29 gen 2011

Il Cairo - la rivolta della folla e la polizia che spara


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La rivolta dei Paesi del Nord Africa è sempre più feroce ed è sempre più dura la repressione: l'Egitto di Mubarek sta scoppiando e le opposizioni hanno alle spalle gli islamici.

“I fratelli mussulmani”, noto gruppo radicale fondamentalista islamico, ora sta diventando sempre più popolare.

Ci sono già 100 morti e il presidente della quasi laica repubblica egiziana non vuole andarsene: ha sciolto il governo e ha mandato i soldati nelle piazze, che per ora non vogliono sparare contro i loro concittadini.

Il quadro è terribilmente complesso e ambiguo: la gente è scesa nelle strade perché i prezzi del pane e dei generi di prima necessità sono saliti.

Il frumento, il riso, il mais sono aumentati di prezzo per la speculazione internazionale, che è stata pure favorita dall'utilizzo di questi cereali per la produzione di energia elettrica, o come sostitutivi dei carburanti: la scelta di utilizzare queste derrate per scopi diversi dall'alimentazione segue una logica economica ben precisa.

Si vogliono sfruttare le tonnellate di granaglie accumulati nei silo, che non hanno mercato perché non si vogliono vendere sotto costo, facendo crollare il mercato.

Tutto questo però ha alzato i prezzi mondiali: per una parte della popolazione mondiale questo non costituisce un problema, addirittura non si è neppure accorta dell'aumento del prezzo del pane.

Per i miseri della terra, che vivono con meno di tre euro al giorno e sono circa la metà degli abitanti della terra, una crescita dei prezzi dei generi di prima necessità, del 15%, del 20%, comporta un peggioramento delle loro condizioni di vita.

Per il 70%, 80% degli abitanti della terra basta poco per trovarsi alla fame o quasi.

Così la fame spinge verso posizioni radicali, religiose e politiche, di destra e di sinistra: i nemici del popolo, gli affamatori sono gli infedeli, gli stranieri, i comunisti, i nazionalisti, i nemici della nazione.......

Così la propaganda, in questo caso dei mezzi di informazione di lingua araba, ma non solo, sta portando verso rivolte feroci contro i regimi laici, in pochi Stati laici dei paesi islamici.

Qui c'è la prima contraddizione: la speculazione è occidentale, provocata anche da una logica ambientalista, per salvare il pianeta, ma la rivolta è portata avanti dagli integralisti, con una facciata laica.

Le folle escono dalle moschee e dopo i sermoni del venerdì, si scagliano contro la polizia: vogliono far cadere i regimi corrotti, che però non sono gli unici governi corrotti della regione, ma sono gli unici con leggi laiche.

Quindi la rivolta ha come benzina il caro pane, ha come ideologia la libertà democratica, ma il radicalismo islamico spinge verso a probabili repubbliche islamiche.

Se cadessero i governi laici a Sud del Mediterraneo avremmo un mondo islamico che renderebbe difficile la vita del Nord Mediterraneo.

Israele non starebbe a guardare e i Copti non si farebbero massacrare senza lottare e chiedere un loro Stato autonomo: il quadro che si prospetta è terribilmente preoccupante e tutto perché qualcuno, dietro un computer, ha comprato e venduto delle derrate alimentari, vedendole solo come numeri, guadagnando somme enormi.

Costoro mettono nel loro gioco speculativo la crisi politica, sociale ed eventualmente militare di intere regioni geografiche?

Forse sì e il terrorismo, il fanatismo sono solo delle varianti alla speculazione a rialzo e a ribasso del petrolio, del frumento, delle materie prime e anche delle armi.