4 feb 2011


I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI
DELLA GIUNTA REGIONALE
 
 
 
PRESIDENZA DELLA REGIONE
La Giunta ha approvato l'organizzazione del Forum Programma Eurodyssée 2011, in calendario ad Aosta nei giorni 8, 9 e 10 settembre 2011.
 
ATTIVITA' PRODUTTIVE
E' stato concesso un contributo di 12 mila euro in conto capitale a favore di un'impresa artigiana di Morgex, a fronte delle spese sostenute per l'adozione di misure finalizzate all'uso razionale dell'energia.
 
ISTRUZIONE E CULTURA
E' stato approvato il trasferimento alle istituzioni scolastiche regionali di secondo grado di fondi vincolati per la realizzazione di interventi didattico-educativi di recupero rivolti agli studenti per l'anno 2011.
E' stato adottato il bando di concorso per l'attribuzione di contributi di studio a insegnanti delle istituzioni scolastiche della Regione, per la partecipazione a corsi di perfezionamento linguistico di inglese e di tedesco, all'estero, nell'estate 2011.
La Giunta ha deciso l'organizzazione di un'attività didattica inerente ad Aosta romana e destinata agli alunni delle classi quinte delle scuole primarie.
 
SANITA', SALUTE E POLITICHE SOCIALI
L'Esecutivo ha determinato, per l'anno 2011, l'ammontare dei contributi da corrispondere per ciascuna donazione effettuata nell'ambito dei rapporti convenzionali tra l'Azienda U.S.L. della Valle d'Aosta e le Associazioni e le Federazioni di donatori volontari di sangue.
 
TURISMO, SPORT, COMMERCIO E TRASPORTI
E' stata approvata la realizzazione di azioni promozionali sul mercato russo per il periodo gennaio/luglio 2011.
E' stata decisa l'organizzazione, nell'estate 2011, della seconda edizione della rassegna musicale Musicastelle in blue, in collaborazione con l'associazione Forte di Bard e con la società Blue note di Milano.
Sono stati concessi contributi a 14 scuole di sci, ai sensi della legge regionale n. 44 del 1999 Disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta. L'impegno di spesa è di 82 mila euro.
 
 
SI E INSEDIATO OGGI IL CONSIGLIO TERRITORIALE PER L'IMMIGRAZIONE
 
 
Si è svolta nel pomeriggio di oggi, venerdì 4 febbraio, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, la prima riunione del Consiglio territoriale per l'immigrazione, l'organo di natura prefettizia, previsto dal Testo Unico Immigrazione (D.lgs. 286/1998 ess.mm.) e ricostituito con decreto del Presidente della Regione del 4 ottobre 2010, n. 334, preposto all'analisi delle esigenze e alla promozione, a livello locale, di interventi relativi al fenomeno migratorio.
 
Il Consiglio, presieduto dal Presidente della Regione nell'esercizio delle Sue funzioni di Prefetto, è composto dall'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, dal Sindaco del Comune di Aosta, dai rappresentanti della Amministrazioni periferiche dello Stato e dalle componenti sociali a vario titolo interessate al fenomeno migratorio: Organizzazioni sociali dei lavoratori, Organizzazioni rappresentative del mondo produttivo, Associazioni rappresentative degli immigrati e del mondo del volontariato.
 
All'ordine del giorno del Consiglio erano iscritti vari punti. In apertura si è discusso sulle modalità di funzionamento dell'organo, prevedendo la costituzione di tre gruppi di lavoro tematici (politiche dell'occupazione, politiche sociali e abitative, politiche dell'integrazione culturale), coordinati dai dirigenti delle strutture dell'Amministrazione regionale competenti in materia e composti da tutte le componenti rappresentate in seno al Consiglio Territoriale. I gruppi di lavoro avranno il compito di animare la discussione e il dibattito in materia di immigrazione e di istruire le tematiche da portare all'attenzione del Consiglio Territoriale nelle sue riunioni periodiche.
 
