Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
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31 lug 2010
Le larghe intese non arrivano e Silvio è solo, con la Lega fedele
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Ora la Lega avrà più potere
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
La proposta di Berlusconi non piace a Pier Ferdinando Casini
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Il centro resta lontano da Silvio
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Le opposizioni si arricchiscono di un nuovo elemento
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Serve un governo di larghe intese?
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Il governo resiste e mantiene la sua posizione
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Ora al centro la confusione è grande
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
La casa delle libertà non conquista l'Udc di Casini
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
Gianfranco Fini se ne andato, ma Casini non prende il suo posto
Dopo il quasi tradimento di Gianfranco Fini, diciamo la rottura da Berlusconi, Casini risponde alle proposte, alle lusinghe del premier: “C'è bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta”.
L'amore tra Berlusconi e Casini non sboccia
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
La maggioranza resiste, ma non trova altri alleati
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Ora sono tutti appassionatamente contro Silvio
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
E' la fine di un'epoca?
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Udc dice no al Pdl di Berlusconi
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Berlusconi riceve qualche non dal centro, gli resta Bossi
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Fini tradisce come Bossi, anni fa
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
L'amore non nasce tra Pier Ferdinando Casini e Silvio
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Casini non sposa Silvio
Pier Ferdinando Casini non si sposa con Silvio Berlusconi: ''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi''.
Ora il governo ha una maggioranza risicata, ma probabilmente arriverà alla fine della legislatura, perché al suo posto l'alleanza è un'armata Brancaleone: ex democristiani, ex comunisti, gli uomini di Di Pietro, Fini e i suoi fuoriusciti.
Che confusione!
Fini sfida Berlusconi
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Lo scontro ora è chiaro e la coalizione è più piccola, ma compatta
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
La guerra tra Berlusconi e Fini
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Fini rischia il tutto per tutto?
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Dopo Gianfranco, ora Berlusconi può dominare senza freni
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Il governo resiste, ma manca di una stampella
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Ora Bossi spingerà il Pdl verso posizioni sempre più di destra
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Se il governo resiste senza Gianfranco Fini cosa capiterà al presidente della camera?
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Berlusconi ha guidato il Pdl come una cosa sua
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Il leader è pure il padrone del Pdl?
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Il trionfo della destra, contro un centro anacronistico, viscido e opportunista
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
L'Italia si prepara a un futuro....nero
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
La sinistra ora avrà Fini dalla loro parte
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Ora Fini attende Berlusconi in parlamento
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
E' la morte politica di Fini?
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
I finaini contro i berlusconiani
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Gianfranco Fini si dovrà collocare con il centro
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Pdl, quale futuro?
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
La rottura è totale, Fini è fuori
Berlusconi è certo della stabilità del suo governo e i finiani si portano via una fetta partito, ma sono in minoranza, per Silvio è importante aspettare la fine della legislatura e poi i conti con il....traditore lo farà a livello elettorale.
Intanto il Paese scivola sempre più a destra, con un governo sempre più ostile agli stranieri e un'opinione pubblica sempre più spaventata e pronta ad appoggiare chiunque prometta metodi forti contro gli extracomunitari.
Udc e Fini saranno vicini, vicini
Ormai è guerra frontale e frattura reale, così Gianfranco sfida il suo ex alleato, amico e capo di partito: «Può dire quel che vuole, oramai. Sulle mie dimissioni in concreto non può far nulla. Ho le mani libere, ci confronteremo in Parlamento, lo attendo lì».
Intanto lui, Silvio è certo di avere i numeri per resistere a quella strana alleanza tra fini e le opposizioni: l'ex figlio dei nostalgici ora sta diventando un uomo di centro, strano destino è il suo.
Opinioni e pericoli
Su questo punto sono relativamente tranquillo: tranne in qualche raro casoo, nessuno pensa di colpire il singolo cronista, il giornalista che scrive fuori dal coro.
E’ meglio non creare martiri, il sistema più efficace per contenere la libertà di espressione è quello di ignorare i “fastidiosi”: loro non esistono e quello che scrivono non conta.
