11 nov 2016

Donald Trump presidente e la stampa… progressista

Cosa significa essere progressista oggi?
La risposta la trovi negli scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, ovvero significa essere fascisti: eccoli in piazza per gli spinelli, eccoli in piazza per i diritti civili del …. Cazzo, in tutti i sensi, ma mai per gli ultimi della società, tranne per coloro che assomigliano a loro, i parassiti.

Pier Paolo pasolini li aveva visti con i capelli lunghi anni fa e aveva capito che non erano dei proletari, ma solo dei piccolo borghesi, che giocavano, come da sempre capita e fanno un po’ di gagliardia. 

10 nov 2016

Popolo italiano, gente smarrita e senza dignità

L'accettare lavori umili, pur di non arrendersi allo schifo di una società  che non riconosce diritti e libertà, non è  un..... disonore, anzi, è  sicuro che costui saprà conquistare spazi in futuro.
La dignità  ha un valore incalcolabile, anche se questo è  il Paese dei lecca culi, dove i raccomandati si vantano dei posti ottenuti con le conoscienze.
Oggi, con Internet, si supera i limiti delle province e delle realtà  chiuse:  i lecca chiappe arrivano dove arriva la loro lingua.

Paura del futuro, sentimento legittimo, ma presente da sempre

Io ho paura del futuro, per me, per i miei figli e i miei nipoti, ho timore delle grandi e nuove malattie che gli esperti e la storia ci ripropongono, come cicliche.
Temo i migranti, con la manovalanza del crimine, spesso non punita, ma ancora di  più ho terrore dei nuovi fascismi che avanzano e conquistano i cuori e le menti delle persone.
Eppure, se si leggono con attenzione i libri di storia, si scopre che tutto questo è già stato scritti e vissuto dai nostri  padri, le generazioni passate: noi siamo stati fortunati, sino ad oggi, ma errori ed orrori ci furono nel passato e ci saranno nel futuro.

Non rimane che restare sereni, nel limite del possibile  e difenderci con intelligenza.

Lavoro e diritti, da ricostruire con lotte di classe

Oggi manca totalmente tra i giovani lavoratori il concetto di classe sociale, ovvero di appartenenza a una classe di sfruttati, con diritti da difendere e altri da costruire.

Essere dei lavoratori significa appartenere a una categoria non di paria, di servi, di esseri inferiori, ma di gente  che deve avere orgoglio, consapevolezza e dignità.

Il mondo cambia ed assomiglia sempre più a quello dell’inizio anni trenta

Lui, il nuovo presidente degli Stati Uniti, rappresenta solo l’inizio di scolte autoritarie, di chiusure politiche, anche religiose, verso il diverso, con egoismo economici e nazionali.
Siamo  come all'inizio degli anni trenta?
Non proprio, non si vede un nuovo Hitler all'orizzonte, ma la chiusura, nata dalla paura non trova contrappesi politici, come allora: non esiste una Russia Comunista anti fascista, democrazie liberali, ma solo sentimenti nazionalisti e tradizionali, richiamo alle fedi dei padrio, vissute in modo chiuso e bigotto, ricordo delle tradizioni.

Tutto questo ci prepara a un futuro nero, nefasto.

Papa Francesco ora cosa farà?

La sconfitta del vaticano, dopo le elezioni di uno che è stato definito dal papa un non cristiano, oggi lo spiazza completamente: il papa gesuita  ora dovrà fare i conti con questa nuova realtà politica, che non segue politiche buoniste, ma forse egoiste.

Era meglio proporre aiuti internazionali direttamente nei paesi poveri, inoltre condannare e favorire, anche con le parole, politiche di sviluppo e non neo colonialiste attuali: lì è il vero scontro tra diritti dei poveri e arroganza dei ricchi, ma il papa non ha voluto capire.

Immigrazione e politica favorevole, da oggi tutto cambia

La volontà del nuovo presidente di limitare o addirittura di scacciare molti immigrati, segue una logica economica ben precisa: quella dei cambiamenti tecnologici, dove servono sempre meno manovali a basso costo: oggi serve gente reparata e di lavoratori non specializzati in tutto il mondo ce ne sono tanti.

Ecco perché Trump ha vinto, uno dei motivi è questo: nonostante le parole grosse dette lui rappresenta la nuova economia, quella che produce.

La nuova politica estera degli Stati Uniti muterà tanti rapporti internazionali

Ovvero il costo della presenza militare statunitense nel mondo costa troppo e così è probabile che le scelte del neo presidente sono rivolte verso scelte differenti, ma quali non si sa ancora.

Sarà una minor presenza statunitense nella  nato, con meno mezzi e meno militari, ma anche una sua posizione indipendente rispetto alle scelte di questo Onu, guidato non si sa bene da chi, ma certamente non democraticamente.

Politica europea spiazzata da Trump

Dopo la fine dell'era Obama, ora tutto cambia, dalla politica estera dell’Unione Europea, a quella della santa Sede.
In Obama Merkel, Hollande e lo stesso Cameron avevano un grande alleato per le scelte filo immigrazione, per le decisioni filo lavoro a basso costo, con l’ausilio di manodopera a basso costo del Sud del mondo.

Oggi le cose cambiano, anzi, tutto si complica, perché le loro scelte saranno isolate, anche nelle soluzioni nella nato, per favorire questi contro quelli, pure la politica anti Russia cade, o si riduce di molto. 

9 nov 2016

Politica estera mondiale, tutto si ripete

La paura del terrorismo ha generato Trump, che sicuramente, da uomo d’affari, saprà mediare il pungo duro con gli interessi economici, quindi non rovinerà il rapporto con i ricchi islamici, ma colpirà la base popolare, comunque appare qualcosa di già visto. Il ceto medio vota a destra, mandando al potere personaggi impresentabili quando ha paura di qualcosa.

Un tempo era il comunismo, oggi è ….l’invasione islamica, poi le conseguenze storiche saranno terribili… come sempre.