Nel bilancio di competenza, la variazione netta positiva delle previsioni di entrata e di spesa è stata di euro 1.112 milioni, con un aumento di circa il 4,09% sull'ammontare di Euro 27.215 milioni delle previsioni iniziali, comprensive dell'avanzo di amministrazione per l'entrata e il saldo negativo dell'esercizio precedente per la spesa. Nel bilancio di cassa lo stanziamento definitivo per la parte entrata ammontava a 28.515 milioni di euro e per la parte spesa consisteva in 28.743 milioni di euro.
A fine 2009 le entrate accertate risultano di 13.199 milioni di euro cui vanno aggiunti 5.403 euro quale avanzo netto di amministrazione dell'esercizio 2008 e pertanto le entrate complessive ammontano a 18.603 milioni di euro, mentre le spese impegnate ammontano a 16.797 milioni di euro. L'esercizio finanziario 2009 si è chiuso con un avanzo netto di 1.846 milioni di euro.
Sul fronte delle entrate la vicepresidente Saliera ha rilevato "come per gli anni precedenti, anche per il 2009, una situazione di forte incertezza derivante dalla dipendenza dai trasferimenti statali e dalla presenza di vincoli stringenti che non consentono la gestione di una reale autonomia fiscale". Nel corso del 2009 - ha spiegato - è stata sospesa la facoltà delle regioni e degli enti locali di applicare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ed è stata, inoltre, applicata la detassazione degli straordinari e della produttività, prevedendo un'unica aliquota del 10%, sostitutiva dell'Irpef e delle addizionali regionali e comunali. Questi provvedimenti – ha detto - hanno limitato il potere impositivo delle regioni e il loro margine di manovrabilità fiscale andando quindi a mortificare il principio di autonomia fiscale e di responsabilità delle stesse nei confronti delle proprie comunità. Per quanto riguarda i trasferimenti da parte dello Stato si segnala una riduzione dell'autorizzazione di spesa del Fondo per le aree sottoutilizzate che ha consentito la copertura integrale per l'anno 2009 dei minori introiti dovuti all'abolizione del ticket da 10 euro per l'assistenza specialistica ambulatoriale. Si è registrata una diminuzione delle risorse per l'Istruzione, le Politiche Sociali, l'Edilizia Sanitaria, la Protezione Civile. "Particolare criticità" si riscontra nel settore del Trasporto pubblico locale, dove si è registrata una riduzione del gettito dovuta alle storiche minori entrate sulla compartecipazione all'accisa sulla benzina, alle agevolazioni fiscali sull'addizionale gas metano disposte con leggi statali e all'andamento congiunturale negativo che ha colpito in misura sensibile le accise sui carburanti. L'aumento della compartecipazione all'accisa sul gasolio, previsto per finanziare il trasporto pubblico locale, si è rivelato insufficiente a causa della contrazione dei consumi e delle agevolazioni fiscali disposte dallo Stato senza la previsione di adeguate misure di compensazione. Il finanziamento del Servizio sanitario per l'anno 2009 (con il D.L. 28 aprile 2009, n.39 "Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile" convertito con modifiche nella Legge 71 del 2009), è stato rideterminato con una riduzione di 380 milioni di euro a livello nazionale, con evidenti ripercussioni sui bilanci regionali. "Nonostante tutto, nell'anno 2009 la Regione Emilia-Romagna non ha aumentato la pressione fiscale - ha detto la vicepresidente - e non ha introdotto ticket per la sanità mantenendo comunque inalterato l'elevato livello qualitativo dei servizi nel proprio territorio, conseguendo al contempo il pieno rispetto dei vincoli sanciti dal Patto di stabilità.
Da rilevare il giudizio dei principali osservatori mondiali ai quali ogni anno la Regione sottopone la solidità dei propri conti. Moody's ha confermato il giudizio di rating Aa2 /stabile; Standard & Poor's ha riconosciuto il rating A+ con prospettive stabili, in linea con il rating assegnato alla Repubblica Italiana (A+ prospettive stabili) in considerazione della stretta connessione e dipendenza tra governo centrale ed enti locali e regionali.
La spesa regionale, a differenza delle entrate che risentono maggiormente delle decisioni politiche e dell'attività amministrativa del Governo nazionale, - ha ricordato la vicepresidente Saliera - è una variabile direttamente controllata dal Governo regionale e che tuttavia è fortemente influenzata dai vincoli fissati dal patto di stabilità. "Nonostante la pesante situazione di liquidità, che ha richiesto un monitoraggio quotidiano, condizionata anche dai rilevanti crediti che la Regione vanta nei confronti dello Stato, - ha detto - è stata disposta un'anticipazione straordinaria di cassa di 420 milioni di euro a favore delle aziende del sistema sanitario regionale, al fine di ridurre i tempi medi di pagamento ai fornitori di beni e servizi (l'obiettivo è contenere i tempi entro i 200 giorni). Malgrado "l'eccezionale gravità della crisi economica nell'anno in oggetto, – ha precisato Saliera - "la Regione ha rispettato i propri impegni politici assicurando il massimo investimento nei settori a garanzia della salute e a sostengo della crescita economica e della coesione civile e sociale". In particolare, la Regione ha concentrato le proprie risorse nell'ambito della salute e della solidarietà sociale, nella crescita dell'economia regionale, nel settore del trasporto pubblico locale, nella viabilità e nella messa in sicurezza del territorio, nelle politiche per la casa e la riqualificazione urbana e nel diritto allo studio. Si è inoltre proceduto ad una riduzione delle spese correnti. "Costante e notevole" la diminuzione dello stock del debito a carico della Regione e il ricorso a risorse proprie per finanziare le spese di investimento.