Solo pochi hanno l’onore di essere attaccati dalla stampa che definisco semilibera: il silenzio uccide di più del baccano di una polemica a base di insulti e calunnie.
La pena dell’oblio pare quella più efficiente per eliminare il …… nemico, ma oggi esiste Internet e il 90% dei giornalisti, degli editori non ne ha capito la potenza, il carattere travolgente: si spera di tenerlo sotto controllo con qualche leggina, facilmente superabile, già anacronistica appena è nata.
Non rimane che attendere che il magnifico strumento spazzi via il vecchio che reste da noi: è solo una questione di tempo.
In Italia si rischia a dire la verità?
Si rischia in Italia quando si esprime il proprio parere?
Su questo punto sono relativamente tranquillo: tranne in qualche raro casoo, nessuno pensa di colpire il singolo cronista, il giornalista che scrive fuori dal coro.
E’ meglio non creare martiri, il sistema più efficace per contenere la libertà di espressione è quello di ignorare i “fastidiosi”: loro non esistono e quello che scrivono non conta.
Solo pochi hanno l’onore di essere attaccati dalla stampa che definisco semilibera: il silenzio uccide di più del baccano di una polemica a base di insulti e calunnie.
La pena dell’oblio pare quella più efficiente per eliminare il …… nemico, ma oggi esiste Internet e il 90% dei giornalisti, degli editori non ne ha capito la potenza, il carattere travolgente: si spera di tenerlo sotto controllo con qualche leggina, facilmente superabile, già anacronistica appena è nata.
Non rimane che attendere che il magnifico strumento spazzi via il vecchio che reste da noi: è solo una questione di tempo.
La verità e i dubbi italiani
Su questo punto sono relativamente tranquillo: tranne in qualche raro casoo, nessuno pensa di colpire il singolo cronista, il giornalista che scrive fuori dal coro.
E’ meglio non creare martiri, il sistema più efficace per contenere la libertà di espressione è quello di ignorare i “fastidiosi”: loro non esistono e quello che scrivono non conta.
Solo pochi hanno l’onore di essere attaccati dalla stampa che definisco semilibera: il silenzio uccide di più del baccano di una polemica a base di insulti e calunnie.
La pena dell’oblio pare quella più efficiente per eliminare il …… nemico, ma oggi esiste Internet e il 90% dei giornalisti, degli editori non ne ha capito la potenza, il carattere travolgente: si spera di tenerlo sotto controllo con qualche leggina, facilmente superabile, già anacronistica appena è nata.
Non rimane che attendere che il magnifico strumento spazzi via il vecchio che reste da noi: è solo una questione di tempo.
Verità, quanto mi costi
Si rischia in Italia quando si esprime il proprio parere?
Su questo punto sono relativamente tranquillo: tranne in qualche raro casoo, nessuno pensa di colpire il singolo cronista, il giornalista che scrive fuori dal coro.
E’ meglio non creare martiri, il sistema più efficace per contenere la libertà di espressione è quello di ignorare i “fastidiosi”: loro non esistono e quello che scrivono non conta.
Solo pochi hanno l’onore di essere attaccati dalla stampa che definisco semilibera: il silenzio uccide di più del baccano di una polemica a base di insulti e calunnie.
La pena dell’oblio pare quella più efficiente per eliminare il …… nemico, ma oggi esiste Internet e il 90% dei giornalisti, degli editori non ne ha capito la potenza, il carattere travolgente: si spera di tenerlo sotto controllo con qualche leggina, facilmente superabile, già anacronistica appena è nata.
Non rimane che attendere che il magnifico strumento spazzi via il vecchio che reste da noi: è solo una questione di tempo.
La libertà e i pericoli in Italia
Su questo punto sono relativamente tranquillo: tranne in qualche raro casoo, nessuno pensa di colpire il singolo cronista, il giornalista che scrive fuori dal coro.
E’ meglio non creare martiri, il sistema più efficace per contenere la libertà di espressione è quello di ignorare i “fastidiosi”: loro non esistono e quello che scrivono non conta.
Solo pochi hanno l’onore di essere attaccati dalla stampa che definisco semilibera: il silenzio uccide di più del baccano di una polemica a base di insulti e calunnie.