Gli altri punti all'ordine del giorno riguardavano alcune comunicazioni relative all'attività dello Sportello Unico per l'Immigrazione, in particolare sul Decreto di programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori stranieri extracomunitari per motivi di lavoro subordinato non stagionale, e sulla attuazione della normativa in materia di effettuazione del Test di italiano per cittadini stranieri richiedenti il permesso di soggiorno CE per lungo residenti.
Infine il Consiglio Territoriale per l'Immigrazione è stato informato che il Servizio affari di prefettura della Regione ha aderito, assumendo il ruolo di Antenna Regionale, al progetto NIRVA (Networking Italiano sul Rimpatrio Volontario Assistito), progetto co-finanziato dal Fondo Europeo Rimpatri, che ha l'obiettivo di riorganizzare in un'unica rete nazionale le realtà pubbliche e private che, lavorando a vario titolo a diretto contatto con i migranti, sono in grado di informarli sull'opzione del Rimpatrio Volontario Assistito, una misura offerta ai cittadini stranieri che non possono o non vogliono restare nel paese ospitante e che desiderano spontaneamente ritornare nel proprio paese di origine, offrendo loro un aiuto finanziario e logistico, oltre che alla elaborazione personalizzata di un percorso di reinserimento nel paese di origine.
 
 
Al termine dell'incontro, nell'ambito del progetto europeo "Demochange, Cambiamento demografico nell'Arco alpino", del quale la Regione Valle d'Aosta è partner, si è tenuto il Seminario sul tema "L'integrazione degli immigrati: che cos'è e come si misura".

PROGRAMMA EURODYSSEE: IN VALLE D'AOSTA
IL PROSSIMO FORUM DEL PROGRAMMA
 
 
La Presidenza della Regione informa che la Giunta regionale ha approvato oggi, venerdì 4 febbraio 2011, l'organizzazione del Forum Eurodyssée 2011, che si terrà ad Aosta l'8 e il 9 settembre di quest'anno, nell'ambito delle azioni previste dal Programma Eurodyssé dell'Assemblea delle Regioni d'Europa. Al Forum saranno presenti i rappresentanti di tutte le 39 regioni europee aderenti al progetto.
 
Il programma Eurodyssée, dal 1985, promuove la mobilità internazionale dei giovani offrendo loro l'opportunità di arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale attraverso un'esperienza lavorativa all'estero.
 
La Valle d'Aosta, dal 2008 ad oggi, ha accolto 20 giovani provenienti da tutte le regioni che condividono il Programma ed ha inviato 25 ragazzi valdostani all'estero.
 
