Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query governo. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query governo. Ordina per data Mostra tutti i post

5 ago 2010

Con qualche riserva il governo batte le opposizioni


La mozione di sfiducia contro il sottosegretario Caliendo è stata respinta alla Camera con 229 sì, 299 no e 75 astenuti.
Il governo si è salvato per la strana e misteriosa astensione del centro, risorto grazie alla non chiara alleanza tra l'Udc di Casini, Gianfranco Fini e Rutelli: i due grandi partiti nazionali, il Pd e il Pdl hanno perso dei pezzi, favorendo questa insolita alleanza di personaggi dalla storia politica differente.
L'equilibrio politico è sempre più instabile e la Lega mantiene il governo Berlusconi al suo posto: probabilmente le spinte interne ed esterne alla maggioranza riusciranno a conservare questo governo in bilico per lungo tempo ancora, ma le forze economiche e sociali che vogliono farlo cadere sono tante e forti.
Esiste un mondo di notabili che non ama Berlusconi, perché i loro interessi non seguono la politica del premier: vedono in qualsiasi cambiamento un pericolo, pur restando sempre limitati i possibili mutamenti con questo o con altri governi di diverso segno.
I dirigenti pubblici e le forze a loro vicine non possono amare chi ha il suo potere nel mondo degli affari, nell'economia reale o finanziaria.
Pure quel ceto medio che un tempo era definito “dedito alle arti liberali”, oggi non sempre ama Silvio: costoro non sono ricchissimi, anzi, pur possedendo benessere e ottimi guadagni sono lontanissimi dal patrimonio dell'uomo di Arcore.
Non parlo dell'invidia, ma delle visioni distanti e degli interessi differenti che stanno alla base di questa sfiducia verso un governo che dovrebbe rappresentarli.
Invece la crisi ha scavato un fossato tra costoro, che vedono perdere il loro livello di benessere: l'uomo più ricco d'Italia così si è avvicinato, con una certa demagogia, al mondo degli artigiani, non solo del Nord, formato da un popolo quasi ricco, ma solo per il suo lavoro e la sua abilità.
Sono pure ex muratori diventati impresari, falegnami ora industriali, con qualche decina di operai dipendenti, abbiamo anche i meccanici datori di lavoro di uno o due ragazzi.
Si scoprono i ristoratori e i commercianti con un loro benessere provvisorio, con quelli che rischiano ogni giorno di chiudere e quelli che si sono “arresi” e hanno la loro sede operativa dentro i centri commerciali: è il popolo della Partita Iva, spesso quasi ricco, ma con il rischio di dover cessare l'attività ogni giorno in questo periodo di crisi.
Quello che sostiene il governo è la speranza di costoro, che non sono sempre eroi, né criminali: è gente che vive nel limbo dei mezzi ricchi che possono finire sul lastrico, che temono i creditori e possiedono bei patrimoni in immobili, perché non si fidano delle banche e neppure dei titoli di Stato.
Ora il quadro si fa confuso e non esiste una forza politica che sappia coagulare le opposizioni, fatta da gente diversa, votata da elettori disparati, che vanno dai pensionati, agli operai, al ceto medio impiegatizio, sino ai tecnici e ai professionisti in carriera.
Il voto strano, che ha salvato la maggioranza, con un centro che si astiene, nasconde l'incapacità di proporre qualcosa di veramente alternativo e nuovo in questo Paese: si può dire che in troppi in parlamento non sappiano cosa fare.
Il governo di Silvio galleggia?
Probabilmente perché non ci sono persone con dei progetti chiari da rendere efficaci strumenti per far funzionare il sistema economico e sociale italiano: in molti preferiscono restare nell'ombra, temono di più dover decidere e governare che nascondersi nell'opposizione.

14 ago 2010

Politica e scontri per le elezioni

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.

Le elezionii e il futuro del Paese

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.

La guerra nella politica italiana

 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.


Berlusconi, Montezemole e le grandi famiglie italiane

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.

Napolitano lancia un suo monito

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.

Giorgio Napolitano e lo scontro elettorale

 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.

Le grandi preoccupazioni del presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.


Il Capo delo Stato e gli interventi diretti dalla dubbia efficenza

 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.


La Repubblica delle banane italiane

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani, fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo, "attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione, modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale, si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi che danno condizioni buone per gli investimenti.


