La sconfitta del vaticano, dopo le elezioni di uno che è
stato definito dal papa un non cristiano, oggi lo spiazza completamente: il
papa gesuita ora dovrà fare i conti con
questa nuova realtà politica, che non segue politiche buoniste, ma forse
egoiste.
Era meglio proporre aiuti internazionali direttamente nei
paesi poveri, inoltre condannare e favorire, anche con le parole, politiche di
sviluppo e non neo colonialiste attuali: lì è il vero scontro tra diritti dei
poveri e arroganza dei ricchi, ma il papa non ha voluto capire.