Per ulteriori informazioni: m.monteleone@regione.vda.it
 

 
QUESTIONE FERROVIA: LA REGIONE SI RIVOLGERA' AL MINISTERO DEI TRASPORTI
 
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 3 febbraio, l'Assessore ai trasporti, Aurelio Marguerettaz, l'Associazione Federconsumatori, il Comitato utenti della ferrovia e le Organizzazioni sindacali Trasporti Valle d'Aosta hanno incontrato i rappresentanti di Trenitalia e RFI, per valutare congiuntamente le proposte presentate dalle società del gruppo FS per affrontare i noti problemi legati alle limitazioni recentemente imposte al passaggio dei treni diesel nel passante ferroviario di Torino Porta Susa.
Trenitalia e RFI hanno illustrato i contenuti e le motivazioni legati alle tre proposte (cambio di treno a Ivrea, a Chivasso o in modo misto, ripartito tra le due stazioni), indicando l'ipotesi mista come quella meglio gestibile da parte delle due società.
La Regione, le Associazioni degli utenti e le Organizzazioni sindacali hanno invece ribadito che l'unica scelta percorribile per la Valle d'Aosta è quella che prevede la rottura di carico esclusivamente a Chivasso, invitando quindi le società del gruppo FS a lavorare ulteriormente per mettere in atto questa soluzione, integrando eventualmente scelte tecniche diverse, quali il trasbordo per alcuni treni e il cambio di locomotore per altri (quelli a maggiore frequentazione).
Al di là del problema della rottura di carico, la Regione, le Associazioni e le OO.SS. hanno inoltre nuovamente stigmatizzato il pessimo livello del servizio erogato, caratterizzato da continui ritardi, soppressioni, mancanza di informazione all'utenza, materiale rotabile fatiscente, indicando questo come vero e annoso problema della linea ferroviaria valdostana, per il quale tuttavia non si intravvedono a breve azioni efficaci da parte dei fornitori del servizio.
Pertanto, la Regione ha annunciato che si rivolgerà al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per ottenere una revisione del contratto di servizio tra il dicastero e Trenitalia, in modo da introdurre l'applicazione effettiva di severe penali in caso di perturbazioni nella circolazione dei treni: è stato infatti unanimemente ritenuto del tutto inadeguato il livello del servizio ferroviario offerto all'utenza valdostana, soprattutto se rapportato alle ingenti risorse, ben 23 milioni di euro all'anno, che oggi lo Stato versa a Trenitalia, importo che si somma ai proventi della vendita dei biglietti. Inoltre, la Regione chiederà al Ministero impegni concreti per finanziare in tempi rapidi gli investimenti necessari all'adeguamento del materiale rotabile e dell'infrastruttura, a cominciare dall'elettrificazione della tratta Aosta-Ivrea.
 

Aosta, giovedì 3 febbraio 2011

 

TIROCINI ALL'ESTERO CON IL PROGETTO LEONARDO

 

 

La Presidenza della Regione informa che è aperto il terzo bando di selzione del progetto di mobilità internazionale EU-Handbag Europe in the handbag – a wealth of skills for Europe, finanziato dal programma comunitario Leonardo da Vinci e promosso dall'APRO Formazione Professionale Alba Barolo S.c.a.r.l., capofila dell'iniziativa.

 

Il progetto prevede la partecipazione di 90 persone disponibili sul mercato del lavoro (disoccupati, neolaureati, neodiplomati, cassa integrati zero ore, lavoratori in mobilità, occupati) a tirocini con una durata di 12 o 26 settimane nei seguenti Paesi: Spagna, Regno Unito, Germania e Portogallo. I tirocini formativi permetteranno ai partecipanti di acquisire solide competenze professionali nei seguenti settori: commerciale, marketing, amministrativo, turistico, alberghiero, elettrico, meccanico.

Il terzo bando di selezione si articola in 12 tirocini di 3 mesi in Germania (settori: commerciale, marketing, energia solare), 17 tirocini di 6 mesi in Spagna (settori: meccanico, elettrico), 8 tirocini di 6 mesi in Portogallo (settori: alberghiero, organizzazione eventi, commerciale, efficienza energetica). Le partenze sono fissate a fine maggio 2011, mentre la fase di selezione e preparazione dei partecipanti inizierà nel mese di marzo.

Le schede informative sul progetto e il bando di selezione sono scaricabili dal sito internet Apro, nella sezione Progettazione Europea, Leonardo Da Vinci.

La scadenza per la presentazione delle candidature sarà il 17 febbraio 2011.

Per informazioni e/o chiarimenti sui bandi, gli interessati possono contattare l'Agenzia Formativa dal Lunedì al Venerdì (ore 10.00-12.00), telefonando al numero 0173.284922 (chiedere di Ufficio Ente) o inviare una mail aprogetto.leonardo@albabarolo-fp.it

 

