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6 dic 2010

non possono superare i 10mila visitatori unici e decine di migliaia di contatti, da parte di mamme, papà e fratellini, che passano la giornata a cliccare sul sito del fratellone, formandosi un dito indice grosso, grosso, grosso.

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Il caso Yara Gambirasio e i famigerato giornali on line, che scendono in polemica politica pre-elettorale, contro le popolazioni...xenofobe, con discorsi razzisti contro, in questo caso, i bergamaschi, ma in passato era contro i calabresi, i veneti, i siciliani, dovrebbero far sapere chi li finanzia.

Chi vi paga?

Si dovrebbe chiedere a chi scrive certe stronzate su Internet, in giornali on line super patinati, costosi, in sedi prestigiose: giornali che costano almeno 100 mila euro all'anno, questa è una valutazione per difetto, quando la pubblicità a loro renderà non più di 100 euro all'anno, calcolando che con una gestione così...ingenua, non possono superare i 10mila visitatori unici e decine di migliaia di contatti, da parte di mamme, papà e fratellini, che passano la giornata a cliccare sul sito del fratellone, formandosi un dito indice grosso, grosso, grosso.

21 mag 2012

musica - Annalisa - Diamante lei e luce lui - video musica canzone youtube



Notizie News



Giornali e giornalisti

I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

25 apr 2011

il silenzio degli innocenti - Il Fatto quotidiano - Marco Travaglio e..........



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Ecco che arrivano e ti insegnano ...a stare zitto.
Lo sapevate che "Il Fatto Quotidiano" vende ......incredibile, 80mila copie cartacee?
No? Così hanno scritto, con aria di sufficienza ed un pizzichino di arroganza.
Terribili questi amiconi.
Ma la risposta non è arrivata.
Anzi il dubbio aumenta e cresce.
Chi finanzia tutto questo?
Perché i giornali sono tutti in perdita, tranne i blog, come quelli di blogger, che non costano nulla e non rendono nulla, ma non sono giornali?
80mila copie costano tantissimo, bisogna distribuirle.
Qui riporto i dati presi da Wikipedia e penso che siano dati ufficiali, giornalieri suppongo:




153.414 tiratura
80.604
vendite




Beppe Grillo ha detto che i giornali li paghiamo noi ed ha ragione.
Come li paghiamo?
Quando scrivevo per la pagina della cultura di un quotidiano locale, anni fa, scoprii gli strani intrallazzi tra politici ed imprenditori attraverso la stampa, il famoso e famigerato IV potere.
Ultimamente “Il Fatto Quotidiano” ha difeso, facendola passare per santa e ...civile oltre che progressista, una ….... multinazionale.
Solo Silvio Berlusconi è il capitalista cattivo?
Mi piacerebbe ascoltare qualche risposta....intelligente e non da chi sa tutto e ti invita a stare zitto.
Come scrisse sotto “Notizie News” un ...anonimo.
Grazie. 

2 dic 2011

chrome Google news e i giornali raccomandati



Google ha modificato la homepage delle news: è vero che non sono tantissimi coloro che leggono tale pagina e si fanno una ricerca diretta, ma la scelta di favorire qualche giornale di grande peso, lasciando a costoro un angolo, fuori dalla competizione, oso dire con una bella … raccomandazione, solo per loro.
Google questa volta ha deluso: sino a ieri tutti eravamo uguali nelle news di Google, giornali e non giornali, blog e siti minori, ma oggi la stampa tradizionale si è presa il suo spazio speciale,
Che delusione.

11 ott 2010

Da anni si prosegue con il dire che gli italiani non leggono giornali, ma purtroppo non è colpa loro: la qualità della stampa nazionale è pessima, ma non potrebbe essere differente la faccenda.

Il nostro non giornale continua la sua campagna contro il finanziamento pubblico a tutti i giornali, alle radio e alle televisioni, inoltre siamo contro tutti i monopoli dell'informazione, televisivi in particolare, pubblici e privati.

Riteniamo che i periodici italiani e tutti gli atri mass-media devono dare il buon esempio cercando di vivere solo con i loro mezzi, con la raccolta pubblicitaria e la vendita delle copie, gli abbonamenti, niente altro e niente di più.

Da anni si prosegue con il dire che gli italiani non leggono giornali, ma purtroppo non è colpa loro: la qualità della stampa nazionale è pessima, ma non potrebbe essere differente la faccenda.

I finanziatori dei periodici infatti non sono i lettori, con l'acquisto delle copie, con la pubblicità che vedono, pagata bene all'editore: sono gruppi di potete che si sono fatti gruppi politici e si fanno finanziare dallo Stato.

