Benedetto XVI dichiara: “No a corsi di educazione sessuale e civile contrari alla fede”.
Lo ha ribadito al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
E' ancora un no al monopolio statale dei simboli religiosi da inserire sui calendari scolastici, al comportamento di certi statisti di certi Paesi: forse accennava anche alla super indebitata Spagna di Zapatero, ormai in pugno ai cinesi per il debito pubblico.
Invece è divertente sapere che la stampa italiana, pagata con i soldi pubblici di tutti, abbia dei giornalisti che non sappiano interpretare correttamente questa frase: “L'educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei costituisce una minaccia alla libertà religiosa”.
Per coloro che sanno leggere significa, che il pontefice critica un dato genere di educazione sessuale, mentre per certi pennivendoli diventa l'educazione sessuale in senso ampio, tutta l'educazione sessuale, sotto tutti i punti di vista.
Non pensate di trovare in questi giornalisti, che hanno così interpretato il testo, mala fede.
No, non hanno capito, poveretti.
Hanno difficoltà a capire?
Hanno dei problemi con la sintesi, talvolta anche con la sintassi?
Sono lì, nelle redazioni, non per la loro cultura o altro, sono lì perché qualcun li ha voluti lì.
E' un premio per la...fedeltà?