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Figli di nessuno


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L'adozione è spesso qualcosa di sconosciuto da moltissime persone: è temuta, è vista come qualcosa di lontano e difficile, da non fare perché i “legami di sangue” non possono essere recisi, né ignorati.
Invece l'adozione è difficile o facile se i genitori adottivi capiscono quale sia il loro compito, esattamente devono essere dei genitori normali: questo fatto loro, in genere, lo comprendono, ma il mondo esterno no, non lo capisce.
Spesso si confonde l'adozione con i diversi genere di affido e i genitori adottivi non sono considerati dei veri genitori: contro gli adottanti e gli adottati c'è un'ostilità complessa, che parte da pregiudizi antichi e da razzismi nuovi.
La famiglia è considerata solo quella naturale, ma nel senso peggiore del termini: i figli sono solo i legittimi, mentre i …..”bastardi” hanno tante “tare” secondo questa cultura nefasta e disumana.
Così questi figli adottivi vengono preceduti da un alone malefico: si raccontano cose terribili su di loro, come tentativi di omicidio o omicidi, incendi e violenze di ogni tipo.
Invece i genitori adottivi vengono prima messi sotto il torchio dei colloqui e alla prima difficoltà sono accusati, incolpati di tutto: sono spesso accuse fantasiose e sempre riguardano presunti errori nel metodo di educare.
Se sono severi sbagliano, se sono permissivi sbagliano, se hanno un colloquio con il figlio sbagliano, se sono calmi sbagliano, se reagiscono alle provocazioni del figlio sbagliano.
I genitori adottivi così vengono messi in croce e non solo dagli assistenti sociali, dagli psicologi, che sanno....sempre tutto e capiscono tutto, al volo, ma non si sa bene cosa.
Il dramma maggiore per costoro sta nel fatto che i parenti, gli amici non li considerano dei genitori, ma solo dei sostituti, da criticare, non appoggiare nelle loro scelte, tanto ...sbagliano sempre.
E' questo il fatto, in troppi sono convinti che i figli adottivi siano ribelli perché adottivi, ma invece il problema, quasi sempre, è l'opposto.
I figli adottivi fanno i “bastardi” perché c'è un mondo che li vede così: se a rubare è un ragazzo non adottato nessuno sostiene che quello è un piccolo delinquente perché è un figlio......legittimo.
Gli adottati vengono subito messi alla gogna: “I figli sono così - secondo i soliti pettegolezzi - perché erano così i loro genitori naturali, che erano dei miserabili, dei delinquenti, mentre le madri erano delle puttane”.
Il massacro razzista, ma anche classista non si placa e i “figli della colpa” vengono additati per ogni marachella, per ogni errore.
I genitori sono o compatiti, o sono colpevolizzati, perché dovevano “lasciarli là”, aiutarli a distanza, inviando a distanza, oltre i soldi anche l'affetto.
L'affetto è un bene di lusso, per molte persone: “Quelli là, se hanno un tetto, un letto e una scodella di ministra possono accontentarsi”.
Dopo questo massacro i poveri genitori e i figli adottivi devono transitare dagli psicologi.
Dio li protegga!
I manuali appresi in modo mnemonico danno l'ultimo colpo ai poveretti: dopo anni di tortura psicologica la famigliola, padre, madre e figlio o figlia, si devono presentare dai soliti strizzacervelli che li inquisiscono.
Il loro ruolo di genitori e di figli viene rimesso in discussione ancora una volta.
Chi sopravvive a questo massacro riesce a ricostruire una realtà normale, famigliare e a educare l'adottato, che capisce cosa sia l'affetto, nonostante le liti, i diverbi dell'adolescenza: scopre che gli unici genitori al mondo sono quelli che crescono i figli, non chi li mette al mondo e li abbandona.
Pure i cani mettono al mondo i cuccioli, ma essere padre e madri, provando rispetto per le povere bestiole, è qualcosa di più che generare e basta.
Quando gli adottanti e gli adottati scoprono questo, la loro battaglia è vinta.
Hanno combattuto contro tutti i discorsi stereotipati che si odono dalle parrucchiere, dall'ortolano, nel bar sport: “Il figlio della Maria, quello scuro, adottato, ha picchiato la mamma. Poveretta, ora è all'ospedale. Io lo sapevo, avrebbero fatto bene a lasciarlo al suo Paese”.
Posso dire anch'io qualcosa?
Ma che vadano anche loro, con le loro sentenze, a quel paese!