La politica e lo scontro tra famiglie

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano teme "un durissimo
scontro elettorale".

il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto invece paventa
proprio l'instabilità di un governo tecnico: ''Non sono per niente
condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di
transizione. Si tratterebbe, infatti, di manovre di palazzo, volte ad
evitare che si ascolti quello che pensano gli elettori cioè la volontà
effettiva del popolo".

Così la grave crisi in cui motivi sfuggono ai più, sta portando il
Paese verso un governo tecnico, che ci dovrebbe portare verso la fine
della legislatura in modo insolito: il governo tecnico che si
prospetta è la fusione di tutte le forze anti-Berlusconi.

Ora la questione pare strana e insolita: antichi nemici sono riuniti
tutti contro un nuovo nemico.

C'è la questione morale, ma pure lo scontro tra il potere della
Giustizia, la magistratura, contro l'esecutivo.

Inoltre le forze economiche si stanno scontrando e si muovono, ma cosa
bolle veramente in pentola non si sa.

Qualcuno ha promesso qualcosa a Fini per la sua rottura con il cavaliere?

Silvio è così terribile, da non accettare critiche interne o esterne?

Il governo ha lavorato male da meritarsi una brutta fine?

Che fine farà la sicurezza, che sta tanto a cuore degli italiani, con
un governo tecnico?

Le tendenze all'interno di questo governo sono variegate: i
giustizialisti dell'Italia dei Valori si scontrano con la logica
antica da Democrazia Cristiana dell'Udc, infine abbiamo i finiani,
fuoriusciti del Pdl, che sino a poco tempo fa erano il primo puntello
della politica di Berlusconi.

Il Pd poi rappresenta una sinistra che da tempo cerca di trovare una
sua collocazione occidentale, europea, ma ha ancora un'anima
massimalista al suo interno, con posizioni e affermazioni
anacronistiche.

Io rimango sorpreso da certi termini da vecchio partito
rivoluzionario, come attacco: non ci sono attacchi, quelli sono azioni
fisiche, magari militari.

Tutto il resto è solo una questione di opinioni, con critiche, se si
vuole di calunnie ed insulti, ma niente più: invece gli attacchi erano
tipici del linguaggio degli anni Trenta, quando il capitalismo,
"attaccava" la patria del socialismo reale.

Perché Berlusconi è il più cattivo?

Perché altri imprenditori invece sono sempre …..innocenti?

Forse è il sistema Italia che non funziona, anzi sicuramente c'è
qualcosa che non va in questo Paese: siamo la patria delle grandi
famiglie che hanno un immenso potere e dominano tutto.

Questa è la grande e principale anomalia italiana: questi grandi
potentati famigliari ed economici hanno sempre uno stretto rapporto
con lo Stato.

Spesso si parla di liberismo in Italia, ma il nostro sistema
capitalistico è troppo legato alla mamma, che si chiama Stato: da noi
non esiste un tipo di economia che sappia rischiare, tranne per le
imprese piccole o piccolissime.

Intanto il mondo è conquistato da società, multinazionali, che sono
più potenti e ricche della maggior parte degli Stati del pianeta: è
giusto mettere tra i primi posti proprio Google, con il suo motore di
ricerca gratuito, che però raccoglie la pubblicità da tutto il mondo.

Gli interessi economici di queste immense società cozzano con le
piccole realtà locali, come le nostra e vi penetrano con decisione,
modificando i rapporti di forza.

Noi abbiamo ancora le grandi famiglie borghesi, mentre nel mondo il
capitalismo finanziario si impone con gli interessi di anonime società
multi etniche, multi religiose.

I soldi non puzzano, non importa se gli affari si fanno tra ebrei e
arabi, russi e statunitensi, cinesi e europei, ciò che conta è il
rendimento finale.

Ora la grande crisi economica nazionale sta appunto in questa ...buffa
lotta tra famiglie, come ai tempi delle Signorie, per il predominio
del micro Stato: altri eserciti stanno alle porte della vecchia Italia
e si apprestano a conquistarla, dominarla, sbranarla forse.

L'era di Berlusconi non è ancora terminata, ma ormai ci avviciniamo la
fine dell'epoca dei casati dei grandi imprenditori: ormai tutto si
muoverà secondo logiche economiche che non sanno più cosa farne di
questi ...piccoli signori locali, che hanno bisogno di leggi adatte a
loro per sopravvivere.

