Ragazzina di 14 anni fugge di casa e va a Ischia per incontrare il ragazzo di cui si è innamorata, un 26enne: l'amore è scoppiato su Facebook.
La ragazza è stata rintracciata dai carabinieri e il 26enne è stato denunciato per sottrazione consensuale di minore, mentre la ragazza è stata ricondotta a Taranto dai genitori.
E' una storia a lieto fine, ma l'età strana dell'adolescenza crea problemi gravi e spesso non si riescono a risolvere: troppi ragazzi si sono perduti e si perderanno anche in avvenire in questa età, che è la più difficile dell'esistenza, che porta a ribellarsi al mondo dei genitori, sempre e costi quel che costi.
Un tempo quasi non esisteva l'età di mezzo, perché dall'infanzia si entrava subito nel mondo del lavoro, invece oggi le cose vanno in modo differente: i ragazzi e le ragazze restano bambini e bambine capricciose per molto tempo.
Crescono con la convinzione di essere onnipotenti, spesso con le fantasie dell'infanzia ancora ben sviluppate e con pochissimo senso critico: dicono che dietro tutto questo ci sia una grande fragilità.
Così qualcuno, non i più stupidi, né i più cattivi, solo i più infantili, cascano nei tranelli della vita: trovano alcool, droga e altro, tra cui il bullismo, che li fa sentire potenti, ma li rende pure vulnerabili, indifesi da una realtà sconosciuta da loro, o conosciuta solo attraverso il mondo della televisione e di Internet.
Questo strumento in realtà è normalmente meno cattivo di come lo si descrive, ma è anche vero che per certe ragazzine e ragazzini ingenui i pericoli siano parecchi: esiste una categoria di perdenti nella vita che cercano con Internet una riscossa, non con le attività lavorative che la rete offre, non con il commercio online, ma semplicemente ciattando.
Come seduttori o seduttrici valgono poco, hanno spesso relazioni fallimentari alle spalle, a dire il vero non è così per tutti, ma per una grossa parte di costoro: cercano così le “fanciulle ingenue” quasi bambine se non vere bambine.
Il gioco è antico e un tempo costoro si aggiravano fuori dalle scuole, per contattare le ragazze di 1° o 2° superiore, talvolta anche quelle delle medie inferiori: costoro si sentivano forti e seducenti solo con queste minorenni, perché le coetanee non li assecondavano.
Ora il gioco si fa complesso, i sessi predatori e predati sono diversi, non è più l'epoca del sesso maschile predominante.
Poi non è solo una questione sessuale: è una faccenda ben più ampia.
I ragazzini sono attratti da sempre da quei ragazzi più vecchi di loro di pochi anni, i genitori sono visti come nemici spesso, ma soprattutto rappresentano i principali ostacoli alla loro libertà.
Così tutti coloro che propongono valori opposti a quelli dei papà e delle mamme diventano degli eroi, dei vincenti, poi i “vecchi “sono superati e stupidi, secondo i ragazzi di oggi, ma pure di ieri e di tutte le epoche.
Così gli adolescenti sono dei pulcini in balia dei rapaci della vita, che spesso sono solo dei polli ingrassati, da far fuggire con una pedata se vogliono beccarti, ma i ragazzi invece ne sono spesso vittime: noi adulti sappiamo bene che costoro di vincente non hanno nulla, anzi sono i perdenti per eccellenza, sono i falliti.
I giovani invece si fanno abbindolare dai discorsi che tutte le generazioni hanno udito: “...non bisogna fare fatica nella vita, cerca di divertirti e fregatene dello studio. Credi ancora nelle panzane sulla droga? Non sai che l'aspirina è più dannosa di uno spinello?”
Di idiozie se ne sentono a milioni: i ragazzi di tutte le epoche le hanno ascoltate con la bocca spalancata e le orecchie tese.
Così le ragazzine di 14 anni oggi vedono nel 25enne un principe azzurro, bello coraggioso e affascinante, poi a 20anni il loro grande amore mostra il suo volto: ormai è un brutto trentenne, sfaccendato, con molti vizi e stupido come un pollo, oltre ad essere vigliacco.
Purtroppo per molte ragazzine questa scoperta arriva troppo tardi e si sono rovinate l'adolescenza se non la vita: forse i genitori un po' di decisione e di severità in più la devono trovare, non fanno del male, anzi basterà attendere qualche anno per ottenere, forse, qualche grazie.