Requisiti - adozione


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L'adozione è spesso qualcosa di sconosciuto da moltissime persone: è temuta, è vista come qualcosa di lontano e difficile, da non fare perché i “legami di sangue” non possono essere recisi, né ignorati.
Invece l'adozione è difficile o facile se i genitori adottivi capiscono quale sia il loro compito, esattamente devono essere dei genitori normali: questo fatto loro, in genere, lo comprendono, ma il mondo esterno no, non lo capisce.
Spesso si confonde l'adozione con i diversi genere di affido e i genitori adottivi non sono considerati dei veri genitori: contro gli adottanti e gli adottati c'è un'ostilità complessa, che parte da pregiudizi antichi e da razzismi nuovi.
La famiglia è considerata solo quella naturale, ma nel senso peggiore del termini: i figli sono solo i legittimi, mentre i …..”bastardi” hanno tante “tare” secondo questa cultura nefasta e disumana.
Così questi figli adottivi vengono preceduti da un alone malefico: si raccontano cose terribili su di loro, come tentativi di omicidio o omicidi, incendi e violenze di ogni tipo.
Invece i genitori adottivi vengono prima messi sotto il torchio dei colloqui e alla prima difficoltà sono accusati, incolpati di tutto: sono spesso accuse fantasiose e sempre riguardano presunti errori nel metodo di educare.
Se sono severi sbagliano, se sono permissivi sbagliano, se hanno un colloquio con il figlio sbagliano, se sono calmi sbagliano, se reagiscono alle provocazioni del figlio sbagliano.
I genitori adottivi così vengono messi in croce e non solo dagli assistenti sociali, dagli psicologi, che sanno....sempre tutto e capiscono tutto, al volo, ma non si sa bene cosa.
Il dramma maggiore per costoro sta nel fatto che i parenti, gli amici non li considerano dei genitori, ma solo dei sostituti, da criticare, non appoggiare nelle loro scelte, tanto ...sbagliano sempre.
E' questo il fatto, in troppi sono convinti che i figli adottivi siano ribelli perché adottivi, ma invece il problema, quasi sempre, è l'opposto.
I figli adottivi fanno i “bastardi” perché c'è un mondo che li vede così: se a rubare è un ragazzo non adottato nessuno sostiene che quello è un piccolo delinquente perché è un figlio......legittimo.
Gli adottati vengono subito messi alla gogna: “I figli sono così - secondo i soliti pettegolezzi - perché erano così i loro genitori naturali, che erano dei miserabili, dei delinquenti, mentre le madri erano delle puttane”.
Il massacro razzista, ma anche classista non si placa e i “figli della colpa” vengono additati per ogni marachella, per ogni errore.
I genitori sono o compatiti, o sono colpevolizzati, perché dovevano “lasciarli là”, aiutarli a distanza, inviando a distanza, oltre i soldi anche l'affetto.
L'affetto è un bene di lusso, per molte persone: “Quelli là, se hanno un tetto, un letto e una scodella di ministra possono accontentarsi”.
Dopo questo massacro i poveri genitori e i figli adottivi devono transitare dagli psicologi.
Dio li protegga!
I manuali appresi in modo mnemonico danno l'ultimo colpo ai poveretti: dopo anni di tortura psicologica la famigliola, padre, madre e figlio o figlia, si devono presentare dai soliti strizzacervelli che li inquisiscono.
Il loro ruolo di genitori e di figli viene rimesso in discussione ancora una volta.
Chi sopravvive a questo massacro riesce a ricostruire una realtà normale, famigliare e a educare l'adottato, che capisce cosa sia l'affetto, nonostante le liti, i diverbi dell'adolescenza: scopre che gli unici genitori al mondo sono quelli che crescono i figli, non chi li mette al mondo e li abbandona.
Pure i cani mettono al mondo i cuccioli, ma essere padre e madri, provando rispetto per le povere bestiole, è qualcosa di più che generare e basta.
Quando gli adottanti e gli adottati scoprono questo, la loro battaglia è vinta.
Hanno combattuto contro tutti i discorsi stereotipati che si odono dalle parrucchiere, dall'ortolano, nel bar sport: “Il figlio della Maria, quello scuro, adottato, ha picchiato la mamma. Poveretta, ora è all'ospedale. Io lo sapevo, avrebbero fatto bene a lasciarlo al suo Paese”.
Posso dire anch'io qualcosa?
Ma che vadano anche loro, con le loro sentenze, a quel paese!