La pena dell’oblio pare quella più efficiente per eliminare il …… nemico, ma oggi esiste Internet e il 90% dei giornalisti, degli editori non ne ha capito la potenza, il carattere travolgente: si spera di tenerlo sotto controllo con qualche leggina, facilmente superabile, già anacronistica appena è nata.
Non rimane che attendere che il magnifico strumento spazzi via il vecchio che reste da noi: è solo una questione di tempo.
I misteri della chiesa della Trinità di Potenza
Il Dna trovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza non è di Danilo Restivo, ma di due altri uomini, sconosciuti per ora, così pare svanire una prova contro il principale indiziato del caso Elisa Claps.
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa
Il Dna e i dubbi legittimi
Il Dna trovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza non è di Danilo Restivo, ma di due altri uomini, sconosciuti per ora, così pare svanire una prova contro il principale indiziato del caso Elisa Claps.
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa.
30 lug 2010
I criminali francesi rischiano grosso con Sarkozy
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
I cittadini non sono tutti uguali in Francia
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
Il diritto di cittadinanza alla francese
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
Francia, la cittadinanza dei criminali è a rischio
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
Cittadinanza e diritti umani da rispettare
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
La Francia di Sarkozy e gli apolidi del futuro
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
Sarkozy, la cittadinanza è da togliere ai criminali
Sarkozy non perdona e progetta ciò che tempo fa avevo ipotizzato: togliere la cittadinanza francese ai criminali di origine straniera, la mia ipotesi riguardava pure l'Italia.
In apparenza il presidente Nicolas Sarkozy promette qualcosa di legittimo e democratico: "La nazionalità francese dovrebbe essere ritirata a qualsiasi persona abbia attentato alla vita di un funzionario di polizia o di qualsiasi altro depositario della sicurezza pubblica".
La lotta contro le rivolte delle bande criminali delle città francesi, nelle periferie misere, con un alto tasso di disoccupazione e di emarginazione non dà buoni frutti: allora servono misure straordinarie.
Quale sistema migliore può esserci se non quello di togliere la cittadinanza a un rivoltoso, che odia la Francia: tutto questo non appare grave, perché il bandito che spara ai poliziotti, che disprezza tutto ciò che rappresenta la Francia, l'Occidente, che lo ha cresciuto e fatto uscire dalla miseria, dalla fame di altre realtà, si merita tale punizione.
Il fatto però potrebbe avere delle conseguenze disastrose, perché togliere la cittadinanza a qualcuno significa renderlo un apolide, una persona senza alcun diritto, una “non persona”: persino gli animali avrebbero più diritti di lui sul suolo francese, ma pure sul pianeta terra.
L'assassino di Elisa Claps rimane sconosciuto.
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa.
Elisa Claps, l'omicidio resta oscuro.
Il Dna trovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza non è di Danilo Restivo, ma di due altri uomini, sconosciuti per ora, così pare svanire una prova contro il principale indiziato del caso Elisa Claps.
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa.
C'è ancora molto da scoprire per Elisa Claps
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa.
Restivo, Claps, il Dna della discordia
Ora bisogna pure valutare il caso Claps in tutte le sue sfumature e cercare di capire come vanno le indagini, anche perché il Dna rintracciato potrebbe non avere nulla a che vedere con l'omicidio Claps.
Misterioso è tutta questa vicenda che nasconde delle sfumature sconcertanti e il sospetto di coperture a più livelli verso non si sa chi: speriamo che non ci siano pure dei depistaggi, come ipotesi secondaria e puramente....fantasiosa.
Internet ci regala libertà
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
E' la fine dei boiardi della stampa politicizzata?
Internet, la stampa libera e le solite accuse contro i “falsari” della verità
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
IDEE E IDEOLOGIE NUOVE E VECCHIE
Internet, la stampa libera e le solite accuse contro i “falsari” della verità
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
Lo scontro delle idee su internet
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
Libertà e onestà intellettuale
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
I narcotrafficanti del Messico perdono un loro uomo
Coronel è il vice di Joaquin Guzman, il capo dei narcotrafficanti del Messico.
