogo, poco


chiaro. Sostiene, tra le altre cose, che con i soldi destinati alla gente della Marina, l’arcivescovo ha


ristrutturato parte del seminario facendone un campus per studenti.


Il conflitto con Mani, nato cinque anni fa quando ci fu un primo tentativo di sostituzione, cresce di


settimana in settimana. I due si tollerano per cinque anni. Poi accade un episodio che, secondo molti,


segna l’epilogo del rapporto. Un diacono cagliaritano, a Roma per concludere il percorso che lo


porterà a indossare la tonaca, denuncia di aver assistito a un rapporto sessuale tra un alto prelato


romano e un ragazzo ospite di un seminario romano. Per questo la sua ordinazione viene rinviata sine


die dall’arcivescovo. La comunità parrocchiale che da anni supporta Cugusi viene a conoscenza


dell’episodio e inoltra una lettera formale alla Congregazione per il clero, Città del Vaticano.


Dicono che Mani ritenga Cugusi il mandante di quella lettera. Certo, la tensione aumenta. A metà


luglio la notizia della sostituzione e la contestazione.


L’arcivescovo ha sempre avuto una linea chiara: sostituisco don Cugusi perché trent’anni in una


parrocchia sono tanti. Ed ha sempre ricordato che i sacerdoti devono obbedienza a Dio e


all’arcivescovo. E dunque devono accettare ogni decisione. Cugusi non accetta. In lacrime, il giorno


dopo la contestazione, dice pubblicamente che la sua testa è stata chiesta dalle congregazioni. Ragioni


di interesse economico, insomma.


Attorno a questa vicenda si consuma un corollario di accuse, ripicche e tentativi di mediazione. Il


consiglio pastorale, composto da intellettuali di varia estrazione culturale, attacca Mani e ne denuncia


l’autoritarismo e la mancanza di dialogo. Alcuni parroci in vista, come don Ettore Cannavera,


provano a mediare, chiedono a Mani di recedere dalla decisione di trasferire Cugusi, denunciano un


malessere diffuso nella diocesi, sia nel clero che tra i laici, che tuttavia non emerge mai in modo


chiaro. Il Portico, giornale della diocesi, raccolta la verità dell’arcivescovo. Nasce un periodico


alternativo, cresia.net, che raccoglie le voci del dissenso.


Don Cugusi ora è senza parrocchia. Attende ordini. E a Sant’Eulalia, domenica prossima, arriverà un


nuovo parroco. Un uomo di peso: don Marco Lai.

Aosta - OTTOBRE PIOVONO LIBRI PRESENTAZIONE DEL VOLUME SINERGIE E STRATEGIE. ADOLESCENTI TRA SCUOLA E IMMIGRAZIONE

 

Nell'ambito della campagna nazionale Ottobre, piovono libri, lanciata dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, l'Assessorato dell'istruzione e cultura organizza, mercoledì 20 ottobre, alle ore 18.00, nella sala conferenze della Biblioteca regionale di Aosta, la presentazione del volume Sinergie e strategie. Adolescenti tra scuola e immigrazione, a cura di Marina Pompameo e Roberta Ricucci. Interverrà, insieme alle curatrici, Franca Fabrizio.
 
«Grazie al legame profondo con le proprie radici – rileva l'Assessore Laurent Viérin – la Valle d'Aosta si è rivelata terra di accoglienza, prima di migranti provenienti dalle regioni meridionali e orientali d'Italia e ultimamente di migranti stranieri. Il sentimento identitario dei valdostani e la dignità riconosciuta alle due lingue ufficiali e alle parlate locali hanno costituito una naturale base di apertura verso altre culture e altre lingue. In campo educativo l'accoglienza si è concretizzata in numerose misure di sostegno all'inserimento e all'integrazione di minori stranieri. Per questo motivo l'Assessorato dell'istruzione e cultura ha ritenuto opportuno, in aggiunta alle risorse organiche assegnate appositamente a tutte le Istituzioni scolastiche di base, sostenere e finanziare il progetto di alcune scuole secondarie di secondo grado, consorziate con il Centro Territoriale Permanente, finalizzato a favorire l'apprendimento delle lingue ufficiali della Valle d'Aosta da parte di alunni stranieri, e quindi a dare a questi studenti una reale opportunità di seguire le lezioni in classe».
 
«L'esperienza realizzata da queste scuole – aggiunge Marina Pompameo, dirigente scolastica e curatrice del volume –, grazie alla forte sinergia fra i soggetti coinvolti e a un notevole impegno organizzativo, ha costituito un felice incontro del principio di "discriminazione positiva", praticato nelle scuole di area francofona, con la spiccata componente inclusiva della tradizione italiana. Per le sue caratteristiche il progetto può essere considerato un vero e proprio "modello" di accoglienza e integrazione degli alunni stranieri negli istituti superiori valdostani. Il volume che verrà presentato racconta l'iter di questa esperienza, ne descrive le tappe e la mette a confronto con altre simili realizzate a livello nazionale ed europeo».

Annozero non sa da fare

 Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

Tutti sanno che vaffan un bicchiere non è un insulto, ma solo il consiglio a Masi di fare il fabbricante di bicchieri: ''Io devo mettermi a fare i bicchieri. Lei che fa? - Rinuncia ai bicchieri, ci mette su la liquidazione e mi chiede di andare via. Poi decide di mandare in onda il programma, ma blocca la pubblicità, la produzione, ci toglie il tavolo da disegno e a Vauro e Travaglio non fa il contratto, ma non è finita".



non fa il contratto

 

Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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I limiti a Santoro per il suo Annozero e il vaffan....

 

Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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ci toglie il tavolo da disegno e a Vauro e Travaglio

 

Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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di mandare in onda il programma, ma blocca la pubblicità

 Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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Michele Santoro e il suo “vaffan …..bicchiere” da non.....dire.

 

Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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devo mettermi a fare i bicchieri. Lei che fa?

 

Michele Santoro e il suo "vaffan …..bicchiere" da non.....dire.

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