Si sa che uno non deve conoscere tutto ciò che fanno i parenti, poi c'è la questione, a sua difesa, che non sono i soldi dello Stato, ma del partito, come se una truffa a partiti o a associazioni non sia una faccenda grave.
In fine tira in ballo il notaio e l'atto di vendita regolare, ma chi lo discute il notaio, che fece il suo mestiere.
Invece si contestano i passaggi di proprietà che precedettero …l'affitto e l'utilizzo in famiglia della casetta, fatto in se stesso misterioso o … casuale: uno si prende in affitto la casa che meglio crede e dove crede, o così pare.
Invece La Repubblica sorvola, con abile tecnica giornalistica, il sottocosto da svendita da fine stagione dell'abitazione monegasca: i saldi si sa sono vantaggiosi per chi acquista.
Ultimo spunto della difesa sta nel fatto che allora,quando fu venduta la casa, Lui non era più segretario di An.
Fu fatto tutto a sua insaputa?
Però il dubbio rimane quando si pensa che ad essere, probabilmente, avvantaggiato fu il cognato.
Gianfranco non sapeva nulla?
Gli hanno fatto un bel bidone?
Fidatati dei peranti!
Qualcuno sapeva e taceva, altri hanno fatto la spia agli avversari e lo scandalo è scoppiato.
Attendiamo riscontri e certezze: per ora abbiamo solo i "non sapevo nulla" di Gianfranco e la difesa disinteressata di La Repubblica.