Coronel era chiamato il “Re del cristallo”: controllavo il traffico e lo spaccio di metanfetamine con gli Stati Uniti:.
Gli Usa avevano messo una taglia 5 milioni di dollari sulla sua testa.
Un boss dei narcos assassinato dall'esercito del Messico
Coronel è il vice di Joaquin Guzman, il capo dei narcotrafficanti del Messico.
Coronel era chiamato il “Re del cristallo”: controllavo il traffico e lo spaccio di metanfetamine con gli Stati Uniti:.
Gli Usa avevano messo una taglia 5 milioni di dollari sulla sua testa.
Messico. In uno scontro a fuoco ucciso capo narcos
Coronel è il vice di Joaquin Guzman, il capo dei narcotrafficanti del Messico.
Coronel era chiamato il “Re del cristallo”: controllavo il traffico e lo spaccio di metanfetamine con gli Stati Uniti:.
Gli Usa avevano messo una taglia 5 milioni di dollari sulla sua testa.
Coronel ucciso dall'esercito federale
Coronel è il vice di Joaquin Guzman, il capo dei narcotrafficanti del Messico.
Coronel era chiamato il “Re del cristallo”: controllavo il traffico e lo spaccio di metanfetamine con gli Stati Uniti:.
Gli Usa avevano messo una taglia 5 milioni di dollari sulla sua testa.
SALVIAMOLI DAL RANDAGISMO.
SALVIAMOLI DAL RANDAGISMO.
Ebbene sì, nel nostro sud il randagismo è ancora una realtà.
Diamo una chance a questi cuccioloni di non morire prematuramente e spesso in maniera orribile:adottiamoli.
Sono giovanissimi (circa un anno di età stimata) e vivono per le strade di Melendugno (LE) in Puglia, in mezzo
all’indifferenza della gente del posto ed alla cattiveria che spesso sono costretti a subire.
Io sono una volontaria della Protezione Animali di Bergamo e ho trovato queste due meravigliose creature per strada,
sotto il sole cocente (40°) , affamate e sfiancate dalla sete.
Sono rimasta in vacanza in Puglia per 10 giorni ed in questo periodo mi sono presa cura di Tato (così ho “battezzato” il
cagnolone nero, Gina (la cagnetta nera) e molti altri randagini, sfamandoli, coccolandoli e portando loro da bere.
Tato e Gina mi hanno colpito per la loro estrema ingenuità ed innocenza; sono molto dolci ed erano praticamente la
mia ombra, ovunque andassi loro mi trovavano e mi seguivano … hanno urgente bisogno di qualcuno che si prenda
cura di loro e gli voglia bene. Io purtroppo non avrei il posto dove tenerli, ma mi sto adoperando per trovare qualcuno
che li voglia, insieme o separati. Scenderò io stessa in Puglia a cercarli e a prenderli il 20 agosto, se qualcuno mi dice
che li vuole con sé..
Sono due cuccioloni, maschio e femmina, non fratelli, media taglia (la nera è una piccola/ media taglia) di circa un
anno di età (stimabile), dolcissimi..
Il maschio sembra un incrocio di pastore tedesco, molto bello; la femmina sembra una volpe nera, snella e con le
orecchie sempre in posizione eretta, sull’attenti. Entrambi sembrano cani sanissimi !
Se interessati all’adozione di una o di entrambe queste dolcissime creature, contattate Elsa al cell. 347 6357500
Il "TROFEO PROVINCIA DI BERGAMO”
PROVINCIA DI BERGAMO
Via Torquato Tasso 8, 24121 BERGAMO
Tel. 035 387237- 035 387530 Fax. 035 219.880
http://www.provincia.bergamo.it e-mail: info@provincia.bergamo.it
UFFICIO STAMPA
Bergamo, 29 luglio 2010
COMUNICATO STAMPA
L’assessore alla Caccia, Pesca e Sport della Provincia di Bergamo Alessandro Cottini ha organizzato e fortemente voluto portare sul territorio bergamasco il primo trofeo provinciale di tiro con la carabina. Scopo della manifestazione è stato consentire a tutti di cimentarsi in una prova che richiedesse sia l’intuito e l’esperienza del cacciatore che la preparazione squisitamente tecnica del tiratore.