Ordinaria e speciale adozione particolare


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L'adozione è spesso qualcosa di sconosciuto da moltissime persone: è temuta, è vista come qualcosa di lontano e difficile, da non fare perché i “legami di sangue” non possono essere recisi, né ignorati.
Invece l'adozione è difficile o facile se i genitori adottivi capiscono quale sia il loro compito, esattamente devono essere dei genitori normali: questo fatto loro, in genere, lo comprendono, ma il mondo esterno no, non lo capisce.
Spesso si confonde l'adozione con i diversi genere di affido e i genitori adottivi non sono considerati dei veri genitori: contro gli adottanti e gli adottati c'è un'ostilità complessa, che parte da pregiudizi antichi e da razzismi nuovi.
La famiglia è considerata solo quella naturale, ma nel senso peggiore del termini: i figli sono solo i legittimi, mentre i …..”bastardi” hanno tante “tare” secondo questa cultura nefasta e disumana.
Così questi figli adottivi vengono preceduti da un alone malefico: si raccontano cose terribili su di loro, come tentativi di omicidio o omicidi, incendi e violenze di ogni tipo.
Invece i genitori adottivi vengono prima messi sotto il torchio dei colloqui e alla prima difficoltà sono accusati, incolpati di tutto: sono spesso accuse fantasiose e sempre riguardano presunti errori nel metodo di educare.
Se sono severi sbagliano, se sono permissivi sbagliano, se hanno un colloquio con il figlio sbagliano, se sono calmi sbagliano, se reagiscono alle provocazioni del figlio sbagliano.
I genitori adottivi così vengono messi in croce e non solo dagli assistenti sociali, dagli psicologi, che sanno....sempre tutto e capiscono tutto, al volo, ma non si sa bene cosa.
Il dramma maggiore per costoro sta nel fatto che i parenti, gli amici non li considerano dei genitori, ma solo dei sostituti, da criticare, non appoggiare nelle loro scelte, tanto ...sbagliano sempre.
E' questo il fatto, in troppi sono convinti che i figli adottivi siano ribelli perché adottivi, ma invece il problema, quasi sempre, è l'opposto.
I figli adottivi fanno i “bastardi” perché c'è un mondo che li vede così: se a rubare è un ragazzo non adottato nessuno sostiene che quello è un piccolo delinquente perché è un figlio......legittimo.
Gli adottati vengono subito messi alla gogna: “I figli sono così - secondo i soliti pettegolezzi - perché erano così i loro genitori naturali, che erano dei miserabili, dei delinquenti, mentre le madri erano delle puttane”.
Il massacro razzista, ma anche classista non si placa e i “figli della colpa” vengono additati per ogni marachella, per ogni errore.
I genitori sono o compatiti, o sono colpevolizzati, perché dovevano “lasciarli là”, aiutarli a distanza, inviando a distanza, oltre i soldi anche l'affetto.
L'affetto è un bene di lusso, per molte persone: “Quelli là, se hanno un tetto, un letto e una scodella di ministra possono accontentarsi”.
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Maternità adozione neonati e grandicelli - difficoltà


