24 gen 2011

PD vince le Primarie di Bologna e Napoli

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 I candidati del PD vincono le Primarie a Bologna e a Napoli: questa volta non sono stati superati dal SEL ( Sinistra ecologia Libertà) come per le primarie per le elezioni del governatore della Regione Puglia, vinte da Niki Vendola, poi diventato governatore, sconfiggendo alle elezioni contro il PDL.

L’affluenza era in calo, ma questo fatto non ha impedito ai militanti e ai simpatizzanti di votare, senza stravolgere i risultati, favorendo tutti i componenti moderati della coalizione di sinistra: le elezioni si vincono al centro e tranne per il caso Vendola, tutte le altre situazioni provocherebbero la sconfitta certa delle sinistre “unite”.

L’alternanza non può essere troppo spostata alle ali estreme della politica, benché il bipolarismo favorisce l’estremismo politico, che in un sistema di maggioranza e coalizione come quella della Prima Repubblica, tendeva ad emarginare.

E’ preoccupante però che all’interno di queste ali estreme ci siano ancora gruppi politici che un tempo risultavano essere extraparlamentari, ma oggi rafforzano le coalizioni e non possono essere toccati …..

Qualcuno tra loro non nasconde sentimenti e atteggiamenti eversivi, che quasi mai vengono messi a tacere, all’interno delle coalizioni, perché serve sino all’ultimo voto per vincere le elezioni.

Così dalla destra e dalla sinistra si urla contro i “fascisti” e i “comunisti”, accusandosi a vicenda di essere anti democratici: è uno strano gioco, che ci riporta nel bel mezzo del Novecento, quando in nome delle reciproche rivoluzioni comunisti, fascisti e nazisti insanguinarono il mondo con decine di milioni di morti.

Erano tutti “nemici del popolo” o appartenenti a “razze inferiori, erano nemici della nazione e dell’etnia dominante, superiore”: per decenni l’Europa è stata invasa da insani discorsi di esaltati che andavano alla guerra di poveracci che avevano idee proprie o appartenevano a popoli utilizzati come capri espiatori.

Questo ultimo caso di odio etnico non fu solo una caratteristica del nazismo, ma pure dello stalinismo: la deportazioni di interi popoli in Siberia, che provocò milioni di morti, era giustificata dal “tradimento” alla causa socialista di intere popolazioni.

Ora questi piccoli gruppi estremisti si gonfiano grazie al malcontento per la crisi economica, grazie a luoghi comuni e banalità di moda: la loro forza sta nella ripetizione in modo demenziale di tali commenti da bar sport.

C’è gente che confonde un linguaggio chiaro e schietto con discorsi insulsi, sciocchi, infarciti di parolacce, di insulti contro i “nemici”, che non sono visti come persone con pareri differenti, ma come nemici da odiare e distruggere.



Tutto questo è anacronistico, ma talvolta la storia si ripete e bisogna vigilare: forse è preferibile che vincano forze moderate e non gruppi con al loro interno altri piccoli gruppetti di esaltati, in ordine sparso, ma sempre pericolosi, spesso già fuori dalla legalità, quasi sempre desiderosi di dare spallate al potere, ma non in modo democratico.

Non sto riportando il solito discorso di avanti al centro contro gli opposti estremismi, ma solo spero di favorire l’emarginazione politica di tutti coloro che sputano sentenze, odio e ferocia, che istigano allo scontro verbale duro e anche a quello violento, fisico.

Di violenza in nome della politica ne abbiamo vista già troppa nel secolo scorso: si sono riempiti i cimiteri, le fosse comuni, i forni crematori ed è ora di avere un po’ di pace.