Il trofeo si è svolto nell’ambito di cinque gare di tiro, realizzate in collaborazione con le locali Sezioni cacciatori di Schilpario, Gandino, Oltre il Colle e Onore. Il "TROFEO PROVINCIA DI BERGAMO” resterà in mano al vincitore per un anno e per poi essere rimesso in palio nella successiva edizione.
Questo il programma delle gare:
Schilpario - Malga Epolo - 20 e 21 marzo;
Gandino - Campo d'Avene - 8 e 9 maggio;
Oltre il Colle - Conca dell'Alben - 29 e 30 maggio;
Onore - Val di Varro - 12 e 13 giugno;
Schilpario - Malga Epolo - 3 e 4 luglio.
L'ultima gara si è svolta nella splendida cornice della malga Epolo nel Comune di Schilpario, all'ombra del Pizzo Camino, sulla distanza dei 200 metri, ed è stata l'ultima delle cinque prove di tiro che hanno visto la partecipazione di numerosi appassionati, sia tra cacciatori che tra tiratori, pronti ad aggiudicarsi oltre alla coppa provinciale anche i pregiatissimi scheiben (bersagli di legno decorati).
Le premiazioni si sono svolte alla presenza dell'assessore Cottini, ideatore del Trofeo, del presidente del Comprensorio alpino Valle di Scalve e di autorità locali.
Vincitore del Trofeo Provincia di Bergamo, è stato Rosario Castelli che, come previsto dal regolamento, ha ottenuto i 3 migliori punteggi sulle 5 prove.
Classifica finale:
Castelli Rosario punti 150 + 10 mouches
Magri Massimo punti 150 + 9 mouches
Boni Walter punti 149 + 11 mouches
Merli GianPietro punti 149 + 10 mouches
Giacomelli Michela punti 149 + 8 mouches
I primi 5 classificati hanno inoltre concorso per l'aggiudicazione dello scheibe realizzato appositamente per la manifestazione: in questa ulteriore prova il vincitore è stato il Walter Boni.
Per la categoria femminile lo scheibe è stato vinto da Arianna Varinelli.
L'assessore Cottini ha salutato e, nel suo intervento conclusivo, ha parlato della possibilità di una edizione in versione interprovinciale Bergamo - Brescia, riscontrando il favore degli organizzatori che hanno accolto con entusiasmo l’ idea e si sono detti pronti e disponibili alla realizzazione del nuovo progetto. L’assessore ha rivolto un caloroso ringraziamento a tutti gli organizzatori e i volontari che si sono prodigati per il buon esito di tutte le fasi di questo primo trofeo della Provincia.
Berlusconi e Fini, separati in casa
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Il governo è in bilico
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Ora solo la Lega può salvare Il governo di Silvio
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Fini fonda la sua corrente
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Rottura nella maggioranza
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
E' copiata la crisi di governo
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Fini accusa Silvio di essere illiberale
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Berlusconi si affida a Bossi
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Bossi non vuole le elezioni anticipate
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Il governo è a rischio
E' nato il gruppo parlamentare Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il governo trema: Berlusconi incontra Bossi che non vuole le elezioni anticipate, ma nel Pdl è rissa e scontro aperto.
Il premier incontrerà a palazzo Grazioli tutti i suoi uomini per fare il punto e anche per contare i fedeli, i fedelissimi e i ….traditori.
Il governo cadrà?
Lo sapremo nelle prossime ore.
Internet e opinioni libere
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
Quanto costa dire ciò che si pensa?
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
I giornali liberi e non liberi
Internet, la stampa libera e le solite accuse contro i “falsari” della verità
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
Libertà di stampa
Internet, la stampa libera e le solite accuse contro i “falsari” della verità
La libertà di stampa e le pressioni sul libero pensiero pare che siano alla base di una polemica sterile, che sta coinvolgendo tanti, molti: da Beppe Grillo sino al Giornale di Feltri, per arrivare a La Repubblica, senza disdegnare Il Corriere della Sera.