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Invece l'adozione è difficile o facile se i genitori adottivi capiscono quale sia il loro compito, esattamente devono essere dei genitori normali: questo fatto loro, in genere, lo comprendono, ma il mondo esterno no, non lo capisce.
Spesso si confonde l'adozione con i diversi genere di affido e i genitori adottivi non sono considerati dei veri genitori: contro gli adottanti e gli adottati c'è un'ostilità complessa, che parte da pregiudizi antichi e da razzismi nuovi.
La famiglia è considerata solo quella naturale, ma nel senso peggiore del termini: i figli sono solo i legittimi, mentre i …..”bastardi” hanno tante “tare” secondo questa cultura nefasta e disumana.
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Invece i genitori adottivi vengono prima messi sotto il torchio dei colloqui e alla prima difficoltà sono accusati, incolpati di tutto: sono spesso accuse fantasiose e sempre riguardano presunti errori nel metodo di educare.
Se sono severi sbagliano, se sono permissivi sbagliano, se hanno un colloquio con il figlio sbagliano, se sono calmi sbagliano, se reagiscono alle provocazioni del figlio sbagliano.
I genitori adottivi così vengono messi in croce e non solo dagli assistenti sociali, dagli psicologi, che sanno....sempre tutto e capiscono tutto, al volo, ma non si sa bene cosa.
Il dramma maggiore per costoro sta nel fatto che i parenti, gli amici non li considerano dei genitori, ma solo dei sostituti, da criticare, non appoggiare nelle loro scelte, tanto ...sbagliano sempre.
E' questo il fatto, in troppi sono convinti che i figli adottivi siano ribelli perché adottivi, ma invece il problema, quasi sempre, è l'opposto.
I figli adottivi fanno i “bastardi” perché c'è un mondo che li vede così: se a rubare è un ragazzo non adottato nessuno sostiene che quello è un piccolo delinquente perché è un figlio......legittimo.
Gli adottati vengono subito messi alla gogna: “I figli sono così - secondo i soliti pettegolezzi - perché erano così i loro genitori naturali, che erano dei miserabili, dei delinquenti, mentre le madri erano delle puttane”.
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I genitori sono o compatiti, o sono colpevolizzati, perché dovevano “lasciarli là”, aiutarli a distanza, inviando a distanza, oltre i soldi anche l'affetto.
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Dio li protegga!
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Il loro ruolo di genitori e di figli viene rimesso in discussione ancora una volta.
Chi sopravvive a questo massacro riesce a ricostruire una realtà normale, famigliare e a educare l'adottato, che capisce cosa sia l'affetto, nonostante le liti, i diverbi dell'adolescenza: scopre che gli unici genitori al mondo sono quelli che crescono i figli, non chi li mette al mondo e li abbandona.
Pure i cani mettono al mondo i cuccioli, ma essere padre e madri, provando rispetto per le povere bestiole, è qualcosa di più che generare e basta.
Quando gli adottanti e gli adottati scoprono questo, la loro battaglia è vinta.
Hanno combattuto contro tutti i discorsi stereotipati che si odono dalle parrucchiere, dall'ortolano, nel bar sport: “Il figlio della Maria, quello scuro, adottato, ha picchiato la mamma. Poveretta, ora è all'ospedale. Io lo sapevo, avrebbero fatto bene a lasciarlo al suo Paese”.
Posso dire anch'io qualcosa?
Ma che vadano anche loro, con le loro sentenze, a quel paese!