Così i lettori evitano certa cartaccia, ma la loro pubblicazione prosegue a spese nostra, invece, per la legge di mercato, tali periodici dovrebbero fallire e sparire dalle edicole.

Così, per difendere gli interessi di tutti, è necessario togliere questo sostegno statale, pagato da tutti noi: avevamo i panettoni di Stato e ce ne siamo liberati, oggi ci dobbiamo liberare della stampa dei partiti, pagata da noi.

Se la paghino i sostenitori e gli amici degli amici, non noi.

Così avremo più libertà di parola, la fine delle oligarchie dell'informazione e valutazioni un po' più oneste della realtà.

Sì, basta farci prendere per il culo dai soliti pennivendoli, che difendono gli interessi, come vecchie puttane professioniste, dei loro padroni.

Si sa che la razza dei pennivendoli è una razza bastarda, non suda e non lotta e ha la mamma che fa la mignotta.

Chiaramente ho offeso nessuno, perché in Italia i giornalisti sono tutti onesti ed integerrimi: è un fatto........risaputo.

13 giu 2012

extra - La Repubblica - Giornali e giornalisti, pennivendoli al mercato


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

quotidiano wikipedia - La Repubblica - Giornali e giornalisti - I poveri pennivendoli


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

l'Unità - La Repubblica - Giornali e giornalisti - I poveri pennivendoli


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

2 dic 2011

contacts Google news e i giornali raccomandati



Google ha modificato la homepage delle news: è vero che non sono tantissimi coloro che leggono tale pagina e si fanno una ricerca diretta, ma la scelta di favorire qualche giornale di grande peso, lasciando a costoro un angolo, fuori dalla competizione, oso dire con una bella … raccomandazione, solo per loro.
Google questa volta ha deluso: sino a ieri tutti eravamo uguali nelle news di Google, giornali e non giornali, blog e siti minori, ma oggi la stampa tradizionale si è presa il suo spazio speciale,
Che delusione.

17 ago 2016

Giornali, giornalisti giornalai, la strana razza dei venditori di pentolame passata alla carta stampata

Tutta l’editoria nazionale si nutre di soldi pubblici, giornali ed editori: se uno non ha agganci con il potere politico non pubblica nulla, non conta se ha scritto un capolavoro o una cazzata assurda, anzi di idiozie ne abbiamo troppe edite, sia sui giornali, compresi quelli online, sia quelli cartacei.

Il sistema Italia fa acqua e se non sei…. politicamente corretto, ovvero con posizione platealmente vicine al governo in carica, o al partito di opposizione principale, non hai speranze di passare ed entrare nelle case editrici e tanto meno nella stampa periodica.

Solo Internet dà spazio a una grande diffusione, gratuita dei testi, in formato Pdf, che dà soddisfazione e …. Fame, prima che fama, agli autori onesti.

10 gen 2019

Banche in fallimento, bancarottieri e giornali, un rapporto stretto - ARDUINO ROSSI



Il gioco sporco continua e loro hanno sempre debiti che non pagano, mentre le banche falliscono e noi paghiamo: invece i debitori hanno i giornali che difendono la politica che li ….. favorisce.
Così loro favoriscono la classe politica corrotta, mai intaccata dalla magistratura, …..misteriosamente.
Poi tutto finisce in un …legale fallimento, con il furto dei soldi, che dovrebbero essere restituiti alle banche, che a loro volta falliscono e vengono sovvenzionati dallo Stato.
Tutto questo è sotto gli occhi di tutti, ma il quotidiano la Repubblica non vede e non sente, non ne parla.
Sarà perché il loro editore è dentro in questi intrallazzi?
Silenzio, per favore, nessuno deve sapere……

3 dic 2011

reader Google news e i giornali preferiti - le grandi testate giornalistiche


Google ha modificato la homepage delle news: è vero che non sono tantissimi coloro che leggono tale pagina e si fanno una ricerca diretta, ma la scelta di favorire qualche giornale di grande peso, lasciando a costoro un angolo, fuori dalla competizione, oso dire con una bella … raccomandazione, solo per loro.
Google questa volta ha deluso: sino a ieri tutti eravamo uguali nelle news di Google, giornali e non giornali, blog e siti minori, ma oggi la stampa tradizionale si è presa il suo spazio speciale,
Che delusione.

11 ott 2010

Il nostro non giornale continua la sua campagna contro il finanziamento pubblico a tutti i giornali, alle radio e alle televisioni, inoltre siamo contro tutti i monopoli dell'informazione, televisivi in particolare, pubblici e privati.