C’è la questione del decreto sull’intercettazione telefonica: qualcuno teme un improbabile Stato di polizia, altri urlano contro la legge bavaglio, vera o presunta.
29 lug 2010
Donne assassinati da uomini
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Lui uccide lei
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Il maschio offeso si vendica
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Uomini e assassini?
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Il caldo … uccide le donne
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Assassini per l’orgoglio maschile
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
L’afa e i delitti assurdi dell’estate
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
La virilità non si dimostra uccidendo e suicidandosi
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Morire perché lui non vuole arrendersi all’evidenza
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
Gli omicidi dell’estate
Gli omicidi di donne in questa estate caldissima superano le solite stragi, terrificanti e assurde, di tutte le estati: al primo posto ci sta il caldo che è superiore alle scorse stagioni, inoltre abbiamo i soliti normali, o apparenti tali, simpatici, tranquilli, che diventano mostri assassini.
Le armi per costoro sono disponibili e spesso pure con il porto d’armi.
E’ da chiedersi perché in questo Paese non ci siano l’obbligo di cura per coloro che si dimostrano aggressivi, pericolosi, che danno segnali evidenti di squilibrio.
Ad uccidere sono uomini di 50, 60 anni, mentre a morire sono donne di 20, 30 anni di meno: la cultura del maschio ferito nel suo onore, nel suo orgoglio virile è duro a scomparire.
I padroni del vapore e la stampa.
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
I periodici a servizio di chi li paga
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
I soldi e gli affari degli editori
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
La libertà non sta dentro un periodico
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
Il diritto e la democrazia
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
L’opinione di chi non può esprimerla
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
I giornalisti sono a servizio di chi li paga?
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
Il libero pensiero e l’interesse democratico
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
Lo scontro dentro e fuori la stampa nazionale
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
La verità non dà pane
Il caso della stampa, accusata da Silvio Berlusconi di essere di parte è quanto meno ridicolo: infatti nessuno può negare che la stampa italiana e internazionale sia di parte: l’unico problema è che da noi chi scrive difende sempre gli interessi del suo editore, perché gli editori sono persone che hanno un giornale per i propri comodi.
Il padrone del giornale può essere un partito meglio ancora una corrente di questo gruppo, con tutti i suoi clientelismi sedimentati, oppure un grande imprenditore, un’associazione di imprenditori e così via, la verità è sempre fuori dal gioco e non dà reddito, quasi mai.
Lo scontro per un po' di oro nero
L'unica spiegazione sta nella solita suddivisione delle aree di influenza politica ed economica del pianeta: il petrolio e il suo prezzo finale, il suo trasporto e la sua commercializzazione stanno alla base di molte guerre.
Si combatte non tanto per controllare i pozzi, ma per tenere in pugno i corridoi dove dovrebbero transitare gli oleodotti o transitano accanto le petroliere: il Corno d'Africa, con la Somalia, l'Afghanistan, la Cecenia sono luoghi dove l'oro nero dovrebbe scorrere liberamente.
Droga, petrolio e materie prime da rubarsi
L'unica spiegazione sta nella solita suddivisione delle aree di influenza politica ed economica del pianeta: il petrolio e il suo prezzo finale, il suo trasporto e la sua commercializzazione stanno alla base di molte guerre.
Si combatte non tanto per controllare i pozzi, ma per tenere in pugno i corridoi dove dovrebbero transitare gli oleodotti o transitano accanto le petroliere: il Corno d'Africa, con la Somalia, l'Afghanistan, la Cecenia sono luoghi dove l'oro nero dovrebbe scorrere liberamente.
L'Europa ha bisogno di democrazie, non di Stati dittatoriali o quasi
Mi scordavo, oggi esiste la questione curda, in Turchia: la repressione dell'esercito turco non è proprio democratica, poi non scordiamoci l'occupazione militare di un terzo di Cipro, che fu seguita da violenze e da massacri di ogni tipo.
Di “peccati” moderni ce ne sono a sufficienza per impedire l'entrata della Turchia nell'Ue, ma è inutile mostrarli tutti.
Meglio i curdi o i turchi?
