I comici dei sindacati, che hanno favorito tutto questo in questi ultimi 34 anni, dal 1990, da quando la sinistra è rimasta al potere per quasi tutto questo tempo, oggi alzano la testa.
È divertente notare quante ne sparano sui Mass-media ogni giorno, gli italiani non vogliono più fare certi lavori che però si pagano sempre di meno, che tradotto in legge di mercato abbiamo più domande, più lavoratori, che posti disponibili, facendo crollare il salario.
I sindacati non hanno più svolto il lavoro di difensori degli stipendi degli italiani da quando la loro amata sinistra è al potere, poi oggi chiedono il referendum contro leggi sul lavoro passate impunemente, quando furono proposte.
In Italia si ha un costo del lavoro alto, metà dello stipendio finisce in tasse e in contributi, con un basso risultato in busta paga.
Da questo fatto scaturisce il lavoro nero, che riguarda dai 3 milioni ai 5 milioni di lavoratori.
Tutto questo impoverisce il ceto popolare italiano e rende sempre più poveri anche gli immigrati, sempre bene accolti dai progressisti, che fanno il gioco sporco degli affamatori, degli speculatori della peggior specie.
Quando penso che le lotte sociali dei nostri padri e dei nostri nonni sono finite tutte in questo squallore mi sorge una grande amarezza.
Prima di voler imporre il salario minimo è necessario combattere il lavoro nero, ma in troppi sguazzano nel pantano dell'illegalità lavorativa e anche criminale.