Il nostro non giornale continua la sua campagna contro il finanziamento pubblico a tutti i giornali, alle radio e alle televisioni, inoltre siamo contro tutti i monopoli dell'informazione, televisivi in particolare, pubblici e privati.

Riteniamo che i periodici italiani e tutti gli atri mass-media devono dare il buon esempio cercando di vivere solo con i loro mezzi, con la raccolta pubblicitaria e la vendita delle copie, gli abbonamenti, niente altro e niente di più.

Da anni si prosegue con il dire che gli italiani non leggono giornali, ma purtroppo non è colpa loro: la qualità della stampa nazionale è pessima, ma non potrebbe essere differente la faccenda.

I finanziatori dei periodici infatti non sono i lettori, con l'acquisto delle copie, con la pubblicità che vedono, pagata bene all'editore: sono gruppi di potete che si sono fatti gruppi politici e si fanno finanziare dallo Stato.

Così i lettori evitano certa cartaccia, ma la loro pubblicazione prosegue a spese nostra, invece, per la legge di mercato, tali periodici dovrebbero fallire e sparire dalle edicole.

Così, per difendere gli interessi di tutti, è necessario togliere questo sostegno statale, pagato da tutti noi: avevamo i panettoni di Stato e ce ne siamo liberati, oggi ci dobbiamo liberare della stampa dei partiti, pagata da noi.

Se la paghino i sostenitori e gli amici degli amici, non noi.

Così avremo più libertà di parola, la fine delle oligarchie dell'informazione e valutazioni un po' più oneste della realtà.

Sì, basta farci prendere per il culo dai soliti pennivendoli, che difendono gli interessi, come vecchie puttane professioniste, dei loro padroni.

Si sa che la razza dei pennivendoli è una razza bastarda, non suda e non lotta e ha la mamma che fa la mignotta.

Chiaramente ho offeso nessuno, perché in Italia i giornalisti sono tutti onesti ed integerrimi: è un fatto........risaputo.