Mi scordavo, oggi esiste la questione curda, in Turchia: la repressione dell'esercito turco non è proprio democratica, poi non scordiamoci l'occupazione militare di un terzo di Cipro, che fu seguita da violenze e da massacri di ogni tipo.
Di “peccati” moderni ce ne sono a sufficienza per impedire l'entrata della Turchia nell'Ue, ma è inutile mostrarli tutti.
Ai britannici non importa nulla dei curdi
Di “peccati” moderni ce ne sono a sufficienza per impedire l'entrata della Turchia nell'Ue, ma è inutile mostrarli tutti.
I curdi perseguitati, a Cameron non interessano
Di “peccati” moderni ce ne sono a sufficienza per impedire l'entrata della Turchia nell'Ue, ma è inutile mostrarli tutti.
Turchia e Europa, con la pericolosa politica britannica
La nuova politica britannica
I turchi in Europa? Spediamoli tutti a Londra
Dopo la difesa, di ciò che non si può difendere, il conservatore, con il suo aristocratico e altezzoso atteggiamento, vuole dimostrare cosa sia una politica estera sconsiderata, disastrosa: la Turchia non è democratica, è sempre meno laica, è sempre più integralista, ma al britannico questo non importa.
Pure per la questione di Gaza vuol far credere di essere filo palestinese e filo arabo.
Si vede, che in questo periodo di crisi, vuole vendere un po' di cianfrusaglie agli emiri arabi, dimostrandosi al di sopra delle parti.
Mamma li turchi, attenti a Cameron
Il nuovo premier inglese si dimostra di “vecchio stampo”, per gli interessi inglesi.
Dopo la difesa, di ciò che non si può difendere, il conservatore, con il suo aristocratico e altezzoso atteggiamento, vuole dimostrare cosa sia una politica estera sconsiderata, disastrosa: la Turchia non è democratica, è sempre meno laica, è sempre più integralista, ma al britannico questo non importa.
Pure per la questione di Gaza vuol far credere di essere filo palestinese e filo arabo.
Si vede, che in questo periodo di crisi, vuole vendere un po' di cianfrusaglie agli emiri arabi, dimostrandosi al di sopra delle parti.
Cameron e la buffonata turca
Il nuovo premier inglese si dimostra di “vecchio stampo”, per gli interessi inglesi.
Dopo la difesa, di ciò che non si può difendere, il conservatore, con il suo aristocratico e altezzoso atteggiamento, vuole dimostrare cosa sia una politica estera sconsiderata, disastrosa: la Turchia non è democratica, è sempre meno laica, è sempre più integralista, ma al britannico questo non importa.
Pure per la questione di Gaza vuol far credere di essere filo palestinese e filo arabo.
Si vede, che in questo periodo di crisi, vuole vendere un po' di cianfrusaglie agli emiri arabi, dimostrandosi al di sopra delle parti.
28 lug 2010
Cameron, la Turchia nell'Ue.....meglio morti
La politica facile e non schietta della Gb
Grazie a Dio le parole poi vengono trascritte e le contraddizioni vengono al pettine: in Europa possono entrare solo paesi autenticamente democratici, non dove un premio nobel rischia il carcere per aver scritto la verità, o perché un popolo che vuole parlare nella sua lingua, quella dei suoi antenati, è ferocemente perseguitato.
Inoltre io aggiungo che in Turchia, come in tutti i paesi islamici, professare la fede che si desidera è pericoloso, molto pericoloso: quanto meno si finirebbe tra i cittadini di serie B.
Il premier britannico David Cameron tutto questo non lo sa?
No, non gli interessa nulla: lo stile inglese rende superiori a tutte queste faccende da “poco”.
Sono inglesi, non miseri europei del continente come noi.
Gb e la sua pessima politica estera
Inoltre io aggiungo che in Turchia, come in tutti i paesi islamici, professare la fede che si desidera è pericoloso, molto pericoloso: quanto meno si finirebbe tra i cittadini di serie B.
Il premier britannico David Cameron tutto questo non lo sa?
No, non gli interessa nulla: lo stile inglese rende superiori a tutte queste faccende da “poco”.
