Gli imperi da conquistare, con condottieri da ricoverare in psichiatria, oggi cosa significano?
Le spade e il coraggio fisico, pure da esaltati, cosa possono ottenere oggi, in un mondo dove la tecnologia supera e rende nullo ogni gesto ardimentoso, con i primi robot, che svolgono già oggi i lavori più pericolosi, anche in guerra?
Le economie sono tutte interconnesse e basterebbero azioni economiche e finanziarie per mettere con le spalle al muro i nemici, ma questo non avviene e sorge un sospetto.
I conflitti militari, oggi più del passato, sono solo farse, giochi sporchi per favorire gruppi di potere economici, un tempo erano i mercanti che vendevano armi su tutti gli schieramenti in conflitto e si arricchivano.
Oggi il gioco lurido è sempre più palese, la guerra è sempre più uno stimolo forte contro la stagnazione economica, poi i regimi autoritari, fanatici o anche islamisti, sono dei consumatori ben paganti degli strumenti bellici.
Prima di parlare di una nuova politica per la pace sarebbe giusto proporre una cultura per la pace, che non premi più tiranni dementi, da ricovero coatto in manicomio, ma favorisca un'economia di pace.
Però so bene che tutto questo non esiste, che sia più facile favorire emiri, islamisti, dittatori da barzellette, perché i guadagni sono assicurati.
La pace sposa l'intelligenza, da sempre ed è per questo motivo che sono entrambe rare.