Solo se il nostro sistema economico saprà liberarsi delle stampelle
pubbliche, specialmente per certe attività, saprà vincere la guerra
della concorrenza internazionale, altrimenti ci chiuderemo in un
assurdo protezionismo e verremo colonizzati dalle multinazionali che
avanzano.

La questione politica quindi è ben più complessa e dubito che questa
classe politica saprà dare risposte adatte: sia se si andrà alle
elezioni subito o se si formerà un governo di ...salvezza nazionale,
si perderà del tempo, perché il futuro è nelle mani di chi saprà far
arrivare il flusso di denaro internazionale, che si posa in quei Paesi
che danno condizioni buone per gli investimenti.

1 feb 2012

Video di Beppe Grillo - Il governo Monti è un governo politico



scritto da Notizie News

Qualche risultato il governo Monti lo ha ottenuto, gli interessi dei titoli di Stato stanno scendendo, finalmente, ma era inevitabile, con la cura da cavallo imposta da questo esecutivo: ora c'è il vero problema del governo, la ripresa economica, che dubito possa avverarsi con queste liberalizzazioni.
Poi l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è un argomento molto delicato, troppo delicato: in una fase così difficile dell'economia.
Per ora non si è capito cosa fare realmente ed è gravissimo: la cancrena sociale che sta dilagando potrebbe trovare delle risposte terribili e non solo in Italia.
Il governo Monti è un governo politico, per le prese di posizione di alcuni sui ministri, che a dire il vero avrebbero fatto bene a tacere.
Lo scopo di questa insolita maggioranza doveva essere solo tecnica, per far quadrare il bilancio statale, inserire qualche modifica, contro certe categorie sociali, considerate protette e tentare una svolta economica.

16 ago 2010

Biancone e l'Impeachemant


 



Maurizio Bianconi, il deputato Pdl risponde alla dura polemica di Napolitano: “Sono stupito perché non mi sarei aspettato una reazione così sproporzionata e son mica un deficiente che pensa a mettere in stato d'accusa il presidente della Repubblica. Ma confermo quanto ho detto nell'intervista: quando Napolitano formò il governo disse che la sua scelta era vincolante e diede un'interpretazione evolutiva della Costituzione, materiale che dovrebbe valere anche nel girone di ritorno”.



Il tutto è per la risposta del Presidente della Repubblica che ha detto: “Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d'accusa da parte del Parlamento, secondo quanto prevede la stessa Carta fondamentale".



Biancone forse non voleva mandare a casa il Capo dello Stato, ma certamente la tensione è ormai alle stelle e tutto avviene fuori dal parlamento: non c'è la crisi e forse non ci sarà, ma ormai si è già certi che il governo Berlusconi cadrà dopo le ferie estive, o così pare.



Il Presidente della Repubblica può sciogliere le due camere anche con la potenziale presenza di maggioranze anomale?



Certamente no, perché sino a quando i partiti riusciranno a proporre un governo, tale che potrà ottenere la fiducia, il Capo dello Stato non può rimandare tutti a casa e far decidere il popolo.



Infatti sono i delegati del popolo, i deputati e i senatori, che decidono come meglio credere del loro mandato, a agire per il popolo, poi gli italiani li potranno rieleggere, se saranno soddisfatti del loro operato, oppure li potranno benissimo non rieleggere, sentendosi traditi.



Quindi questo governo tecnico si potrebbe fare, ma sinceramente credo che avrebbe vita breve e scontenterebbe tutti, dentro e fuori dal parlamento.



Ora il governo tecnico sarebbe il più bel regalo che Berlusconi e alleati potrebbero avere: prima o poi raccoglierebbe il malcontento del Paese.



Poi un governo di larghe intese, per essere popolare dovrebbe accontentare molti e si dovrebbe spendere molto in benefici pre-elettorali, perché il “pericolo” del ritorno di Silvio al potere sarebbe sempre dietro l'angolo.



Perché le opposizioni non sanno fare le opposizioni?



Forse perché non sanno più cosa fare.



Io consiglio a loro di capire in che epoca viviamo e quali siano i pericoli che ci minacciano: l'ordine pubblico è legato al degrado sociale, che è figlio della delusione.



I delusi sono tanti, i primi sono gli italiani che hanno perso reddito e sono ai margini della società, i secondi sono gli extracomunitari che non sono riusciti ad entrare nella nostra società, soprattutto dal punto di vista economico.