Sono inglesi, non miseri europei del continente come noi.
La telenovella della politica estera britannica
Inoltre io aggiungo che in Turchia, come in tutti i paesi islamici, professare la fede che si desidera è pericoloso, molto pericoloso: quanto meno si finirebbe tra i cittadini di serie B.
Il premier britannico David Cameron tutto questo non lo sa?
No, non gli interessa nulla: lo stile inglese rende superiori a tutte queste faccende da “poco”.
Sono inglesi, non miseri europei del continente come noi.
Gli inglesi e la loro sporca politica
Inoltre io aggiungo che in Turchia, come in tutti i paesi islamici, professare la fede che si desidera è pericoloso, molto pericoloso: quanto meno si finirebbe tra i cittadini di serie B.
Il premier britannico David Cameron tutto questo non lo sa?
No, non gli interessa nulla: lo stile inglese rende superiori a tutte queste faccende da “poco”.
Sono inglesi, non miseri europei del continente come noi.
Sono due i caduti italiani caduti in Afghanistan
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Afghanistan, altri due caduti
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Morti soldati italiani
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Stavano disinnescando una bomba e muoiono due italiani
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Afghanistan, due militari del genio muoiono
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Soldati del genio muoiono
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Mentre disinnescavano una bomba muoiono
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
I militari italiani sotto tiro
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Bombe contro l'esercito italiano in Afghanistan
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Due militari del genio sono morti in Afghanistan
Sono morti due soldati italiani in Afghanistan: stavano disinnescando ordigni artigianali a Herat.
Il comando militare della Regione Ovest ha comunicato: "Due specialisti del genio hanno perso oggi la vita nel corso delle operazioni di disinnesco di un ordigno nella città di Herat. I due militari facevano parte di un team Iedd (Improvised Explosive Device Disposal), specializzato nella rimozione di ordigni esplosivi improvvisati, intervenuto intorno alle 20 locali per il disinnesco di una bomba rudimentale segnalata dalla polizia afghana.......Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari procedevano con successo alla sua neutralizzazione. Nel perlustrare la zona circostante per accertare l'eventuale presenza di altri ordigni, i due venivano investiti da una forte esplosione che ne causava il decesso”.
Le donne sono indifese in casa?
Subiscono in particolare donne tra i 35 e i 44 anni (32%), sposate (50%) con figli (79%), diplomate (53%) e impiegate (21%).
Il reato maggiormente denunciato è lo di stalking (46% nel 2008), questo è sempre secondo il telefono rosa.
Questi dati sono tutti da interpretare: forse le strade italiane sono più sicure di quanto si crede, ma certe “cattive compagnie” fanno tanto male alle donne: un uomo non è tale perché è prepotente, arrogante, violento.
Se una donna confonde la virilità con la tracotanza è rovinata, poi i minchioni spesso sono pure violenti: l'intelligenza e la sensibilità è quasi sempre un sintomo di comportamento decente.
Inoltre questi dati sono da interpretare: c'è violenza e violenza, quella sessuale, quella a parole, quella delle percorse, quella degli insulti.
La virilità non è mai violenta
La famiglia è il luogo dove le donne subiscono la maggior parte delle violenze, 4 su 5, mentre solo 1 su 100 sono i violentatori sconosciuti:
Subiscono in particolare donne tra i 35 e i 44 anni (32%), sposate (50%) con figli (79%), diplomate (53%) e impiegate (21%).
Il reato maggiormente denunciato è lo di stalking (46% nel 2008), questo è sempre secondo il telefono rosa.
Questi dati sono tutti da interpretare: forse le strade italiane sono più sicure di quanto si crede, ma certe “cattive compagnie” fanno tanto male alle donne: un uomo non è tale perché è prepotente, arrogante, violento.
Se una donna confonde la virilità con la tracotanza è rovinata, poi i minchioni spesso sono pure violenti: l'intelligenza e la sensibilità è quasi sempre un sintomo di comportamento decente.
Inoltre questi dati sono da interpretare: c'è violenza e violenza, quella sessuale, quella a parole, quella delle percorse, quella degli insulti.