Legge adozione legittimante


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L'adozione è spesso qualcosa di sconosciuto da moltissime persone: è temuta, è vista come qualcosa di lontano e difficile, da non fare perché i “legami di sangue” non possono essere recisi, né ignorati.
Invece l'adozione è difficile o facile se i genitori adottivi capiscono quale sia il loro compito, esattamente devono essere dei genitori normali: questo fatto loro, in genere, lo comprendono, ma il mondo esterno no, non lo capisce.
Spesso si confonde l'adozione con i diversi genere di affido e i genitori adottivi non sono considerati dei veri genitori: contro gli adottanti e gli adottati c'è un'ostilità complessa, che parte da pregiudizi antichi e da razzismi nuovi.
La famiglia è considerata solo quella naturale, ma nel senso peggiore del termini: i figli sono solo i legittimi, mentre i …..”bastardi” hanno tante “tare” secondo questa cultura nefasta e disumana.
Così questi figli adottivi vengono preceduti da un alone malefico: si raccontano cose terribili su di loro, come tentativi di omicidio o omicidi, incendi e violenze di ogni tipo.
Invece i genitori adottivi vengono prima messi sotto il torchio dei colloqui e alla prima difficoltà sono accusati, incolpati di tutto: sono spesso accuse fantasiose e sempre riguardano presunti errori nel metodo di educare.
Se sono severi sbagliano, se sono permissivi sbagliano, se hanno un colloquio con il figlio sbagliano, se sono calmi sbagliano, se reagiscono alle provocazioni del figlio sbagliano.
I genitori adottivi così vengono messi in croce e non solo dagli assistenti sociali, dagli psicologi, che sanno....sempre tutto e capiscono tutto, al volo, ma non si sa bene cosa.
Il dramma maggiore per costoro sta nel fatto che i parenti, gli amici non li considerano dei genitori, ma solo dei sostituti, da criticare, non appoggiare nelle loro scelte, tanto ...sbagliano sempre.
E' questo il fatto, in troppi sono convinti che i figli adottivi siano ribelli perché adottivi, ma invece il problema, quasi sempre, è l'opposto.
I figli adottivi fanno i “bastardi” perché c'è un mondo che li vede così: se a rubare è un ragazzo non adottato nessuno sostiene che quello è un piccolo delinquente perché è un figlio......legittimo.
Gli adottati vengono subito messi alla gogna: “I figli sono così - secondo i soliti pettegolezzi - perché erano così i loro genitori naturali, che erano dei miserabili, dei delinquenti, mentre le madri erano delle puttane”.
Il massacro razzista, ma anche classista non si placa e i “figli della colpa” vengono additati per ogni marachella, per ogni errore.
I genitori sono o compatiti, o sono colpevolizzati, perché dovevano “lasciarli là”, aiutarli a distanza, inviando a distanza, oltre i soldi anche l'affetto.
L'affetto è un bene di lusso, per molte persone: “Quelli là, se hanno un tetto, un letto e una scodella di ministra possono accontentarsi”.
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I manuali appresi in modo mnemonico danno l'ultimo colpo ai poveretti: dopo anni di tortura psicologica la famigliola, padre, madre e figlio o figlia, si devono presentare dai soliti strizzacervelli che li inquisiscono.
Il loro ruolo di genitori e di figli viene rimesso in discussione ancora una volta.
Chi sopravvive a questo massacro riesce a ricostruire una realtà normale, famigliare e a educare l'adottato, che capisce cosa sia l'affetto, nonostante le liti, i diverbi dell'adolescenza: scopre che gli unici genitori al mondo sono quelli che crescono i figli, non chi li mette al mondo e li abbandona.
Pure i cani mettono al mondo i cuccioli, ma essere padre e madri, provando rispetto per le povere bestiole, è qualcosa di più che generare e basta.
Quando gli adottanti e gli adottati scoprono questo, la loro battaglia è vinta.
Hanno combattuto contro tutti i discorsi stereotipati che si odono dalle parrucchiere, dall'ortolano, nel bar sport: “Il figlio della Maria, quello scuro, adottato, ha picchiato la mamma. Poveretta, ora è all'ospedale. Io lo sapevo, avrebbero fatto bene a lasciarlo al suo Paese”.
Posso dire anch'io qualcosa?
Ma che vadano anche loro, con le loro sentenze, a quel paese!