Così avremo violenze e delinquenza, come capita già in Francia oggi: le soluzioni non sono facili e la demagogia, tipica della sinistra e devo dire, pure di una parte del mondo cattolico, non ci salverà.



Tutto dipenderà dal mercato del lavoro, perché i nuovi arrivati renderanno, per la legge di mercato, la vita dura ai lavoratori non specializzati italiani e a tutti quelli di altre nazionalità: avremo scontri etnici e malessere economico.



Così la reazione del ceto medio sarà dura e feroce, come in altri periodi della storia, nel passato.



Avremo delinquenza e terrorismo dilagante?



Avremo disoccupati e disperati nelle strade?



Questo “bene”, che si chiama lavoro, dovrà essere dato con cautela, protetto con passione.



I nostri politici sanno che ci sono questi problemi?



Temo di no, loro vivono in un pianeta distante da noi milioni di anni luce.

24 ago 2010

 

Il finiano Italo Bocchino propone, sicuramente come portavoce di qualcun altro, una via di uscita particolare alla crisi: "….nuovo governo con profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi".

Bossi non vuole far parte di questa nuova maggioranza, anche perché questo governo sarebbe spostato al centro e lui verrebbe emarginato.

Inoltre questa proposta ha sempre la complicazione di una rottura con la Lega, che provocherebbe elezioni o un governo tecnico.

Intanto la cronaca segnala lo scambio di insulti tra Casini e Bossi, con reciproche accuse di essere dediti agli intrallazzi, poi pure qualche parolaccia è sbocciata, ma tutto questo fa parte della politica.

Intanto, pare che Berlusconi non disdegni di trattare con Casini, per uno scopo differente, quello di avere una gamba in più per il suo governo traballante, non fidandosi di Fini e dei suoi seguaci.

Ora le ipotesi di quello che pare un rimpasto prende forme differenti: è sfumata ormai il progetto di un governo tecnico di larghe intese, con l'unico scopo di organizzare la crociata anti Berlusconi.

Qualcuno si è accorto che sarebbe l'armata Brancaleone che va alle crociate, con un finale disastroso.

Così il quadro si fa complesso eppure tutto questo pare il tentativo di impedire lo spostamento a destra e verso posizioni federaliste della maggioranza: si cerca di contrapporsi al peso sempre più grande di forze che vogliono risolvere i problemi con decisioni anche drastiche.

La sinistra ora è spiazzata e il centro cerca di riprendersi il suo spazio, che un tempo possedeva: destra, sinistra e centro fanno il gioco delle 5 carte, si ripescano sempre le stesse scartine, da ripresentare al Paese.

Fini, Casini e Rutelli sono nomi conosciuti e vecchi: li abbiamo provati a suo tempo, ma ora si ripresentano come nuovi, ma forse è meglio parlare di rimessi a nuovo.

Così si rimandano le decisioni coraggiose e difficili al futuro: saranno sempre più faticose e impopolari da realizzare.

Le parolacce tra il centro e i leghisti rappresentano la fine di una politica educata, tra avversari quasi cortesi, che non si sarebbero mai abbassati a chiamarsi "stronzi" e altro.

Ora siamo nell'epoca che spinge a una politica della decisione, dell'azione e vincerà le elezioni chi saprà dimostrare che sanno fare, sanno risolvere i problemi.

Finalmente l'era delle ideologie è definitivamente tramontata, anche la classe politica vive ancora secondo la logica dei tradimenti a palazzo, degli accordi sotto banco.

Poi oltre alla destra nostrana e alla sinistra sognatrice esiste un Paese pure capace, disgustato da tutte queste beghe da comare.

Prima o poi la politica diverrà una cosa seria per gente seria?

Probabilmente sarà così: gli istrioni e gli intrallazzatori verranno mandati a casa loro, magari a lavorare veramente, a provare la fatica di tutti i giorni.

Perché, prima di discutere come dividersi la torta del potere, non discuta sul programma e su cosa fare per uscire dalla crisi.

Per esempio, invece di parlare se questo o quello possono entrare nella maggioranza, perché non si parla delle eventuali modifiche che costoro porteranno al programma di governo: questo potrebbe interessarci molto di più di un ministro e di un sottosegretario in più o in meno.

Se il cambiamento portasse una modifica nel programma, votato dagli elettori a quel punto i cittadini potrebbero pretendere una giustificazione e un chiarimento: noi cittadini pretendiamo di essere rispettati e non trattati come degli eterni minorenni, anzi come dei poveri allocchi.