16 ago 2010

Biancone e l'Impeachemant


 



Maurizio Bianconi, il deputato Pdl risponde alla dura polemica di Napolitano: “Sono stupito perché non mi sarei aspettato una reazione così sproporzionata e son mica un deficiente che pensa a mettere in stato d'accusa il presidente della Repubblica. Ma confermo quanto ho detto nell'intervista: quando Napolitano formò il governo disse che la sua scelta era vincolante e diede un'interpretazione evolutiva della Costituzione, materiale che dovrebbe valere anche nel girone di ritorno”.



Il tutto è per la risposta del Presidente della Repubblica che ha detto: “Chi pensa che il Capo dello Stato tradisca la Costituzione ha il potere e il dovere di chiederne la messa in stato d'accusa da parte del Parlamento, secondo quanto prevede la stessa Carta fondamentale".



Biancone forse non voleva mandare a casa il Capo dello Stato, ma certamente la tensione è ormai alle stelle e tutto avviene fuori dal parlamento: non c'è la crisi e forse non ci sarà, ma ormai si è già certi che il governo Berlusconi cadrà dopo le ferie estive, o così pare.



Il Presidente della Repubblica può sciogliere le due camere anche con la potenziale presenza di maggioranze anomale?



Certamente no, perché sino a quando i partiti riusciranno a proporre un governo, tale che potrà ottenere la fiducia, il Capo dello Stato non può rimandare tutti a casa e far decidere il popolo.



Infatti sono i delegati del popolo, i deputati e i senatori, che decidono come meglio credere del loro mandato, a agire per il popolo, poi gli italiani li potranno rieleggere, se saranno soddisfatti del loro operato, oppure li potranno benissimo non rieleggere, sentendosi traditi.



Quindi questo governo tecnico si potrebbe fare, ma sinceramente credo che avrebbe vita breve e scontenterebbe tutti, dentro e fuori dal parlamento.



Ora il governo tecnico sarebbe il più bel regalo che Berlusconi e alleati potrebbero avere: prima o poi raccoglierebbe il malcontento del Paese.



Poi un governo di larghe intese, per essere popolare dovrebbe accontentare molti e si dovrebbe spendere molto in benefici pre-elettorali, perché il “pericolo” del ritorno di Silvio al potere sarebbe sempre dietro l'angolo.



Perché le opposizioni non sanno fare le opposizioni?



Forse perché non sanno più cosa fare.



Io consiglio a loro di capire in che epoca viviamo e quali siano i pericoli che ci minacciano: l'ordine pubblico è legato al degrado sociale, che è figlio della delusione.



I delusi sono tanti, i primi sono gli italiani che hanno perso reddito e sono ai margini della società, i secondi sono gli extracomunitari che non sono riusciti ad entrare nella nostra società, soprattutto dal punto di vista economico.



Così avremo violenze e delinquenza, come capita già in Francia oggi: le soluzioni non sono facili e la demagogia, tipica della sinistra e devo dire, pure di una parte del mondo cattolico, non ci salverà.



Tutto dipenderà dal mercato del lavoro, perché i nuovi arrivati renderanno, per la legge di mercato, la vita dura ai lavoratori non specializzati italiani e a tutti quelli di altre nazionalità: avremo scontri etnici e malessere economico.



Così la reazione del ceto medio sarà dura e feroce, come in altri periodi della storia, nel passato.



Avremo delinquenza e terrorismo dilagante?



Avremo disoccupati e disperati nelle strade?



Questo “bene”, che si chiama lavoro, dovrà essere dato con cautela, protetto con passione.



I nostri politici sanno che ci sono questi problemi?



Temo di no, loro vivono in un pianeta distante da noi milioni di anni luce.