Il Conto generale del patrimonio (che costituisce la seconda parte del rendiconto generale) evidenzia attività per 11.998 milioni di euro e passività per 11.075 milioni di euro. Anche se l'esercizio 2009 si è chiuso con un peggioramento patrimoniale di 392 milioni di euro rispetto all'anno precedente, sono ancora maggiori le attività. L'eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2009 risulta infatti di 923 milioni di euro.
Per ciò che concerne le attività patrimoniali: la consistenza di beni mobili è di 127 milioni di euro, quella dei beni immobili (che comprendono acque minerali e termali, fabbricati, terreni e foreste) è di 271 milioni. Il patrimonio mobiliare costituito da titoli di credito e partecipazioni al 31 dicembre 2009 ha una consistenza di 77,29 milioni di euro ed è costituito da azioni o quote di capitale in società a cui la Regione partecipa in attuazione di quanto disposto dall'art. 64 dello Statuto, con riferimento ad attività inerenti lo sviluppo economico, sociale e culturale o ai servizi di rilevanza regionale nonché in base a disposizioni di legge. Nel corso del 2009 la Regione ha acquisito nuove partecipazioni azionarie nella società Bologna Fiere spa per euro 7,34 milioni (pari al 7,832% del capitale sociale). Ha partecipato inoltre all'aumento di capitale della Fer (Ferrovia Emilia-Romagna) per euro 10 milioni (quota di capitale pari all'87,16%), all'aumento del capitale della Aeradria spa–Rimini per 0,49 milioni di euro (quota di capitale pari al 7,02%) e alla ricostituzione del capitale sociale della Seaf spa (Società Esercizio Aeroporti Forlì) in quanto lo stesso era stato azzerato per copertura delle perdite. Sul versante delle passività patrimoniali, i mutui e i prestiti con oneri di ammortamento a carico del bilancio regionale, la consistenza a fine esercizio è di 971,01 milioni, interamente destinati alla copertura di disavanzi della sanità riferibili al passato. Considerando la popolazione residente nella Regione al 31 dicembre 2009, l'indebitamento complessivo regionale, pro capite, al termine dell'esercizio risulta di 221 euro (il più basso tra le regioni a statuto ordinario).
Nel dibattito sono intervenuti Andrea Pollastri (lega nord) che ha sollevato obiezioni sulle partecipazioni societarie della Regione e ha sollecitato la Giunta a vigilare sulle procedure delle opere pubbliche per cercare di velocizzare gli investimenti in modo che non si formino consistenti residui passivi. Matteo Riva (idv) ha chiesto chiarimenti sui depositi di cassa, Galeazzo Bignami (pdl) ha chiesto un approfondimento su impegni di spesa che poi non vengono liquidati per responsabilità dell'ente cui è riconosciuto il contributo. In proposito ha domandato se esistono strumenti revocatori in modaoda non tenere immobilizzata una potenziale liquidità. Secondo Fabio Filippi (pdl) "la Regione dovrebbe fare attenzione con le partecipate e attuare maggiori economie, ad esempio razionalizzare le spese sanitarie perché "risparmiare il 2 o 3 % - ha detto - è possibile". Stefano Bonaccini (pd) ha evidenziato le difficoltà in cui versano molti comuni a causa del patto di stabilità e ha sottolineato la necessità di un allentamento del patto da chiedere al Governo con misure per i comuni virtuosi che permettano di far ripartire l'economia. Dello stesso parere Anna Pariani (pd) secondo la quale il tema posto dal patto di stabilità è "pesante" perché impedisce la spesa delle risorse già impegnate e che ci sono e che, in alcuni casi, i comuni hanno già speso, con ricadute per le imprese che hanno già svolto le opere e non posso essere pagate. Luciano Vecchi (pd), sempre a proposito del patto di stabilità, ha ricordato la virtù di molti enti di attrarre fondi dall'Europa e dalle regioni a parità di spesa pubblica e pertanto come il tema della riforma delle regole sia importante. Favia (mov. 5 stelle) ha richiamato l'importanza di ridurre i consumi e, riallacciandosi alla richiesta di Bignami, ha auspicato un maggiore funzione di controllo da parte della Regione e una riflessione su eventuali modalità di revoca dei finanziamenti non utilizzati dagli enti pubblici.