8 set 2012

Storia dell'orrore .... IL CRONISTA ... racconto di Arduino Rossi









IL CRONISTA

Mi trovavo sempre male nella mia situazione lavorativa, non riuscivo a mutar impiego perché non ero più giovane: la pensione era ancora distante e con i colleghi i rapporti erano difficili.
Sognavo sempre la fuga e non riuscivo a realizzare le mie ambizioni: avevo la passione dello scrivere, mi sarebbe piaciuto fare il giornalista, ma non avevo gli agganci giusti.
Mi accontentavo di inviare lettere su lettere ai giornali di tutte le tendenze, schieramenti e generi: qualche volta vedevo pubblicato qualche mio scritto, che trattavano di parecchie questioni differenti, ma sempre collegati a fatti di attualità.
Proprio per queste mie sporadiche apparizioni sulla stampa, mi ero guastato i rapporti personali: le mie uscite erano spesso polemiche, con qualche attacco contro interessi, favoritismi, questo o quel partito, mantenendo sempre la mia indipendenza, il mio senso critico sopra le parti.
Non mi attendevo più un invito da parte dei quotidiani, delle riviste locali: ero fuori tempo massimo per l’età, per il mio carattere scorbutico, per la mia difficoltà congenita
ad abbassarmi di fronte ai capi e ai capetti.
Lo squillo del telefono mi colse di sorpresa: da tempo non ne sentivo il suono.
Alzai il ricevitore quasi con timore, la voce un po' gracchiante di una segretaria mi fischiò nell'orecchio: mi chiese di contattare il quotidiano “La Notte del Cittadino”, perché il Direttore mi voleva parlare.
Detti prontamente la mia disponibilità ad un appuntamento e lo ottenni la sera stessa.
Eravamo in Novembre e il buio calava presto: le serate erano umide e io non amavo uscire dopo il tramonto.
Ero diventato, da tempo, un pantofolaio e un misantropo: un uomo senza più ambizioni, né speranze, il grigio era il colore dominante della mia vita.
Il quotidiano in questione era poco diffuso, quasi sconosciuto: Io lo avevo scovato tra gli indirizzi di un vecchio elenco di giornali.
Ero convinto che fosse già tra gli estinti: trovabile tra gli annali dei periodici d’epoca.
Infatti, tutto era antiquato, quasi vetusto: l’edificio di fine Ottocento, le scale di marmo per salire alla redazione, la mobilia in noce scuro, tetra quasi macabra.
Mi pareva un’agenzia di pompe funebri: io in ogni modo attesi che l’anziana segretaria sbucasse dai vuoti corridoi.
Senza preamboli mi comunicò: -Il Direttore l’attente!-
Tornò al suo tavolino a sfogliare pratiche ingiallite, mentre Io avanzavo nel nulla della penombra, in un silenzio agghiacciante: bussai con timidezza e sentii un invito ad entrare.
Mi parve una voce cavernosa e aprii con cautela: invece trovai un ometto in giacca e cravatta, sorridente e cortese.
Mi disse: -Si accomodi!-
Mi sedetti nella logora poltrona e attesi che mi rivolgesse la parola: fu inutile, era troppo intento a scrivere alla macchina da scrivere.
Mi decisi a rompere il ghiaccio: -Mi chiamo Antonio Di Paolo, ho qualche esperienza di giornali.
Ho collaborato…-
Mi fece zittire: -Li sente?-
-Chi? Cosa?-
Lui insistette: -Non sente nulla?-
Io percepivo un silenzio pesante e monotono: per un istante temetti di trovarmi dinnanzi ad un folle.
Invece aveva ragione lui: c’era un brusio di sottofondo.
Ero nel cuore di una redazione e la frenetica attività serale stava iniziando con l’ansia dell’ultima notizia da buttare il prima pagina.
Il Direttore mi chiese: -Se la sente di iniziare a lavorare questa sera stessa?-
-Certamente! Non vedo l’ora di gettarmi nella mischia.-
Mi sentii improvvisamente il vigore dei ventanni nelle vene, con tante speranze e tanti
sogni da realizzare.
Mi consegnò un foglio: -Qui c’è il sunto della notizia, la sviluppi e poi vedremo.-
Mi accompagnò in una stanzetta dove c’era un tavolino dei fogli e una macchina da scrivere vecchiotta, ma funzionante.
Strappai quattro o cinque fogli prima di aver trovato l’ispirazione giusta: il lavoro era decente e mi decisi di consegnarlo al capo redattore, un omone sudato in maniche di camicia.
Lo lesse brevemente e fece solo un mugugno per commento: non compresi se di  compiacimento o di disapprovazione.
A mezzanotte me ne uscii, stanco, ma felice come un bambino: mi gettai sul letto senza togliermi gli abiti e mi risvegliai appena in tempo per correre in ufficio.
Il mio umore era allegro e notai diversi sguardi stupiti su di me, ma non svelai a nessuno il mio segreto.
Appena potei, durante la pausa pranzo, corsi in edicola per acquistare “La Notte del Cittadino”: c’era il mio articolo, un po’ tagliato alla fine, ma con la mia firma in grassetto.
Ero entusiasta: avevo raggiunto lo scopo della mia vita, non mi restava che riuscire a farmi assumere e licenziarmi da quella che era ormai la mia prigione.
Fu così che continuai a presentarmi in redazione, dopo le 21 e lì mi impegnavo per due o tre pezzi, che mi erano sempre pubblicati.
Ricevetti il primo compenso, un discreto gruzzolo, ma non ebbi altre informazioni dal burbero capo redattore.
Il Direttore era irraggiungibile, era assente o aveva sempre fretta: la mia assunzione restava una chimera.
Mi stancai e bussai con decisione alla porta del Direttore, sentii la solita voce cavernosa
che mi disse di entrare: -Si accomodi Antonio, l’attendevo.-
Non avevo capito come aveva fatto ad intuire che ero io, ma non mi preoccupai: il capo era placidamente sdraiato sulla poltrona, con i piedi appoggiati sulla scrivania.
Fui cortese e determinato: -Vorrei avere dei chiarimenti, la mia condizione di precario è inaccettabile…..-
Mi sorrise e mi consegnò una busta: conteneva la mia tessera di giornalista professionista, ero stato assunto a tutti gli effetti.
Si alzò e mi strinse la mano: -E’ soddisfatto! Complimenti!-
Me ne uscii borbottando ripetutamente grazie.
Ero estasiato, confuso, andai nel mio ufficio.
Lessi con attenzione la mia tessera: era tutto regolare, ma la data del rilascio era 1896, pensai a un errore di stampa, poi mi accorsi che c'era uno stemma dell'epoca: tutto era di più di cento anni prima.
Non mi fidai dei miei colleghi, sempre evanescenti, sfuggenti, con cui avevo scambiato solo poche brevi frasi e qualche battuta simpatica.
Il caporedattore non si era mai degnato di rispondere alle mie richieste: decisi di saperne di più in biblioteca.
La mattina successiva, all'ora dell'apertura, mi presentai dall'addormentato bibliotecario, chiedendogli tutti gli annali di "La Notte del Cittadino": mi fornì dieci libroni polverosi, con rilegati cinque anni di pubblicazioni del quotidiano.
Erano dell'inzio del Novecento.
Mi arrabbiai e stizzito chiamai l'occhialuto bibliotecario, che mi rispose senza alterarsi: -"La Notte del Cittadino" non esiste più da almeno novantanni.-
-Non è possibile! Io vi lavoro!-
Un vecchio, intento a leggersi un periodico, mi sorrise: -Lei ha bisogno di una vacanza, mi pare un po' esaurito: non può lavorare in un giornale di morti.-
Ero stordito, confuso, terrorizzato, ma volli sapere tutto: il mio quotidiano non esisteva
più perchè l'edificio era crollato e tutti, redattori, segretarie, telefonisti, erano rimasti sotto le macerie.
L'edificio non esisteva più e al suo posto c'era un giardno pubblico: mi sembrava di impazzire, ma poi compresi il tutto e attesi il buio per tornare al mio posto, dietro una scrivere a stillare articoli che nessuna anima viva avrebbe letto.
IL GIORNALE DELLA CITTA' - del 1 Novembre lxxxix: - ....ieri mattina, alle sette, è stato ritrovato il cadavere dell'impiegato Antonio Di Paolo, deceduto di infarto, secondo la perizia del Medico Legale. Il corpo era su una panchina del giardino, noto come lo spiazzo del Giornale dei Morti......-

