Intanto, pare che Berlusconi non disdegni di trattare con Casini, per uno scopo differente, quello di avere una gamba in più per il suo governo traballante, non fidandosi di Fini e dei suoi seguaci.
Ora le ipotesi di quello che pare un rimpasto prende forme differenti: è sfumata ormai il progetto di un governo tecnico di larghe intese, con l'unico scopo di organizzare la crociata anti Berlusconi.
Qualcuno si è accorto che sarebbe l'armata Brancaleone che va alle crociate, con un finale disastroso.
Così il quadro si fa complesso eppure tutto questo pare il tentativo di impedire lo spostamento a destra e verso posizioni federaliste della maggioranza: si cerca di contrapporsi al peso sempre più grande di forze che vogliono risolvere i problemi con decisioni anche drastiche.
La sinistra ora è spiazzata e il centro cerca di riprendersi il suo spazio, che un tempo possedeva: destra, sinistra e centro fanno il gioco delle 5 carte, si ripescano sempre le stesse scartine, da ripresentare al Paese.
Fini, Casini e Rutelli sono nomi conosciuti e vecchi: li abbiamo provati a suo tempo, ma ora si ripresentano come nuovi, ma forse è meglio parlare di rimessi a nuovo.
Così si rimandano le decisioni coraggiose e difficili al futuro: saranno sempre più faticose e impopolari da realizzare.
Le parolacce tra il centro e i leghisti rappresentano la fine di una politica educata, tra avversari quasi cortesi, che non si sarebbero mai abbassati a chiamarsi "stronzi" e altro.
Ora siamo nell'epoca che spinge a una politica della decisione, dell'azione e vincerà le elezioni chi saprà dimostrare che sanno fare, sanno risolvere i problemi.
Finalmente l'era delle ideologie è definitivamente tramontata, anche la classe politica vive ancora secondo la logica dei tradimenti a palazzo, degli accordi sotto banco.
Poi oltre alla destra nostrana e alla sinistra sognatrice esiste un Paese pure capace, disgustato da tutte queste beghe da comare.
Prima o poi la politica diverrà una cosa seria per gente seria?
Probabilmente sarà così: gli istrioni e gli intrallazzatori verranno mandati a casa loro, magari a lavorare veramente, a provare la fatica di tutti i giorni.
Perché, prima di discutere come dividersi la torta del potere, non discuta sul programma e su cosa fare per uscire dalla crisi.
Per esempio, invece di parlare se questo o quello possono entrare nella maggioranza, perché non si parla delle eventuali modifiche che costoro porteranno al programma di governo: questo potrebbe interessarci molto di più di un ministro e di un sottosegretario in più o in meno.
Se il cambiamento portasse una modifica nel programma, votato dagli elettori a quel punto i cittadini potrebbero pretendere una giustificazione e un chiarimento: noi cittadini pretendiamo di essere rispettati e non trattati come degli eterni minorenni, anzi come dei poveri allocchi.