Arduino Rossi

3 lug 2012

Avvenire - Giornali periodici quotidiani -La stampa, i giornali periodici resistono a stento alla rete,


La stampa, i giornali periodici resistono a stento alla rete, ai blog liberi, fatti da gente comune, il loro modo poco critico di presentare le notizie, il loro atteggiamento sarcastico, da imbonitori televisivi, da imbroglioni di poco valore, continua a funzionare.
Quanto costa alla stampa nazionale restare in rete?
Tantissimo, hanno decine se non addirittura centinaia di redattori locali e non, altri hanno pure specialisti di informatica super pagati, per poi guadagnare pochissimo da Internet: la battaglia della rete è quella di un ippopotamo fuori dall’acqua contro un branco di iene, prima o poi cadrà al suolo e la stampa nazionale finirà sbranata.
Saranno i liberi blog a vincere e il costo eccessive di tutta questa operazione finisce sulle nostre spalle, con contributi pubbliche privati, dall’origine misteriosa, ma non troppo ….
I corrotti non pagheranno un po’ l’informazione fasulla che ci colpisce ogni giorno?

13 giu 2012

store - La Repubblica - Giornali e giornalisti - I poveri pennivendoli


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

economia - La Repubblica - Giornali e giornalisti, pennivendoli al mercato


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

21 mag 2012

canzone - Annalisa - Diamante lei e luce lui - video musica canzone youtube



Notizie News



Giornali e giornalisti

I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.

3 dic 2011

scholar Google news e i giornali preferiti - le grandi testate giornalistiche


Google ha modificato la homepage delle news: è vero che non sono tantissimi coloro che leggono tale pagina e si fanno una ricerca diretta, ma la scelta di favorire qualche giornale di grande peso, lasciando a costoro un angolo, fuori dalla competizione, oso dire con una bella … raccomandazione, solo per loro.
Google questa volta ha deluso: sino a ieri tutti eravamo uguali nelle news di Google, giornali e non giornali, blog e siti minori, ma oggi la stampa tradizionale si è presa il suo spazio speciale,
Che delusione.

30 apr 2012

Corriere della Sera - Giornali e giornalisti - Chi li paga?


I poveri pennivendoli, talvolta pure mal pagati, delle testate giornalistiche, dei giornali online, che vivono a dire il vero sulle nostre spalle, grazie a contributi pubblici e sconti fiscali: il governo per loro deve continuare ad esistere, deve resistere, deve imporre nuove regole contro la rete, da limitare, scordandosi che Internet è gestita da multinazionali ben più potenti e ricche dello Stato italiano.
Se osassero toccare ancora la rete, avremmo una nuova campagna contro la censura che danneggerebbe l’immagine del Paese e alla fine Monti cadrebbe malamente come fece Berlusconi: chi non sa cosa sia la rete è destinato a scomparire dal mondo della politica.
Chiunque vuole censurarla, ma non ne conosce la forza, si romperà le corna: questo vale non solo per i politici, ma anche per certi editori di giornali.
La tigre o la si cavalca o ti sbrana: Internet non può essere tenuto in gabbia: i provider sono controllati da società che possono porre dei filtri, ma questi verrebbero facilmente superati, mentre l’opinione censurata tornerebbe a galla.